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Autore: LadyBlackRose    25/06/2014    1 recensioni
2350, sono passati 150 anni da quando la tecnologia ha posto del tutto la sua impronta, e con essa, anche nuove e severissime regole. La vita di tutti cambiò, molta gente morì, nessuno voleva sottostare a quelle cosiddette “Regole”, quasi il pensiero diventò vietato, e chi non seguiva la legge.. veniva ucciso.
*******************************************DAI CAPITOLI***************************************
La gente era relegata ai propri doveri, doveri che non lasciavano il temo per una pausa, per pensare, per respirare.. non lasciavano nemmeno il tempo per camminare dieci minuti in una giornata.
In quella città nulla [...] poteva essere definito “bello”, o “superfluo”. L' arte ormai non c' era più, o quasi.[...] Tutti erano troppo presi dalla loro frenetica vita, dal loro lavoro, dai loro figli; era importante trovare una buona scuola per loro, scuola che portava ad un buon lavoro, lavoro che portava ad avere sempre meno tempo per se stessi, e quindi ti rendeva una persona efficace, utile a quella città dove nulla era dato al caso, dove nulla non esisteva per niente, ma tutto doveva servire per qualcosa.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 4


Raccolse le forze, mentre il respiro affannoso pian piano rallentava, fino a diventare normale, attorno a lei, il mondo aveva ricominciato a prendere vita, la gente si muoveva, e non badava Elizabeth seduta a terra, appoggiata su di una colonna fredda in metallo. Probabilmente era una colonna adibita ai pezzi di ricambio per i sostegni dei Treyn; in quella città nulla esisteva per un caso, nulla poteva essere definito “bello”, o “superfluo”. L' arte ormai non c' era più, o quasi. si viveva in un ambiente monotono, del quale però a nessuno importava. Nessuna delle milioni di persone stipate in quelle brutte case, con delle minuscole finestrelle in alto, con le sbarre alle finestre. A nessuno importava. Tutti erano troppo presi dalla loro frenetica vita, dal loro lavoro, dai loro figli; era importante trovare una buona scuola per loro, scuola che portava ad un buon lavoro, lavoro che portava ad avere sempre meno tempo per se stessi, e quindi ti rendeva una persona efficace, utile a quella città dove nulla era dato al caso, dove nulla non esisteva per niente, ma tutto doveva servire per qualcosa. Chissà quanto tempo aveva corso, si era liberata di quel mastino del poliziotto? Le gambe non la reggevano in piedi. Fece due tentativi prima di riuscire a rizzarsi dritta su se stessa. Deglutì.
-Edmund.. Rogher...- un grugnito biascicato uscì dalla sua bocca mentre pian piano fece il giro della città, stando attenta ad evitare le strade più trafficate, e dunque le principali. L' odio la spingeva a muoversi, il rancore che portava dentro dopo quella scoperta, che inizialmente la lasciò perplessa, e poi le fu chiara. Un amico.. quello che fin' ora Elizabeth definiva “amico”, l' aveva tradita per una manciata di denari in tasca. La sua testa lavorava, e quindi pensava, la dolce e piccola rossa solitamente ragionava, su ogni azione, su ogni piccolo particolare.. c' era sicuramente qualcos' altro dietro, ma ora nella sua testolina regnava il caos, e solo una parola vi era impressa: “UCCIDO”. Era come una filastrocca senza rime che continuava a ripetersi per far muovere le gambe: “Lo uccido.. lo uccido”. Lo immaginava ancora, seduto, al “sicuro”, nel suo piccolo antro marrone, lo vedeva gustarsi i suoi soldi.. ridere, immaginla in prigione, o forse anche morta.. ecco cosa voleva, ed ecco che la dolce fanciulla lo ricambiava con la stessa moneta.
Fece risuonare il campanellino entrando. Si prese qualche secondo, per godersi la sua faccia: un misto fra stupore e disgusto; sembrava molto più brutto.. anzi, ancora più brutto, di quel che già non era. Sudava, aveva la fronte madida, malgrado il freddo inverno; li dentro c' era caldo.. molto, caldo. I suoi capelli unti e mal tagliati ricadevano sul viso coprendo parzialmente gli occhi. Sembrava quasi tremasse, sembrava quasi avesse intuito le intenzioni d' Elizabeth.
Improvvisamente, un azione non programmata sorprese la ragazza: l' uomo scoppiò a ridere. Rise così tanto che credette di essere ancora immersa in un sogno.
-Che fai li sulla soglia? Vieni! Avvicinati!- La incitava.
“C'è qualcosa che non va”.. ragionò.
-Sei ancora li? Su amica mia.. mica ti farai pregare.-
Strizzò gli occhi e rispose secca -A che gioco stai giocando Rogher?-

