Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Yuna Shinoda    21/08/2008    4 recensioni
Bella Swan si trasferisce con la madre a New York, nel quartiere del Bronx.
Il viaggio va bene, ma nel suo cammino incontrerà qualcuno di molto strano.
Non solo, anche i suoi vicini sembrano essere strani... Bella non capisce come mai e cerca di scoprirlo.
In questi strani avvenimenti, poi...
Ambientata alla fine del 800', vedremo i personaggi di Twilight sotto un'altra luce ma soprattutto con un finale diverso.
«Non avrei saputo dire cosa fosse quello che il suo volto m’ispirava.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ero in una grossa radura innevata, ed era quasi sera.
Non era ancora buio, dato che eravamo in estate, ma faceva freddo. Ero sola.
Mi guardai attorno. Ero circondata da alti pini che non mi permettevano di vedere bene oltre l'orizzonte.
Sentivo i cinguettii degli uccelli e i rumori delle zampe degli animali sul terrenno innevato, unici suoni in quel luogo così desolato. Mi alzai da terra e feci pochi passi.
Mi bloccai subito.
Davanti a me, a pochi metri, c'era lui. Non un lui normale, c'era Edward Cullen.
Guardava davanti a sè, era quasi di spalle che riuscii a stento a riconoscerlo. Stringeva i pugni.
Sentii nuovamente dei passi sul terreno. Un cervo, non molto grande, entrò nella radura da dietro gli alberi, dirigendosi verso Edward. Lui era ancora immobile, che guardava dalla parte opposta alla mia, senza quasi respirare.
Poi, come se quasi avesse avuto le ali sotto ai piedi, si gettò sul cervo, intrappolandolo.
Rimasi basita dalla vista, che non mi mossi da dov'ero.
Edward era sul cervo e... Era attaccato al suo collo, dove... succhiava il sangue.
Sembrava davvero avido di quel liquido rosso che adesso ricopriva tutto il corpo del povero animale, che, non appena smise di bere, si voltò subito alla ricerca di un'altra preda.
Mi fissò negli occhi, sul volto un'espressione strana... Confusa. Forse non sapeva cosa fare.
Si portò le mani alle tempie e chiuse gli occhi, sul volto un'espressione affranta.
Poi, così com'era arrivato, scomparì dietro gli alberi.


Mi svegliai di colpo, ed era già mattina.
Mi tastai piano le tempie con la mano, erano madide di sudore. Che strano, quel sogno sembrava tanto vero quanto solo il frutto della mia fantasia. Mi affacciai alla finestra: pioveva a dirotto.
Decisi di vestirmi e di andare da Alice, chi sa quali strane cose avrebbe programmato da fare per passare la giornata... Scesi le scale e la cercai per tutta la casa. Di lei nessuna traccia.
Pensai che forse era in bagno o nella sua stanza, ma bussai molte volte in entrambe senza avere risposta. Andai infine in cucina. Sentivo lo stomaco brontolare e avevo proprio bisogno di qualcosa da mettere sotto ai denti... Sembrava che non mangiassi da tanto... Eppure era solo mattina.
Guardai il grande orologio a pendolo della cucina. Non era mattina. Segnava le 16,30 del pomeriggio. "Oh, mamma", pensai.
Poi vidi un biglietto bianco piegato in quattro parti. Non l'avevo notato prima, e mi chiesi perchè.
Solo poche parole.

"Bella, se hai fame puoi servirti da sola. Io sono andata a fare alcune cose con Tanya e sua sorella Kate, e non volevo svegliarti, dormivi così bene! Fai pure un giro per la casa, so che ti piace leggere e c'è una biblioteca ben fornita al piano di sopra! Dagli un'occhiata! Tornerò presto, divertiti!"


Decisi di fare come mi aveva suggerito. Mi preparai un po' di pane con le patate, giusto per mangiare qualcosa e per risollevarmi un po'. Denali - almeno ciò che avevo visto finora - era davvero una città carina, ed anche molto accogliente. Mi aspettavo che facesse freddo, invece c'erano solo 15 gradi o giù di lì.
