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Autore: Nanek    27/06/2014    41 recensioni
Tratto dalla storia:
«Dovrei farti arrabbiare più spesso se il risultato finale è fare l’amore con te» le sussurra, facendola arrossire come non mai, mentre le bacia ancora le labbra, avvicinandosi a lei, avvolgendola in un abbraccio.
«Pensi davvero quello che hai detto?» le chiede ancora, alludendo a quella confessione: lei farebbe davvero l’impossibile per lui? Lei… vorrebbe davvero una famiglia? Con lui?
«Non mi piace dare aria alla bocca Cal, quello che dico lo penso davvero» dice decisa, baciandogli il petto.
«Pensi anche che io sia un cretino?» ridacchia lui, accarezzandole la schiena.
«Sì, a volte sì» confessa lei, stringendolo a sé «Soprattutto quando flirti con quelle tutte “tette e culo” e zero cervello» lui alza gli occhi al cielo.
~
*Questo è il sequel di “So Out Of Reach”, suggerisco la lettura di questa storia per poter capire i vari intrecci ;) La trovate nel mio profilo ;) Buona lettura ;) *
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=CZSa3Vz4yGg :)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15

No Heroes Allowed
 
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And now I just had this dream that we were on my bed again
Makin' love the way we did
Tell me how could I forget
This can't be healthy now the way I dream about your lips
But this just wasn't any kiss
I hope you're still not over this
Not at least 'til I get over you

My hero she's the last real dreamer I know
And I can tell you all about her
I don't think I'll fall asleep 'til I roll over
Can we just start over again
And I can tell you all about...
I don't think I'll fall asleep 'til then

 

 
Quando Lune Hemmings si sveglia, è reduce da un incubo.
Il cuore batte forte dentro al petto, la testa è calda e quasi le fa male, si sente il corpo scosso come se avesse corso una maratona quando, in realtà, non si è mossa da quelle lenzuola bianche che sanno di lui.
Le immagini di quell’incubo corrono veloci come non mai, quelle immagini che sembravano così dannatamente reali, immagini che continuano ad assillarla un po’ quando chiude gli occhi, nonostante i raggi del sole la stiano aiutando a passare quello spavento, quelle immagini sono davvero difficili da cancellare perché, tra queste, c’era pure lui, c’era Calum.

