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Autore: slanif    24/06/2014    3 recensioni
EunHae
Se c'è una cosa che ho sempre saputo, è che amo Donghae.
Sin da quando i miei occhi hanno incontrato per la prima volta i suoi, ho avuto la consapevolezza che quella persona sarebbe entrata nella mia vita e ci sarebbe rimasta.
Per sempre, in maniera indelebile.
Lui è innocente e puro al cento per cento e non ha malizia o cattiveria in se.
L'ho capito quel giorno, osservando quegli occhi di ragazzo. Eravamo adolescenti, eppure lui conservava e conserva ancor oggi che è un uomo, l'innocenza pura e sincera di un bambino.
Lui non si rende conto dell'effetto che fa sulle altre persone, perché agisce spontaneamente. I suoi atteggiamenti non sono costruiti o finti in nessuna situazione che lui possa trovarsi a vivere, per questo sono assolutamente certo che ciò che ha fatto, lo ha fatto senza doppi fini.
Ma questo non toglie il fatto che a me abbia fatto girare le palle. E anche tanto!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Donghae, Eunhyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per hikaru83. Perché è una rompi palle e vuole le fan fiction EunHae come fossero caramelle. E me le chiede per nulla velatamente e sotto minaccia, obbligandomi a scrivere quando invece io vorrei solo poltrire sul letto e guardare il soffitto. Perciò se avete dei pomodori da tirare, contattate lei.
E tu, Elena, lo sai: in fondo il mio cuore di pietra ti vuole bene! E anche se non è tanto zuccherosa, ti ho promesso che te ne scriverò un'altra non appena mi tornerà una parvenza di buoumore... intanto spero apprezzerai questa!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
Il Motivo Del Contendere
di slanif
 
 
 
