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Autore: Bored94    27/06/2014    5 recensioni
Charles Xavier e Erik Lehnsherr, meglio conosciuti come Professor X e Magneto, erano amici, un tempo... prima di Cuba. Una serie di vicende li ha portati l'uno contro l'altro e a volte possono essere molto irritanti. Dei veri bambini... cosa succederebbe se qualcuno li trasformasse effettivamente in bambini di due anni?
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Charles Xavier/Professor X, Dottor Henry 'Hank' McCoy/Bestia, Erik Lehnsherr/Magneto, Pietro Maximoff/Quicksilver
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti, un paio di precisazioni per chi non fosse troppo pratico dei personaggi Marvel. Wanda è la sorella gemella di Pietro, quella che viene chiamata Scarlet Witch, figlia anch'essa di Magneto.
Il suo potere mutante consiste nella possibilità di alterare lo spazio-tempo e di manipolare la realtà.
Questa ff è nata da una role in chat con alcune pazzoidi che mi sento in dovere di citare perché hanno contribuito alla creazione: RegolareDiBakerStreet, VivianWho e Magnetic_Ginger.
Se volete altre storie riguardanti X-Men, ne troverete sia sul mio account che su quello di VivianWho e Magneti_Ginger. 
Tra qualche giorno posterò un mini-capitolo conclusivo, stay tuned.

DUE PICCOLI TERREMOTI

 

Un tranquillo pomeriggio come tanti alla tenuta di Westchester, ex (e futura, nonostante la reticenza del Professore) scuola per mutanti.

- Liberatemi subito! - urlò Charles legato alla sedia come un salame.

Beh... forse non proprio così tranquillo.
La diciassettenne scosse la testa, facendo ondeggiare i ricci capelli castani.

- Non è colpa nostra. Sei tu che avevi promesso di smettere di drogarti...
- Ma io non...

- Sei sei un fattone che possiamo farci? È terapia d'urto.
Erik annuì alle parole della figlia. Aveva scoperto molte cose di recente, come il fatto di avere un figlio, ad esempio. O che il suddetto figlio avesse una sorella gemella.

Sorella gemella che aveva provveduto a legare Charles a una sedia come se fosse stato un salame con l'aiuto di Pietro, che aveva ben pensato di sparire a razzo non appena intrappolato il telepate.

- È siero per la colonna vertebrale, santo Darwin!
- Certo, come no. Continua a ripetertelo. - lo provocò l'amico versandosi da bere e sedendosi in poltrona.
- È Logan quello che si fa di acidi! Non io!
- No, anche tu. Ma ti sei visto? Sguardo allucinato e capelli alla Gesù Cristo...
- Ti dico di no!
- Sì.
- No.
- Sì.
- Nooooo.
- Sìììììììì.
- No no no.
- Sì sì sì.
- Noooooooo.
- Sì all'infinito.

- Stronzo.
Wanda sbuffò esasperata, non poteva credere che quelli fossero uomini fatti e finiti. - Che qualcuno li sopprima. - borbottò alzando gli occhi al cielo.
- Wanda! - la rimproverò Erik. - Non dire queste cose.
- E perché mai? È il pensiero di qualsiasi persona sana di mente che veda questa scena.
- È scortese.
La ragazza capì che il padre la stava palesemente prendendo per i fondelli, strinse gli occhi a fessura e sibilò: - Siete due... due mocciosetti. Il cervello di bambini di due anni nel corpo di due adulti. Volete comportarvi da lattanti? Molto bene.

- Wanda! No!
- No! Wanda! Ferma!
Troppo tardi. Wanda aveva già manipolato la realtà e al posto dei due uomini rimasero solo due bambini paffutelli.
- Chals?
- Eik!
- Chaaaaaals!
- Oh santi dei. Li ho trasformati davvero... Pietro! - nessuna risposta. - Sparisce sempre quando serve.
- Eik, pecché sono leaaaato?
- Non o so.
- 'ono tato cattivo?
- No, tu no sei cattivo, Chals.
Scarlet Witch si voltò verso i due bambini, rendendosi conto che forse avrebbe dovuto tenerli d'occhio. - Cos'è che sei? Pelato?
- No! Leaa... lega... sedia!
- Aaah... è difficile da spiegare a un bambino di due anni...
- Ti aiuto - borbottò il mini-Erik, serissimo scendendo dalla poltrona e avvicinandosi alla sedia a cui era legato l'amico.
- Anche tu buono, Eik.
- Non ci metterei la mano sul fuoco, mini-Charles.
- No, Wanda! Eik buono, mio amico. - esclamò il piccolo con enfasi, convinto. Si sporse in avanti e perse l'equilibrio.
- Chals! - strillò il piccolo Erik mentre entrambi ruzzolavano dalla sedia. - 'tai bene?
- Ehi! State attenti! - Wanda si avvicinò ai due bambini e cercò di tirarli su uno per volta, ma loro erano di tutt'altro avviso. - Ma vi siete incollati con la supercolla?
- Io voio 'tae con Chals! - esclamò la versione miniaturizzata di suo padre mentre intrecciava le gambe intorno a quelle di Charles e l'altro afferrava con forza le sue braccia con le manine per non farsi portare via dalla ragazza.

