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Autore: rupertinasora    21/08/2008    4 recensioni
Bella in prima persona racconta che ama tre persone e tutte per motivi diversi. Ha lottato per averli e ora li ha, ed è la persona più felice del mondo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Charlie Swan, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Felicità

 

Ed eccomi qua, pronta per una piccola fanfiction su Twilight, l'altra mia grande serie preferita. Spero che non ne rimarriate delusi, perchè vi premetto che l'ho scritta in quattr'e quattr'otto in un momento di ispirazione twilightesca dopo averne parlato con un'amica, che ringrazio in anticipo perchè so che la leggerà. Non voglio dilungarmi oltre, tranne che per chiedervi per favore di lasciare commenti. Prima di cimentarmi in una love comedy di Twilight targata Rupertinasora, mi farebbe piacere chiedervi se scrivendo in questo modo posso ottenere tanta audience..^^ Beh, allora buona lettura! E non dimenticate i commenti, pleaseee!!

 

Quante volte mi sono guardata allo specchio e ho rivisto il mio volto?

In tutti questi anni ho perso il conto.

I miei occhi mi rivolgono la mia stessa espressione. Sorrido con le mie labbra rosse che riempiono il mio volto. I capelli voluminosi mi ricadono dolci sulle spalle.

Il trucco è leggero e quasi invisibile.

Mi aggiusto il colletto della camicia, infilata nei pantaloni, ed esco dal bagno.

Scendo le scale di corsa, trattenendo a fatica la felicità che sento uscire da tutti i pori.

Ho voglia di urlare, di strepitare al mondo intero quanto mi piace il ragazzo con cui sto per uscire. Voglio che tutto il mondo sappia che è lui il ragazzo che voglio per sempre al mio fianco. Lo voglio sentire mio per sempre. Lo amo e so che è vero. So che questi sentimenti sono veri, sentiti.

Le scale, i muri, tutto mi separa da lui.

Corro. Devo correre ancora di più. Le mie scarpette da ginnastica me lo permettono, cosa che non avrei potuto fare se avessi messo quelle bellissime scarpe col tacco.

Ho una voglia matta di arrivare da lui.

Ecco, dopo questo passo sono finite le scale.

Sento il pavimento girare sotto di me, e cadere fin troppo. Un terremoto, una voragine. Sta cadendo il mondo.

Caccio un urlo spaventato.

- Bella!- sento due voci maschili preoccupate arrivare dal salone.

Batto il piede per terra e vengo portata giù dalla gravità, maggiore di quanto mi fossi immaginata.

Lentamente mi alzo e ingoio la saliva.

Sono una stupida! Cadere in questo modo. Avrei potuto fargli del male, e non sto scherzando.

Vedo Edward correre e arrivare prima di Charlie a soccorrermi.

Mi prende con le sue mani gelide. Rabbrividisco per quel tocco. Lo guardo.

Ha un viso preoccupato.

Mi porto una mano sul grembo, leggermente rigonfio, e porto l’altra su una sua mano poggiata sulla mia guancia.

Mi perdo nelle iridi dorate del mio ragazzo.

Edward.

Un vampiro speciale, un ragazzo speciale. Padre del nostro bambino.

Sorrido. Non voglio vederlo così preoccupato. Devo stare attenta. Un bambino non è una scemenza! E io a volte sembro ancora una bambina. Non mi sembra vero che qualcosa si sta muovendo nel mio grembo.

- Bells, cara, tutto bene?-

Charlie, con il suo volto imbruttito dalle rughe mi guarda preoccupato da sopra una spalla marmorea di Edward.

Annuisco.

Che dolci a preoccuparsi di me. Corrugo la fronte. Siamo sicuri che si preoccupano per me, o lo fanno per il bambino che porto?

Ma evidentemente io sono proprio una cretina! Mi pare che con quello che ho passato un poco non si preoccupano per me?

Tre mesi lottati e sudati, tre mesi in cui il mio bambino, il nostro bambino ha iniziato a svilupparsi, tre mesi durante i quali mi dicevano di non essere pronta.

Sono sempre la solita Isabella Swan, un po’ sbadata, ma alla fine sono determinata fino all’inverosimile.

Ho lottato per avere mio figlio. E ora non me lo lascio andare via così.

- Tutto bene, papà- gli rispondo da sopra la spalla di Edward.

Torno poi a dare tutta la mia attenzione al mio ragazzo, al padre di mio figlio.

- Sono pronta ad andare-

Lui mi prende in braccio.

Ehi, non scherzo! Cavoli, mi ha preso in braccio, come ogni tanto fa lui.

Mi aggrappo al suo petto grande e freddo. Sorrido soddisfatta. Nostro figlio avrà un padre dolce e premuroso, anche se molto possessivo. Sa però quando stare al suo posto.

Stammi accanto Edward.