Se c'è una cosa che ho sempre saputo, è che amo Donghae.
Sin da quando i miei occhi hanno incontrato per la prima volta i suoi, ho avuto la consapevolezza che quella persona sarebbe entrata nella mia vita e ci sarebbe rimasta.
Per sempre, in maniera indelebile.
Quei grandi occhi marroni, così dolci e profondi, mi hanno incatenato così come fa una torta al cioccolato in una vetrina piena di altre squisitezze. Perché può esserci la cosa più buona del Mondo lì vicino, ma quel colore così intenso quell'aspetto così vellutato ti stregheranno e non ti permetteranno di distogliere lo sguardo.
Esattamente come gli occhi di Donghae.
Sì, perché di occhi c'è ne erano davvero tanti, in quella stanza, in quell'afosa giornata di un imprecisato giorno di un giugno qualunque, ma solo i suoi mi hanno stregato.
E la cosa sorprendente è che lui nemmeno lo sa.
Lui è innocente e puro al cento per cento e non ha malizia o cattiveria in se.
L'ho capito quel giorno, osservando quegli occhi di ragazzo. Eravamo adolescenti, eppure lui conservava e conserva ancor oggi che è un uomo, l'innocenza pura e sincera di un bambino.
Lui non si rende conto dell'effetto che fa sulle altre persone, perché agisce spontaneamente. I suoi atteggiamenti non sono costruiti o finti in nessuna situazione che lui possa trovarsi a vivere, per questo sono assolutamente certo che ciò che ha fatto, lo ha fatto senza doppi fini.
Ma questo non toglie il fatto che a me abbia fatto girare le palle. E anche tanto!
«Io seriamente non vedo il problema...» Siwon sta tentando di farmi ragionare da svariato tempo (forse un'ora o due, non lo so con precisione), ma senza risultato.
«Un cazzo. Il problema c'è eccome!» rispondo irato.
Wonnie sbuffa, stanco e spazientito: «Ti rendi conto che è inutile che continuiamo a parlare se tu nemmeno ti sprechi a fingere di ascoltarmi?»
Sbuffo a mia volta, agitandomi sul letto come fossi stato punto da una tarantola: «Tu non capisci!» sibilo per l'ennesima volta.
«Io capisco eccome! Me lo hai ripetuto talmente tante volte che se non avessi ancora capito sarebbe seriamente da preoccuparsi per il mio intelletto!» mi risponde lui, acido.
Ho fatto inacidire Siwon. Sono riuscito in un'impresa quasi impossibile... sì, perché lui è sempre disponibile con noi del gruppo. E' un fratello fantastico che c'è sempre per chiunque di noi, senza chiedere mai nulla in cambio. Persino le famose due orette fa in cui l'ho chiamato in piena notte non ha battuto ciglio. L'ho svegliato alle tre del mattino, telefonandogli dal Giappone, e lui mi ha risposto sorridendo. Perché lo so che sorrideva, anche se non l'ho visto. Perché lui è così. Lui ci vuole bene e ci sorride sempre.
«Sì, okay.» dico sbrigativo «Ma ti rendi conto che è assurdo?»
«Hyukkie, tu capisci che stiamo parlando di Donghae, vero?» mi domanda lui, con tono ovvio. So che ha alzato le sopracciglia. Anche se non lo vedo, lo so. Perché è un mio fratello e lo conosco come le mie tasche.
«Certo che lo so!» sbotto «Ma questo non toglie il fatto che voglio ucciderlo!» sbraito.
«Hyuk...» mi ammonisce Siwon, con tono di rimprovero.
«Non posso farci niente» sbuffo «Sono troppo arrabbiato.»
«Piantala!» sbotta lui.
«La fai facile tu...» rimbrotto, arricciando la bocca e intrecciando le caviglie, distendendo le ginocchia sul morbido piumino bianco. La stanza d'albergo che mi è stata assegnata qui a Tokyo è davvero bella. Ampia, spaziosa, dai muri di un giallo ocra e i mobili tutti bianchi. Anche il letto è bianchissimo e immacolato, a due piazze, con un piumino così morbido che affonda come una nuvola sotto al mio peso. Ho quattro comodi cuscini a mia disposizione e infatti su due ci poggio la schiena e uno lo sto abbracciando stretto, torturandone la federa con rabbia e nervosismo. Mi sento un po' uno psicopatico, ma non posso farci niente. Mi innervosisce terribilmente ripensare a ciò che ho visto!
«Non la faccio facile, Hyuk… è facile.» puntualizza Siwon «Hae non ha fatto nulla di male.»
Se ce lo avessi davanti, ne sono sicuro, lo strozzerei.
«Ah, no?» domando con voce isterica, stringendo ancor più forte il cuscino contro il petto.
«No.» mi risponde candidamente lui.
Al che io finisco definitivamente la pazienza: «Ti rendi conto che lui mi fa due palle grosse come una palla da bowling per un live del cazzo in cui Sungmin mi si è strusciato contro, facendo il nostro lavoro e beando le fan con un po’ di fanservice(*01), e lui invece si permette di fare questo dicendomi pure che sono paranoico?» sbraito. Sembro Heechul in uno dei suoi momenti da principessa ferita, tipo quando finisce il fondotinta o gli si sporca la trousse con qualche prodotto. Trousse fucsia a pois bianchi(*02), tra l’altro, davvero oscena.
«Ha solo preso un caffè, Hyuk…» mi dice Siwon, con tono ovvio «Sei diventato peggio del tuo ragazzo, per la miseria!» Ovviamente si riferisce alla gelosia che mi sta corrodendo il fegato in questo momento…
«Non c’era fanservice di mezzo. Non c’era un live, né un contratto con la SM. C’era solo la sua volontà di prendere un caffè con… con… quella!» strillo.