- Se qualcuno me lo avesse raccontato non ci avrei mai creduto. - sbuffò Wanda, riuscendo finalmente a staccare i due marmocchi. Non gradirono e Charles si esibì in un acuto degno di una sirena della polizia. - Eeeeeeeik! - strillò agitando i braccini.
- Hai detto che vuoi stare con Charles? - chiese al padre, non certa di ciò che le sue orecchie avevano udito.
- Sì. Io voio bene a Chals.
- Anche io! Anche io! - strillò l'altro mentre entrambi ricominciavano a dimenarsi.
- ...perché Pietro non c'è mai quando serve? Questa era proprio da registrare. - appoggiò Charles sul divano e andò a recuperare Erik.
- Vediamo quanto durate. - osservò mentre li sistemava uno vicino all'altro.
I due si esibirono in un sorriso che andava da un orecchio all'altro e cominciarono a saltare sul divano. - Morbidosooooo! - gli urletti di Charles perforavano i timpani.
- Giochiamo! Giochiamo! - strillò Erik iniziando anche lui a saltare.

- Attenti a non cadere! - cominciò a diventare inquieta, ci mancava solo che si facessero male cadendo dal divano. Dopo come glielo avrebbe spiegato il fatto di averli lasciati cadere, oltre ad averli miniaturizzati?
- Mamma Wanda! - tornò alla realtà quando si accorse che uno dei bambini le stava strillando contro per attirare l'attenzione. Poi realizzò il modo in cui l'aveva chiamata.
- Mamma?! Mamma a chi?! Non sono tua madre!
- Ops, hai fatto arabbiae Wanda. - mormorò Erik mentre l'altro la guardava con gli occhioni azzurri sgranati, prossimo alle lacrime.
Wanda tornò subito sui suoi passi. - No, non sono arrabbiata. Non fa niente. - sorrise per sottolineare le sue parole. - A che cosa volete giocare?
Il piccolo Charles batté la manine, felice, e Erik le rivolse un sorrisone. - Wanda gioca con noi!
Batté con una manina sul divano per dirle di sedersi con loro. - Ti voio bene, Wanda!
La ragazza rimase un attimo interdetta per poi lanciarsi sul divano, afferrare il piccolo Erik, abbracciarlo e scompigliargli i capelli. - Anche io, bestiolina.
- Davvero giochi? - chiese conferma Charles. - La mia mamma non voleva mai giocare.
Seguì un attimo di silenzio in cui le faccine dei due bimbi si fecero serie. Wanda decise di riportare la loro attenzione sul gioco prima che diventassero tristi.
Abbracciò il piccolo Charles che ridacchiò e gli chiese nuovamente a che cosa volesse giocare, sentendosi molto stupida per il tono idiota che stava usando con i bambini.
- Adesso giochiamo ai piati! Eik è il capitano e Wanda la siena!
- Sììììì!
- E tu cosa sei?
- Anche io sono un piata. Ma Eik è più grosso quindi lui è capitano. Così può picchiae i piati cattivi.
- Aaah giusto.

- Io picchio i piati cattivi che fanno male a Chals.
- Anche io li picchio. Picchio quelli che voiono fae male a Eik e a Wanda.
- Ma che uomini coraggiosi che ci sono in questa ciurma! - rise lei. - Guardate! - entrambi si affacciarono dalla spalliera del divano e guardarono il punto indicato da Wanda. - Un pirata cattivo! Dite che ci vuole rubare la nave?
- Piata blu!
- Piata blu peooso. Attacchiamo piata cattivo!
Strillarono i piccoli simultaneamente, Charles sgambettò verso Hank e gli si aggrappò a una gamba mentre Wanda iniziò a tirare cuscini in faccia al povero malcapitato. Erik cercò di sollevare un cuscino più grosso di lui per lanciarlo contro McCoy. - Vai Chals!
- Dai, Erik, tiralo che ce la fai! Charles, non puoi attaccarti così al pirata cattivo, ti porta via!
Il bambino mollò subito la presa e corse via urlando.

