Il primo
capitolo è dedicato a George! Di come si sia
avvicinato ad una persona speciale e di come si siano sorretti l’uno con l’altra
dopo un periodo difficile!
È un po’
che mi frulla in testa questa fan fiction, e finalmente riesco
a realizzarla! Spero che vi piaccia…
Ti Portano
Via
Ti
portano via, Fred. Ti sento lontano. Non ti sento
più. Ti portano via, cazzo!
La guerra
è finita, Harry ormai ce l’ha
fatta a distruggere quel mostro, tutti sono in festa. Ma io riesco solo a guardarti mentre cercano di staccare la mia mano dal tuo
braccio, non voglio lasciarti. Sento che se mi stacco, perderò un’intera parte
di me.
Ti
portano via! Ti portano via, cazzo!
Ti fisso
direttamente degli occhi chiusi, sulle labbra con un lieve sorriso stampato. È
la giusta espressione per te, no? Cosa si prova a
guardare te stesso steso, senza vita? In molti se lo chiedono.
Io mi sento vuoto
Ho perso
tutto in un solo istante: il compagno di mille scherzi, il mio socio, mio fratello… il mio migliore amico.
Dove sei?
Con te non avevo bisogno d’altro. sei qui ma ti vedo
vuoto come me.
“Insieme fino alla fine amico!”
“Insieme anche dopo
la fine”
E ora ti portano via…
Un dolce
profumo di miele mi avvolge, di fianco a me c’è lei:
la tua ragazza, cazzo! Piange, e solo ora mi accorgo
che anch’io sto facendo la stessa cosa.
Ma
neanche lei è qui, ci hai portati via con te? Le
nostre anime sono li? Lontane come te?
“Torna
indietro! Mi stai solo facendo uno dei tuoi soliti scherzi, stronzo!”
urlo in silenzio.
Sento
anche il suo urlo silenzioso, ma nessuno ci sente. Pensavo di aver perso
abbastanza, sai? Ma a quanto pare la perdita di un orecchio non
ti lacera abbastanza l’anima.
Ti portano via,
mentre la mano di Angelina, bagnata
dalle lacrime,
si posa delicata
sulla mia.
Ti portano via, e
sento che solo lei può capirmi.
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È passato
un anno e mezzo, io e Angelina passiamo sempre più
tempo insieme. La mamma pensa che mi faccia bene, e io sono d’accordo. Soprattutto perché so che anche lei sta meglio in mia compagnia.
Ma non preoccuparti, Fred.
Lei è la tua donna, non la toccherei mai!
A
proposito di lei, la vedo arrivare. Si siede come in volo sulla sedia di fronte
a me, salutandomi con un leggero bacio.
“Ciao George, come va?” mi sorride inondandomi con il profumo
della sua pelle scura.
“Bene Angie… ho dormito come non facevo da tanto tempo” le sorrido “ un po’ lo devo a te, sai? Mi sento sereno ogni volta
che ci vediamo”
“Oh! Sì,
anche per me è lo stesso…” un sorriso a mezzo labbro, nasconde qualcosa lì
dietro, ma non riesco ad indovinarlo.
Cos’hai dolce Angie? Cosa mi nasconti? Forse tu, Fred, l’avresti capita con un semplice sguardo. O forse no, e l’avresti torturata pur di fartelo dire.
“Cosa vi porto signori?” arriva la cameriera, con un sorriso
di circostanza.
“Per me
una Burrobirra, la ringrazio” mi giro leggermente per
sorriderle e lei nota il mio orecchio. Anzi, il mio non-orecchio. Per un attimo
distoglie lo sguardo, subito prima di cominciare a fissarlo.
“Per me…
latte e miele, grazie!” guarda il menù, questa ragazza mette il miele
dappertutto, dovrà a questo il suo profumo? Ora alza lo sguardo, nota lo sguardo della cameriera e si acciglia.
“Ah mi
scusi!” la chiamo quando noto che finalmente fa per
allontanarsi “ può portarmi anche un orecchio? Così la smette di fissarmi…”
sono meno sottile nelle mie battute da quando non ci
sei, ma Angelina ridacchia soddisfatta.
Tra una
chiacchiera e l’altra arriva un nuovo cameriere con gli ordini e cominciamo a
bere. La guardo: è leggermente nervosa. Riguarderà ciò di cui mi voleva parlare quando mi ha chiamato?
“Tutto
ok, Angie?” la guardo curioso “ sembra quasi che tu
stia nascondendo un crimine!”
“No no no no no…”
e ‘no’ mi dico mentalmente “ va tutto bene… è solo che… cioè… devo dirti una
cosa George” ora la mia preoccupazione sale,
giocherella con la tazza mentre con l’altra mano si torce una treccia dei
capelli.
