Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: ThePirateSDaughter    26/06/2014    6 recensioni
“Che stai facendo?”
“Uso il mio sangue latino”.
“Non credere che questo cambi qualcosa”
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'Alejandro/Heather Moments'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando si sentì scoprire di nuovo, Alejandro spalancò gli occhi, furibondo.
“Heather, mi hai stufato”
Scattò a sedere, agguantò il lenzuolo e il copriletto che Heather si era tirata addosso quasi nella sua interezza e tirò. Esattamente cinque secondi dopo, la ragazza aveva sbattuto i pugni sul materasso e cinque piccole esplosioni di dolore si accesero sul braccio del latino quando gli piantò le unghie poco sotto la spalla, prendendolo le coperte per sé e alla sprovvista lui.
“Gradirei stare al caldo anche io, cara mia” ringhiò Alejandro, cercando ogni oncia di calma che riusciva a trovare e imponendosi di conservarla.
“Accesso negato, idiota”
“Lasciami il lenzuolo, Heather
“Come sarebbe a dire? Il tuo calientissimo sangue latino non è sufficiente a riscaldarti? O ad accenderti come uno stupido fiammifero?”.
“Oh, non saprei. Di sicuro la lava riesce ad accendermi perfettamente. Specie se ci vengo abbandonato in mezzo”.
Touché: nessuna risposta tagliente da parte di Heather. Ma Alejandro era troppo seccato perché potesse bastare. Tentò di nuovo di recuperare la coperta, ma Heather ci si era letteralmente avvolta, bloccandola sotto di sé.
“Senti” sibilò “se è ancora per la storia del pub…”
“Oh, perché dovrei ancora avercela se ti metti a fare l’imbecille con un’oca di passaggio? Bella domanda”
“Heather, por Dios, dovresti saper…”
“Taci”
“Non taccio. Piantala di fare la bambina”
Io starei facendo la bambina?!”
“Non le ho detto niente, Heather! Niente, è chiaro? Quindi potresti anche smett…”
Heather mugugnò qualcosa di indistinto – ma il suo intuito gli suggeriva potesse trattarsi di un insulto particolarmente colorito – e si raggomitolò meglio su se stessa. Alejandro serrò gli occhi.
Bien”.
Si alzò, ignorando il lieve tremito causato dalle infide temperature di inizio dicembre e strappò via le coperte da sotto gli angoli del materasso, prendendo posizione poi sulla parte finale dello stesso e coprendosi come meglio poteva. Poco dopo, avvertì qualcosa colpirgli con forza l’orecchio e si tirò su, imprecando; Heather ne approfittò per tirare tutto il lenzuolo a sé. I suoi piedi erano poco sopra il punto in cui giaceva la testa di Alejandro, che la fissò a metà tra l’esterrefatto e il furioso.
“Chica, sei per caso scema?”
Heather si tirò su di scatto; era buio, ma era come se le stilettate che i suoi occhi lanciavano fossero perfettamente visibili.
Ripetilo
“Mi hai tirato un calcio!” ansimò Alejandro, irato. Un dito si sollevò lentamente ad indicare la zona offesa “Quasi in faccia!”.
“Sono sicura che quella cretina del pub lo troverà molto affascinante”
Senza darle il tempo di finire, Alejandro strappò via le coperte e ci si avvolse, dandole le spalle. Ebbe cura di sprofondarci anche la faccia, nel caso Heather avesse provato a colpirla di nuovo – o a scarabocchiarla con i suoi malditos trucchi, come qualche mese fa - . Che cercasse pure di spostarlo; era sempre e comunque il doppio di lei. La sentì ringhiare, dietro di sé e ghignò, perfettamente inattaccabile.
“Alejandro”
“…”
“Idiota, fa freddo qui!”
“È un peccato che tu non abbia del sangue latino, allora, mi chica”.
Altro ringhio.
“Lo avrei anche del sangue latino, ma il suo stupido contenitore impomatato va in giro a fare l’imbecille che è con-”
La sentì zittirsi di botto quando emerse dall’ammasso di coperte.
“Guarda”
Le gettò malamente l’involto sfatto e stropicciato addosso.
“Guarda quanto sono imbecille”.
Fece il giro del letto, andando a sdraiarsi di nuovo nella sua solita posizione e la trasse bruscamente a sé, abbracciandola. Non si sarebbe mai abituato a quanto gli sembrasse piccola e perfettamente complementare al suo corpo, anche se adesso lei si era irrigidita, imbarazzata e sorpresa. Le circondò le spalle con un braccio, mentre faceva passare l’altro sotto al suo fianco per premerle la mano sulla schiena. E, suo malgrado, come ogni volta, sentì l’irritazione e la voglia di punzecchiarsi scemare.
“Che stai facendo?”
“Uso il mio sangue latino”.
“Non credere che questo cambi qualcosa”
Per l’amor di Dio, Heather, era la barista. Era la maledetta barista di quel maledetto posto e ha detto una maledetta cosa, una sola maledettissima cosa divertente e sì, ho commesso l’immane crimine di reir! Se il tuo problema è la gelosia mi sta anche bene, passeremo le prossime sette settimane a farci la guerra, a scambiarci il sapone con olio di fegato di merluzzo, a sbagliare i candeggi della lavatrice apposta, a bruciarci apposta i pancakes, a mettere la sveglia alle tre di notte, a tappezzarti la camera di foto di lottatori di sumo, a spargermi quintali di pepe nel gelato, va bene, perché sai che preferisco comunque tutto questo a qualsiasi altra cosa, che preferisco te a qualsiasi altra… Heather?”
Si scostò appena, meravigliato del suo prolungato silenzio. La sua chica dormiva placidamente, una mano appoggiata al suo petto latinísimo. Gli sfuggì un sorriso.
Maldita chica” ridacchiò appena, posandole il mento sulla testa e chiudendo gli occhi.
 
Avrebbe riso molto meno quando, il giorno dopo, avrebbe scoperto che il suo sapone era tornato ad emanare un odore fetido.
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: ThePirateSDaughter