Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: disconnected    26/06/2014    4 recensioni
Kora era più concentrata sul foglio che aveva davanti. Ci aveva scribacchiato sopra delle frasi e poi le aveva cancellate con l’inchiostro nero della sua penna, facendo attenzione a non lasciare intravedere nulla di quello che aveva scritto.
Non volevo essere così.
_________
Potresti bruciarti, se giochi con il fuoco
Quelle parole rigiravano nella testa di Ashton e non trovavano pace. Ricominciò a guardare fuori dalla finestra e si perse ad osservare le persone che camminavano tranquille lungo la strada, ignare di quello che stava succedendo dentro di lui.
_________
Si era innamorato solo una volta, Isaac, e gli era bastato.
“Niente più cuori spezzati” era il suo motto.
_________
«Bene, Hayley, ti va di annoiarti con me?»
«Nemmeno nei tuoi sogni.» e così, silenziosa com’era arrivata, Hayley se ne andò.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Should’ve known better,
if you go get her
you’ll end up in flames.”

- Kat Graham, Heartkiller. 

Il professore di storia parlava, ma tutto quello che Kora sentiva era un susseguirsi di bla, bla, bla. Era più concentrata sul foglio che aveva davanti. Ci aveva scribacchiato sopra delle frasi e poi le aveva cancellate con l’inchiostro nero della sua penna, facendo attenzione a non lasciare intravedere nulla di quello che aveva scritto.
Non volevo essere così.
Sono solo una stronza dal cuore di ghiaccio.
Nessuno mi può spezzare.
Sbaglio, sbaglio sempre.
Io ferisco le persone,è meglio che mi stiano lontano.
 
«Signorina Gray?» la voce del professore la riportò alla realtà. Tutti i presenti la fissavano. Avrebbe voluto dire una parolaccia, me preferì trattenersi. Non voleva dare altro su cui parlare ai pettegoli che si aggiravano nella scuola.
«Sì?» alzò lo sguardo verso l’uomo pelato che si trovava davanti. Lo vide indicare il suo foglio scarabocchiato.
«È questo che fa mentre io spiego?» Kora non capiva cosa volesse da lei. Tre quarti della classe non gli prestava mai attenzione, usava il cellulare, parlava, ascoltava musica e lui andava a infastidire lei, che se ne stava buona buona in silenzio.
«A quanto pare.» sarebbe dovuta stare zitta, lo sapeva, ma lei diceva tutto quello che pensava, quasi tutto.
«Non mi risponda con questo tono.» era visibilmente alterato, lo si vedeva dalla vena sul suo collo.
«Quale tono?»
«Esca dalla classe. La presidenza è la terza porta sulla destra.»
«Faccia come se avessi bisogno di indicazioni.» disse con il tono più sarcastico che riuscì a trovare dentro di sé mentre si dirigeva verso la porta. Tutta la classe era interessata a quel teatrino, ma Kora odiava essere guardata in quel modo, come un fenomeno da baraccone, come un alieno, come qualcosa di stupido e irrilevante. Lei voleva rispetto. Ammise, però, di essersi messa da sola in quella situazione. La colpa, quindi, era soltanto sua.
Entrò nella presidenza, dove una donna tutta ossa e rughe, ma incredibilmente curata, l’aspettava seduta alla scrivania. C’erano poche cose che davano i brividi a Kora, ma la preside Jenkins, con i suoi occhi infossati e quelle dita lunghe e ossute, le dava i brividi. Si strinse nella sua giacca di pelle e si sedette di fronte alla donna.
«Di nuovo qui, signorina Gray? Ci siamo viste la settimana scorsa. Che ha fatto questa volta?»
«Nulla.»
«Sosteneva la stessa cosa la scorsa volta, e poi sono venuta a sapere che ha minacciato di rigare la macchina del suo professore di chimica.»
«Non volevo farlo, mi creda. Sono ancora dispiaciuta per quell’episodio, ma questa volta glielo giuro che non meritavo di essere mandata qui.»
Forse me lo meritavo pensò Kora ma di certo non glielo dirò così apertamente.
«Allora cosa ha fatto?» la preside non la guardava in faccia mentre parlava, teneva gli occhi fissi sul libro che aveva davanti, sembrava quasi infastidita da quella visita inaspettata.
«Credo che il professor Smith, il mio insegnante di storia, si sia arrabbiato per il tono che ho usato con lui.»
«Lo vede che non è qui per niente?»
«Sì, okay, ma…»
Ma il professor Smith avrebbe anche potuto evitare avrebbe dovuto dire, ma venne interrotta dalle parole della preside.
«Sei in punizione. Oggi ti fermerai un’ora in più degli altri. E ritieniti fortunata. Ora puoi andare.»
Fantastico.
Kora si congedò e, non volendo rientrare in classe, restò un po’ nei corridoi deserti nelle vicinanze della sua classe.
 
