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Autore: Klainbow    24/06/2014    11 recensioni
''Hai ancora tanti tramonti da vedere.''
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Kurt non vuole più vivere, ormai è deciso a mettere fine alla sua esistenza.
O forse no?
E' possibile che uno sconosciuto possa fornirgli una ragione per restare?
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ho scritto questa mini os senza pretese in dieci minuti, ieri sera. E' incredibile quello che un foglio bianco ed una penna riescano a fare quando il mondo intero ti sta crollando sotto ai piedi, non credete?
Ci tengo a precisare che non è niente di che, e ne sono assolutamente consapevole, ma diciamo che nel caso vi sia piaciuta.. beh, potrei aver scritto anche del loro primo appuntamento.
Fatemi sapere cosa ne pensate, e se vale la pena pubblicare anche l'altra parte :)
Un bacio!



 
A Fede, Marianna, Maggie, Lavi, Paola, Giusy e Sara, le mie ragazze preferite.
 



 
Are there sunsets in heaven?
 


Non vuole più vivere, Kurt.
Non ne ha motivo, adesso sa che lo farà.
Ha preso la sua decisione, è irremovibile.
E' da solo da tanto, troppo. Nessuno lo amerà mai.

Non una carezza sfiorerà mai la sua pelle lattea. Nessuno lo toccherà così delicatamente da infondergli sicurezza, e un senso di protezione. Non vorrà piangere per un amore troppo grande da poter essere contenuto. Non litigherà con qualcuno per un attacco improvviso di gelosia nei suoi confronti, una possessività carnale e pura che li avrebbe portati a fare pace tra le lenzuola. Non memorizzerà i gemiti e gli ansimi della persona sotto la quale si sarebbe concesso di cadere a pezzi. Nessun sussurro caldo gli solleticherà il retro del collo al mattino, mentre una voce sinuosa intrisa di dolcezza gli dirà che è bello, bellissimo, meraviglioso, perfetto e suo. Non ci saranno mai delle labbra piene e screpolate a coprire le sue, trascinandolo in un intreccio di lingue e saliva, in una danza eterna e mortale al tempo stesso. Nessun cuore batterà per lui, con lui, contro il suo petto, i piedi indolenziti dal freddo che si sfregano tra loro alla ricerca di un calore che solo il suo lui, un uomo che non avrà mai un aspetto vero e proprio, dei tratti da non voler dimenticare fino all'alba dei tempi, potrà trasmettergli, e una lotta continua per appropriarsi della coperta che qualcuno addormentato al suo fianco continua a rubargli.
Non vivrà mai per il solo piacere di un sorriso sincero, e i suoi occhi spenti non incontreranno mai quella luce capace di restituirgli la luminosità che li aveva riempiti solo quand'era bambino.

Non dovrà più sussultare davanti all'immagine scarna e avvilente riflessa nello specchio. Niente vergogna, non proverà più imbarazzo verso di sé. Non dovrà più chiudere gli occhi alla vista della sua pelle martoriata, dipinta dalle peggiori sfumature di viola e nero. Gli unici colori che riesce a distinguere in questa massa informe di ombre che è l'universo.

Non dovrà più fingere di stare bene, perché sa che non succederà.

Non dovrà più imporsi di sorridere, anche mentre il suo mondo sta crollando e nessuno se ne accorge.

Non dovrà più cercare una via di fuga disegnando le proprie ferite, tessendo su di sé con la punta di una lama affilata la trama della sua triste esistenza. E il sangue. Brillante, lucido e confortante, dalle più varie tonalità di rosso. Lo stesso che sgorga dalle ferite dei suoi polsi, delle gambe e dello stomaco sarà soltanto un ricordo lontano.

Non dovrà più assistere alla sua apatica realtà, né contare i minuti che lo separano da una nuova crisi come se non vi fosse nient'altro da aspettare. Con ansia ed eccitazione, preda di un limbo infinito.

Perché le crisi lo uccidono, e lui vuole morire.

Vuole sparire.

Vuole che un buco nero lo inghiotta.

Vuole che l'oblio si nutra dei suoi resti.

Vuole che la gente non si senta male per lui, e vorrebbe fargli sapere, prima di partire, che lui ha voluto questo. Davvero.

E poi, sopra ogni cosa, Kurt vuole vedere le stelle, e diventare parte di loro.

Kurt vuole unirsi a suo padre e diventare polvere, aria, terra, fuoco, acqua e cielo.

