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Autore: AxXx    24/06/2014    6 recensioni
Reyna e Jason, prima dell'attacco a Monte Otri.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Grace, Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima della Battaglia

 

 

 

 

Reyna era seduta nel suo alloggio, davanti alle mappe di Monte Otri.
Si era addormentata mentre le studiava per la centesima volta. Avevano preparato il piano fino all’ultimo dettaglio: mentre Giove, Marte e tutti gli altri Dei difendevano l’Olimpo a New York, loro avrebbero colpito la roccaforte dei Titani.
Eppure lei non era tranquilla.
Ogni sera, dopo le sedute al Senato, si sedeva alla sua scrivania e ripassava ogni cosa, per averla in testa fino all’ultima.
La posizione iniziale delle truppe, le manovre di accerchiamento e di avanzata, quelle in caso di imboscata, la posizione iniziale delle macchine d’assedio.
“Non possiamo fallire… Crio è il più pericoloso… speriamo che Jason ce la faccia. Vuole affrontarlo per tenerlo occupato, mentre noi distruggiamo il palazzo dei Titani. Ma… è un Titano, è immortale, come può sperare di sconfiggerlo.” Iniziò a chiedersi, mentre un nodo le si stringeva all’altezza della gola.
Deglutì, in modo da scioglierlo. Lei credeva in Jason, lui ce l’avrebbe fatta. Eppure, nonostante tutti i piani ideati, proprio quello la preoccupava di più. Se Jason fosse caduto in battaglia, non se lo sarebbe mai perdonato. Sospirò, tornando a controllare le mappe che mostravano la posizione iniziale della quarta e della seconda legione.
Poi, qualcuno, bussò alla porta.
“Avanti.” Disse più bruscamente di quanto avrebbe voluto.
Arrossì lievemente, quando si accorse che era Jason, il biondo figlio di Giove che sbirciava all’interno dell’alloggio, come per assicurarsi che fosse un vero invito e non una minaccia di morte.
Reyna nascose il rossore dietro i lunghi capelli neri. Non poteva permettersi di farsi vedere in qualche modo debole e fragile.
Non davanti a Jason.
Non in quel momento.

Una fitta di nostalgia la colpì a tradimento, mentre, una sera, Jason si era intrufolato nel suo alloggio. Era il suo compleanno e il ragazzo le aveva portato un regalo.
Quasi tutti i centurioni le regalavano armi.
Nemmeno dovesse fare la collezione.
Ormai casa sua era piena di armi, scudi e altro ciarpame inutile.
Lei aveva una sola arma valida: la strategia. Sua madre, protettrice di Roma, Dea della strategia bellica, le aveva donato l’unica amra che davvero le serviva.
Invece Jason le aveva regalato un fermaglio per capelli.
Non era un monile prezioso, un fermaglio intagliato, forse a mano, ma a lei non interessava.
Quando la mano del ragazzo era passata tra i suoi capelli, per sistemarle il fermaglio, Reyna aveva sentito un brivido correrle lungo la schiena e non era certo il freddo.
 Jason le aveva sempre regalato piccole cose: in un certo senso riusciva a far emergere il suo lato femminile.
Quando erano solo loro due, Reyna sentiva sempre, di doversi sistemare i capelli, lisciarsi i vestiti, sorridere come una figlia di Venere.
E per lei era un imbarazzo continuo.
Non era così.
Era figlia di Bellona, Dea della Guerra, con la G maiuscola. Doveva essere una ragazza forte, decisa, spietata e fredda.
Ma con lui non ci riusciva. Per pochi istanti di solitudine, con lui, lei tornava ad essere una ragazza. Si sentiva normale, si sentiva accettata.
Non un Pretore.
Poteva dire, per pochi istanti, Addio a tutte le sue responsabilità e tutti i suoi doveri.

