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Autore: Madness in me    24/06/2014    5 recensioni
"Gli aveva promesso che lo avrebbe amato sempre e comunque.
E una promessa va mantenuta.
Va mantenuta sia che tu sia umano, sia che tu non lo sia.
Perché l'amore non mente e così non devono mentire nemmeno le persone che quell'amore lo vivono."
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loveless.
She says she wants to bleed.
Hopeless.
She says she wants to bleed.
I won't let go, I will not hurt, I've had all that I could take so I can just shut you out.
I won't let go, I will not hurt, you could never understand me, just walk away and don't say goodbye.
How can I shake this disease ? The marks on your neck would never lie.

-Count Choculitis; Motionless in White.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Corri, Zachary, corri per la tua stupida vita.” La voce era sempre più vicina, vicina come i passi svelti.
Continuavo a correre ma non ero atletico, affatto e il respiro da fumatore non serviva a nulla.
La paura mi attanagliava le membra, gli occhi continuavano a riempirsi di lacrime che cercavo di scacciare con le mani ma non serviva a nulla.
Continuavo a voltarmi ad ogni risata agghiacciante, senza vedere nulla.
La strada era completamente buia.
Quella strada che avevo percorso ogni giorno, per 32 anni, avanti e indietro, ora sembrava non essere più la stessa.
Non c’era un lampione, non c’era nemmeno una persona in giro, nessuno se non me e il proprietario di quella risata agghiacciante.
L’immagine di Jimmy riverso sul tappeto ricoperto di sangue continuava ad istigarmi conati di vomito pesantissimi.
Per non parlare di Matt e Johnny stretti nell’ultimo abbraccio, ricoperti di sangue dalla testa ai piedi e lo sguardo ancora terrorizzato puntato nella direzione in cui avevo trovato il loro assassino.
Proprio lui, loro fratello, l’uomo che avevo amato con tutto me stesso per anni, senza remore, senza mai nemmeno un briciolo di dubbio.
Lo stesso uomo che ora mi inseguiva, gli occhi rossi, i denti affilati di fuori e la voce che non sembrava quasi più la sua.
Potevo ormai sentire il respiro di Brian schiantarsi contro la mia schiena e mi arresi.
Correre non sarebbe servito.
Mi voltai, tremante e in lacrime e mi fu addosso, in un istante.

 

“ZEE, ZEE SVEGLIATI! E’ SOLO UN INCUBO, APRI GLI OCCHI!” Brian gridava.
Sgranai gli occhi, trovandomi tra le braccia di Brian.
Mi asciugai un po’ di sudore dalla fronte e lo guardai, preoccupato.
“Cos’hai sognato ?” mi sussurrò, preoccupato, asciugando le lacrime che continuavano ad uscire dai miei occhi.
“Una cosa stupida, lascia stare.” Sussurrai, sbuffando.
Mi alzai, presi il pacchetto di Marlboro sul mobile e mi accesi una sigaretta, tornando ad affiancare Brian.
“Stavi urlando il mio nome..” mi sussurrò.
Lo guardai.
Sul suo viso non c’era la stessa preoccupazione di ogni notte, ma qualcosa di più forte, qualcosa che mi confuse.
Ero bravo a riconoscere ogni singolo sentimento di Brian dalle sue espressioni ma in quel momento non ci riuscivo.
“Cos’hai sognato ?” domandò, più insistente.
“Niente, Brian, era solo un fottuto incubo!” risposi, nervoso.
Brian non disse niente e mi strinse a sé, lo lasciai fare.
Lo sentii rilassarsi appena e sospirai.
Qualcosa nell’aria di quella calda notte d’agosto non andava affatto bene.
Ero, come sempre, preso dai miei pensieri quando Brian mi spinse per le spalle facendomi distendere e portandosi sopra di me.
“Zee, mi ameresti in ogni caso ?” mi domandò, in un sussurro.
“C-certo Brì, che domande fai ?” domandai, confuso.
“Anche se mi rivelassi essere diverso da quello che credevi di conoscere ?” domandò ancora.
“Brian, di che parli ? Certo che ti amerei comunque. Ti ho sempre amato e lo farò sempre.” Risposi, sincero.
Lo sentii sospirare sollevato e sorridere.
Mi sfilò la sigaretta, fece un tiro poi la spense nel posacenere sul mobile di fianco al letto, lasciò uscire lentamente il fumo e poi cominciò a baciarmi e mordicchiarmi la gola.
Ogni volta era la stessa storia, proprio come la prima volta.
I brividi gelati prendevano possesso di ogni parte del mio corpo e il mio cervello andava in tilt.
Gli avrei lasciato fare qualsiasi cosa e lui lo sapeva bene.