Quando terminai il mio spuntino, seguii di nuovo il consiglio di Alice. Era vero che amavo la lettura, ed era vero anche che mi stavo annoiando perchè non sapevo cosa fare, così decisi di andare in questa fantomatica biblioteca che c'era a casa di Tanya. Almeno così avrei ingannato un po' il tempo.
Non sapevo bene dove si trovasse la stanza, ma Alice aveva detto "al piano di sopra", così salii le tre rampe di scale fino ad arrivare all'ultimo piano e capii di aver seguito la strada giusta.
Su una porta di legno scuro, c'era la scritta "biblioteca".
"Bingo!", pensai, mentre aprii la porta.
La stanza era considerevolemente enorme, c'erano tanti scaffali in legno che contenevano quelli che sembravano essere centinaia di libri. Mi avvicinai al primo scaffale... Tutti i volumi di Shakespeare rilegati finemente e sicuramente antichi... Poi Swift, E. A. Poe, e molti altri autori del tempo e anche alcuni più vecchi.
- Che fortuna - dissi tra me e me, nella mia solitudine.
Feci altri passi, ed ammirai gli altri libri sugli innumerevoli scaffali; erano davvero troppi, come grande era la stanza. Poi trovai i miei preferiti.
Orgoglio e Pregiudizio, Cime Tempestose, Ragione e Sentimento... Erano nuovissimi. Contemplai le copertine e le pagine all'interno. Avevo potuto leggere quei libri solo perchè me li aveva prestati una mia zia che era molto facoltosa. Beata lei che poteva permettersi tutti questi libri...
Mi voltai e iniziai a sfogliare le pagine di Cime Tempestose, leggendo stralci di periodi che mi avevano affascinata quando l'avevo letto la prima volta. Me lo sarei divorata di nuovo.
Iniziai a camminare, con il sorriso sulle labbra. Ero felice di poter passare del tempo così.
- Cime Tempestose? - disse una voce maschile. Capii subito di chi era. Era l'unico ragazzo di quella casa...
- Sì, è davvero un bel libro. O meglio, penso che se lo si apprezzi lo è. - risposi per le rime, alzando lo sguardo e guardando Edward fisso negli occhi. Non potevo dire di stare a mio agio guardandolo, poichè, come quando l'avevo visto a casa Cullen, sembrava che il suo sguardo mi incatenasse e non mi permettesse di fare cose coerenti.
- Sono punti di vista. A mio parere c'è troppo odio tra i due protagonisti... Sono forse troppo egoisti e vendicativi  per capire che ciò che conta davvero sia l'amore che provano l'un l'altra... - mi disse, con un tono saccente. Il suo sguardo era illegibile. Sembrava arrabbiato ma anche triste, o addirittura affranto, come nel sogno di stanotte. Ma, soprattutto, perchè mi parlava? Avevo capito che mi odiava, o no? Era un modo per vedere se ero all'altezza di parlare con lui?
- Penso invece che Heathcliff sia un personaggio molto profondo. E' solo incompreso... -
- Se la pensi così... Io non sono d'accordo... -
- A ognuno piacciono cose diverse. Non si può amare tutto nella vita - gli risposi, un tono acido nelle mie parole. Naturalmente quel "non si può amare tutto nella vita" era riferito a lui. Non avevo niente di male contro di lui, ma forse lui contro di me, sì. Volevo vedere cosa avrebbe risposto. Aveva capito l'ironia dietro le mie parole?
- Oppure si può amare qualcosa ma non poterla avere, non trovi? Proprio come Heathcliff. Ama follemente la sua Cathy ma non può averla perchè lei non lo ritiene all'altezza. O forse perchè è solo masochista, perchè non prova a riprendersela. Stupido, vero? -
Aveva raggirato la domanda, oppure era una risposta alla mia affermazione nascosta? Non ne avevo idea. Parlava in un modo così criptico... Era troppo difficile da comprendere. Le sue parole mi suonavano come un rebus, come un'allusione alla sua situazione, ma più di tanto non ci pensai.