*

Lei cammina per i corridoi del suo vecchio liceo, la stessa scuola frequentata da suo padre e da sua madre, il Norwest Christian College, cammina e tiene stretti al petto dei libri, sa benissimo la sua meta, sa benissimo che deve dirigersi verso l’armadietto 252, quell’armadietto contrassegnato da un adesivo dei 5 Seconds Of Summer che le è costato un discorsetto da parte della preside, dato che è vietato incollare qualcosa nella parte esterna di quell’ammasso di metallo.
Lune cerca di aprirlo, ma i libri pesano sulle braccia fragili, si guarda intorno, come ad assicurarsi che nessuno la noti nella sua goffaggine e, con la mano destra, tenta in tutti i modi di aprire il lucchetto.
«Vuoi una mano, piccola?» quella voce si fa sentire dal nulla.
Il panico, l’ansia la pervadono, sente brividi lungo la schiena, si sente avvampare tutto d’un tratto.
Volge lo sguardo verso il proprietario di quella voce e, in quel preciso istante, la voce le muore in gola, perché Calum non è il solito Calum, quello che ha davanti è Calum a diciotto anni, immagine che, lei, ha sempre e solo visto in fotografia.
Le sorride, come se fosse la cosa più semplice al mondo, quel sorriso che lei riconoscerebbe tra mille, quel sorriso che lo caratterizza sempre e comunque, quegli occhi marroni che non sembrano intenti a lasciare quelli di lei, il gomito appoggiato su un altro armadietto e il palmo della mano a reggergli la testa, la divisa scolastica che cade a pennello su di lui: quell’immagine così strana e così reale le fa cadere i libri che stringe al petto.
«Merda!» impreca lei, abbassandosi velocemente a raccogliere il disastro.
Lui la segue con gesto fulmineo, sorridendo ancora davanti alla sua goffaggine, raccogliendo i fogli che le sfuggono, raggruppandoli insieme e porgendoglieli gentile.
E, pure in quel momento, Lune si sente sbiancare: i fogli che Calum ha raccolto, non sono semplici appunti di matematica o altro, in quel fogli ci sono disegnati cuori di mille colori con le scritte “Calum Thomas Hood” in tutte le calligrafie possibili, dal corsivo allo stampatello, dal minuscolo al maiuscolo.
«Grazie» balbetta lei, nascondendo velocemente il tutto dentro un libro, mentre lui le sorride ancora.
«Sei nuova?» le chiede lui, facendole inarcare il sopracciglio: cosa?
«No… io… no…» risponde incerta, mentre lui continua a fissarla con occhi curiosi.
«Non ti ho mai vista qui, scusami» ammette lui, facendole perdere un battito, allungando la mano verso di lei «Io mi chiamo Calum» e lei si sente le lacrime agli occhi.
«Io sono… io… Lune Hemmings… tu… non…» la sua frase viene interrotta dall’arrivo di troppe persone, persone che lei conosce bene, molto bene, dato che due di loro, sono i suoi genitori.
Arriva Luke, il suo papà, in divisa scolastica pure lui, tiene la mano, però, alla persona sbagliata, dato che Aleisha McDonald gli sta attaccata quasi quanto una cozza; arriva June, sua mamma, che le fa perdere minimo dieci anni di vita, dato che ha appena dato un bacio a fior di labbra a Michael Clifford, lasciando Lune senza parole davanti a quella visione; c’è anche Ashton, ma lui è accoppiato a Sue, quello non è troppo strano, almeno lui non si diverte a farle venire un infarto.
Per dare il tocco finale a tutto quel casino, la figura di una giovane Faith non può di certo mancare, visto che non aspetta un solo secondo a fiondarsi, davanti ai suoi occhi, su Calum, ancora intento a presentare la nuova arrivata ai suoi amici.
«State scherzando, vero?» è l’unica cosa che Lune riesce a dire, davanti a tutte quelle coppie che la mandano all’altro mondo.
«Mamma, perché baci Michael sulla bocca?! Ma dico, ti si è fuso il cervello?! Tu devi stare con Luke!» si rivolge a quella giovane che ha i suoi stessi occhi blu, giovane che si affretta a stringersi più vicina al ragazzo dai capelli verdi, il quale fulmina con lo sguardo quella ragazza che mai ha visto.
«Papà, che ci fa ancora qui Aleisha? Cosa ti sei fumato?! Dannazione!» si rivolge al biondo, che non aspetta un solo secondo ad avvolgere la ragazza sbagliata con tanto di bacio sulla testa.
Lune sbianca, i suoi genitori divisi, accoppiati a persone sbagliate, non ha mai assistito a una cosa simile, i suo genitori stanno sempre appiccicati come se avessero la colla sulla pelle! Lune non si capisce più.
«Hey Luke! Questa qui è Hemmings di cognome, la conosci?» dichiara Calum, riprendendosi da quel bacio che l’ha tenuto occupato per troppo tempo.
«No, non credo» fa spallucce il biondo, mentre Lune si sente il cuore rallentare sempre di più: l’infarto è più che vicino.
«Io sono tua figlia! Tua e di quella lì!» indica June «Tu devi stare con lei! Non con questa qui! Non ti ricordi? Lei è la tipa che non aveva i soldi per un cappuccino! Lei è la sorella di Ashton!» dice cose senza pensarci, dice cose che sua mamma le ha raccontato molte volte, le dice senza un senso logico, come se non si ricordasse più come si crea un discorso sensato, l’ansia e la paura stanno avendo la meglio su di lei.
«Lo so che è sorella di Ashton, ma… lei sta con Michael, da una vita» afferma Luke, per poi scoppiare a ridere «Mia figlia… a quanti anni ti ho avuto? Due o tre?» ride di lei, come se fosse la persona più strana mai vista.
Lune si rivolge verso June, ma la trova ancora una volta incollata alle labbra di Michael: la cosa le dà il volta stomaco, non osa discutere con sua madre, volge lo sguardo su Calum, che la osserva divertito.
«Io… io ti amo, tu mi ami, io lo so che mi conosci!» urla disperata, mentre lui sorride e abbassa lo sguardo verso i piedi.
«Sei carina, lo ammetto, ma… io sono fidanzato con Faith» sorride compiaciuto delle sue parole, alzando la mano sinistra e sfoggiando quella fede all’anulare, fede che Lune riconosce perfettamente.
«Io e Faith vogliamo avere una famiglia, dei figli, ci amiamo così tanto…» il suo discorso viene bruscamente interrotto da un urlo da parte della giovane Hemmings.
«Quella troia si scoperà ogni essere che respira alle tue spalle!» e Calum non può far altro che sbiancare di fronte a tale offesa.
«Io ti amo, Calum, ti amo e voglio la famiglia che tu cerchi: quella lì non ha sentimenti per te!» le lacrime scendono senza che lei se ne renda conto, quella scena si fa sempre più strana, perché le figure di Calum e tutti gli altri sembrano allontanarsi da lei, come se qualcuno la stesse tirando indietro, allontanandola da loro, allontanandola da lui che la guarda con disprezzo, allontanandola da tutti loro condannandola al buio.

