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Autore: _Nobody_    26/06/2014    3 recensioni
" -Io non sono pazza- grida nuovamente sbattendo violentemente la porta della stanza senza curarsi di dare fastidio o di rompere qualcosa.
Apri, chiudi, apri, chiudi, apri, chiudi.
Questo giochetto continua per diversi minuti, è come il ticchettio di un orologio, va avanti da solo, sempre allo stesso logorroico ritmo."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Vale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Demons.

"Don't get too close, it's dark inside,
it's where my demons hide, it's where my demons hide"


Il soffitto dell'ospedale è completamente bianco, le coperte del letto sulle sfumature dell'azzurro, come le tende.
I corridoi del reparto sono deserti, costringono i pazienti a restare chiusi in stanza.
-Io non sono pazza- urla una ragazza all'improvviso, un dottore si affaccia dalla finestra e la saluta con la mano sorridente, lei gli rivolge uno sguardo carico di rabbia e odio, nonostante non sia dell'uomo la colpa, poi lui se ne va sfogliando vari documenti clinici.
I capelli della ragazza le coprono tutto il petto, la lunghezza è quasi esagerata, ma questo taglio le incornicia perfettamente il volto dalla carnagione chiara costellata di lentiggini, il viso illuminato dagli occhi verdi.
La maniglia d'acciaio argentato della porta è fredda, gelida, un pezzo di ghiaccio tra le sue deboli mani ossute.
Apre e chiude ripetutamente la porta, alcuni pazienti del suo reparto la osservano straniti dal corridoio.
-Io non sono pazza- grida nuovamente sbattendo violentemente la porta della stanza senza curarsi di dare fastidio o di rompere qualcosa.
Apri, chiudi, apri, chiudi, apri, chiudi.
Questo giochetto continua per diversi minuti, è come il ticchettio di un orologio, va avanti da solo, sempre allo stesso logorroico ritmo.
Spalanca la porta, la lancia lontano finchè non torna indietro, finchè la maniglia non torna tra le sue mani, la chiude ancora, ora delicatamente, ora la sbatte fino a udire un suono rumoroso, fastidioso, come lo scoppio di un palloncino.
Improvvisamente scoppia in una fragorosa risata, si appoggia al muro della sua camera mentre le risate riempiono i corridoi del reparto di psichiatria, una risata incontrollata e apparentemente immotivata.
Qualche minuto di puro ridere, di allegria, poi il viso ritorna improvvisamente serio, l'attenzione della giovane paziente è catturata da un altro oggetto: le matite colorate.
Apre la confezione e, distrattamente, lascia cadere tutti i pastelli a terra.
Li fissa dall'alto, un sorriso compare sul suo volto prima che lei si sieda e inizi a giocherellare con i diversi colori.
Li allinea tutti perfettamente, non ce n'è uno fuori posto: tutti in linea come dei soldati.
Ne sceglie due di essi, spinge i restanti con un gesto della mano sotto il letto: il pastello rosso e quello nero sono tra le sue mani.
Li gira, li rigira, li scambia, unisce le punte delle due matite come a voler creare un'unica tinta di colore.
All'improvviso scaglia via il rosso, tiene solo il pastello nero in bilico tra due dita, resta per qualche secondo in perfetto equilibrio, poi cade.
-Io non sono pazza- ripete di nuovo, afferra la matita nera e la spezza nervosamente in due parti, torna a giocare con la porta.
Alcune lacrime imperlano il suo viso, gli occhi e le gote si arrossano, i singhiozzi riempiono il vuoto. Un pianto, come la risata, improvviso e senza una apparente ragione.
Apri, chiudi, apri, chiudi, apri, chiudi.
-Cecylia, tranquilla, calma-.