“Dimmi
pure! Ah! Guarda che se hai preso qualcosa dal
negozio, devi pagarmi!” ridacchio in attesa, anche se sono teso.
“Sei
sempre il solito!” sorride anche lei ma lo sguardo è nervoso
“Sai, un mesetto fa, al lavoro… ho conosciuto una persona.” Si ferma, cercando
il mio sguardo.
“Sì?
Pensavo fossi un’asociale… evidentemente mi sbagliavo” mi
rilasso sulla sedia, meno teso di prima.
“Dai sono
seria!” mi guarda severa, nonostante lo sguardo brillante che fa ogni volta che
le faccio una battuta “beh, lui…”
“È un
lui?” chiedo inarcando un sopracciglio, improvvisamente ed inspiegabilmente
seccato.
“Beh!”
questi suoi ‘beh’ mi stanno innervosendo, non è certo
una tipa da ‘beh’. Abbassa lo ora sguardo imbarazzata
“sì! E quello che volevo dirti è che… siamo usciti un
paio di volte. Sai, è simpatico! Usciremo nuovam…”
“Come
scusa?” la blocco all’improvviso. Cosa mi trascina in
questa scomoda conversazione? Cosa mi irrita? Cos’ho?
“Usciamo
insieme. Volevo fossi il primo a sapere che ora sto
meglio, che ho superato…” mi guardi ora negli occhi, speranzosa. Ma forse non in attesa dell’approvazione. Cerchi di scrutarmi dentro.
“Perché?”
“Cosa?”
“Perché
l’hai fatto?” mi guarda sorpresa, ma ha una strana luce negli occhi, mai vista
prima: avrà a che fare con la speranza che le ho letto
poco prima? Ma non mi fermo “non pensi a Fred? Ti sei dimenticata di lui?” come può farti questo?
Io… io… io cosa?
“Ma George! Lui è
sempre importantissimo per me, non lo dimenticherò mai! Ma è passato più di un anno e io sono così giovane” ti
guardo ad occhi spalancati, abbassi lo sguardo “ e così sola”
“Io… io
non riesco a crederci! E io? Non ci sono con te?” mi
passo nervosamente una mano tra i capelli, mentre nei suoi occhi passa un velo,
in attesa di qualcosa “non ti rendi conto che lo stai
tradendo? Io… non voglio che tu ci esca!” il velo
negli occhi è passato: sei delusa ora.
“Tu? Tu?!
E cosa c’entri? Perché non
vuoi?” da diversi minuti sono in molti a fissarci dai tavoli vicini, ma nessuno
di noi due ci fa caso.
“Perché sei la ragazza di Fred!
Altrimenti io…” mi fermo: altrimenti io cosa? Abbasso lo sguardo e lei
deglutisce.
“Tu…
cosa?” mi chiede, nuovamente il velo di prima, di attesa.
“Io…
niente. Ma non ti permetto di stare con qualcun
altro!” sono serio, furioso. Irrazionale e possessivo verso di lei che merita
solo la felicità.
Si alza, mi guarda furente “Tu niente… niente! Appunto, tu non
sei niente” fa male, lo sento “Sono io che non ti permetto di impedirmelo. Non
senza una buona ragione!”
“Che
ragione vuoi?” la guardo accigliato, non mi sono mai sentito così simile a mio
fratello Ron quando parla con Hermione come in
questo momento. E non capisco il perché di questo
pensiero improvviso.
“Guardati
dentro e svegliati! Voglio sapere il tuo ‘altrimenti’!” lascia i soldi sul
tavolo senza che io me ne accorga “quando capirai
perché ti da fastidio, fatti vedere!” gira i tacchi e se ne va, con l’aria di
chi sa tutto. Con l’aria di chi ha capito qualcosa che io non so.
“Ma che
dice?” di nuovo la mano tra i capelli, mentre la fisso
dalla vicina vetrata “Non ha capito niente…” sussurro.
Ti portano via, Angie.
E io sto fermo con la ferita sul
petto…
Ti portano via, cazzo!
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Sono in
camera da una settimana. Solo. Arrabbiato. Affamato. E
puzzo.
Chiunque
puzzerebbe dopo una settimana senza doccia, no?
Mi manca
da impazzire, Fred! Era l’unica che mi faceva stare
bene dopo che te ne sei andato. Era l’unica cosa che avevo, non mi importava di soffrire vedendo una tua foto, perché poco
dopo potevo chiamarla.
Lei. La
tua donna.
Ti ho
promesso mille volte di non toccarla, di trattarla come se fosse stata mia
sorella. Te lo promettevo ogni volta che mi andava.
No, c’era
un motivo per cui te lo promettevo. Ogni volta che…?