- Lo coppito! Lo coppito! - strillò Erik che era finalmente riuscito a lanciare il cuscino.
- Bravo, Erik!
Charles cercò di arrampicarsi sul divano ma era troppo piccolo per riuscire a tirarsi su, Erik si voltò per aiutarlo a salire e Wanda li afferrò appena in tempo prima che cadessero entrambi.
Riportò la loro attenzione su Hank. - Guardate, il pirata cattivo si sta avvicinando!
I bimbi iniziarono a strillare e a lanciare cuscini. Charles si ribaltò sul divano e si mise a urlare: - Eik, 'cappa!
L'altro replicò, testardo: - No! Tu 'cappa! Io non 'cappo senza di te.
- Andiamo insieme!

Wanda restò a guardarli esterrefatta. - Melodrammatici fin da piccoli, eh? Dov'è un registratore quando serve? Hank! Portami un registratore!
- Ma si può sapere cosa sta succedendo?
- Continuavano a discutere, erano molesti. Così li ho fatti tornare bambini.
- E così lo sono meno?
- Così sono bellissimi! - squittì Wanda per poi girarsi verso i due bambini. - E voi dove state andando?
Il tempo impiegato da Wanda e Hank per chiarire la questione era stato sufficiente a far sì che loro si alzassero in piedi sul divano, si prendessero per mano e cercassero di fuggire con poco successo, inciampando nel copri-divano e nei cuscini sparsi.
- 'cappiamo dal piata blu cattivo!
- Bravi, scappate! Scappate! Io lo rallento!
- No, anche tu!
- Wanda, 'cappa con noi! - Charles diventò serio per un attimo e guardò Wanda come se ciò che stava per chiedere fosse di vitale importanza. - Peché piata blu 'abbiato?

- Perché in primavera perde il pelo e non vuole, quindi è sempre arrabbiato.

- ...poveo piata blu, dopo non è più ossacchiotto blu peooso.
- Non ne perde tanto, resta blu.
- Waaa! Ossacchiotto blu!
- Ossacchiotto bello. - intervenne Erik sorridendo. - Voio ossacchiotto!
Wanda guardò Bestia con un sorriso da gatto inquietante e mosse un dito nella sua direzione per dirgli di avvicinarsi. - Haaaaaank, i mocciosetti ti vogliono!
Il ragazzo restò un attimo interdetto e continuò a osservare i due bambini che, stanchi di aspettare che si avvicinasse, erano scesi dal divano e gli si erano abbarbicati alle gambe. - Quello sarebbe tuo padre?
- Sì.
- Voio coccoe. Mi piacciono le coccoe. - disse il piccolo, serissimo.
Hank alzò un sopracciglio. - E da quando?
- È un bambino, Hank. Ha il cervello da bambino.
- Quindi è diventato stupido?
Nel frattempo, stufo di essere ignorato, il piccolo Signore del Magnetismo, si era rivolto a Charles, che lo abbracciò strillando: - Eik, coccoe!
- Hank!
- Stupido tu, osso blu.
- Eik no stupido! - protestò Charles arrabbiato. - Eik mio amico!
- Grasie, Chals!
- Peeego!
- Anche tu sei mio amico!
- Mioore amico di sempe!
- Sempe! Saemo sempe amici, Chals!
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata furtiva. - Ti prego, dimmi che se lo ricorderanno.
- Posso farglielo ricordare. - rispose Wanda sorridendo perfida, salvo poi rendersi conto dell'ultimo scambio di battute dei due bambini. - Oh, vi prego, non dite queste cose.
- Pecché? Io voio bene a Chals. - brontolò Erik mettendo il broncio. - Sempe.
- Anche ioooo! Sempe bene a Eik.
Wanda lanciò un'occhiata allarmata a Hank. - Adesso te la sbrighi da sola.
- Bestia! - troppo tardi, il vigliacco era già corso a rifugiarsi in qualche anfratto oscuro della villa. Quando si voltò, trovò i due bambini che la guardavano, abbracciati, in attesa di una spiegazione. - È solo che a volte... - si bloccò vedendo le loro espressioni ingenue e sospira. - Non importa.
- No, vai avanti, cosa stavi dicendo?! - urlò Hank da un punto non ben precisato.
- Hank, per gli dei! - sbottò, ma loro ormai non le stavano già più prestando attenzione. Avevano deciso di lasciar discutere i grandi perché tanto loro sarebbero rimasti amici. Per sottolineare la loro determinazione si scambiarono un bacino sulla guancia.
Wanda si sentì sciogliere. Riportarli alla normalità sarebbe stato un disastro di proporzioni titaniche. Vedeva già la sua testa impalata su una delle sbarre del cancello esterno della villa.
- Wanda? - continuò la voce insinuante di Hank.
- Hank! Piantala! Sono piccoli, non posso dirglielo! Insomma, guardali! - protestò sbracciandosi e indicandoli a un Hank appena riemerso dalla cucina. Allora era lì che ti eri nascosto...