Vidi tuttavia i suoi muscoli rilassarsi, la sua espressione farsi meno tesa. Forse si stava ricredendo sul mio conto... O forse stava solo pensando ad altro di più divertente.
- Sì, davvero stupido. - Nella parola "stupido" c'era un senso. Quella parola era realmente diretta a lui. Perchè si dimostrava tanto distaccato nei miei confronti? Cosa gli avevo fatto?
Non rispose a quell'affermazione.
Mi diressi, con il libro in mano, verso l'unico divano della stanza, dove Edward era già seduto con il suo libro tra le mani. Cercai di leggere il titolo del libro. Era La Tempesta di W. Shakespeare.
Mi sedetti accanto a lui, il più lontano possibile, oserei, visto che tra di noi non c'era molta confidenza. E poi non pensavo che il suo astio verso di me sarebbe finito con quelle due parole scambiate solo perchè ci eravamo incontrati per caso nella stessa stanza.
Accavallai le gambe, ed iniziai a leggere. Edward sembrò irrigidirsi, ma tuttavia non si mosse.
Non si mosse nemmeno per tutti i minuti e forse ore successive che trascorsi lì a leggere.
Fu immerso nella sua lettura e non mi chiese più nulla di nulla. Improvvisamente, si alzò dopo tanto tempo, chiudendo il suo libro e tirando un sospiro.
Pensavo che adesso se ne sarebbe andato, dato che molto probabilmente aveva finito di leggere il suo libro, ma al contrario si diresse verso un grosso piano a coda che si trovava in fondo alla stanza. Prima non ci avevo fatto caso.
Vidi i movimenti di Edward. Si sedette sullo sgabello foderato di raso rosso e cominciò ad intonare una melodia a me sconosciuta. Almeno, erano sconosciute le prime note. Poi, la riconobbi.
Era di sicuro Claire de Lune, di Debussy. Amavo quella composizione. Mentre suonava continuavo a leggere, e tutto sembrava così leggero...
Quando finì quella melodia, ne intonò subito un'altra e un'altra ancora... Una più bella dell'altra, le perfette imitazioni delle composizioni di Mozart, Chopin e dei più grandi musicisti fino ad ora.
Non si voltò mai una volta verso di me, che gli lanciavo sguardi ogni tanto, tra una pagina ed un'altra. Era davvero bello, ed era ricco. Dopotutto, non era così male.
Forse, il fatto che era rimasto significava che gli piaceva la mia compagnia... Ma poteva anche significare che, visto che Alice e le altre erano fuori, si stancava di stare solo. Oppure può darsi che restava per suonare. Non ne avevo idea.
Sta di fatto che, senza accorgermene, mi addormentai, cullata dalla musica.
Mi risvegliai poco dopo, immagino, quando qualcosa di gelato mi toccò. Sembrava un muro di marmo, tanto che pensai di essermi tanto rigirata sul divano da essere caduta per terra e di stare con la faccia sul pavimento freddo della biblioteca.
E invece mi sbagliai. Guardai in basso, e vidi una mano che mi cingeva la vita, ed una altra poco vicino che mi teneva le gambe. Ero tra le braccia di qualcuno. Alzai la sguardo, forse consapevole di conoscere l'identità della persona che mi portava in braccio, dato che forse era l'unica che poteva farlo. Incontrai i suoi occhi topazio. Mi guardava con occhi vigili, seri, che mi trasmettevano nervosismo. Forse non voleva portarmi a letto ma era stato costretto a farlo.
Mi scappò uno sbadiglio.
- Hai fame? - mi chiese.
- Si... Shi... - di nuovo uno sbadiglio. Chi sa che ore erano. - Che ore sono? - gli chiesi.
- Sono le nove - rispose molto secco e indifferente.
