Questa è la traduzione della storia
“30 Days” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’
da The-shiny-girl. Potete trovare il link
della versione originale nel profilo.
- Epilogo
-
Mi passo una mano tra i
capelli, gemendo.
A cosa stavo pensando
quando mi sono tagliata i capelli? Stavo almeno pensando?
Guardo l’orario scolastico
che ho nell’altra mano, rendendomi conto di avere cinque lezioni prima della
fine. E il resto della giornata lo trascorrerò studiando in biblioteca, cercando
di mettermi al passo con tutte le lezioni alle quali sono mancata.
Un mese è un sacco di
tempo.
E sono tornata da una
settimana soltanto. C’è troppo lavoro scolastico da fare. Almeno gli insegnanti
sono stati tutti molto comprensivi.
“Hermione!”
Mi volto, “Oh, ciao, Ron.”
“Forza, faremo tardi per la
lezione di Pozioni,” dice mettendomi fretta per le scale.
“Dov’è Harry?”
“Non so, ha detto che ci
vedremo lì.”
Silenzio.
“Perché quella faccia, Mione?” Chiede lui, “Non sei felice di essere tornata? Ci
sei mancata.”
Sorrido, “Vi sono mancata
perché non c’era nessun’altro ad aiutarvi a fare i compiti.”
Lui arrossisce un po’,
“Beh, anche questo era uno dei motivi, ma – “
“Oh, risparmiatelo, Ron. E
sbrigati, non voglio fare tardi.”
ooo
“Piton?” Sussurra Harry,
“Cosa ci fa lui qui?”
Alzo gli occhi al cielo, “È
il Professor Piton, Harry.”
C’è un silenzio di tomba in
classe. Tutti gli studenti sono sorpresi dal fatto che ci sia Piton di fronte a
loro al posto del Professor Lumacorno.
“Il Professor Lumacorno non
è disponibile al momento,” Dice Piton, la sua voce rimbomba per tutta la
classe, “Pertanto, avrete a che fare con me.”
Io ascolto pazientemente.
Gli occhi di Piton si
spostano da uno studente all’altro con attenzione, ma stranamente sta ignorando
me. Guarda Harry e Ron, i suoi occhi restano puntati su di loro per dei
lunghi istanti e quando arriva il mio turno, mi evita continuando con Neville,
lanciandogli uno sguardo freddo.
“Preparerete la Pozione
Singhiozzante, niente di troppo complicato,” Dice sogghignando,
“Cominciate ora.”
Tutti iniziano a prendere
gli ingredienti.
Nessuno osa parlare.
ooo
“No,” Sussurro,
“Mescola una volta in senso orario. Una, Neville. Una.”
Sospiro, con il sudore che
inizia a scorrermi dalla fronte. Lo asciugo con una mano, avvicinandomi a
Neville che ormai è andato nel panico.
“Va tutto bene,” Gli dico
con calma, “Non è ancora rovinata.”
E poi alzo il capo, per
vedere il Professor Piton seduto dietro la sua cattedra intento a correggere
alcuni compiti.
Mi sporgo verso Neville,
“Aspetta un minuto e poi comincia a mescolare di nuovo.”
Guardo di nuovo verso la
cattedra di Piton, e mi ritrovo a guardargli dritto negli occhi.
E anche lui mi sta
guardando.
Sa che sto aiutando
Neville.
Mordendomi il labbro
inferiore dalla paura, aspetto che mi punisca, ma non succede.
Torna semplicemente a
guardare i suoi compiti.
Cos’è successo?
“Hermione,” Mi
sussurra Neville agitato, “Cosa faccio adesso?”
Mi ci vuole un lungo
istante prima che mi ricomponga.
“Um,
mescola in senso orario e basta. Una volta,” Ripeto, sentendomi un po’
strana.
C’è qualcosa che non va.
Passano un paio di minuti.
“Hermione, sta diventando
blu. Non dovrebbe diventare blu,” Sussurra Neville, con voce tremante.
“Probabilmente hai – “
Inizio.
“Professore, Granger sta
aiutando Paciock,” Draco
Malfoy dice dietro di noi, “L’ha aiutato fin dall’inizio.”
Mi volto, notando il
sorrisetto sul volto di Malfoy.
“Fatti gli affari tuoi,
Malfoy,” Dice Ron difendendomi.
“Silenzio,” Dice alla fine
Piton.