Non feci nemmeno in tempo a guardarlo che i miei boxer erano sul pavimento insieme ai suoi e, in una frazione di secondi, le sue labbra erano premute sulle mie mentre la sua lingua cercava, famelica, la mia.
Intrecciai le dita tra i suoi capelli e soffocai un mezzo urlo tra le sue labbra quando lo sentii penetrarmi.
Amavo sentirlo muoversi dentro di me, sentirlo chiamare, tra i gemiti e i sospiri, il mio nome, mi mandava fuori di testa.
Come ogni sera, rimasi abbracciato a lui, la testa contro il suo petto e chiusi gli occhi cullato dal suo respiro regolare.
Quando aprii gli occhi era ormai mattina.
Mi infilai i boxer e i pantaloni e, dopo essermi lavato la faccia, scesi al piano di sotto dove trovai Brian seduto in cucina, una sigaretta tra le dita e due tazze di caffè bollente davanti a lui.
“Buongiorno, Zee.” Mi sorrise, come ogni mattina.
“Buongiorno, Brì” risposi, assonnato e presi posto a tavola davanti a lui, iniziando a bere il mio caffè.
“Ho avuto altri incubi ?” domandai, dopo il primo sorso.
“Sì, hai pianto e urlato tutta la notte.” Mi sussurrò.
Lo guardai, confuso.
Sembrava distaccato.
Come la notte prima, una terribile sensazione negativa prese a stritolarmi lo stomaco.
Stavo per parlare quando dei passi attirarono la mia attenzione.
Mi voltai e sulla soglia della cucina c’era Jimmy.
“Ehi, Jim, quando sei arrivato ?” domandai, confuso.
Jimmy mi ignorò, rimanendo fisso su Brian.
“Devi dirglielo.” Annunciò, gelido.
Il suo tono di voce mi provocò un terribile brivido gelato dietro la schiena e mi voltai istintivamente verso Brian, trovandolo con gli occhi scuri puntati su di me.
Dopo qualche istante, Johnny e Matt, con la stessa espressione truce di Brian, avevano affiancato Jim sulla porta e ora tutti mi fissavano.
“R-ragazzi mi state mettendo ansia, che succede ?” domanda, lasciando la tazzina del caffè e facendo saettare lo sguardo tra i ragazzi.
“Se non lo fai tu, Brian, lo faremo noi.” Annunciò, freddo, Johnny.
“F-fare cosa ?” domandai, alzandomi “Ragazzi, piantatela! Mi state spaventando!”
“Siediti, Zachary.” Annunciò Jimmy.
Jimmy non mi chiamava mai Zachary, nessuno dei ragazzi lo faceva mai.
Feci un passo indietro, completamente nel panico.
“Ok, glielo dirò, ma uscite.” Disse Brian.
I ragazzi annuirono in sincrono ed uscirono, chiudendo la porta a chiave.
Rimasi, terrorizzato, a fissare Brian.
Lo vidi passarsi, stanco, una mano davanti al viso, tornando poi subito dopo a fissare il pavimento.
“Cosa devi dirmi ?” domandai, la voce tremante.
“Ti sei mai chiesto perché sono sempre sveglio ad ogni ora del giorno e della notte ?” mi domandò, freddo.
Scossi la testa, senza sapere che dire.
Quella domanda, senza senso, a bruciapelo, mi aveva confuso.
Mi balzarono in testa le idee più stupite ma le accantonai tutte in un angolo del cervello.
Fui però costretto a riprenderle tutto quando Brian, alzando il viso, mi mostrò i suoi occhi non più castani ma terribilmente rossi.
E non rossi come quelli di chi non dorme o di chi si è ammazzato di canne, ma rossi sangue.
Le pupille completamente rosse, del colore del sangue.
Sbiancai e sentii le gambe cedere, costringendomi ad appoggiarmi al mobile della cucina per rimanere in piedi.
Era solo un incubo.
Lo vidi ghignare, scuotendo la testa e mettendo in mostra dei denti fin troppo affilati.
Solo. Un. Incubo.
Brian si alzò, facendo un passo verso di me ed io mi schiacciai ancora ti più contro il mobile.
“Non è un incubo, Zacky ma posso spiegare..” mi disse, la voce ridotta ad un roco ringhio, profondo e temibile.
“STA ZITTO! NON SEI REALE. MI SVEGLIERO’, MI SVEGLIERO’ ED IL VERO BRIAN SARA’ VICINO A ME, NEL NOSTRO LETTO!” gridai, senza sapere neanche cosa stavo dicendo, chiudendo gli occhi per non guardarlo.
Quando aprii gli occhi lo trovai di fronte a me, lo sguardo disperato e il sorriso spento.
Provai a spostarmi ma mi afferrò per i polsi, premendoli contro la parete e avvicinando il suo viso al mio, parlando sulle mie labbra.