Strillo?
Da quando in qua io strillo? O porca miseria… sto decisamente diventando peggio di Donghae!
Deve averlo pensato anche Siwon, perché lo sento ridere di gusto: «Per la miseria, Hyuk! Sembri davvero fuori di testa per questa storia!»
«Non è che sembro… lo sono!» ribatto, ridendo appena.
«Oh, finalmente un sorriso!» dice subito Siwon, dall’altro capo del telefono e in un altro continente. Sì, perché Siwon adesso è in Corea, a Seoul. Per qualche giorno è riuscito a tornare a casa nonostante gli innumerevoli impegni.
«Mi dispiace di averti rotto le scatole in piena notte, Wonnie…» sussurro, sentendomi improvvisamente in colpa.
«Non preoccuparti. Se è servito a calmarti va bene.»
Sento di volergli davvero molto bene.
«Un po’…» sospiro.
«Stai tranquillo e va a parlare con lui. E’ stato solo un caffè per ringraziare una fan. Non sai neanche perché, visto che non glielo hai nemmeno chiesto… senti cosa ha da dire lui e semmai dopo arrabbiati.»
Effettivamente il mio amico ha ragione. L’ho visto in quel bar con quella ragazza e appena è tornato in albergo ho sclerato a più non posso, dicendogli che non esiste che lui fa una cosa simile. Al che Donghae mi ha detto di calmarmi, che era una ELF tanto carina che gli aveva regalato una cosa, ma io a quel “tanto carina” mi sono così arrabbiato che non ho voluto sentire più niente, tanto meno cos’è quel regalo così gradito a Donghae che lo ha portato addirittura a offrirle un caffè. Sono uscito sbattendo la porta e mi sono chiuso nella mia stanza.
Hae ha provato subito a venire a bussare, pregandomi di aprirgli, ma io ho infilato la testa sotto al cuscino e ho fatto finta di non sentirlo. Come se quei pugni chiusi contro la porta non rimbombassero nella mia cassa toracica alla stessa frequenza martellante del mio cuore nervoso e ferito…
E’ rimasto lì fuori per almeno un’ora, poi è tornato nella sua stanza.
Dopo un concerto a Kobe e lo spostamento qui a Tokyo, era già notte fonda, perciò eravamo entrambi sfiniti. Anche il concerto è stato faticoso più del solito, perché avevamo già cominciato a discutere, essendo lui andato a prendere un caffè con quella ragazza nel pomeriggio. Perciò c’era tensione e freddezza (da parte mia. Da parte sua solo tanta tristezza e confusione) e fare fanservice è risultato tutt’altro che facile come al solito…
Appena lui ha smesso di bussare, io ho afferrato il cellulare e ho chiamato Siwon, interrompendo un tête-à-tête amoroso con Heechul che ha starnazzato infastidito in sottofondo fino a quando l’ho sentito sbattere la porta. Suppongo che anche Siwon avrà da che farsi perdonare dalla sua Cinderella…
«Mi dispiace, Wonnie. Adesso Heechul ce l’avrà con te e con me.» gli dico, seguendo il filo dei miei pensieri.
Lui ride: «Non preoccuparti. So come prendere la mia Cinderella per farmi perdonare!» afferma sicuro.
«Beato tu…» sospiro.
«Anche tu sai come farti perdonare dal tuo pesciolino… soprattutto perché Donghae non sa tenerti il muso nemmeno volendo. Faccio il tifo per te, scimmietta!»
 