Lo guardo, arrossendo un
po’.
Ma poi non dice nulla.
Lo fisso, alzando le
sopracciglia, aspettando che mi dia una punizione o qualcosa del genere.
“Fuori,” è l’unica parola
che gli esce da bocca.
“C-cosa?”
Chiedo con calma.
“Fuori. Tutti quanti,” Ci
aggredisce, “La lezione è finita. Fuori.”
Non ce lo facciamo ripetere
due volte.
Raccogliamo velocemente le
nostre cose e lasciamo la classe immediatamente.
ooo
“E quello cos’era,
Hermione?” Chiede Harry mentre saliamo le scale.
“I-io
non lo so,” Rispondo sinceramente.
“Da quando Piton esita
prima di dare una punizione a qualcuno di noi?”
Scuoto la testa, non
sapendo cosa dire.
“E quel Malfoy,” Ron si
unisce alla conversazione, “Deve sempre intromettersi.”
Harry e Ron continuano a
parlare, esprimendo la loro sorpresa riguardo al comportamento di Piton e la
loro rabbia nei confronti di Malfoy, ma non li sto più ascoltando.
Ho altre domande in testa.
Cosa sta succedendo?
Perché il Professor Piton
si comporta in modo strano?
Non posso più fingere di
non notarlo. Da quando sono tornata non fa che guardarmi, comportandosi stranamente
con me. La settimana scorsa gli ho consegnato il mio compito, chiedendogli
scusa per il ritardo e le nostre dita si sono toccate per un millesimo di
secondo. Gli ci è voluto così poco per sobbalzare via da me, facendo cadere il
mio compito a terra.
Sospiro, togliendomi dalla
testa certi pensieri.
Ho troppo lavoro da fare
per perder tempo prezioso pensando a cose del genere.
ooo
“Hermione, puoi passarmi
quel pezzo di pane?” Chiede Ron, allungandosi sul tavolo.
Lo fisso, aspettando la
parolina magica.
“Per favore?”
Aggiunge lui, sorridendo.
Non posso dirgli di no
quando fa così.
Un debole sorriso si forma
sulle mie labbra e gli passo il suo pane prezioso.
“Hermione,” Dice diventando
improvvisamente serio, “Cosa hai sul polso?”
Abbasso lo sguardo, notando
una brutta cicatrice sull’interno del polso.
“Cos’è successo?” Chiede
Ron.
“Ho solo…
cercato di raccogliere dei pezzi rotti di uno specchio. E credo di… essermi fatta male,” Rispondo, persa nei miei pensieri.
“Credi?”
“Non ricordo molto. Quel
mese intero è un po’ confuso. La malattia di mia madre, lo stress. È stato un
brutto periodo per me,” Spiego, osservando ancora la cicatrice sul mio polso.
Ce ne sono anche molte
altre.
Cicatrici che ricordo di
essermi procurata, ma c’è sempre quella sensazione strana.
Come se qualcosa non
andasse.
ooo
“Sono in ritardo per
Trasfigurazione,” Dico a me stessa mentre mi affretto lungo il corridoio.
Non avrei davvero
dovuto studiare tutta la notte.
Prima che mi renda conto di
cosa stia succedendo mi scontro con qualcosa di duro.
Qualcosa di nero.
Qualcosa di caldo.
“Miss Granger!”
Alzo lo sguardo, notando un
Professor Piton molto arrabbiato.
“Mi dispiace così tanto,
Signore, i-io non stavo guardando!”
“L’ho pensato
anch’io,” Sogghigna lui, poi si
allontana un po’ da me.
Perché fa così?
Perché si allontana da me?
Crede che io non noti
queste cose?
“La prossima volta usa gli
occhi che madre natura ti ha donato e guarda dove stai andando,” Dice
con fare freddo e poi se ne va.
Me ne sto lì per un paio di
istanti.
Il mio cuore sta battendo furiosamente.
Ci sono alcune forti
emozioni dentro di me.
Emozioni che non riesco a
spiegare.
Emozioni che non
sono molto logiche.
Cosa mi sta succedendo?
ooo
Harry si guarda attorno,
assicurandosi che siamo da soli nella Sala Comune.
“Credi che sia una buona
idea?” Chiedo, incrociando le braccia al petto.
Ron mi guarda, “È un’idea
di Silente.”
