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Autore: SinisterKid    25/06/2014    1 recensioni
Il dolore necessita una spiegazione, una riflessione su quanto accaduto. Il dolore provoca un vuoto, una mancanza, immobilizza. Mentre la rabbia, oh benedetta rabbia, è istintiva e non ama soffermarsi. La rabbia riempie, motiva le persone ad agire.
Ed Erik agirà, mamma. Eccome se agirà! Erik ti renderà orgogliosa di lui, sta’ a guardare.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erik Lehnsherr/Magneto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Orgoglio

Macerie e cumuli di polvere, una strada bagnata di lacrime e sangue. Il tanfo insopportabile del sudore di mille uomini costretti a seguire la via dell’inferno e del vomito di centinaia di bambini e anziani ammalati che non sanno dove li porterà la maledetta soglia che stanno varcando. Lacrime pure di migliaia di madri che implorano che la vita dei loro figli venga risparmiata, lacrime che bruciano la pelle dei soldati nazisti e iniettano ancor più veleno nelle loro squallide vene.
Le grida di quelle donne risuonano tutt’ora nell’aria tetra di una notte spaventosamente tranquilla insieme alle urla tenaci dei loro bambini. E’ impossibile non udirli, gli strepitii: perforano i timpani e il cuore, squarciano la carne come lame affilate e fatali. Un’eco costante, allarmante, mostruosa. Il ricordo di ciò che è stato oggi e il promemoria di ciò che sarà anche domani e domani e domani, un vizioso circolo dal quale sembra non esserci via d’uscita.
Il cielo comincia ad annuvolarsi, hanno già iniziato. Un acre e pesante odore di fumo si impadronisce prepotentemente dell’atmosfera circostante e tenta di infilarsi nelle narici di un oscuro ragazzino che giace da ore su una terra ferita dal sangue versato dai suoi figli. L’oscuro Erik sprofonda il volto su di essa e smette di respirare per qualche secondo, gli occhi gonfi e appannati.
Che il Cielo ne abbia pietà, prega sempre meno convinto che sia rimasto qualcuno lassù ad ascoltarlo.
“Finalmente ti ho trovato, bastardo. Credevi di potermi fuggire per sempre?”
Un vile soldato gli afferra il collo e, tirandolo per i capelli, lo costringe ad alzare il capo e far rientrare ossigeno nei suoi polmoni. Erik, colto di sorpresa, non ha il tempo di opporre resistenza.
“Inala la tua gente, sporco ebreo. Respira a pieni polmoni il tuo popolo di merda”.
La rabbia è una risorsa inesauribile per Erik Lehnsherr, fonte di linfa vitale ed energia, centro della sua forza disumana. Sembra non prosciugarsi mai, lei. Cresce e si rafforza, protegge Erik dal mondo come un’armatura. È qualcosa di cui è innaturale fare a meno, un dono divino di cui abusare senza pensarci troppo. La rabbia è potenza, onnipotenza. Il dolore è debolezza, qualcosa di cui vergognarsi profondamente. Il dolore non riporterà indietro mamma, Erik lo sa dannatamente bene. Ma la rabbia, oh sì la rabbia, la vendicherà e le concederà un sereno eterno riposo. Il dolore necessita una spiegazione, una riflessione su quanto accaduto. Il dolore provoca un vuoto, una mancanza, immobilizza. Mentre la rabbia, oh benedetta rabbia, è istintiva e non ama soffermarsi. La rabbia riempie, motiva le persone ad agire.
Ed Erik agirà, mamma. Eccome se agirà! Erik ti renderà orgogliosa di lui, sta’ a guardare.
“Non dici niente, piccolo bastardo? Non reagisci? Sei un codardo, come tutti quelli della tua sporca razza. Mangia la polvere, mangiala!”
Il soldato schiaccia con la suola della sua scarpa infangata il capo di Erik, con disprezzo e arroganza. Il ragazzino resiste, non si ribella: ovviamente qualcosa gli frulla per la testa.
Erik agirà, mamma. Erik ti renderà orgogliosa di lui, guardami, mamma, guardami.
Tende appena una mano verso una ammasso di rottami poco distante e lo trascina verso lo sconvolto soldato che fatica a credere ai suoi occhi. I rottami avanzano sempre più velocemente verso quest’ultimo e un sadico sorriso si dipinge sul volto di Erik, finalmente libero di muoversi. Il soldato corre, scappa, ma non ha scampo. Deve pagare per ciò che ha osato fare, deve pagare per aver tentato di sottometterlo.
Il soldato corre, scappa, ma non ha scampo contro la furia di Erik Lehnsherr: tonnellate di rottami lo sommergono velocemente come gocce di pioggia, non lasciandogli nemmeno il tempo di imprecare o chiedere pietà a quel mostruoso ragazzino. Il suo corpo quasi sparisce sotto quell’enorme peso e una pozza di sangue nazista si fa spazio su una terra tormentata e addolorata che non ha la forza di reggere tale ennesimo affronto, mischiando il sangue di uno dei carnefici a quello delle vittime.
Erik ammira compiaciuto il suo capolavoro. Ergendosi, saccente, a testa alta su quel cumulo di ferraglia, ha appena gettato le basi per il grande uomo che sarà in futuro.
“Adesso mangiala tu la polvere, ammasso di merda”.
Erik ha agito, mamma. Guarda cosa ho fatto, mamma, guarda. Sei orgogliosa di me, mamma?
Dimmelo, mamma. Dimmelo.






Note: Volevo solo esplorare il passato di Erik e restare IC il più possibile. Spero tanto di non aver fallito, ho sempre l'ansia quando tratto nuovi personaggi. E ovviamente un grazie in anticipo a chi apprezzerà questa storia.
   
 
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