Lui sorrise. Quel cambiamento d' umore repentino la intimorì un po' . Se quando morirono i suoi genitori era troppo piccola, ora era cresciuta; ma restava comunque una ragazza. Una giovane ed esile ragazza quasi disarmata.
-Sai, molte volte.. la vendetta.. - Si guardò attorno mentre alzava il suo pesante fondoschiena e s' incamminava verso Elizabeth -.. è svantaggiosa.-
Ella vedendolo venirle in contro non esitò, e trasse la pistola, tendola in fronte a se, le braccia tese, talmente tese che sembravano quasi staccarsi dal corpo, non volevano rimanere su quel suo corpo impaurito ma rabbioso allo stesso tempo.
-Non ti avvicinare o sparo.-
-Spara! Avanti fallo!-Rise ancora-Prova a pensare con la tua misera testolina!- Si picchiettà un dito sulla tempia.
-Non esisti solo tu al mondo!- Non capiva, era ancora troppo sconvolta, era ancora troppo furiosa, nella sua testa ronzava ancora quella non-filastrocca finchè Rogher non disse una parola, o meglio... un nome.
-Emily!-

La pistola scivolò dalle sue mani, come si fossero trasformate in olio scivoloso, il quale non riusciva a toccare nulla senza farlo cadere, iniziò a tremare e dei conati di vomito le salirono al petto. Involontariamente stava scuotendo la testa, come per dire “no”. NO. Probabilmente erano già a casa sua.. probabilmente la stavano prendendo in quel momento, in quel momento sprecato, in quella inutile chiacchiera con quell' inutile venditore traditore. E dato che quella era la giornata giusta, ricominciò a correre, facendo risuonare per la quinta volta il campanello.. quel maledetto campanellino dal suono delicato ma fastidioso. Le lacrime le irrigavano le guancie, correva come non aveva mai corso prima, ne andava della vita di sua sorella, del bene di sua sorella.. probabilmente l' avrebbero torturata.. rubare del legno pregiato poteva condurre anche alla morte; e chiunque provasse a scappare, sapeva che avrebbero trovato primo famigliare, il quale avrebbe subito ciò che al ladro toccasse. Ladro.. ladra.. una delle poche cose che la ragazza ancora non era, lavorava, e si guadagnava i suoi soldi.
-Emily!- Gridò -Emily!- Ripetè. Era quasi giunta a casa; non ce la faceva più, non riusciva più a respirare, la gola le andava a fuoco. Le era rimasto solamente Emily, sua sorella, l' ultimo dei suoi famigliari rimasti, la persona più importante della sua vita stessa.
Il vento le soffiava fra i capelli spostandoli in tutte le direzioni, davanti agli occhi, nei quali si bloccavano per via delle lacrime, sulle spalle e davanti alle orecchie. Di fronte a casa sua vi erano varie pattuglie della polizia, se polizia si può chiamare.. si dovrebbe dire più sovrani, in quella città dove il tempo proseguiva, ma tutto retrocedeva. Ed una voce di bambina che piangeva le fece rizzare le orecchie: Lei, Emily.
Era troppo tardi.. non era arrivata in tempo.. non sapeva cosa fare, ma doveva fare qualcosa, doveva reagire, non poteva lasciare sua sorella nelle mani di quei miserabili. Vide anche lui.. la montagna.. quel mastino che ricopriva la sua intera visuale, si stava avvicinando alla bambina, era sempre più vicino.. il cuore di Elizabeth batteva veloce, sempre più veloce, il suo petto stava per scoppiare..
-Fermi!- Gridò, gettandosi al centro della scena, in ginocchio
-Lasciatela stare vi prego-
Piangeva.
-Sono qui, è me che cercate.- Per una volta, anche se tremava come una foglia, e aveva veramente paura, temeva veramente la morte, si sentì potente, era finalmente riuscita a salvare una persona a lei importante, ed ora non le importava più di se stessa.. dentro di se sorrideva, mentre guardava la sorella e le sussurrava -Non ti preoccupare, va tutto bene.. ci sono qui io.- Poi buio, qualcuno la colpì alla testa, e vide tutto nero.


 

AngolinoDellAutore *^*

Come sempre, ringrazio tutti.. ringrazio soprattutto voi, che recensite e leggete sempre e seguite la mia storia! Spero stia diventando migliore e v' intrighi sempre di più! A breve il prossimo capitolo :)
E mi raccomando... se leggete.. per favore.. recensitela D: Anche se non vi piace.. D: 
Pensate.. avete fatto tutto lo sforzo di leggere un' intera storia, siete arrivati fin' in fondo.. c'è quel bel spazio li in basso fatto apposta! Non ci si mette molto.. su :D
Poi ovviamente, fate come volete ahaha *lei ci prova*
Ringrazio nuovamente tutti per la lettura e... a presto ;)

BlackRose.

  
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