- Dicci coa?
- ...merda! Se n'erano dimenticati!
- Medda?
- Hank! È inutile che tu fugga, questa me la paghi! E tu non ripetere, è una brutta parola.
- Medda. - ripeté Charles ridacchiando.
- Charlie!

- Chaaals, non si dice. La detto Wanda.
Il bimbo sembrò pensarci su un attimo. - Va beeene, 'cusate.
- Bravo. - gli risponse arruffandogli i capelli.

- Chals sempe blavo.
Wanda scoppiò a ridere. - Sì, sempre. - iniziò a ricoprire di baci i due monelli. Charles si abbarbicò a Erik con un urletto e iniziò a fare versetti buffi. - Noo! Solletico!
- Solletico? Ve lo faccio vedere io il solletico.
Si lanciò sui entrambi mentre loro urlavano, ridevano e cercavano di scappare rotolando sul divano.
- Ma che ore sono? Bimbi, avete visto un orologio?
- Non o so...
- Oologio! - rispose uno dei due indicando la parete.
Restò per un attimo a osservare l'orologio appeso al muro. - Volete fare qualcosa o aspettiamo che torni Pietro?
- Sonno. - esordì Charles sbadigliando e accoccolandosi contro Erik. - Pisoino.
Anche l'altro si sistemò tra i cuscini. - Io voio 'tare con Chals.
- Va bene. - Wanda si lasciò sfuggire l'ennesimo sorriso di quel pomeriggio. - Allora a dormire, così quando arriva Pietro si fa merenda, ok?
- Sììì!
- Wanda, mi porti Shaky?
- Chi è Shaky, Charles?

- Pupazzo. Shaky!
- Aaah, ho capito. - si guardò attorno perplessa, quello sarebbe stato un problema. Cercò di prendere tempo. - Dove lo hai messo?
- Non o so. Ho cambiato idea. C'è Eik, non mi seve Shaky.
- Sicuro?
- Sì. - si infilò il pollice in bocca e si avvicinò ulteriormente all'amico. - Domiamo così.
- Va bene, ma non potete dormire sul divano. - li prese in braccio entrambi cercando di non sbilanciarsi. Ma quanto pesate?

I bambini iniziarono a dimenarsi una volta giunti in camera.
- Lettone!
- Sì, lettone gigante. - fece finta di sbilanciarsi e ce li buttò sopra. Un coro di urletti e risatine invase la stanza.
- Uhm... dormite così? Aspettate. Cos'è questa puzza? Oh no...

- Eik fatto cacca. - ridacchiò il piccolo Charles.
- Io fatto niente... Tu!
Sono stata un'idiota! Avrei almeno potuto riportarvi a un'età in cui non avevate già più bisogno del pannolino...

- È 'tato Shaky!
- Hank! - urlò Wanda rivolta a un punto imprecisato della casa dove probabilmente si era nascosto il mutante peloso.
- Non ti sento!
- Questa me la paghi... - mugugnò e tornò a rivolgersi ai bambini. - Siete tutti e due dei puzzoni. Ora andiamo a fare il bagno prima di dormire.
Charles iniziò a protestare mentre Erik cercava di convincerlo, entusiasta.
- Io voio fare il banio con le papeelle! - si impuntò il piccolo telepate.
- Con le paperelle? Niente Erik, quindi? - chiese Wanda sollevando il bambino e fingendo di lasciare lì il suo amico.
- Nooo! Voio Eik!
- Chaaals! - strillò l'altro con gli occhioni umidi.
- Va bene, va bene, sto scherzando. - rise dandogli un bacio sui capelli e prendendolo in braccio. - Non piangere.
Li portò in bagno, ma prima che fosse riuscita a capire dove metterli per spogliarli, sentì un fruscio dietro di sé e vide comparire suo fratello.
- Ciao, Pietro.
- Wanda... mi assento un attimo e guarda cosa succede.

