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Autore: Ai Khanum    26/06/2014    1 recensioni
Questo racconto è arrivato terzo al contest "Tredici materie!" indetto da michicucciola!
Primo di due racconti allacciati tra loro per la presenza dello stesso personaggio, la Professoressa McGranitt, in questo vi sono descritte le riflessioni post guerra di Minerva, ormai preside della scuola di Hogwarts.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Sibilla Cooman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Al cuore non si sfugge

 
Minerva osservava, ritta come un fuso, il tramonto da dietro la finestra del suo studio, le mani intrecciate l’una all’altra sul grembo. Era un grande onore quello che le era stato riservato, il poter sedere dietro l’imponente scrivania della presidenza. Eppure questo implicava che uno dei più grandi maghi dell’epoca moderna era morto. Albus Silente, suo collega e amico da tempo immemore. Sospirò appena, quasi avesse paura che qualcuno dei quadri ospitanti i vecchi presidi la sentisse. Non era la responsabilità della scuola a preoccuparla, d’altronde aveva guidato Hogwarts in situazioni ben peggiori. No… Era la consapevolezza che pezzi di lei erano andati via, in un luogo che, almeno per ora, lei non avrebbe raggiunto. Si chiese se la tranquillità dopo la tempesta non fosse solamente foriera di un’altra tormenta, questa volta interiore. E lei di gran lunga avrebbe preferito rischiare la vita piuttosto che arrovellarsi su pensieri che non trovavano risposta.
Girò il capo e posò lo sguardo verso i cimeli della presidenza, soffermandosi sulla spada di Godric Grifondoro. Il rubino incastonato brillava come una goccia di sangue appena sgorgato da una ferita, colpito in pieno dal sole morente. Si chiese se il capostipite della casata guidata dal leone rampante avrebbe gradito certi pensieri. Dopotutto, Godric non era famoso per le riflessioni necrotiche.
“Ancora tristi pensieri, Minerva?” Domandò qualcuno da un quadro accanto la finestra. La McGranitt sorrise. Quella voce bassa e vagamente roca la riportava ai tempi passati, ove i consigli venivano regalati come cioccorane. Si voltò verso il quadro di Albus Silente.
“Nulla che non possa essere scacciato con deliziosi zenzerotti. Era da un po’ che non mi allietavi con la tua compagnia, Albus.” La preside si mosse per porsi frontalmente al quadro, in un fruscio di vesti verde smeraldo. “Credevi forse che con la mia morte avrei avuto riposo? Quanto ti sbagli Minerva… Ma solo su questo!” Ci tenne a precisare con un sorrisino sornione Silente, gli occhi azzurri che brillavano dietro gli occhiali a mezzaluna.
“Oh, che sciocchezze. Sai meglio di me quanti sbagli io abbia fatto.” Reiterò Minerva, mentre le mani si stringevano a vicenda in uno spasmo infastidito. Non sopportava l’idea di aver permesso la morte di tanti maghi. Non era riuscita a proteggere Hogwarts come voleva, aveva perso troppe vite utili e speciali. Aveva fallito. Silente la guardava dal quadro e per svariati secondi stette in silenzio. Quel gioco di sguardi tra i due maghi era quanto di più potente potessero mai dirsi a voce. Infine, la voce dal quadro continuò: “Se ripiegherai su te stessa le tue colpe, Hogwarts non avrà più una guida. Sai qual è il tuo dovere, non vi è bisogno che te lo ricordi. Solo a te avrei potuto affidare la direzione di questo istituto.”
Minerva annuì lentamente. Lo sapeva, infatti. E questo era un altro peso che in fondo non le dispiaceva. Il suo cuore aveva bisogno di nuovi studenti da istruire, liberi dalla maledizione di Voldemort. Non avrebbe più insegnato con il solo scopo di dar nozioni approfondite di ciò che già si trovava sui libri. Avrebbe insegnato che è la vita la vera trasfigurazione dell’essere e come tale va plasmata secondo il proprio volere.
In quel momento qualcuno bussò alla porta. “E’ aperto.” Rispose la McGranitt compostamente, e girò con tutto il corpo in modo da avere la porta di fronte a sé.
“Minerva, Pix ha di nuovo messo a soqquadro il quinto piano! Puoi occupartene tu?” era la Professoressa Cooman, ripiegata su sé stessa e con i suoi mille scialli a coprirla.
“Sì Sibilla, arrivo subito.” Rispose lapidaria, lasciata quindi nuovamente sola dalla collega di divinazione. Si avvicinò alla scrivania e prese da una scatolina uno zenzerotto, che addentò con un sorrisino appena accennato. Era arrivato il momento di mettere da parte le riflessioni malinconiche e dare spazio al presente.
Sì avviò alla porta lasciandosi alle spalle una scia di zucchero a velo.

Angolo dell'autrice!

Ciao a tutti!!! Spero che questa breve oneshot vi sia piaciuta!! E' la prima volta che scrivo su Minerva McGranitt e sono terrorizzata all'idea di essere andata OOC >.< 
Come dicevo nella descrizione, il racconto seguiva una traccia dettata dal contest, e cioè riflessioni di una giornata, in seguito ai vari avvenimenti avvenuti nei libri.
Ringrazio chiunque si sia fermato a leggere :)
A presto!

Ele
  
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