Vuole danzare tra le nuvole, fluttuare sulla superficie di un lago a mezzanotte ed essere ogni bel fiore che i bambini raccoglieranno per fare un regalo alle loro mamme.
Sarà leggero come una piuma trasportata dalle correnti, potente come la marea - che si porta via ricordi e sensazioni senza chiedere il permesso, e distruttivo come un uragano, perché almeno per una volta, Kurt desidera sentirsi invincibile.

Non vuole più soffrire. Kurt non merita questo.

Kurt merita di trovare pace, correre lontano, dimenticare.

Kurt cerca una nuova storia da vivere, perché qui non c'è niente per cui valga la pena di lottare.

E se nella sua vita non avessero fatto altro che raccontargli bugie, se non esistesse un altro posto dove andare, Kurt non avrebbe trovato neanche la forza di provare collera nei riguardi delle persone che l'hanno illuso da sempre.
Kurt ci farà l'abitudine. L'importante è che svanisca, presto, subito, e può fare in modo che accada.

Gli bastano pochi passi in avanti e sarà tutto finito.

Il ponte è deserto e una leggera brezza rinfresca il suo viso, asciugando le lacrime che cadono copiose ed imitano la pioggia, che tanto avrebbero voluto essere.
Kurt annuisce a se stesso e fa un passo in avanti.
Inizia a contare, partendo da dieci.

Non vede l'ora di rivedere sua madre, le manca.

Nove.

La sua gamba si muove.

Otto.

Il piede sinistro tocca terra, e Kurt avanza imperterrito.

Sette.

Testa alta.

Sei.

Spalle larghe.

Cinque.

Petto in fuori.

Quattro.

Schiena dritta.

Tre.

Kurt si da una sistemata ai capelli, il ciuffo deve essere impeccabile; toccherà il cielo per primo.

Due.

Le braccia di Kurt si sollevano tremanti, e con un pizzico di esitazione si stendono nell'aria fredda di novembre all'altezza delle spalle, cominciando ad agitarsi sopra e sotto ad un ritmo incoerente.

''Uno'', soffia.

Kurt compie l'ultimo passo, azzerando la breve distanza che lo separa dallo spiccare finalmente il volo.

E' pronto, le sue palpebre sono già chiuse.

Mentre il suo corpo si protende verso il nulla, un paio di braccia possenti gli circondano il torace con forza, e la sua schiena aderisce ad una superficie morbida, lievemente tiepida, che lo avvolge subito come una coperta.

Kurt non aveva mai pensato che ci volesse così poco a raggiungere il Paradiso, e ne è compiaciuto. Gli angoli delle sue labbra si arricciano verso l'alto e un sorriso dolce gli compare sul volto rilassato.

Il suo corpo viene voltato con una certa cura, e la prima cosa che Kurt vede quando i suoi occhi blu si aprono, sono due gocce di caramello condensate all'ambra e al miele fuso.

''In Paradiso c'è il tramonto?'' chiede ingenuamente, senza staccare lo sguardo da quello dell'altro angelo.
''Cosa?'' La sua voce è ridotta ad un sussurro ansante, il petto che si alza e si abbassa velocemente e le guance pallide, cadaveriche. Pare che abbia corso, e Kurt proprio non comprende il motivo dello spavento che sta leggendo nel suo cipiglio.
''Qualcosa di te mi ricorda il tramonto.''
Il ragazzo resta interdetto per un attimo, la bocca ancora socchiusa, poi gli sorride con dolcezza. Kurt non ha più dubbi riguardo l'esistenza del Paradiso.
''Hai voglia di vederne uno?''
Kurt boccheggia un paio di volte, e alla fine si ritrova ad annuire senza fiato.

''Allora prometti che mi lascerai mostrartene uno ogni giorno. Hai ancora tanti tramonti da vedere.''

''E tu ci sarai?'' Il tono di Kurt è così speranzoso che le sue guance si infiammano.

''Posso esserci, se vuoi.''

''Lo vorrei.''

''Mi chiamo Blaine.''

''Kurt.''

Le loro mani si stringono come se dalle loro dita intrecciate ne dipendesse ogni fenomeno atmosferico. ''Scusa se ti ho trovato in questo modo.''

''Avresti potuto non farlo affatto, invece sei qui.''

''Sono qui. Ti sto cercando da una vita.''
 




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Grazie a tutti per essere arrivati fin qui. Vi voglio bene.
Ricordate sempre che i tramonti non finiranno mai, e non possiamo perderceli per nessuna ragione al mondo.
 
 
  
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