*
 
E quel buio, l’ha finalmente svegliata.
Era solo un sogno, solo un incubo. Pensa tra sé, mentre si gira di nuovo su quel letto grande e vuoto.
Calum non è lì con lei, non tra quelle lenzuola, lei è sola, i raggi del sole che la incitano ad alzarsi: è tempo di chiarimenti, ne è certa.
Non appena si alza in piedi nota di indossare una maglia del moro, una maglia che le sta fin troppo grande, ma che profuma di buono, sa di lui e se lo sente addosso, nonostante la sua assenza.
Lune si dirige verso le scale con fretta, come se dovesse davvero parlare con lui, come se non ci fosse tempo da perdere: lui le ha salvato la vita, lui l’ha stretta a sé per tutta la notte, lasciandole baci sulla spalla e sulle guance, lui è tornato, forse, lei deve scoprirlo, non ha davvero più pazienza.
Non appena scende l’ultimo gradino, sente un rumore dalla cucina, come se qualcuno avesse appena appoggiato una tazza sul tavolo, scivolando un po’, facendo più rumore del previsto.
Sente un’imprecazione e può mettere la mano sul fuoco che non è Calum, perché Calum non direbbe mai, neanche sotto tortura, “Porca banana”.
E, da questa imprecazione, intuisce che solo lui può osare tanto, lui che si sforza sempre di non essere troppo volgare perché, da quando è diventato papà, si è reso conto di dover usare un linguaggio appropriato: la figura di Michael Clifford, con tanto di spugna in mano, intento ad asciugare il casino che ha fatto, si mostra ai suoi occhi blu, che lo guardano divertiti.
«Serve una mano?» lo richiama, ma lui prende un ulteriore spavento e riesce a stento a non rovesciare la tazza piena di camomilla.
«Non fa troppo caldo?» chiede lei, anche se conosce già la risposta: la camomilla va bene anche con cento gradi, se si parla di Michael Clifford il bizzarro, ne berrebbe a litri, se potesse si farebbe pure il bagno nella camomilla, ma il solo pensiero la fa avvampare giusto un po’.
Michael non risponde ancora, troppo preso a sorseggiare quella bevanda “deliziosa”, ma Lune non demorde.
«Hai mai baciato mia mamma? Magari da ubriaco? Hai mai voluto baciarla?» quelle tre domande sono il colpo di grazia: Michael sputa la camomilla e comincia a tossire.
«Sei impazzita?!» si ribella, battendosi la mano sul petto, diventando rosso fuoco, mentre Lune ridacchia e si avvicina, dandogli colpetti sulla schiena.
«Io e June Julie Irwin?! Ma tu ti droghi, ne sono certo» la riprende ancora, mentre lei va a sedersi, con espressione divertita in viso.
«Era una domanda, mica facevo sul serio» fa spallucce.
«Domande insensate, direi: June… è come una sorella, dannazione!» si porta una mano tra i capelli al solo pensiero.
«Ho fatto un sogno… lei ti baciava, mi ha sconvolto parecchio. Papà invece… stava con Aleisha. È stato orribile» ammette, facendogli alzare gli occhi al cielo.
«Era un sogno, infatti: Luke e June sono cozze umane, non si dividono neanche per andare al bagno a momenti» fa dell’ironia, mentre lei ridacchia e continua a prenderlo in giro «La tenevi ben stretta nel mio sogno» e lui irrigidisce, cominciando a darle della pazza scatenata «Abby è la mia donna» dice con voce sicura, mentre Lune ride per il suo essere così rozzo e vecchio dentro.
«Vecchio anche di testa, a quanto pare» ammette lui, cominciando a giocare con il bordo della tazza, mentre Lune si sente un po’ pietrificata, come se avesse intuito qualcosa.
«Senti, non mi piace girarci intorno, sarò diretto con te, non hai più due anni» e quella voce la porta a mordersi il labbro inferiore, scatenando in lui un sorriso che lei non capisce.
«Sei come tuo padre: mordersi il labbro perché si è nervosi, meno male che non hai il piercing» commenta tenero, toccandosi ancora i capelli castani, sospirando a fondo, come se stesse cercando le parole da dire.
«Mi dispiace, va bene? Io avevo torto e… è dura da ammettere ma, io, Michael Clifford, avevo torto e… dovevo farmi i cazzi miei» butta fuori tutto d’un fiato, facendo comparire sul viso di Lune un sorriso felice.
«Lo so che sono stato uno stronzo, lo so che ho… un po’ influenzato Calum, ma…» sembra pensarci un po’ «Non lo so, Lune, tu sei… oh, diamine! Tu mi davi i bacini perché ti compravo il ghiacciolo! E tu ora… stai con…» lei decide di intervenire.
«No, non stiamo insieme» parole alle quali non crede neanche lei, dato che provocano in Michael solo un sospiro profondo e gli occhi verdi verso il cielo.
«Lune, dai, per favore, lo sappiamo entrambi come finisce questa storia, ora che tuo padre ha pure accettato il tutto…» Lune inarca il sopracciglio.
«Mio padre, cosa?!» sembra sconvolta, incita Michael a dire qualcosa di più.
«Okay, ho parlato troppo, come al solito. Devi vestirti, c’è gente che ci aspetta» e lascia Lune ancora più confusa «Non fare domande, cambiati e basta» dice secco, dandole le spalle.
La ragazza si avvicina a lui, prima di andare a cercare qualcosa da mettersi, lo abbraccia da dietro quasi lentamente, appoggia la sua guancia sulla sua schiena «Ti voglio bene, zio.», sente le mani di lui accarezzarle le dita e, potrebbe giurarlo, è sicura che Michael stia arrossendo.
 