Quella sera, però, non poteva permetterselo. Il giorno dopo avrebbero combattuto una battaglia che avrebbe deciso le sorti di tutto il Mondo Occidentale. Non poteva permettersi distrazioni o pensieri inopportuni.
“Reyna, hai l’aria stravolta.” Le fece notare il figlio di Giove, avvicinandosi a lei.
“Sto bene, Grace, stavo ripassando i piani di domani.” Rispose duramente, usando il cognome. Di solito, negli affari ufficiali, non usava mai il suo nome.
Voleva tentare di imporre lo stesso tono a quella conversazione, ma sapeva che non ci sarebbe riuscita.
“Ti conosco, Reyna, Hai ancora i capelli bagnati, non li hai nemmeno legati e ti sei appena svegliata. Sei tesa come una corda di violino.” Ribadì Jason, con un sorrisetto.
La ragazza sospirò, rendendosi conto di quanto il suo collega fosse abile a capirla. L’unico, in tutto il campo, ad avere un empatia con lei.
“Jason, sono preoccupata. Nuova Roma è tutto per me. È casa mia. Il luogo che mi ha accolto. Ma se tu morissi, allora, per me sarebbe dura mandare avanti, le cose, senza di te. I pretori devono essere in due. Sicuro di non voler rischiare? Crio è un Titano.” Disse la figlia di Bellona, fissandolo.
“Lo so bene.” Rispose lui, incrociando le braccia e appoggiandosi allo stipite della porta che dava sulla terrazza. “Ma non possiamo farci nulla. Octavian ha letto le Profezie, non ci sarà un’occasione migliore di questa. Ed è proprio perché Crio è così potente che devo essere IO ad affrontarlo. Sono abbastanza potente da affrontarlo e non voglio che tu, o altri rischiate la vita più del dovuto.” Ribatté lui testardamente. Era fatto così. In un modo o in un altro, lui voleva difendere tutti.
Reyna lo sapeva bene: era stato educato come figlio di Giove, un leader e un comandante militare. Ma a lei non importava. Avrebbe dato qualsiasi cosa per non perderlo. Ma, dall’altra parte, non poteva perdere Nuova Roma. Campo Giove era casa sua. Il luogo dove aveva trovato casa dopo esser stata rapita da quel maledetto di Barbanera.
Una scelta difficile.
Se solo avesse avuto la sicurezza di poter salvare entrambi.
Ma quella era la guerra: lei doveva affrontarla senza timore. Era suo compito. Era suo dovere.
Roma contava su di lei.
Jason contava su di lei.
“Almeno cerca di non morire.” Sussurrò Reyna, abbassando lo sguardo, per non mostrare quanto fosse fragile dentro. “Vorrei che tu rimanessi con me. Mi trovo bene a lavorare con te.”
Il Figlio di Giove la fissò per alcuni istanti. Poi si avvicinò e le appoggiò una mano su una spalla.
“Se cerchi di non morire nemmeno tu, allora farò di tutto per rimanerlo anche io.” Rispose, regalandole un caldo sorriso.
Dopo che se ne fu andato, Reyna osservò, fuori dalla finestra, la cima nuvolosa di Monte Otri.
Strinse i pugni.
I Titani non gli avrebbero portato via nulla. Su quello era sicura.
A costo di morire.
Non avrebbe perso né Campo Giove né Jason

 

 

 

 

 

 

 

 

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[Angolo autore]
Nel-nome-di-Cupido-Afrodite-e-Freyja, quale droga pesante mi sono fumato, per scrivere una tale schifezza!? O.O
Sono davvero indeciso, però la pubblicherò lo stesso, perché devo ringraziare una cara amica: Sunfluwers_insummers (Dimmi che l’ho scritto giusto D: )
Che nonostante i traslochi continua a seguire le mie storie.
Ad ogni modo, ecco a voi una Jeyna ambientata in un ipotetico momento precedente all’attacco dei Romani alla Rocca dei Titani.
Come molti sappiamo, Jason ha sconfitto Crio. (come ha fatto, un tipo come Jason, a sconfiggerlo, poi, rimane un mistero XD LOL, lo so, odio Jason)
La mia domanda è: Reyna, che all’epoca era follemente innamorata di lui, come avrebbe reagito, sapendo che la persona che amava stava andando incontro ad uno scontro con un mostro come Crio?
Credo sia una domanda legittima ed un ottimo spunto per un po’ di Jeyna, anche se io preferisco la Jasper,
Quindi, se volete uccidermi fate pure, ma gradirei che me lo diceste in recensione ^_^
AxXx

  
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