Spalanco
gli occhi arrossendo e cercando di cancellare i brutti pensieri. Ok, forse è
ora di farsi una doccia.
Mi muovo
verso il bagno e apro l’acqua. Mi spoglio ed entro. L’acqua scivola su di me,
mi sento ripulire e mi chiedo come abbia fatto tutto questo tempo senza farmi una doccia.
Chiudo
gli occhi e la vedo nel buio.
“George, la vuoi smettere?” sbatto la testa al muro, nel
tentativo di perdere la memoria.
Perché
non faccio che pensarti? Perché non posso fare a meno
di te, Angelina? Soffro…
Sono un
possessivo. Sono un egoista. Sono uno stronzo. Sono
geloso. Sono un ipocrita.
Dicevo
che dovevi essere solo di Fred, ma ora come ora ti voglio solo per me. E quel velo? Ti prego, dimmi che era di
speranza. Che volevi che fossi geloso.
“DIMMELO!”
mi ritrovo ad urlare.
“George? Tutto bene?” è la voce di Ginny,
preoccupata per l’urlo.
“Sì!
Scusa non volevo spaventarti” la sento allontanarsi,
ignara. Ma forse lei lo sa da più di me.
“George,
non pensi che sia ora di svegliarti?”
“Che vuoi dire,
Gin?” l’ho
guardata interrogativo
“Se
ti manca Angelina, diglielo”
Esco
dalla doccia con queste parole nella mente. Solo il giorno
prima abbiamo avuto questa conversazione eppure è la prima volta che
penso seriamente alle parole di mia sorella.
E ora
mi sento così sicuro…
E ora
so che non voglio che la portino via… Non lontano da me…
Mi vesto
di fretta e ti raggiungo in volo, con le ali che mi hai
donato piuma per piuma tu, Angie.
Mi
manchi!
Ti
voglio!
Ti…
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Sono nel
salotto di casa sua, in attesa che tua madre riesca a
convincerti a scendere.
Quando la
vedo il mio cuore manca un battito. Non riesco a
crederci, non posso credere di averlo capito solo ora,
la vedo più bella che mai.
“Mamma,
io esco un attimo. Torno presto” mi trascina fuori mentre
io saluto cordialmente la madre. Ed ora siamo in un
piccolo parco, così piccolo che ci sono solo un’altalena e uno scivolo,
entrambi coperti di neve.
Mi guardi
e io ricambio, serio e duro. Ho deciso di fare questo gioco. Chissà se la
verità verrà fuori questa sera.
“Allora? Cosa volevi dirmi?” è dura, sicuramente ancora arrabbiata
per l’altro pomeriggio.
“Avevi
ragione” sposta lo sguardo su di me, sorpresa. Speranzosa? Dimmi di sì.
“Ri-riguardo cosa?” balbetta appena.
“Hai
diritto a stare con qualcun altro, non posso essere egoista per mio fratello.
Lui vorrebbe che tu fossi felice. Sa che tu non lo dimenticherai mai… e anche
io lo so” questa frase la pronuncio con un po’ di amarezza.
“L’hai capito finalmente” ora è nuovamente arrabbiata. Perché?
Sospiro, non mi escono le parole.
Urlo
nuovamente in silenzio…
Ma tu
non sembri sentire le mie grida questa volta.
“Tutto
qui? Puoi anche andartene ora… ciao!” si volta, fredda. Ma io sono veloce, la fermo e le parole urlate escono come niente, come se
fossero le più naturali del mondo.
“E se
fossi io a farti felice?” la abbraccio, con
l’intenzione di non lasciarla. Lei non ricambia. Non si muove. Non respira. mi scanso un poco per guardarla in volto, mi guarda
sorpresa, come se avessi appena detto la cosa più assurda del mondo. E forse la è.
“Come?”
bisbiglia.
“Ti amo…”
altre parole per dire la stessa cosa. Non se l’aspettava, o forse si. Fatto sta
che ora non possiamo fare a meno l’una dell’altro. O forse è da
quando non ci sei che è così… Mi abbraccia e non c’è bisogno di dire
altro. Mi ama. La amo. La bacio.
Perdonami
Fred. Te la porto via… la farò
felice per te. Non sarò mai come te per lei. Ma la amo
allo stesso modo.
“Ti
porto via, Angie…”
Fine!!!
Ecco qui il primo capitolo, spero veramente che vi piaccia. Sinceramente
sono rimasta delusa dal fatto che la Rowling li abbia
fatti mettere insieme, ma comunque penso che siano molto
teneri insieme. Si sorreggono l’uno con l’altra dopo la morte di Fred! ç_ç FRED CI MANCHI!!! XD
Leggete e commentate numerosi! Un bacione,
*-._Kalie_.-*