 

«Quando hai detto “gente”, potevi dirmi che ci sarebbe stata l’intera famiglia!» si lamenta Lune, cominciando a deglutire a vuoto.
«Pensavo fosse scontato: è un picnic» fa spallucce Michael al suo fianco, mentre si allontanano dalla sua macchina e avanzano a piedi verso l’intero gruppo.
«E dirmelo prima, no?? Ti sembrano vestiti adatti questi?» gli fa segno di guardarla: jeans strappati, trovati su una sedia in camera di Calum, e una maglia rossa che Michael le ha portato da casa.
«Non siamo a una sfilata…» e ci vuole un solo secondo ad intuire «Ah. Ma non preoccuparti, Calum non c’è, non serve che ti fai bella per noi» e quella piccola frase basta ad ucciderla: lui non c’è.
E Michael sembra aver capito la sua delusione, tanto che le circonda le spalle con il braccio, spingendola verso quelle persone che li stanno fissando da diversi minuti.
Non appena i bambini li riconoscono, si fiondano verso i nuovi arrivati: i fratelli Clifford che si appendono alle braccia del loro papà, la piccola Sophie che abbraccia le gambe di Lune, mentre Philip si mette a fare il broncio, dato che la sorella sembra non vederlo mai.
«Non tenermi il muso anche tu…» si inginocchia davanti a lui Lune, stringendolo in un abbraccio, notando, però, dietro di lui, altri occhi azzurri che la fissano con fare serio, occhi azzurri che ha visto la sera precedente e che non si rivolgevano a lei con fare dolce e gentile.
Lune si alza in piedi, si avvicina a quella figura alta, viene richiamata dalla voce di Ashton che si finge offeso dato che «Non si saluta nemmeno più lo zio» mentre June lo abbraccia, incitandolo a stare in silenzio, dato che una persona ha bisogno di parlare con la sua bambina.
Ma Luke e Lune non si parlano, stanno l’uno davanti all’altra, senza fiatare, lasciando che il silenzio cali tra loro, lasciando che il tempo necessario passi per riuscire ad arrivare a quel risultato che tutti si aspettano.
Luke avanza di un passo e avvolge nuovamente Lune tra le sue braccia, sentendo la presa di sua figlia stringerlo ancora.
«Mi dispiace davvero, papà, lo giuro io… sta volta mi dispiace, sul serio» dice lei velocemente, come se il coraggio potesse lasciarla lì da sola.
La mano di Luke le accarezza i capelli lunghi che scendono sulla sua schiena, non osa rispondere, non sa esattamente come comportarsi, perché quello che sta per fare è lasciarla andare: lui approva, lui non è più nessuno per mettersi tra lei e Calum, lui ha scelto la felicità di sua figlia, da bravo padre, e questa scelta pesa più del peso del mondo sulle spalle.
Deve dirle che è libera, deve dirle di essere felice, ma non trova le parole necessarie, non riesce a parlare, come se fosse bloccato in quell’abbraccio, come se tenerla così vicina potesse farla tornare bambina, la sua bambina, la bambina che non ha pensieri per altri uomini se non il suo papà biondo con gli occhi color del cielo, il suo papà che ha le guance morbide e una fossetta che lei tocca sempre con l’indice.
Se Luke potesse esprimere un desiderio, farebbe tornare Lune quella bambina di due anni che gira per casa con il pannolone, ne è sicuro, ma sa anche che questo è sbagliato.
Luke alza lo sguardo e vede quella figura scendere dalla macchina.
Lo vede avanzare, gli occhiali da sole indossati, i soliti jeans stretti e scuri, ma la canottiera è sostituita da una camicia bianca con le maniche dal gomito, una giacca scura in mano, il passo deciso, l’animo in pace, una promessa nuova che lui stesso ha accettato, una promessa che Calum sta per farle e che lui, Luke, ha approvato per felicità del suo migliore amico, di sua figlia… ma anche per se stesso, perché quella promessa legherà sua figlia all’unica persona al mondo di cui si fida ciecamente.
Luke stringe ancora un po’ la sua bambina, la stringe e le lascia un bacio sulla testa, per poi allontanarsi un po’ da lei, lei che lo guarda sorpresa, lei che non capisce che sta succedendo.
Luke non la guarda negli occhi, lui guarda oltre la sua figura e, Lune, catturata dalla curiosità, si volta appena, sentendosi il cuore in gola non appena scorge quella figura avanzare verso di loro.
L’istinto la fa avanzare verso Luke, di nuovo, come a trovare un riparo tra le sue braccia ma, lui, la spinge via con delicatezza, come ad incitarla a raggiungerlo.
Gli occhi blu di Lune si specchiano in quelli azzurri del suo papà, lui che le sta sorridendo appena, lui che le lascia un ultimo bacio sulla fronte, lui che sussurra quelle parole che quasi lo fanno un po’ emozionare, dato che si sente gli occhi un po’ lucidi.
«Devi andare da lui, pinguina mia» e sorride divertito per quel soprannome che solo lui poteva scegliere, sorride e nasconde l’emozione del momento, mentre sua figlia sorride di rimando, arrossendo un po’.
«Papà…» quasi lo rimprovera «Sono una tigre, non una pinguina» ripete come sempre, facendo sentire le gambe molli al biondo davanti a lei, il quale viene raggiunto da June, come se avesse già capito tutto, dato che Luke sta per cedere davvero alle lacrime e all’animo mezzo distrutto.
Lune è la loro bambina, la figlia che hanno avuto da giovani, la figlia che hanno vissuto come non mai, la bambolina dai capelli biondi che ha girato il mondo con loro, la bambina che è salita sul palco e che ha commosso centinaia di persone, la bambina che, ora, si sta dirigendo con passo un po’ incerto verso il suo futuro.

