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Autore: Fortyoneproblems    26/06/2014    4 recensioni
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“….I can’t give up”.
Non posso mollare.
Questo disse Nega-Mogeko, il settimo Mogeko creato dal Re in persona, quando decise di affrontare colui che lo aveva creato. Lui rappresentava l’unica possibilità per Yonaka di tornare a casa da suo fratello senza essere dilaniata dai numerosi Mogeko presenti nel castello.
Poco gli importava di essere già gravemente ferito, l’incolumità di Yonaka era l’unica cosa che contasse davvero in quel momento. Vi si scagliò contro, senza alcuna pietà, anche se il loro stile di lotta con la katana era praticamente uguale. Dopotutto, erano uno la nemesi dell’altro. Le gambe iniziarono a cedere in fretta mentre il Re era ancora fresco come una rosa. Quel foro che lo trapassava all’altezza del petto continuava a sanguinare senza sosta; se non l’avesse ucciso il Re, ci avrebbe pensato la sua ferita grave. Doveva vincere e in fretta anche. Dopo aver sorpreso il Re nell’unico attimo in cui questi abbassò la guardia, riuscì a spezzargli in due la katana. Tentò un disperato affondo, mosso più dall’odio verso il suo avversario che dalla poca forza che gli restava in corpo. Lo colpì all’altezza dello stomaco, trapassandolo.
“Allora…così stanno le cose, hahaha. Sembra quasi che...tu abbia vinto…nuovo Re Mogeko”.
Capì a stento ciò che stava farfugliando il suo avversario ormai moribondo, poiché, non appena affondò il colpo, corse subito da dove era venuto, verso Yonaka. Lasciò la sua katana nel corpo ormai esamine del suo opposto.
Contemporaneamente, Yonaka abbassò la maniglia della porta di casa sua. Credeva che fosse tutto finito, finalmente niente più Mogeko, finalmente avrebbe rivisto suo fratello. Si sbagliava. Non appena accese la luce del salotto di casa, notò il sangue. Era ovunque. Sul tappeto, sul divano, sulle pareti, ovunque. E suo fratello giaceva in ginocchio, in preda ad una risata isterica. In quel momento capì. Non avrebbe mai più rivisto i suoi genitori. Anzi, osservando lo sguardo di suo fratello perso nel vuoto, il quale continuava a ripetere il suo nome, capì che se non avesse corso alla velocità della luce li avrebbe raggiunti immediatamente nell’aldilà. Provò a scappare, buttando dietro di sé tutto ciò che avrebbe potuto rallentare la corsa del fratello. Si sentì al sicuro quando poggiò la mano sulla fredda maniglia della porta d’ingresso, ma quella sensazione svanì in un attimo. La lama del coltello con cui il fratello l’aveva trapassata era fredda, proprio come il vento al di fuori della sua abitazione, che fino a qualche minuto prima per lei rappresentava salvezza, sicurezza, felicità.
La porta si aprì e Re Nega-Mogeko vide il corpo della sua amata cadere a terra, ormai privo di vita.
Sarebbero bastati dieci secondi di anticipo e Yonaka sarebbe ancora viva. Non era così. Urlò come non aveva mai urlato in vita sua. Decapitò il fratello di Yonaka senza nemmeno guardarlo negli occhi, senza nemmeno pensarci, con le sue mani. Gliela strappò letteralmente dal collo.
Adesso la sua vita non aveva più un senso. Decise di fare l’unica cosa che avrebbe potuto fare, visto che non apparteneva al mondo degli umani, ovvero tornare al castello. Vide Moge-ko che esultava per la morte del Re, ormai il castello sarebbe diventato suo. Teneva un discorso all’entrata, si stava autoproclamando proprietaria del castello. Non immaginava che Nega-Mogeko fosse ancora in vita. Né tantomeno che, ridotto in quelle condizioni, potesse farla passare a miglior vita a suon di pugni. Sfogò sulla sadica ragazza tutto l’odio che provava ancora nei confronti del fratello di Yonaka e del Re Mogeko. Sul corpo distrutto della ragazza si fiondarono i perversi Mogeko delle prime file, tutti gli altri prestarono soccorso a Nega-Mogeko, l’unico ormai che potesse far loro da Re. Quando si risvegliò, di nuovo al pieno delle sue forze, andò a raccogliere la sua katana dal cadavere in putrefazione del vecchio Re. Nessuno si era posto il problema di rimuoverlo. Sterminò i Mogeko del castello ad uno ad uno, senza pietà. Voleva essere l’ultimo della sua specie, in modo tale che nessun’altro Mogeko avrebbe più importunato una giovane ed innocente ragazza. Si sedette sul suo trono, nella libreria al sesto piano del castello. Non riusciva a spiegarselo, ma, nonostante ci avesse provato più volte, non riuscì ad uccidersi. Forse aveva troppa paura di quello che lo aspettava nell’aldilà, chi lo sa. Decise allora di aspettare la morte, come una vecchia amica, nell’attesa di ricongiungersi alla sua amata.
 
  
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