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Autore: pervincas    27/06/2014    3 recensioni
Questo è la semplice descrizione del 20-06-2014, di come ho vissuto quella giornata
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suona la sveglia, arriccio il naso infastidita, odio svegliarmi presto la mattina, soprattutto così, di soprassalto. Apro piano piano gli occhi, la luce infastidisce le miei iridi, così sono costretta a coprirle con il braccio lasciando uscire mugolii fastidiosi. D’altra parte sento mia cugina borbottare qualcosa di incomprensibile dal letto accanto al mio, mi decido a sollevare le palpebre e la vedo dimenarsi tra le lenzuola.

-Spegni quella cazzo di sveglia Gè- sembra quasi un ordine, forse lo è.

Mi alzo, finalmente, ho le gambe ancora addormentate che non reggono molto il mio peso e mi fanno barcollare fino alla scrivania, dove c’era il mio cellulare. Lo afferro, inserisco la sequenza di sblocco e spengo la sveglia.

-Dio santo mi hai fatto prendere un colpo- annuncia  Anny alzandosi di scatto sul letto, raccoglie i piedi incrociando le gambe e poggia una mano sul cuore, che probabilmente starà andando ad un ritmo irregolare.
-Senti, senti qua- dice facendomi avvicinare, ha gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Sento il suo battito decisamente veloce, forse “Demons” degli Imagine Dragons non era molto adatta di prima mattina…
-Dovresti scegliere canzoni più soft, che ti diano un dolce risveglio invece che un infarto-

Sorrido per la sua reazione fin troppo esagerata e mi rifiondo sul letto disattivando anche le sveglie seguenti. Mi metto a sfogliare un po’ di foto e a rispondere ai messaggi del ‘Buongiorno’ che mi arrivano.
 Mi vibra il telefono in mano, non me lo aspetto e lo faccio cadere a terra, impreco, è già rotto di suo e non è d’aiuto qualche altro volo.

“Buogiorno vita mia, oggi è il tuo grande giorno divertiti, canta, salta e realizza i tuoi sogni. Io sono qui che ti aspetto a casa, già voglio i dettagli a dopo. Today is the Day, Ti amo” –Fran <3

‘Oh cazzo’ dico tra me e me, guardo la data sullo schermo  20-06-2014 9.16 am  
Prendo un cuscino e me lo butto in faccia urlandoci contro, scoppio di felicità.
Il giorno del concerto è finalmente arrivato, aspetto questo momento da quando hanno annunciato le date. Inizio a sorridere come un’ebete, il mio stomaco è chiuso non ho le forze di fare colazione. Mi alzo dal letto facendo leva su entrambi i palmi delle mani, cerco nella mia borsa spazzolino e asciugamani e vado verso il bagno.
Tolgo il pigiama lasciando cadere a terra gli indumenti ed entrando subito sotto la doccia, non importandomi del gelido getto d’acqua che mi scende dalle spalle, è questione di pochi secondi che il freddo  tramuta, diventando piacevole.
 
***
 
-Oh santo cielo, io lo ammazzo, LO AMMAZZO- urla  Anny mentre traccheggia in cucina tra tazze e cellulare. Ho ancora i capelli bagnati e prima di

chiederle spiegazioni li avvolgo in un grande asciugamano

-Chi è che vorresti ammazzare? E perché?- dico mentre afferro un biscotto al cioccolato. Ho passato due settimane a dieta per essere al meglio in questo giorno, ma non mi ricordo nessun sapore al di fuori dell’insalata e del petto di pollo insipido. Sembra invitante e forse mi sentirò in colpa dopo ma ora non mi interessa, voglio quel biscotto.

-Shannon… non ci sarà  oggi, capisci? Aspettiamo questo momento da sempre e lui? Non viene, ma dico io si piò fare così?! Lo ammazzo-
Mi strozzo con qualche briciola. Alzo il volto al cielo cercando di riprendere il respiro e provando a smettere di tossire.

-nemmeno ieri, a Torino, c’era- è infuriata, si vede.
Non so perché ma la cosa non mi tocca più di tanto, insomma se avesse potuto sarebbe qui, con Jared e Tomo a prepararsi per la serata. Se non c’è ci saranno problemi, anche piuttosto seri. La musica è tutto per lui e non perderebbe mai l’occasione di esibirsi per capriccio. Non sono arrabbiata, nemmeno triste, solo un po’ preoccupata per lui, spero che stia bene e che stia pensando un po’ a noi.

-Dai Anny tranquilla, vatti a preparare, fidati sarà la giornata più bella tua vita e non vale la pena di scaldarsi tanto- dico spingendola fino in camera.
Mentre Anny si lava inizio a prepararmi, infilo i pantaloncini di jeans e la maglietta che ha fatto lei, ci ha messo una giornata intera ed il risultato è favoloso. È una canottiera lunga bianca, di quelle aperte ai lati, al centro c’è una traid rossa, sotto c’è scritto ‘Time to be Alive’  e dietro il testo di ‘Bright Lights’ con i glyphics alla fine.
Vado in bagno armata di piastra e trucchi, Anny esce con ancora la faccia delusa ma ogni due secondi saltella entusiasta, è un po’ bipolare in questo momento ma siamo tutti impazziti..
prendo ciocca per ciocca sistemando i miei capelli no-sense e ci prepariamo.
 