Un ragazzo calvo entra nella sua stanza seduto sulla sedia a rotelle. Gli manca una gamba a causa del cancro che lo ha sfortunatamente colpito, ma non certo la voglia di vivere e di aiutare gli altri pazienti.
Stringe i fianchi di Cecylia con le sue mani e la tira a sé, fino a costringerla a sedersi sopra le sue gambe.
-Io non sono pazza- commenta lei ancora tra le lacrime, stringendo una mano di Vale, il Vice-leader del gruppo più famoso dell'ospedale, i Braccialetti Rossi.
Agilmente la ragazza si gira, le sue gambe ora circondano quelle del ragazzo, faccia a faccia con Vale.
-Non lo sei, tesoro- le sussurra ad un orecchio arrotolando una ciocca dei lunghi capelli rossi di Cecylia al suo esile dito.
-Io non sono pazza- ripete nuovamente, come a volerlo ribadire e sottolineare, urlare al mondo che è una ragazza come tante altre.
Qualche minuto, la ragazza dai lunghi capelli rossi continua a sostenere la sua tesi, continua a gridare i suoi pensieri nel cuore della notte. Dopo un po' il silenzio cala sulla stanza, Cecylia fissa un punto indefinito alle spalle di Leo, gli occhi e lo sguardo persi nel vuoto.
-No... Malata- pronuncia balbettando, tentenna, non riesce a parlare, il suo cervello non risponde ai comandi e anche il semplice parlare le pare un'impresa.
-Non sei malata, l'autismo non è una malattia, tu sei speciale, non importano i sintomi o tutto ciò che ti caratterizza, sei speciale- la consola lui, accarezzandole lievemente una guancia.
-Amico- inizia Cecylia all'improvviso scuotendo il capo ed intrecciando le sue dita tra quelle di Vale, che la stringe al suo petto.
-Cosa, tesoro?-
-Tu amico- spiega lei allontanandosi dal corpo del ragazzo ed indicandolo con un dito.
-Certo che sono tuo amico, non devi nemmeno pensare che io sia una persona cattiva- commenta Vale abbassando lo sguardo ed accarezzando con il pollice la pelle secca della mano della ragazza.
-Amico- ribatte determinata la ragazza scandendo le sillabe e contraendo i muscoli per la tensione.
Vale lascia una mano a Cecylia per tirarla a sé, il corpo della ragazza contro quello del suo amico, che la accarezza, le lascia piccoli baci sul collo, le stringe la mano e carezza la pelle secca, stringendola in un dolce abbraccio.
-Vale, torna in camera tua- lo avvisa lo psichiatra dall'esterno, il ragazzo fa un cenno con la mano come conferma.
-Tesoro, devo andare- la saluta Vale sorridendole malinconicamente, gli occhi di Cecylia ancora arrossati per il pianto.
-Domani torno, promesso-.
Il solito saluto dei due. Un richiamo del dottore, una promessa sempre mantenuta dal ragazzo che ogni giorno andava da lei per qualche minuto ad abbracciarla e a parlarle.
-Io non sono pazza- risponde semplicemente Cecylia, i volti dei due ragazzi incredibilmente vicini.
Vale, temerario, si posa sulle labbra della ragazza carezzandole con un bacio, racchiudendo tra le proprie quelle screpolate e secche di Cecylia. Un bacio timido, un bacio leggero e delicato, semplicemente una lieve carezza sulle labbra.
-Ciao, tesoro-.

~

Miao :3
Sono tornata, jaa -non vi libererete facilmente di me-.
Cosa sia questa roba non lo so nemmeno io, mi è venuto il lampo di genio vedendo un film in cui c'era un bambino autistico. 
Perciò ho letto storie di bambini autistici e, baaam, ho partorito questa One Shot.
Una cosa. Devo dedicare questa OS a una personcina molto miao.
Spero la consideri uno dei mille regali che devono farci per gli esami: è' dedicata tutta a DreamLove_2000 che domani ha gli orali, perciò fate il tifo per lei {tivibì :*}
Anyway, spero che questa merdina vi sia piaciuta e spero commentiate in tanti c:
_Nobody_

   
 
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