Appena salutato Siwon e finita la chiamata, mando un messaggio di scuse a Heechul per averli interrotti. La sua risposta è stata… da lui: “Ti odio. Ma ti perdono perché ti amo”. Qualunque cosa abbia voluto dire, suppongo di essermela cavata…
Quindi mi dirigo con passo lento, trascinando i piedi sulla moquette bordeaux e oro, fino alla stanza di Donghae, a poca distanza dalla mia.
Guardo l’orologio, e noto che sono appena le sei del mattino. Immagino che lui stia dormendo, ma non mi importa.
Busso forte e subito sento un fruscio di lenzuola, dei passi e poco dopo la porta si spalanca.
Di fronte a me c’è un Donghae stravolto: ha la faccia pallida, le occhiaie, gli occhi infossati e lucidi, leggermente rossi. Le guance sono chiaramente rigate da lacrime precedentemente versate e i capelli sono indiavolati, sparati in ogni direzione tranne che in quella giusta.
«Hae…» sussurro piano, incerto, non sapendo bene cosa dire.
Stai bene? Sei posseduto? Vuoi un po’ di valium? Ti serve un esorcismo?
Suppongo che certe domande non le gradirebbe…
Il suo sguardo si riduce a una fessura e i suoi fiammeggianti occhi di cioccolata mi trapassano da parte a parte. Mi afferra velocemente un polso e mi trascina dentro la sua camera, esattamente identica alla mia, solo molto più disordinata, con tutta la sua roba sparsa in giro.
Appena siamo dentro molla la presa e… mi molla un calcio in uno stinco!
Spalanco gli occhi, sconcertato e preso alla sprovvista, mentre saltello per la stanza tenendomi la gamba e urlando: «HAE! CHE CAZZO FAAAIII?»
Lui sbuffa, allargando le braccia, decisamente infastidito e scocciato: «Io che cazzo faccio? E tu che cazzo fai, Lee Hyukjae?»
Oh-oh… mi ha chiamato per nome. Il mio nome di battesimo per intero. E’ davvero incazzato come una biscia… che poi: come se il calcio nello stinco non fosse stato piuttosto eloquente…
«Ehm…» biascico, immobilizzandomi. Sono sbiancato, lo so, perché sento i palmi delle mani sudare come se ci vivesse una lumaca. Sono fredde e appiccicaticci e mi faccio schifo da solo a toccarli con i polpastrelli. Non oso immaginare il ribrezzo che proverebbe qualcun altro a stringermi una mano in questo preciso istante…
«Ehm?» mi domanda Donghae, puntellando i pugni chiusi sui fianchi e piegando il busto in avanti verso di me. Alza un sopracciglio e stringe le labbra, con espressione inferocita.
Sì, è decisamente incazzato. Incazzato nero.
«Mi dispiace.» dico.
«Non è sufficiente.» mi risponde lui, prontamente.
Come, prego? Da quando in qua Donghae non accetta delle scuse?
La mia faccia sconvolta deve essere abbastanza eloquente, perché lui intreccia le mani al petto e sbuffando senza sosta mi dice: «Pensi forse che basti scusarsi? Tutte le volte è sempre la stessa storia, Hyukjae. Tu prendi, scleri, fai quello che ti pare, mi ferisci, e poi vieni qui, sgrani gli occhi e batti le ciglia e pensi che basti a farti perdonare. E fino ad adesso è stato così, ma adesso basta! Io non ho fatto un cazzo di niente di male e prima di prendere ad urlare come un pazzo, potevi almeno chiedermi perché ho offerto quel caffè a quella ragazza e…»
Ma lo interrompo: «COOOSAAA?» sbraito «Ma parli tu? Devo ricordarti quella scenata allucinante che mi hai fatto quando Sungmin mi si è strusciato contro in quel live? Mi hai urlato contro tutta la notte che ero un bastardo e che sembravo una puttana(*01)! Te lo sei scordato?» lo accuso, puntandogli un dito contro.
Lui alza gli occhi al cielo, diventando bordeaux sulle guance. Colpito e affondato.
«E’ vero, ho reagito male, ma io sono geloso, lo sai!» ribatte. Sembra aver riacquistato un po’ di calma.
Dovrebbe essere una giustificazione?
«E quindi? Anche io sono geloso!»
Lui ridacchia: «Ma quando mai?»
«Cosa? Ma che stai dicendo?» domando, sconvolto. E’ cretino o cosa?
«Non sei mai stato geloso.» mi dice, osservandomi offeso, come se fosse un torto non fargli una scenata ogni giorno.
Mi viene da ridere: «Guarda che lo sono eccome! Solo che so controllarmi e so capire quando è solo paranoia o quando c’è davvero da preoccuparsi!» gli spiego, perché evidentemente il concetto non gli è chiaro.
«E ieri ti pareva il caso di preoccuparti?» mi domanda ridendo, osservandomi come se fossi un deficiente totale.
«Ovviamente sì!» ribatto, irritato dalla sua imbecillità.
«Ovviamente no.» risponde Donghae, con tono ovvio.
Okay.
Adesso gli tiro un pugno in faccia.
«E perché no, di grazia?» domando, con tono tagliente e sarcastico, cercando di mantenere la calma.
«Perché sai che io non farei mai niente che ti possa far soffrire.»