 
«Hey» sussurrano quasi all’unisono lei e Calum, non appena si ritrovano a un passo di distanza; Lune intreccia le braccia al petto, Calum si passa nervosamente la mano tra i capelli neri.
«Ti va… se… una passeggiata?» chiede lui incerto, mentre lei si limita ad annuire, incitandolo a farle strada.
Non si allontanano troppo, ma quanto basta a non essere osservati in ogni piccolo movimento: vanno vicino a una staccionata di legno, dove Lune si siede quasi nervosamente, come se le gambe potessero cedere da un momento all’altro, ha paura, Lune, ha paura e l’ansia la travolge al ricordo della sera precedente, al ricordo del dolore provato in tutti questi mesi.
«Non hai detto niente a papà, vero?» gli chiede infatti, come a voler essere sicura di non dover passare qualche guaio «Intendo con… con David. Se lo scopre gli viene un infarto» chiarisce.
«No, non ho avuto modo di parlargli di questo» risponde deciso, cercando di non farle capire di cosa, lui e Luke, hanno parlato quella mattina presto.
«Mi dispiace, io… mi sono fidata, non pensavo… era ubriaco» cerca di giustificare il suo ex e Calum stringe la mano a pugno.
«Mi avevi giurato di non cacciarti nei guai, cazzo» dice arrabbiato e preoccupato, si passa nuovamente la mano tra i capelli, sospira a fondo come a voler mantenere la calma, come se non volesse esplodere davvero, non in questo momento, non con quello che ha da dire.
«Beh, anche tu avevi giurato di non comportarti da coglione, eppure, lo hai fatto» risponde a tono lei, sapendo benissimo che quello che ha passato non è una sciocchezza: ha rischiato grosso, ne è consapevole, se non fosse stato per Calum, chissà a quest’ora come sarebbe conciata, ha i brividi al solo pensiero.
«Grazie per avermi salvata, hai fatto un bel lavoro, CalPal» quasi lo prende in giro, sorridendo appena, ricevendo da lui un sorriso sincero.
Lo vede avanzare verso di lei, si mette davanti a lei, lei che apre le gambe per averlo più vicino, lui che è troppo stanco di tutta questa distanza tra loro e l’avvolge in un abbraccio sincero.
Le gambe di Lune gli cingono la vita, le braccia che si intrecciano al suo petto, il viso di lei così vicino che può sentire il suo profumo, lui che le accarezza i capelli e le lascia un bacio sul collo, si abbracciano stretti per un po’, si abbracciano e non hanno bisogno di parole, fino a quando non si allontanano.
Calum si alza gli occhiali da sole sulla testa, Lune si perde nel marrone dei suoi occhi, si guardano seri, lei aspetta, non è lei a dover parlare, non è lei a dover dare delle spiegazioni.
«CalPal è un coglione, lo so e… mi dispiace» sussurra «So che dire “mi dispiace” non basta più, ma… ti giuro, questa volta è diverso» e lei può giurare di vedere un po’ di rossore sulle sue guance.
«Ho parlato con Luke, non perché volessi la sua benedizione o quelle cazzate lì, gli ho parlato per fargli capire che tu sei più importante di qualsiasi altra cosa» lui abbassa lo sguardo «Sei più importante persino della nostra amicizia, sei più importante del mio migliore amico» e Lune gli prende una mano, intreccia le dita alle sue, come a incitarlo a non bloccarsi.
«Poi, il cielo mi ha dato una mano, o forse è June che è una maga mancata ma… sta di fatto che tuo padre, ora, accetta la nostra storia e… questo rende le cose molto più semplici» deglutisce, per poi cercare qualcosa nella tasca della giacca.
Non appena tira fuori una scatoletta blu, appoggiando la giacca alla staccionata, Lune si sente mancare il respiro: no, non può essere vero, non ci può credere davvero.
«Calum, non… non è…» balbetta, mentre lui le fa segno di non parlare, lui ha bisogno di prendere il coraggio necessario, ha bisogno di concentrarsi o butterà all’aria il suo piano.
«Lune Hemmings, io…» comincia, deglutendo ancora, le dichiarazioni d’amore sono sempre state un dilemma per lui, soprattutto con Lune, dato che è sempre pronta a deriderlo per il suo estremo romanticismo «Io ti amo, sono stato un cretino e ti ho ferita più volte, sono un bastardo e questa dichiarazione sta andando in peggiorando» lei ride appena «Ma… ti amo, sono disposto a rinunciare al mio migliore amico per te, sono disposto a rischiare tutto pur di averti con me, ho… lottato, anche se tardi, ma l’ho fatto, solo per te: ho pure già avvisato tuo padre che diventerà nonno molto presto» e Calum non riesce a trattenere le risate, coinvolgendo anche lei.
«Oddio, e che ha detto?» gli chiede curiosa.
«Hai presente Michael al mare? La sua pelle? Ecco, Luke era ancora più pallido, credevo morisse d’infarto» lo deride, mentre si decide ad aprire quella scatoletta che sta torturando dal nervoso.
«Io… so che sono ridicolo ma…» specchia i suoi occhi in quelli di lei «Forse non avrò un biglietto aereo con me, in questo momento, ma…» e Lune quasi anticipa le sue parole, tanto che comincia a canticchiare quelle parole che Calum stava per far scivolare dalle sue labbra.
«And a shiny diamond ring with your name on it. Would you wanna run away too? 'Cause all I really want is you» e lui quasi si offende, dato che lei gli ha appena rubato le parole.
«Lune, diamine, ti sto chiedendo di essere mia moglie nel modo più originale al mondo e tu…» e lei unisce le sue labbra a quelle di lui, ormai stanca di aspettare, ormai impaziente di tutto: vuole baciarlo, vuole sentirlo così vicino, vuole sentirsi così bene anche solo con un bacio.
Le loro lingue si sfiorano delicate, come se fosse la prima volta che si toccano, la mano di Calum le accarezza la gamba, mentre quelle di Lune si intrecciano tra i suoi capelli scuri, si baciano lentamente e lei si sente arrossire in quel bacio, sente i brividi percorrerle la schiena, sente quella felicità che tanto le è mancata.
Non appena si dividono, Calum appoggia la fronte su quella di lei, le bacia la punta del naso, sussurra quel «Lo prendo come un “sì”, allora» sorridendo come non mai.
«Sì, Calum, lo voglio, ti voglio, ti amo e… Dio, come ti è saltato in mente??» risponde con adrenalina a mille, mentre lui infila quell’anello al suo anulare sinistro, un diamante che brilla sulla sua mano, un anello che quasi la fa emozionare come non mai.
«Ho solo pensato che… questo è un bel modo per legarti per sempre a me» le bacia la guancia «Poi tuo padre ha detto che andava bene, quindi… vuol dire che non era una brutta idea» e lei sorride ancora, avvolgendolo tra le sue braccia, sentendo le mani di lui che la sollevano delicatamente.
«Dove mi stai portando?» lo interroga.
«Beh, credi davvero che sia un semplice picnic? Sei davvero così ingenua?» sorride benevolo.
«Ah. Quindi era scontato che dicessi di “sì”? Sono davvero così prevedibile?» e ridacchia un po’, dato che la risposta la conosce già.
«Quando si parla di me, sì, lo sei» risponde lui, mentre lei gli bacia le labbra teneramente, mentre avanzano verso gli altri che, da lontano, li stanno già fissando come se fossero dei paparazzi curiosi.
«Ma sei sicuro che papà abbia detto di “sì”? Lo vedo un po’ pallido» afferma lei, non appena sono abbastanza vicini.
Calum la fa scendere, intrecciano le loro mani, lasciano che gli altri li raggiungano e li abbraccino calorosi, felici che l’equilibrio della loro famiglia si sia finalmente ristabilito.