Una volta nato, lui avrà una madre come suo padre.

Saremo due vampiri, e lasceremo crescere nostro figlio nel migliore dei modi.

Mi rattristo quando ripenso a Jacob. A lui sarebbe piaciuto conoscere mio figlio, anche se avrebbe avuto molto da ridire sul padre, ma in fondo avrebbe riso e pianto con me. Mi manca tanto accarezzare quel grande cane-lupo nel quale si trasformava.

Aggrappata al collo di Edward, con una mano affondata nei suoi capelli morbidi e rossicci, mi pare di intravedere il mio vecchio amico di ritorno dal limbo.

Questo, però, so che è impossibile.

- Non farmi prendere più quello spavento- mi dice Edward.

Senza neanche pensarci, gli rispondo: - Quale?- e lui mi guarda con un volto adirato.

Io sorrido divertita e mi sporgo per baciargli le labbra. Sono fredde, come al solito, ma sanno di lui. Chiudo gli occhi, perché sento che tutto combacia, ogni tassello della mia vita ritorna al proprio posto, dopo essere stato sconvolto di tanto in tanto.

Ma siamo sicuri che ora tutto è tranquillo?

Sento Edward fermarsi e irrigidirsi tutto quanto.

- cosa c’è?- chiedo preoccupata.

Lui mi stringe a sé, ma io mi dimeno. Voglio mettere i piedi a terra, maledizione!

- Fammi scendere!- ordino, adirata.

Lui mi guarda come se fossi colpevole di averlo accoltellato, ma mi fa mettere i piedi per terra.

Mi guardo attorno. Per un attimo penso che qualche vampiro è in agguato, pronto a succhiare il sangue a me e a nostro figlio.

Un’ombra.

Mi accorgo che c’è un’ombra tra gli alberi.

Ecco, lo sapevo io! Un vampiro maledetto!

Mi sposto dietro Edward. Tanto c’è lui che mi protegge. E se dovesse farsi male? E in casa c’è anche Charlie! E’ una situazione sconveniente! Se Edward dovesse mostrarsi per quel che è e Charlie dovesse vederlo, di sicuro proverebbe ad ammazzarlo, mi farebbe abortire e mi proibirebbe di lasciarmi uscire finché non muoia.

L’ombra si sposta molto lentamente. Lascia che un raggio del sole pomeridiano lo illumini. E io finalmente lo riconosco.

Ora so perché Edward faceva tanto l’esasperato, ma mi ha lasciato scendere.

Era solo…non solo! Che solo! Era lui! E’ lui!!

- Jake!- esclamo, correndogli incontro.

Erano mesi che non lo vedevo. Avevamo avuto una discussione sulla mia convinzione di avere un bambino da Edward. Non era d’accordo. Era molto arrabbiato.

Pensavo di non rivederlo più. E invece eccolo là, di fronte a me, con il suo sorrisino e l’aria da cagnolino scodinzolante.

Non m’importa che se corro e cado mi faccio male.

Voglio Jake, voglio sentirlo vicino come non mai. E’ il mio Jacob, quello che quando voglio con tutte le mie forze, quello di cui quando ho bisogno, eccomelo spuntare davanti con un sorrisetto bastardo e innocente allo stesso tempo.

E’ Jacob. E’ proprio lui.

E me ne accorgo sentendo la sua pelle bollente sotto i suoi e i miei vestiti. È lui, con i suoi capelli lunghi solo perché piacciono a me. È lui che mi abbraccia come se fossi un pupazzetto.

Voglio urlare e ridere e piangere. E a piangere ci riesco.

- Oh, Jacob!- non faccio altro che ripetere, quasi come se potessi tenerlo stretto a me per sempre.

So che lui non se ne andrà mai. E c’è sempre, anche quando lo maltratto, anche quando gli dico che non voglio più vederlo. C’è.

E’ questa la mia vita.

Il puzzle è stato di nuovo mandato in frantumi, ma, ehi!, chi se ne frega! I puzzle si ricostruiscono con un po’ di buona volontà. E posso sempre farmi aiutare da Jacob ed Edward.

Ragazzi, non sentite la felicità che provo?

Edward mi tocca la schiena e guarda cattivo Jake.

No, Edward, non guardarlo male. Lui non ha fatto niente di male. Nessuno ha fatto niente di male.

- Voglio che mio figlio viva con tutti e due voi- sussurro tra le lacrime.

Entrambi però lo sentono e mi guardano stranita, come se avessi qualche rotella spostata.

E rido.

Tanto vinco io.

Così come ho bisogno io di entrambi, così mio figlio avrà bisogno del padre e dello zio.

Papà Edward. Zio Jacob.

Mi piace, ma ancor di più essere chiamata mamma e tenere al mio fianco le persone che più amo al mondo: mio figlio, il mio prossimo marito, e il mio amico di sempre.

 

   
 
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