Lo dice con un candore e una tranquillità tali da farmi rilassare all’istante. Sento le spalle smettere di tendere e rilasciarsi, smettendo di contrarre i muscoli.
Perché lui può anche farmi incazzare, può anche fare la cosa più stupida del Mondo e può anche fare una cosa ambigua come questa… ma ho l’assoluta certezza che lui mi ama. Che lui non mi ferirà mai. Che lui è la bontà fatta persona, perché lui è squisito come quella famosa torta al cioccolato. Perché i suoi occhi sono sinceri e veri esattamente come quando li ho visti la prima volta almeno dieci anni fa. Perché se anche adesso è un uomo e di bambino non ha più niente, lui è sempre innocente. Spontaneo. Schietto. Senza malizia.
Sospiro, ritrovando la calma. Mi passo una mano tra i capelli tornati castani, in un caschetto liscio sulla mia testa, e domando: «Vuoi cortesemente spiegarmi perché hai preso un caffè con quella ragazza, allora?»
Donghae rilassa le spalle a sua volta, tornando ad assumere uno sguardo limpido. Annuisce, quindi si avvicina alla sua valigia e ne apre una delle tasche. Cerca qualcosa al suo interno e ne estrae un grosso foglio piegato a metà. Quindi torna verso di me e me lo porge.
Alzo un sopracciglio, basito, ma decido di non fare domande e di aprire questo foglio. E’ bianco, di carta spessa, ruvida. Sembra un foglio da disegno…
Ne afferro un lembo tra pollice e indice e ne tiro su una delle metà, ritrovandomi davanti un grosso foglio A3 con…
Con…
Con…
Oporcamiseria
«Che diavolo è questa roba?» domando, arrossendo fortemente, anche se non vorrei.
Donghae sorride: «Il motivo per cui ho offerto il caffè a quella ragazza!» E per dare maggiore enfasi alla sua affermazione, allunga una mano verso di me indicando con gesto eloquente il disegno.
«T… tu… tu hai offerto un caffè a quella ragazza per ringraziarla di questo?» domando, cercando di non arrossire fino alla punta dei capelli, ma risultando difficile persino a me.
Donghae ride: «Ovvio che sì! Non vedi che bello?» mi domanda, tutto allegro e innocente.
Ma fa sul serio?
«Hae… è un disegno mezzo pornografico di me e te insieme su una superficie non meglio identificata con scritto EUNHAE FOREVER a lettere cubitali!» sbraito, imbarazzato fino al midollo.
«E allora? E’ così bello e ben fatto! E finalmente qualcuno ti rende giustizia, Hyukkie! Guarda come sei bello in questo disegno!» ribatte lui, puntellando il dito magro sulla mia faccia disegnata che sovrasta il disegno della sua con aria vogliosa.
Le nostre fan hanno qualche problema…
E pure Donghae che apprezza certa roba.
«Donghae… è un disegno con una tematica sessuale che una ELF giapponese ti ha regalato inneggiando alla EunHae. Visto e considerato che dobbiamo far finta che sia solo fanservice e non la realtà… ti pareva il caso di offrirle un caffè tutto contento per ringraziarla?» domando, sospirando e chiudendo di nuovo a metà il disegno, oscurandolo alla mia vista. Certe cose mi piace farle, non vederle disegnate da qualcun altro con me come soggetto. Per la miseria… se avessi voluto che qualcuno pensasse a me mentre faccio sesso, avrei fatto l’attore porno!
Donghae sbatte gli occhi, dilatandoli leggermente, improvvisamente colpito dalla verità delle mie parole: «Oh.» inghiotte a vuoto «Non ci avevo pensato…» ammette.
Sorrido rassegnato: «Non ne dubitavo…»
«Mi dispiace, Hyuk… pensavo solo che fosse davvero bello e vero e che lei era stata davvero gentile e brava…» si giustifica.
Io scuoto la testa: «Non importa, Hae. Piuttosto…» lo fisso malizioso «Che ne dici di mettere in pratica tanto ben di Dio?»
Lui sorride sensuale: «Mi hai tolto le parole di bocca…» dice, prima di incollare la bocca alla mia.
 
Quando riposiamo l’uno tra le braccia dell’altro, dopo, io gli sono sdraiato sopra e lo sto baciando lievemente in tanti piccoli tocchi per tutto il viso, passando dalle labbra alle guance al naso.
«Che intendi fare con quel disegno, adesso?» domando piano, baciandolo sulle labbra tra una parola e l’altra.
«Lo incornicerò e lo appenderò nella nostra camera, ovviamente!» mi dice tutto contento.
Mi sale il panico: «Stai scherzando, vero?»
«Neanche per idea!» dice lui, assolutamente rilassato, stringendomi le braccia intorno al collo.
Sospiro, rassegnato: «Okay. Credo che dovrò dare fuoco a quel disegno…»
«Non ci provare…»
«Staremo a vedere…»
Ho già pronto l’accendino…
 
 
 
**FINE**
 
(*01) Riferimento alla mia fan fiction “Consigli D’Amore”.
(*02) Riferimento alla mia fan fiction “Marchio Sulla Pelle”.

   
 
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