*** 
 
-Secondo te qual è la fila giusta?- mi guardo intorno, sono a Capannelle, davanti a me c’è l’entrata principale del Rock in Roma e intorno sono circondata da persone.
Continuo a camminare sperando di capirci qualcosa, nel frattempo ci ha raggiunti un’amica, Charlotte, anche lei con la maglietta uguale alla nostra, l’unica differenza sono i testi che abbiamo scelto.

-Scusi- fermo un uomo alto e vestito di nero, lavora sicuramente qua, forse può aiutarci.
-Questa che fila è?- chiedo imbarazzata.
-Soundcheck e meet and great- un sorriso compare sul mio volto, la fila è questa e la gente è veramente tanta. Ringrazio l’uomo e vado a stendermi
sul prato attendendo che ci faccino entrare.
Charlotte prende un pennarello indelebile nero e lo fa passare per scriverci addosso, mi scrivo due frasi una sul polso ‘Lost in a Daydream’ e una sul
petto ‘Provehito in Altum’. Una folla si dirige all’entrata e capiamo che è arrivato il momento.

Una ragazza ci fornisce informazioni in inglese, vedo la perplessità sul volto di Anny, mi metto a ridere e la faccio continuare.
-Allora ha detto di mettere questi- allaccio un braccialetto bianco a mia cugina e uno a Charlotte
- e di aspettare li al villaggio e che più tardi ci scorteranno fino al luogo del meet-
Inizio a saltellare e abbracciare tutti quelli che trovo di fronte a me, forse mi prendono per matta, forse lo sono davvero, ma il bello è che non sono sola.
Prendiamo posto a sedere e subito mi ritrovo a parlare con degli sconosciuti di qualsiasi cosa, se fosse il loro primo concerto o se fossero emozionate
o anche cose di tutti giorni, tipo scuola, amici ragazzi..

-Mana dobbiamo andare, credo- mi dice Anny, mi guardo intorno e vedo che piano piano la piazza si svuota.
Non sapendo cosa fare li seguo e senza accorgermene finisco al lato di due sedie. La gente intorno a me inizia a urlare e quel piccolo spazio diventa sempre più pieno e affollato.
Sono seduta con le gambe incrociate quasi in prima fila, sono stranamente calma e felice di essere la.
Li vedo. Finalmente li vedo. Camminano verso di me, il mio cuore inizia ad accelerare sempre di più, si fermano a un metro di distanza, dietro quelle due seggiole.

Jared.

 Jared è li, ci fa un cenno con la mano per farci avvicinare e  solo adesso mi trovo davvero a un palmo della mano da lui. È vestito da straccione, come al suo solito, la barba è folta, i capelli gli scendono morbidi fin sotto le spalle, odio vedere che sono persino più belli dei miei, tutto di quell’uomo è fottutamente bello, tutto. Gli occhi sono coperti, indossa gli occhiali da sole, ho sempre desiderato vedere quelle iridi, così calde e fredde insieme, ho sempre desiderato tuffarmici dentro, immergermi completamente in esse e essere l’unico suo riflesso.
Sorride.
Il suo sorriso è indescrivibile, esattamente come lo avevo immaginato, così dolce, così vero, così perfetto..

Tomo.

Tomo è dolce, è dietro Jay, entra  sorridendo e saluta con la mano, non prende lui la parola, ma poco gli interessa. Si guarda intorno e resta sorpreso nel vedere tanta gente. Appena gli portano un bel piatto di pasta ci si fionda sopra. Nemmeno ascolta le domande, Jared lo guarda e si mette a ridere
ma continua con il rispondere agli Echelon.

 Li guardo attentamente, guardo entrambi, sono diversi e non intendo solo fisicamente… una volta finito di mangiare Tomo prende il microfono, le urla si alzano, inizia a ridere e giocare con l’amplificatore, usa tonalità diverse e questo scaturisce risate in tutti, persino al suo vicino, che nel frattempo ha
preso una forchettata abnorme di pennette al pomodoro.

Giocano e scherzano con noi, le domande iniziano a farsi più serie, parlano di punti di vista, di cosa pensano quando vedono tante persone.. ma nessuno osa parlare di Shannon. Vedo sul volto di tutti il desiderio di parlarne, di sapere dove possa essere, se sta bene.. ci basterebbe sapere anche
solo quello, senza troppe spiegazioni, ma nulla, restiamo nel silenzio.