- Sarebbe successo di peggio se tu fossi stato qui. - rispose la gemella facendogli la linguaccia e cercando di tenere fermo un Charles scalciante che cercava di raggiungere Pietro. - Pieto!
Il gemello sghignazzò e cominciò a schizzare velocissimo per la stanza per far arrabbiare i bambini. Charles scoppiò a piangere. - Complimenti, Pietro.
- No, Chaaals! No piangee! Cattivo, Pieto! - la versione miniaturizzata del Signore del Magnetismo posò una manina paffuta sulla guancia dell'altro, nel punto in cui sta scendendo una lacrimuccia.
- Dai, non piangere, stava giocando. Non voleva farti arrabbiare. - gli bisbigliò Wanda all'orecchio e tentò di fargli il solletico sul collo con la bocca.
- Ora lo cambi tu, per punizione.
- Io? Noo, non sono cattivo. Guardate che so fare! - il ragazzo si mosse velocissimo e Wanda si ritrovò in tenuta hawaiana con dei cocchi come reggiseno. - Visto? E non vi ho nemmeno dato il tempo di cadere. - si vantò.
- Pieto è matto.
- Sì, tanto, Erik.
- Pieto sciocchino.
- Wanda? - chiamò il piccolo Erik. - Però Chaals aveva 'agione.
- Per cosa?
- Ti ha chiamata mamma, pima. - guardò in basso e mise la manine su uno dei cocchi. - Hai le tette come la mamma!
I gemelli scoppiarono a ridere. - È perché sono una femmina, mostriciattolo. - rispose soffiandogli tra i capelli per spettinarlo.
- Pietro, cambialo. - ordinò passandogli Charles.
- Non credo sarebbe una buona idea... - borbottò il ragazzo afferrando il bambino come se fosse stato una bomba sul punto di esplodere. - Non sono pratico di questo cose. Cioè.. è figo ma fa schifo... e puzza.
Wanda lo guardò come se fosse stato un completo idiota. - Ha fatto la cacca, per forza puzza.
- Tu puzzi. - protestò Charles una volta in braccio a Pietro.
- Almeno tienilo in braccio. - si arrese esasperata, spogliò Erik, lo pulì e lo mise in acqua, dove il bambino iniziò a spruzzare da tutte le parti.
Afferrò Charles dalle mani di Pietro prima che l'altro avesse il tempo di mollarlo per terra per la fretta, lo spogliò e lo mise con Erik.
- Chals!
- Acqua! Eik!
- Sorella... anche io voglio fare il bagno.
- ...io non ti spoglio.
Prima ancora che la ragazza potesse anche solo muoversi, Pietro afferrò i bambini e li portò nella piscina della villa. Li raggiunse più in fretta che poté.
- Pietro! Sono piccoli, non sanno nuotare!
- Pieto! Coa fai?!
- No! Acqua fedda!
- Siete già bagnati, Erik, non è fredda.
Pietro la guardò come se fosse stata particolarmente lenta di comprendonio. - Sì, perché ho intenzione di mollarli nell'acqua alta, vero?
Wanda sospirò. Prima o poi lo avrebbe soffocato con un cuscino. - Almeno mettili a bordo piscina così non devi tenerli in braccio.
Appena seduti i piccoli mutanti iniziarono a muovere i piedi nell'acqua e Pietro si avvicinò alla sorella per cospirare. - Quando li farai tornare adulti? Lo farai in modo imbarazzante, vero?
- Stavo aspettando te proprio per questo. - sghignazzò lei divertita.
- Pieto, coa dici a Wanda?
- Niente pa... Erik, cose da grandi.
- Hanno soisino cattivo, pensano coe cattive.
- E tu come lo sai? Non sei un po' piccolo per essere un telepate? - chiese Pietro bloccando una gambina di Erik per infastidirlo. Il piccolo cominciò a dimenarsi.
- Non so coa pensate, ma avete la faccia cattiva.
- Lo sai che quando li riporterai alla loro vera età ci uccideranno, vero?
Wanda lo guardò incredula. - Guarda che sei tu che stai facendo i dispetti a tutti e due, io non ho fatto nulla. Vero? - disse nuotando verso i due bambini che annuirono.
- Wanda buona. Gioca con noi ai piati.
- Voiamo bene a Wanda.
La ragazza fece una linguaccia al gemello e si girò verso i bambini, abbracciandoli tutti bagnati. - Anche io, mostriciattoli. - rispose. Sono salva, per ora.
- Vero che volete bene anche allo zio Pietro?
- Fose... - rispose Erik indeciso. - Se giochi con noi, sì.
- Allora giochiamo, cosa volete fare?
- Resta un attimo con loro, vado a chiedere a Hank se si unisce a noi.
- D'accordo. - tornò a concentrarsi sui bambini.
- Voio giocae con le papeelle.
- Le paperelle? Non ci sono le paperelle, Erik.
Il faccino dei piccoli mutanti si fece serio e Pietro cercò di porre rimedio il più velocemente possibile. - Eccole! Le ho trovate!
Pochi attimi dopo Wanda tornò da sola. - Hank dice che piuttosto si fa tosare... dove hai rubato le papere?
- Non le ho rubate. Le ho prese in prestito. - rispose innocentemente. - Vado a recuperare Hank. Vado a prendere l'orso blu, sì?
- Sìììì! - urlarono i bambini all'unisono, entusiasti.