“Quindi?” La rabbia inizia
a crescere dentro di me,” Solo perché è una sua idea non significa
automaticamente che sia una buona idea.”
Harry si volta verso di me,
“Hermione, cos’hai che non va? Ti stai comportando in modo strano…
da quando sei tornata.”
Espiro a lungo.
“Senti, Silente vuole che
mi avvicini a Lumacorno ed è quello che farò,” Spiega Harry, “Ha un motivo per
chiedermi una cosa del genere, ne sono sicuro.”
Vorrei rispondergli in modo
sarcastico, ma mi mordo la lingua.
Perché provo questa rabbia?
Silente non se lo merita.
Tutto ciò che ha sempre
fatto è stato aiutarci.
ooo
“Prendi…
prendi…”
Mi si chiude la gola mentre
guardo Severus Piton morire davanti ai miei occhi.
E cos’è questo strano liquido
sul mio volto?
Sto… piangendo?
Qualcosa di blu prende vita
attorno agli occhi, alla bocca e alle orecchie di Piton.
So cos’è.
Ma Harry sembra non aver
capito.
Velocemente faccio apparire
una provetta e la porgo ad Harry, con la speranza che sappia cosa farci.
Lo sa, con la bacchetta
spinge la sostanza argentata nella provetta.
Chiudo gli occhi, voltando
il viso da un’altra parte.
Perché mi fa stare così
male?
Piton è un traditore.
Non gli sono mai piaciuta.
Mi ha odiata. Ha reso la mia vita un inferno.
Ma perché mi sento così?
“Granger…”
I miei occhi si spalancano.
Cosa?
“Granger…”
Sussurra di nuovo.
Mi sta guardando.
Per un lungo istante non mi
muovo.
Perché chiamerebbe proprio me?
Ma poi noto qualcosa nei
suoi occhi scuri.
Una supplica.
E alla fine mi muovo,
inginocchiandomi affianco ad Harry.
Non so cosa dire.
Cosa dovrei dire?
Piton mi sta guardando,
cercando di parlare. Le sue labbra si muovono, tremando, sussurrando.
Mi avvicino ancora,
cercando di sentire cosa sta dicendo.
“… mi dispiace.”
“Probabilmente ha… le allucinazioni,” Dice Harry con calma.
“… Granger…
Mi dispiace.”
Mi si spezza il cuore e non
ho idea del perché! E mi sento come se dovessi sapere il perché, ma c’è
solo vuoto e non riesco a ricordare!
“… Signore…”
Inizio, poi noto che la sostanza argentata si sta formando di nuovo attorno
alla sua testa.
Senza domande evoco
un’altra provetta, ripetendo ciò che ha fatto Harry pochi minuti fa.
Cosa vuole mostrare Piton
proprio a me?
Mi perdo nella profondità
dei suoi occhi, cercando di ignorare il sangue che gli sgorga dal collo, coprendolo
con le sue vesti.
“… l’Ordine…”
Si sforza di dire, “… il settore segreto… dei test.”
Di cosa sta parlando?
“… perdonami…”
Sussurra, i suoi occhi stano scavando un buco nella mia anima.
E prima ancora che sappia
cosa stia succedendo, le parole mi escono di bocca, “Io la perdono.”
E non ho idea del perché
mi stia chiedendo perdono.
E non ho idea del perché
lo stia perdonando.
Ma sembra aiutarlo a
rilassarsi un po’.
E alla fine torna a
guardare di nuovo Harry, afferrandolo per i vestiti, attirandolo più vicino a
sé, “Guar… da… mi…”
E un attimo dopo è andato.
Severus Piton è morto.
ooo
Ricordo tutto.
È passata quasi un’ora da
quando sono tornata dal viaggio dei miei ricordi.
E ancora non riesco a
muovermi.
Ricordo tutto adesso.
Guardare le cose dal punto
di vista di Piton ha risvegliato in qualche modo i miei stessi ricordi.
E mi è tornato tutto in
mente.
Tutto.
Sono stata assalita da
molte emozioni.
Shock.
Rabbia.
Ira.
Disgusto.
Tristezza.
Confusione.
E ora non provo più nulla.
Sono sorprendentemente calma.
Silente è morto. Non posso
sfogare la mia rabbia su di lui.
Piton è morto. Non posso
parlare con lui. Sono successe così tante cose tra di noi. Cose di cui avrei
bisogno di parlare, cose che mi vengano spiegate, chiarite.