 
«Quindi l’importante sono Calum e Lune, giusto?» dice ad alta voce Ashton, facendo irrigidire i veri protagonisti di quella frase: June e Luke si sentono presi in causa, tanto che si stringono la mano, cercando di non lamentarsi, nonostante quella frase sia loro.
«Non si può fare, dai, la frase era: “L’importante siamo noi, June e Luke e la nostra piccola Lune”. Dobbiamo trovare una soluzione» si lamenta Abby, come se leggesse nel pensiero dei due diretti interessati.
«Calum e Lune, definitivamente» annuncia Calum, facendo inarcare il sopracciglio a tutti.
«Questa frase fa schifo, Hood, voglio il meglio per la mia pinguina» ribatte Luke, facendo alzare gli occhi al cielo a Lune, ancora quel soprannome imbarazzante.
«Ha senso per noi, papà, fidati» dice Lune, guardando Calum con sguardo complice, ricordando quel giorno, nel suo letto, quando nessuno era in casa.
Luke guarda i due piccioncini, si sente il cuore in gola.
«Oh, Cristo, non voglio i dettagli, “Calum e Lune, definitivamente” va benissimo» si appoggia a June, come se stesse per crollare di nuovo.
«Ma io voglio sapere cosa si nasconde dietro quel “definitivamente”!» si lamenta Ashton, ricevendo una pacca sulla testa da Michael.
«Fatti i cazzi tuoi, hai quarant’anni passati, sei incredibile» dice, ridendo della curiosità immensa dell’amico.
«Beh, io dico… bisogna brindare!» esclama June, andando verso il tavolo colmo di bevande.
 