«Senti Ash, ti do un consiglio da amico, stalle lontano. Potresti bruciarti, se giochi con il fuoco.» disse Isaac, il compagno di banco di Ashton, non che il suo migliore amico.
Potresti bruciarti, se giochi con il fuoco
Quelle parole gli rigiravano in testa e non trovavano pace. Ricominciò a guardare fuori dalla finestra e si perse ad osservare le persone che camminavano tranquille lungo la strada, ignare di quello che stava succedendo dentro di lui.
«È solo che… l’hai vista anche tu, no?»
«Sì, è uno schianto ma…»
Ashton scosse la testa infastidito.
«No, non mi riferivo a quello. Cioè, sì, è bellissima, ma io parlavo del suo carattere e di quegli occhi. Mi è sembrato di sentirli parlare.» Isaac roteò gli occhi, divertito.
«Oh Dio, no! Non cominciare con queste cose da sentimentale. – fece una piccola pausa – Ma ti piace davvero?»
«Davvero.»
Lo disse con quella sicurezza che poche volte aveva, e Isaac se ne accorse subito, infatti gli diede una gomitata.
«Allora va’ a prendertela.» Ashton sorrise.
«Volete andare a fare compagnia alla Gray?»
Sì, certo avrebbe voluto rispondere il ragazzo, invece rimase zitto.
«Se per lei non è un problema.» rispose Isaac al suo posto.
«Ci caccerai nei guai.» gli sussurrò l’altro, divertito.
«Come se non fossi mai andato a fare una visita alla Jenkins!» entrambi i ragazzi risero.
«Smettetela di parlare come se io non fossi presente!» tuonò il professore.
Era strano per i suoi alunni vederlo così infuriato, solitamente era un uomo pacifico, comprensivo, e passava sopra a tutto pur di non creare fastidi. Ashton lo guardò negli occhi e vide una scintilla di tristezza e frustrazione. D’un tratto pensò che, se quel giorno era particolarmente irritabile, era per via di qualcosa che era successo nella sua vita privata.
Era facile per lui capire cosa provassero le persone guardandole negli occhi, era una sua dote. Era anche vero che negli anni si era allenato sempre più in questo suo talento per renderlo quasi perfetto. Gli piaceva poter capire gli altri e, se necessario, dare una mano, lui era così: altruista, perspicace e comprensivo. Oltre a questo, però, non aveva altri speciali talenti: non era mai andato bene a scuola, se l’era sempre cavata per pochissimo, anche se aveva perso un anno e ora si trovava all’ultimo anno quando sarebbe dovuto essere fuori.  
Il classico ragazzo intelligente ma che non si applica; preferiva ascoltare musica e leggere.
«Vi risparmio la preside, ma adesso uscite dalla classe.»
I due ragazzi uscirono, Isaac ancora ridacchiando e Ashton pensando. Pensava un sacco, lui, ma non veniva mai a capo di niente. Si riteneva un disastro, una mina vagante.
Poi la vide, alla fine del corridoio, seduta a terra, con le cuffie nelle orecchie e gli occhi chiusi che si batteva una mano sul ginocchio a ritmo.
«Amico, vai, che aspetti?» Isaac lo spinse.
Ashton guardò i suoi occhi azzurri: divertimento, orgoglio, determinazione. Poi pensò a quando lui ascoltava la musica e non voleva essere disturbato da nessuno. Gli sembrava che anche per lei fosse così, allora decise di non importunarla. Le avrebbe parlato un'altra volta, di sicuro.
«No, senti, un’altra volta.»
«Che c’è? Che ti ferma?»
Ashton non rispose e cominciò a camminare dalla parte opposta rispetto a Kora.
 
Isaac non lo seguì, sapeva che, quando faceva così, voleva essere lasciato solo. Lo conosceva bene, e Ashton conosceva lui. Si conoscevano da quando avevano sei anni, vivevano vicini e ognuno conosceva l’altro a memoria. Bastava un gesto, uno sguardo e loro si capivano. Lui sapeva della dote di Ashton, sapeva di non potergli mentire e sapeva che non ce n’era bisogno.
Non potendo andare né verso Kora, né verso Ashton, si sedette a terra vicino alla porta della classe.
«Ehi, tutto bene?» una voce femminile lo risvegliò dai suoi pensieri.
Isaac alzò lo sguardo e vide una ragazza dai lunghi capelli mossi color biondo fragola che lo osservava. Indossava dei vestiti colorati e sulle labbra un rossetto rosso.
«Non ti preoccupare, uhm, come ti chiami?»
«Hayley.»
«Bene, Hayley, ti va di annoiarti con me?»
«Nemmeno nei tuoi sogni.» e così, silenziosa com’era arrivata, la ragazza se ne andò. Come prova della sua presenza lì vicino si sentivano solo i suoi tacchi fare rumore contro il pavimento di marmo della scuola. Suono che poi sparì nel nulla.
Lei voleva solo controllare che lui stesse bene, ma vedere che era vivo, vegeto e pronto ad aggiungere una ragazza alla lista delle ‘cose da fare’ la fece andar via.
Isaac si maledisse di essere sempre così precipitoso, ma solitamente le ragazze non lo rifiutavano. Sapevano, comunque, di non essere importanti per lui, ma solo un passatempo.
Si era innamorato solo una volta e gli era bastato.
“Niente più cuori spezzati” era il suo motto.

 

Innanzi tutto grazie per aver letto il primo capitolo di questa ff.
Volevo ringraziare Gloria (@kidrauhlspiano) perché senza di lei questa ff non sarebbe iniziata.
Inoltre volevo fare una piccola presentazione dei personaggi.


































Kora Gray (Crystal Reed)



Ashton Irwin (Ashton Irwin)



Isaac Lewis (Daniel Sharman)



Hayley Blake (Holland Roden)
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: disconnected