- Ho dormito molto? -
- Circa tre ore -
- Ah. C'è Alice? -
- No, non è ancora tornata - disse, sospirando. Era davvero scocciato.
Ci stavamo dirigendo verso la mia stanza, lo capii dai quadri sulla parete, anche se conoscevo la casa da troppo poco per ricordare ogni minimo particolare.  
Mi poggiò delicatamente sul letto e si voltò per andarsene.
- Edward... - lo chiamai. Faceva davvero uno strano effetto prununciare il suo nome, dato che in un certo senso, non ci eravamo mai presentati ufficialmente.
Si girò piano, sul suo volto mille emozioni diverse. Tuttavia non rispose, stava aspettando.
- Grazie - gli dissi, per fargli capire che era stato carino con me... Almeno una volta, da quando c'eravamo visti una settimana fa. Quando ero arrivata a New York.
Nuovamente non mi rispose. La sua espressione divenne più dura, più rude, e molto enigmatica, quasi come se si pentisse di avermi portata fin qui. Uscì dalla stanza senza fare troppo rumore e si chiuse la porta dietro di sè.


Adesso non avevo più sonno. Restai sul mio letto a fissare il soffitto sopra di me.
Era davvero una noia mortale, ma poi mi accorsi che sul comodino c'era qualcosa. Non credevo che potesse essere proprio quello, ma quando lo toccai ne fui certa. Era il libro che leggevo in biblioteca. Immaginai che Edward l'avesse portato qui per non farmi annoiare, ma poi ritrassi il pensiero. E perchè l'avrebbe dovuto fare? Dopotutto mi odiava, oppure no?
La risposta giunse veloce alle mie orecchie come un fulmine in un temporale.
Alice, Tanya e Kate erano tornate, avevo sentito che avevano salutato Edward, ma lui non aveva risposto, come sempre.
- Kate, Tanya, scusate... Potete lasciarci soli? - chiese con mia grande sorpresa Edward qualche minuto dopo. Non sentii alcuna risposta, così dedussi che Edward era rimasto solo con Alice.
- Allora? - gli chiese lei.
- Allora... Niente. -
- Non fare il superficiale come al solito, caro fratello... Io so tutto - disse Alice, sottolineando l'ultima parola della frase.
- Sì sì, lo so. -
- Ti sei divertito? -
- Stai andando troppo nel personale, ferma i tuoi pensieri... Non è stato niente di tutto quello che stai immaginando -
- Oh, ma come sei! Un giorno morirai per la troppa chiusura. Apriti, Edward! Questa occasione è perfetta! -
- Sì, perfetta. E' stato un bene che abbia chiuso le narici -
"E' stato un bene che abbia chiuso le narici"... Qualcuno mi dice che si riferisce proprio a me. Adesso puzzavo anche? Sì, Bella. Ti odia. E pure tanto! Forse è per questo che ha fatto quella faccia prima, quando stavi tra le sue braccia. "Allora, cosa farai?" Nulla, non farò nulla. Se le mie teorie sono vere, me ne vado. O almeno cerco di evitarlo. "Brava", disse la voce nella mia testa.
- Come ti odio! Dimmi la verità! -
- Vuoi la verità? Ebbene... Non è tanto difficile come sembra -
- Ecco, questo è quello che ti volevo sentir dire! E domani, lo rifarai! -
- Eh? Ma vuoi pilotare tutte le mie relazioni? -
- Sì. Perchè tu non ne sei capace. -
- Ah, sì. Perchè tu sai tutto -
- Sì. Se non fossi venuta qui... Tu non sai... Tanya -
- Tanya? E lei che centra? -
- Guarda un po'... Impegnati con Bella. So che ce la puoi fare -
- Sì, ci proverò... Ho visto che... -
Non riuscii ad ascoltare il resto perchè per mia sfortuna, il sonno prese il sopravvento su di me, ma, ne sono sicura, forse un barlume di speranza c'era.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Yuna Shinoda