E quando i bicchieri sono pieni di vino bianco, pieno di succo per i più piccoli, tutti si alzano verso il cielo, tutti brindano ai futuri sposi che arrossiscono come non mai, ma si tengono stretti, come se avessero paura di perdersi.
Si guardano in quel brindisi, si sorridono, Calum si lascia scivolare di nuovo quelle parole.
«Ti tengo, Lune, definitivamente» e lei si avvicina ancora di più a lui.
«Ti tengo anche io, Cal, definitivamente» e le loro labbra si uniscono ancora una volta.
Questo è solo l’inizio della loro storia.
È l’inizio di un nuovo viaggio che percorreranno insieme.
Ci saranno ostacoli, incomprensioni e paure nuove da superare.
Ma non è tempo di preoccuparsi, non adesso almeno. Calum e Lune si terranno, sempre, in ogni situazione, in ogni difficoltà, lo giurano a se stessi, lo giurano perché il loro è un amore vero, lo giurano perché hanno entrambi lottato per conquistare questa felicità e vogliono tenerla ben stretta, vicina a loro.
Loro due si terranno sempre stretti, le loro mani non si lasceranno mai davvero, il loro cammino non si distruggerà mai del tutto.
Loro si tengono… definitivamente.

 

THE END

 



Note di Nanek

Sono tornata dal mareeeeee *-*
Sapete? Sono più abbronzata di Michael Clifford, mi sento così fiera di me :D
Sapete che mi sono fatta una treccina verde e lilla? Stra bella sta cosaaaaa *-*
Sto perdendo tempo, lo so, ma… insomma… è finita.
Dopo 4742 parole, è finita, è finito questo sequel, è finita questa grande storia che ho iniziato un anno fa, questi personaggi… non avranno più spazio nel mio documento Word, si fermano qui.
Parliamo prima del capitolo prima che io mi perda in lacrime.
Il sogno: ve lo siete pigliato un infartino eh? ;)
Michael e Lune: mi serviva il sogno per farli chiarire, o Lune non avrebbe fatto pace con colui che, ammettiamolo, ha messo in crisi la coppia, ma che alla fine si è reso conto di aver sbagliato, MEGLIO TARDI CHE MAI!
Lune e Luke: quel “devi andare da lui, pinguina mia” mi ha fatta morire, cioè LUKE COME PUOI ESSERE COSì TENERO??? T.T e la risposta di Lune, è una ripresa dal capitolo 32 (se non erro) di So out of reach, ve lo ricordavate vero? La piccola Lune che dice di essere una tigre awwwww :3 meglio che la smetta o piango.
Calum e Lune: la dichiarazione ahahahahahahaha io mi sbrego, tipo che Calum doveva canticchiarle quella parte di She looks so perfect e lei lo frega, Lune sei un mito nel rovinare i momenti romantici, mi ricordi molto mamma ma anche papà :D XD figlia di June e Luke sei, non abbiamo dubbi su questo.
La frase finale: ovviamente non potevano mica prendersi la frase di June e Luke! Eh no! la frase che Calum propone, spero ve la ricordiate, è uscita per la prima volta nel capitolo 5, in un momento di puro fluff tra i due; non è la frase più dolce del mondo, come dice Luke “fa schifo”, ma come risponde Lune “è importante per noi”, ed è questo quello che conta, no? ;)
Bene, il capitolo è un papiro, spero vivamente che non vi annoi troppo, ma c’erano davvero tante questioni in sospeso e che non volevo tralasciare.
Sappiate che Philip è calcolato dai genitori :D no, perché può sembrare che i cari June e Luke vivano solo per Lune, ma non è così… lo sapete vero? È solo che… insomma, l’hanno avuta molto presto, l’hanno vissuta in un’età davvero particolare e ora lei sta con un amico a loro caro, è una specie di shock che tutti proverebbero, ma non per questo loro non si filano Philip, anzi! Nel capitolo dove i Cake chiariscono Luke stava giocando con lui *-* awww :3
Bene, passiamo ad altro, che ne dite? Facciamo anche per questa storia l’hashtag #NoHeroesAllowedMemories in twitter? Se volete, in questo hashtag dovete scrivere il ricordo che vi è rimasto più impresso di questa storia <3 sempre se vi va ovvio!!! Io non obbligo nessuno u.u
Passiamo ai ringraziamenti <3