Ma lui non c’è più.
E io non otterrò mai delle
risposte.
La risposta che ho
disperato bisogno di avere.
ooo
La Guerra è finita.
Abbiamo vinto.
Sono felice.
Ma il mio lavoro non è
ancora finito.
ooo
Il settore segreto che si
occupava dei test.
Ne sono tutti a conoscenza
adesso. È stato pubblicato un articolo sulla Gazzetta del Profeta.
Così come la mia storia.
Non ogni minimo dettaglio.
Ci sono alcune cose che ho preferito tenere per me. Cose che sappiamo solo io e
Piton.
Ma almeno adesso le persone
sanno cosa stava succedendo dietro le loro spalle. Cosa stava facendo l’Ordine.
Le persone responsabili
sono state perseguitate. Quelle ancora vive, certo.
Ho trovato l’uomo che
ricopriva il ruolo di quella guardia, quella che ha oltrepassato il
limite e mi assicurerò che paghi per le sue azioni.
Ron non ha ancora accettato
la realtà. Gli è stato offerto di riavere i suoi ricordi ma non ha ancora
deciso. I suoi ricordi fasulli sono decisamente migliori rispetto alla dura
realtà di cosa gli è successo durante l’estate. Non lo biasimo.
È difficile essere capaci
di ricordare.
Ma sto bene.
Tengo duro.
Mi dispiace per Harry. L’uomo
di cui si fidava, Silente, si è rivelato essere un mostro. Ed essendo un
bravo ragazzo come lui, Harry non ha potuto fare altro che sentirsi
responsabile di tutto. Ma so che non è colpa di Harry. C’è stato un momento
nella cella in cui mi sono pentita di essere sua amica, ma quello è stato un
attimo di debolezza.
Sono fiera di essere sua
amica.
ooo
Severus Piton era un eroe?
Ricordo di aver avuto una
conversazione del genere con lui molti anni fa quando eravamo insieme in quella
cella.
Lui non era d’accordo che
lo definissi un eroe.
E forse non era un eroe.
Ma è stato molto
coraggioso.
E nobile.
Lo ammetto, all’inizio ero
arrabbiata con lui. Ma adesso non più. Vedere i ricordi dalla sua prospettiva mi
è stato d’aiuto. Non era un malato perverso o un sociopatico con dei disturbi.
Era un brav’uomo. Non poteva farmi uscire di lì e così ha deciso di aiutarmi a
sopravvivere.
Lo capisco adesso.
Sono più forte grazie a
questo.
Ci sono ancora delle notti
in cui mi sveglio urlando ed aspettandomi che Piton mi aiuti a calmarmi
come ha fatto molte volte. Quando mi sveglio nel bel mezzo della notte e tutto
intorno a me è scuro, mi sembra di essere ancora nella cella, con il Professor
Piton sul suo materasso ad un paio di metri da me.
Ma non è così.
Ho visitato la cella una
volta, mesi dopo la fine della Guerra.
Sono scoppiata a piangere.
Mi ha suscitato tanti di
quei ricordi.
E potevo sentire la
presenza del Professor Piton.
Mi manca.
Nessuno lo sa. Non posso
più ammetterlo.
Ma è così. Muoio dalla
voglia di parlargli. Voglio vederlo.
Ma lui non c’è più.
E io vivo la mia vita.
Non voglio mai più
dimenticare ciò che è successo in quella cella. Nemmeno le cose orribili.
Voglio ricordare.
Questo è il motivo per cui
ho dato a mia figlia il nome Rose, dopo che quella ragazza è teoricamente morta
nella cella, davanti a me. Per colpa mia.
Non sono mai stata capace
di ritrovarla. Chi era? Esisteva almeno? Era un’altra visione?
Non lo so.
E non ha più davvero
importanza adesso.
Continuo ad andare avanti.
La mia vita non è perfetta, ma va bene così.
Ci sono sempre delle
piccole cose che mi ricordano quei trenta giorni.
Vedere le mie cicatrici.
Chiamare mia figlia per
nome.
Il secondo figlio di Harry.
Anche vedere un pezzo di
pane mi riporta alla mente quei ricordi. Ricordi di quando il pane era tutto
ciò che mi veniva dato da mangiare.
Il tempo passa.
E io continuo a vivere.
Ma non dimenticherò mai.