Una palla di pelo blu precipitò di peso nella piscina a velocità supersonica. Poco dopo riemerse un Bestia bagnato fradicio. - Maximoff!
- I bambini ti volevano. - rispose Pietro stringendosi nelle spalle. - Sorella... mi sta guardando male...
- E ci credo, sai quanto ci vorrà per asciugare tutto quel pelo? - sghignazzò.
I fratelli Maximoff, distratti dall'espressione di Hank, ignorarono per un attimo i bambini, attimo sufficiente perché scivolassero sott'acqua. Una frazione di secondo dopo Wanda si voltò, giusto in tempo per vederli scomparire.
- Oddei! - Si tuffò, li ripescò e li risistemò sulla bordo della vasca. - State bene? - li studiò preoccupata, mentre i bambini annuivano e sputavano la poca acqua che avevano ingerito.
- Grasie, Wanda. - dissero tirando su con il naso e rimanendo aggrappati al suo collo, come se avessero paura di cadere di nuovo se l'avessero lasciata.
- Basta piscina, è ora di andare a dormire. - decise accarezzando le testoline e vedendoli sbadigliare.
I piccoli mutanti annuirono stropicciandosi gli occhi e borbottando qualcosa sul voler dormire insieme. - Sì, certo che potete dormire insieme.
- Sorella, Hank mi sta guardando malissimo.
Wanda sghignazzò mentre usciva dalla piscina e li prendeva in braccio. - Colpa tua. Prima o poi gli passerà... forse.
- Cane baniato. - ridacchiò Erik, mentre Charles si mise a spiegare, tutto serio: - Hank buono, no 'abbiato davveo.
- Con voi polipetti, magari...
- Con Pietro si potrebbe anche arrabbiare.
- La cosa ti diverte un po' troppo, sorella...
- Dici?
Erik e Charles li osservarono per un attimo, confusi.
- No, Hank buono con tutti. Tutti buoni. Anche io e Eik.
Pietro allungò le braccia per prendere Charles.
- Sì, buonissimi. Così buoni che vi mangerei! - rispose Wanda prima di iniziare a fare pernacchie sulle loro pancine nude.
I bimbi iniziarono a ridacchiare e a dimenarsi.
- E dai, Hank, guarda come sono felici! - lo rimbrottò Pietro. Hank grugnì qualcosa ma non poté fare a meno di lasciarsi scappare un sorriso.
Pietro approfittò del momento di distrazione dei due baby-mutanti per sporgersi verso la sorella e illustrarle il suo piano. - Sono tornato dentro prima, ho trovato dei pigiami traglia adulto, uno da gatto e uno da squalo, possiamo infilarceli dentro prima che si addormentino...
La ragazza si lasciò scappare una risatina. - Possiamo, sì. Ora che non rischi più la morte possiamo portarli dentro e pulirli? Sono scivolosi e non stanno fermi.
- Eh chissà di chi è stata l'idea. “Anche io voglio fare il bagno. Andiamo in piscina” ...insomma, Wanda. Queste idee...
- Ehi! È stata tua l'idea!
- Sempre con queste trovate...
- Sei stato tu, non io. - brontolò facendo una smorfia.
Il loro battibecco venne interrotto dagli sbadigli dei due bambini. - Basta fare gli scaricabarile, stanno crollando dal sonno. Muoviamoci. ...tanto era colpa tua. - Pietro schizzò via giusto in tempo per evitare una sfera di probabilità lanciata nella sua direzione.
Finalmente puliti e cambiati, i due piccoli terremoti si accoccolarono sul lettone, vicini.
- Pronta?
- Aspetta che si addormentino. E controlla le registrazioni.
- Sì sì... adesso. Dai.
Wanda li osservò ancora per qualche momento, dopodiché li riportò all'età adulta. Tempo cinque minuti e i due uomini cominciarono a muoversi nel sonno.
- Si stanno svegliando. Siamo morti. Dobbiamo fuggire.
- Nah, ci penso io appena ci saremo goduti la scena.
Charles e Erik aprirono lentamente gli occhi e sussultarono vedendo l'altro a pochi centimetri.
- Charles?! Che diavolo succede?! Stammi lontano!
- Sei tu che sei nel mio letto, cretino! Stammi lontano tu!
Erik si voltò verso i due ragazzi. - Cosa... Pietro! Wanda, cos'è quella telecamera?! - abbassò lo sguardo su se stesso e notò i propri vestiti. - Che diavolo è successo?!
- Corri, Pietro, corri. Prendi Hank, scappate e nascondete le registrazioni. Io li trattengo.
- Che registrazioni?!
- Corri!
- Vado! Non potete fermarmiiiiii! - il ragazzo cominciò a schizzare per la stanza, corse fuori dalla porta e scomparve. Ricomparve pochi secondi dopo. - Fatto. Nascosti. Non li troveranno mai! - esultò sovreccitato e con uno sguardo da pazzo.
- ...ok, ora però sei inquietante.
- Aspetta... hai detto Hank? Hank! - l'urlo di Charles riecheggiò per tutta la villa. - Cosa. Avete. Fatto.
I due ragazzi tentennarono. Si erano messi nei guai da soli. - Te l'avevo detto che saremmo dovuti scappare prima. - borbottò Wanda al gemello.
- E cosa diavolo sarebbero queste tutine?! - entrambi si alzarono e si avvicinarono ai due giovani mutanti con fare minaccioso.