Inizia a cantare ‘The kill’ a cappella, è la mia canzone preferita, sento il mio cuore farsi piccolo, gli occhi bruciano, la vista diventa appannata ed eccole, piccole lacrime che mi scavano il volto. Mi ero ripromessa di non farlo, di trattenermi ma l’emozione è troppa.
 Jared mi vede, smette di cantare e mi lancia un’occhiata rassicurante. Torno in me, solo apparentemente perché dentro sto morendo, potrei scoppiare da un momento all’altro eppure non succede.
Ci alziamo tutti e formiamo una fila per farci autografare poster e cd, la gente intorno a me parla entusiasta , saltella e ride, io invece sono in silenzio, vorrei parlare ma le parole mi si bloccano in gola, vorrei gioire ma il mio corpo non risponde ai miei comandi, riesco solo ad avanzare lenta e senza nemmeno accorgermene sono davanti ad un tavolo bianco. Tomo mi guarda aspettando che gli passi il poster, con fatica riesco a passarglielo, sono impacciata ed evidentemente tesa.

-Grazie- dice sorridendomi quell’uomo, non so come abbia fatto ma sono a mio agio ora, mi sento più tranquilla come se stessi davanti ad un mio
amico piuttosto che uno degli uomini più importanti della mia vita.

Volgo lo sguardo verso Jared, è baciato dal sole anche se sotto un ombrellone. Riesco a riconoscere i suoi occhi sotto quel velo di nero.
Eccoli.
Mi fissa per qualche secondo, mi sembra un’eternità, non mi interessa del fatto che dovrei proseguire, ci siamo solo noi.

-Che razza di occhi! Wow sei così bella- lo ha detto, lui che dice a me ‘Che razza di occhi’? lui che sarebbe potuto stare in silenzio autografandomi semplicemente quel pezzo di carta? Lui che è l’essere con gli occhi più belli del pianeta? Lui?
Sento parti del mio cuore scheggiarsi, il mio corpo cadere a pezzi, sono così fragile adesso, basterebbe un soffio di vento per farmi cedere, lotto per un po’ d’aria, ma non ho abbastanza forze.
Mi sorride ancora una volta. È come se mille elefanti mi avessero calpestato lo stomaco, si è accartocciato su se stesso e non sono nemmeno più sicura di averne uno. Resto in silenzio, non trovo le parole adatte e forse nemmeno esistono, sorrido a mia volta e mi allontano da quell’angelo, quegli angeli.

Vago, cammino e nella mente risuona soltanto la sua voce, rivedo il suo volto, i suoi angoli delle labbra alzarsi, rivedo tutto.
-Oh mio Dio! Oh mio Dio!- esclama Anny di fianco a me. Ha trovato le parole giuste.
-Andate prima voi eh?!- continua lei.
 ‘Prima’? mi domando, prima dove? Solo allora mi rendo conto che è arrivato il momento della foto. No, il mio cuore non può farcela, non reggerebbe ancora.

Manca una sola persona a separarci, anzi nemmeno più quella, è volata via in un attimo. mi avvicino inciampando sui miei stessi piedi, ma non cado.
 Mi fiondo su Tomo e subito sento la voce di Reni alterata. Due braccia mi colgono alla vita e stringono, che palle non voglio essere trasportata via solo per un abbraccio, mi volto per parlare e chiedere scusa, solo che non c’è ciò che credevo, ma due lapislazzuli puntati su di me. Jared è di nuovo accanto a me, anzi, addosso a me. La sua stretta rallenta.

-Ha un problema al collo, non può essere stretto perché gli fa male, se stesse bene ti stringerebbe sicuramente a se, ti spiace se lo faccio io? Per entrambi?-  spiega lui.

Mi sta prendendo per il culo? Davvero mi chiede il permesso? Solo stamattina ero sicura di arrivare qua e dirgli quanto fosse DivaH ma così mi rende le cose difficili, è dolce e tenero, la sua mano destra mi sfiora il fianco, mentre l’altro braccio è sulla mia pancia. Non parlo nemmeno ora, tutto ciò che vorrei fare è accasciarmi su me stessa e piangere, invece annuisco e sento il suo petto aderire con il mio, ascolto il battito del suo cuore e sicuramente il mio sta andando talmente forte da causargli lievi colpetti. Dura poco ma è tutto ciò di cui avevo bisogno.
Toglie il braccio dal mio ventre  e fissa nell’obbiettivo, mi ricordo della foto e mi giro, non so dove guardo, non so nemmeno SE guardo ma poco
importa. Mi volto verso di lui, trovo il coraggio e sussurro un ‘Thanks’ poi vado via.

Sono sola e vuota, lacerata dentro, la testa mi scoppia, il sangue pulsa prepotente nelle vene, dandomi una sensazione di soffocamento. Manca solo il concerto ora. Una cicatrice è incisa dentro di me e non sparirà mai, è li sul ventricolo sinistro, è li nel cervello, è li nello stomaco, è li nell’anima. Io sono la cicatrice di me stessa, sono quel ricordo, il ricordo di una giornata, il ricordo di una vita, perché loro sono la mia vita. Ora loro non ci sono più e non ci sono più nemmeno io.
  
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