“Non ti ho mai fatto del male, Zee, perché ti amo. Ti ho sempre amato. E mi sono sempre preso cura di te.. solo perché uccido degli sconosciuti per sopravvivere, questo non significa che io non sia lo stesso Brian di cui ti sei innamorato anni fa.” Sussurrò.
“T-tu non sei il Brian di cui mi sono innamorato.” Sussurrai, tremando ancora.
“Hai detto che mi avresti amato comunque.” Ringhiò.
Non risposi, tremando.
“HAI DETTO CHE MI AVRESTI AMATO COMUNQUE!” Gridò, fuori di sé, stringendo la presa.
“SEI UN MOSTRO!” gridai, disperato e capii di aver fatto un passo falso.
“E TU UN FOTTUTO BUGIARDO!” gridò, sempre più arrabbiato.
Lasciò la presa sui miei polsi e, istintivamente, mio fiondai contro la porta cercando di aprirla, invano.
Mi voltai e lo vidi avanzare.
“LASCIAMI STARE!” gridai, la schiena schiacciata contro la porta.
“Non posso.” Sussurrò, ghignando “Non posso perché mi hai preso il cuore e te lo sei tenuto, quindi ora io farò lo stesso.”
Mi paralizzai, colto alla sprovvista da una simile frase.
Quando realizzai ciò che stava per succedere era troppo tardi.
Abbassai lo sguardo e trovai la mano di Brian completamente conficcata nel mio petto.
Lo vidi sorridere e sussurrare “perdonami, ma ti amo troppo e non posso perderti.” , un dolore atroce poi più niente.
Quando riaprii gli occhi ero nel letto.
Era stato tutto un incubo ?
Mi tirai su a sedere di scatto e mi guardai intorno.
Nel buio della stanza lo vidi, seduto su una poltrona, lo sguardo fisso su di me.
“Non potevo perderti. Saresti morto, invecchiando ed io non potevo permettermi di vederti appassire lentamente per poi lasciarmi solo.” Sussurrò.
Abbassai, istintivamente, lo sguardo sul mio petto e mi venne da vomitare nel trovarci un enorme buco, completamente vuoto.
Mi alzai di scatto correndo verso lo specchio e mi guardai.
Gli occhi completamente rossi e la pelle bianca come la neve.
“C-cosa mi hai fatto ?” sussurrai, tremando.
Brian, in piedi dietro di me, sorrise.
I can keep you looking young and preserved forever.” Sussurrò, ghignando.
Rimasi a fissarmi, sconvolto, per vari minuti poi mi lasciai cadere in ginocchio sul tappeto, portandomi le mani davanti al viso, terrorizzato.
Dopo quel che mi parve un’eternità, Brian si accucciò di fianco a me, stringendomi a sé.
“Non potevo lasciarti, lo capisci ?” mi sussurrò all’orecchio.
Qualcosa, non sapevo bene cosa, si stava smuovendo dentro di me.
Lo guardai, trovando di nuovo i suoi soliti occhi profondi e scuri, caldi e sicuri.
“Potremo stare insieme per l’eternità e non dovrò più temere di vederti morire.” Mi sussurrò ancora, sorridendomi dolcemente.
Io e lui, per l’eternità.
Poteva essere meglio di ciò che la mia mente da umano mi avrebbe fatto immaginare.
Lo guardai per un po’ finché non si sporse e congiunse le sue labbra alle mie, chiudendo gli occhi.
Chiusi gli occhi anche io.
Una cascata di emozioni, mille volte più grandi di quelle mai provate, mi cadde addosso e capii.
Era quello il mio posto.
Tra le sue braccia.
Ora, per l’eternità.
Quando si staccò per guardarmi, capì quel che stavo pensando e mi sorrise, dolcemente.
“E i ragazzi ?” domandai improvvisamente, confuso.
“Ci romperanno i coglioni in eterno, non preoccuparti.” Mi sussurrò, ridendo.
Capii subito ed annuii, riprendendo a baciarlo.
Rimanemmo li sul pavimento a fare l’amore per tutta la sera e sapevo bene che saremmo potuti rimanere li per il resto dell’eternità, a me sarebbe bastato e così anche a lui.
E io che credevo non esistesse un posto per me nel mondo, come mi sbagliavo, il mio posto era sempre stato li, tra le braccia di Brian, con i suoi occhi scuri e profondi e i suoi sorrisi da stronzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi qui, ancora in post-concerto dei Sevenfold.
Avevo promesso alla mia piccola Jordie una os Synacky ed eccola.
Sì, piccola, non è proprio romantica e dolce come ti aspettavi ma lo sai che io sono fin troppo psicopatica.
AMAMI ANCHE COSì, SE PUOI.
Spero sia piaciuta.
Somuchlove,
Sah. 

  
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