- Uhm... beh... è una lunga storia...
- Sono vagamente paonazzi.
- Zitto, Pietro, o ci strangolano davvero. Dici che Alpha Centauri è raggiungibile?
- No... a meno che tu non crei una nave spaziale. - rispose mentre tirava fuori la macchina fotografica, scattava un paio di foto e correva ad infilarle nella casella di un giornale. - Credo che li vedremo sull'edizione della sera. - disse ammiccante.
- Pietro! Ti inverto il flusso sanguigno!
- O forse no. - schizzò via e tornò in un lampo. - Quelle foto non sono mai esistite.
- Wanda... per piacere. - brontolò Charles indicandosi.
- Giusto. - la ragazza fece scomparire le tutine imbarazzanti, sostituendole con abiti normali.
- Ora. Che cosa è successo? Spiegate. - il tono di Erik non ammetteva repliche.
Il silenzio. - Non sarà necessario, l'effetto del siero per la colonna sta scomparendo. I miei poteri stanno tornando. E comincio a non sentire le gambe. - disse il telepate con una smorfia. Erik lo aiutò a sedersi.
- Allora sonda la loro mente e facciamola finita.
- No! Fermi tutti! Fattone, resta fuori dalla mia testa e io parlo! E chiedo l'impunità.
- Tu inizia a parlare e poi vedremo.
Pietro fece uno scatto e rubò l'elmo di Magneto dalle mani del padre per infilarselo in testa. - Ecco!
- Erik, per favore, togli quell'affare dalla testa di tuo figlio.
L'elmo fluttuò nuovamente tra le mani di Erik.
- Parla, Wanda.
Dopo un attimo di esitazione, Wanda iniziò a parlare. -Oggi pomeriggio ci trovavamo tutti qui... - si bloccò per osservare Pietro che si stava avvolgendo della stagnola attorno alla testa.
- ...Pietro?
- Sono salvo!
I presenti lo osservarono perplessi. - Posso parlare o andremo avanti così per molto?
- Restituisci loro i ricordi. Fai prima.
- Volevo fare un po' preparazione psicologica.
- Ah-ha. - annuì il fratello con scarso interesse.
- Comunque, - si impose lei, alzando la voce - oggi eravamo tutti qui e a un certo punto Pietro è sparito lasciandomi da sola con voi due. E sapete come siete voi due, una lagna alluc... cioè, discutete sempre. Siete irritanti.
- Concordo.
Il commento sembrò non impressionare nessuno dei due uomini, che restarono impassibili. Erik si limitò a sollevare un sopracciglio.
- Così mi sono stancata e potrei... accidentalmente... avervi... uhm... trasformati in bambini di due anni, così almeno avreste avuto un motivo per comportarvi come poppanti... solo che la cosa è degenerata.
Seguì un momento di silenzio durante il quale i due mutanti osservarono i ragazzi come se avessero appena detto che la Terra era quadrata.
- Non ci posso credere. - borbottò Erik.
Wanda iniziò a parlare a raffica. - Eravate un sacco patat... dolci. E volevate sempre stare insieme. Ma sempre. Così vi ho lasciati giocare.
- Tu. Ci hai trasformati. In bambini di due anni.
- Poi è arrivato Pietro - continuò lei ignorando le parole di Charles - e vi ha buttati in piscina.
- In piscina. - l'incredulità traspariva dai volti dei due.
- Piscina? Davvero? Non ricordo. - cercò di svicolare Pietro.
- Vi abbiamo poi messo quei costumi imbarazzanti e lasciato dormire. Questi sono i vostri ricordi. - si affrettò a dire subito prima di restituirli.
Il silenzio calò sul gruppetto e sembrò durare un'eternità.
- Oddio! Perchè?!
- Perché non ci hai riportato subito alla normalità?
- Perché eravate divertenti. - intervenne Pietro, zittito subito da Charles.
- Eravate carini. - si lasciò sfuggire Wanda.
- ...carini. Certo.
Non riuscivano a credere alle loro orecchie, erano stati... bimbizzati.
- È vero! - insistette davanti alla diffidenza del padre. - Ed eravate felici.
- E tu ci volevi bene. - riuscì a dire Pietro. Aveva sostenuto un'estenuante lotta telepatica con Charles che aveva ceduto e gli aveva ridato la parola. Quel ragazzo poteva essere petulante anche telepaticamente.
- Era una novità per noi, ok? Sembra che tu sia nato arrabbiato. - continuò il ragazzo.
- Ma io vi voglio bene, il problema è che siete terribilmente irritanti!
I due giovani mutanti si zittirono di colpo e si fissarono per un attimo.
- Wanda...
- Lo so, Pietro. Ho sentito.