Ringrazio di tutto cuore le 157 persone che hanno messo la storia tra le preferite, facendola salire tra le popolari <3 vi amo, c’è poco da fare <3
Ringrazio di tutto cuore le 17 persone che hanno messo la storia tra le ricordate <3 vi amo anche a voi <3
Ringrazio di tutto cuore le 117 persone che hanno messo la storia tra le seguite <3 troppo love <3
Ringrazio di tutto cuore le persone che hanno recensito sempre, o qualche volta, ma che comunque hanno lasciato qualche parolina che mi hanno resa la persona più felice al mondo <3 tanto amore anche a voi <3 305 recensioni sono davvero la cosa più bella al mondo <3


Vi ri-annuncio una cosa, a breve (sempre se la signorina Caleido scrive) verrà postata la long a 4 mani intitolata “Satellites”, nuovi personaggi, nuovi intrecci in arrivo *.*
È una long che parla di tutti i 5SOS, quindi, ognuna di voi può essere soddisfatta :D è una storia particolare, io già la amo, non vedo davvero l’ora di farvela leggere, è… non so, ma mi piace e… beh, spero che voi l’apprezziate davvero, anche perché Caleidoscopio (la ragazza che la scrive con me), scrive mooooolto bene e… beh, speriamo di riuscire a scrivere qualcosa di carino =) se volete essere avvisate ditemelo e vi arriva il mio messaggino privato ;)
Altra info: il 29 come già detto, sono a San Siro pure io, quindi, se volete picchiarmi per qualsiasi cosa che non vi è piaciuta in questo ultimo capitolo, beh scrivetemi in messaggio privato così so che devo prepararmi l’armatura :D:D no dai… non siate cattive <3
Io… bene, sono triste e vorrei piangere (sto piangendo ma non ditelo in giro), io…. Non lo so, ma sentirò la mancanza di questi personaggi come non mai, sembrava ieri che Luke chiedeva a June informazioni per le ripetizioni…. E ora Lune e Calum si sposano e avranno 300 piccoli Calum per casa che chiamano Luke “Nonno” e lui tira l’infarto ogni volta.
Bene, io piango ancora, la piccola pinguina incomincia il suo lungo cammino T.T Dio, quella è mia figlia T.T mi sento male, sono una mamma molto fragile, io.
Io… non lo so, so solo che se vado avanti così potrei davvero piangere per tutto il giorno, quindi, andiamo di dediche e chiudiamo qui, definitivamente, questa grande storia.

Un grazie, sempre e comunque, a Nek <3 perché lui c’è, fidatevi, non lo vedete, ma Nek è in ogni capitolo e in ogni mia storia <3
Grazie a Luke, il mio pinguino preferito, che nelle vesti di padre è la cosa più dolce al mondo <3
Grazie a June perché, siamo sinceri, senza di lei i due piccioncini non avrebbero avuto futuro <3 mia June sei la best <3
Grazie ad Ashton perché in questo sequel non è più il ragazzo stronzo di So out of reach, ma è un uomo maturo che ha saputo ragionare con cuore e meno cervello, bravo Irwin, sta volta ti sei meritato uno zucchero filato <3
Grazie a Sue che in questo sequel compare poco, così nessuna di voi l’ha insultata <3 povera piccola :D
Grazie a Abby, perché sennò i Calune fregavano la frase ai Lune (e non intendo la figlia) <3
Grazie a Michael perché ha capito di aver sbagliato e lo ha ammesso, l’importante è arrivarci <3
Grazie a Liz, perché da quando è nonna è diventata un pane, e non sembra neanche quell’acida “zitella” che insultava la nostra June in So out of reach <3
Grazie ai marmocchi della famiglia: i piccoli Tommy e James Clifford che prendono per il culo il papino e lo fanno con classe <3 la piccola Sophie Irwin che awwwww è tipo la copia di Ash e la strapazzerei di coccole <3 e il piccolo Philip Hemmings che… caroooo <3 è l’amore e basta.
Passiamo a voi, cari Calune.
Lune, un bel mix tra mamma e papà, gelosa fino ai limiti ma che ama più di quanto sia possibile al mondo <3 sei coraggiosa piccola pinguina, dai forza anche a chi crede che non sia possibile l’impossibile <3 sei la figlia perfetta U.U
Caro Kiwi, a me dispiace averti fatto innamorare della figlia del tuo migliore amico, ma non mi sembri troppo deluso dalla mia scelta, ora la donna ce l’hai, vai a farti la famiglia, che sei vecchio e hai 40 anni ormai XD ma grazie per essere riuscito a lottare per quello che ami davvero <3 awwww dolce Calum ti riempirei di abbracci se solo potessi!

E dopo questo sclero finale, dove io ringrazio personaggi che IO ho inventato, potete rinchiudermi da qualche parte, ma che ci posso fare? Ognuno di loro ha svolto un ruolo, chi ha avuto il ruolo del buono e chi dello stronzo, meritano un piccolo ringraziamento, non trovate? Al massimo non fate caso a quello che ho scritto, non è di vitale importanza U.U
Io… chiudo qui allora, questo è… definitivo, ci vediamo presto con altre storie, spero davvero di non deludervi <3
Grazie davvero per ogni cosa che fate <3 ve ne sarò grata sempre <3
Nanek

 


 

  
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