Charles, percependo cosa stava per succedere, soffocò una risata, giusto in tempo per vedere i due ragazzi abbarbicarsi al padre in stile koala.
- Ehi,ma che...! Charles! Dammi una mano.
- Non ci penso proprio. - contestò l'altro ridendo della difficoltà dell'amico.
Wanda lo fissò per un istante. - Anche tu. - intimò e lo fece fluttuare fino da loro, dove venne stritolato a sua volta.
Proprio in quel momento passò Hank che si bloccò davanti alla porta, sorpreso dalla scena che gli si prospetta davanti agli occhi.
Decise che in quel momento non fosse sicuro restare nei paraggi e fece per andarsene quando si accorse che ormai Charles l'aveva visto. Gli giunse un suo messaggio telepatico. Hank, questa me la paghi. Mi ricordo bene cosa hai fatto.
Bestia pensò bene di scappare al piano di sotto, in attesa che il Professore scendesse a più miti consigli.

- Ragazzi... potreste lasciarci andare? - chiese Charles dopo un po' che i gemelli non accennavano a lasciare la presa.
- Oh ok. - si staccarono come se si fossero bruciati e si allontanarono. - Beh... noi ce ne andiamo. Mamma si starà chiedendo dove siamo finiti... papà, non far passare un altro mezzo secolo prima di venirci a cercare.
I due Maximoff fecero per uscire dalla stanza, ma Wanda si bloccò sulla soglia e si voltò verso Erik. Ah, papà?
Lui aggrottò le sopracciglia, in attesa.
La ragazza sorrise. - Ti voglio bene. - afferrò la mano del fratello e entrambi scomparirono nel giro di pochi secondi.
I due uomini restarono immobili per un attimo. Ancora confusi dagli eventi.
Un unico pensiero coerente riuscì a fare capolino nella mente del Signore del Magnetismo.
Mi sono succhiato il pollice.

  
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