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Autore: Megan___    27/06/2014    2 recensioni
[Isa] x [Lea]
Le luci colorate che brillano nella notte, l’odore di zucchero filato che arriva alle narici, il vociare della gente... Lo senti che c’è aria di festa.
Dedicata a Maryann, che per i 19coffcoff 91 se la merita~
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Saix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep
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PRANKSTER’S PARADISE
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Le luci colorate che brillano nella notte, l’odore di zucchero filato che arriva alle narici, il vociare della gente... Lo senti che c’è aria di festa.
Che assurdità pensi, sbuffando mentre cammini tra le persone con le mani nelle tasche. Non hai mai capito perché la gente debba vedersi in piccoli punti di ritrovo e accalcarsi per far finta di divertirsi su giostre e tra bancarelle scadenti. Ancora di più ti chiedi perché ti ritrovi in quel posto pure tu. Tu, che non sopporti tutto quel trambusto inopportuno.
«Eheh! Eccoti dov’eri!»
Ah, ecco perché. Lanci un’occhiata all’unica persona in grado di tirati in ballo in una cosa del genere: il ragazzino dai capelli rossi si è appena presentato davanti a te, sfregandosi il naso e sorridendo vittorioso mentre ti mostra due gettoni per una giostra. Gettoni che tu guardi con disgusto storcendo il naso. No, non ci vuoi salire su quella trappola che sale e scende a ritmo di lumaca. Ma sai anche che protestare non porterebbe da nessuna parte. Sospiri, ormai già rassegnato: anche se non ti va, sai già come andrà a finire e ribellarsi è diventato uno sforzo inutile, se si tratta di lui.
«Son sempre stato qui, Lea» borbotti, prendendo un gettone dalle dita tese del tuo amico e infilandotelo in tasca, assieme alle tue mani.
Lui sta parlando, ma non lo ascolti già più dalla seconda frase che ha detto. Stai sperando che in tutta quella confusione ci sia almeno una bancarella che venda ghiaccioli al sale marino. Inizi a guardarti in giro, cercandone una che non riesci a trovare: quel giorno quegli schifosissimi bastoncini di zucchero filato rosa hanno rimpiazzato l’unica cosa buona di quel posto.
Sarà la disattenzione, sarà il fatto che dopotutto non ti interessa per niente salire sulla ruota panoramica, ma Lea ora non c’è più. Non è più di fianco a te, a parlare a vanvera sul nuovo modellino di robot messo in commercio o chissà cos’altro. Che robe da bambini, ti ritrovi a pensare. Ma poco importa, adesso. Ti guardi a destra e sinistra, cercando con lo sguardo la chioma rossastra e quel paio di occhi verdi che ormai hai imparato a conoscere fin troppo bene. Niente: Lea non si trova più. Non è dietro di te, non è davanti a te, non è nemmeno in fila per quelle stupide giostre che hanno installato nella piazzola. Dove diavolo è finito ti chiedi, scocciato, senza pensare che, forse, quello che si è perso sei tu. Cammini tra la gente, cercandolo, ma nulla.
Sospiri -di nuovo- decidendo che forse è il caso di restare fermi, per non continuare a girare a vuoto, e ti appoggi a un muretto lì vicino. Prima o poi passerà di qua. Cinque minuti passano, poi dieci, poi diventano trenta, ma di Lea non c’è ombra. Sbuffando sonoramente -per quanto si possa udire in quel caos da fiera di paese- ti allontani dal muricciolo, avvicinandoti a uno di quei venditori di palloncini aerostatici che spopolano ad eventi del genere.
«Me ne dia uno» biascichi al signore mentre gli porgi 150 munny e prendi il primo che ti capita a tiro dal mucchio di palloncini. Chissà che così mi trovi prima. Ritorni al muretto, sedendotici sopra e appoggiando la guancia sulla mano.
Ormai la serata è andata e non hai mangiato neanche un ghiacciolo - dannate fiere. Anche gli occhi si fanno pesanti, stufo di aver aspettato per più di due ore seduto.
E’ proprio quando senti di voler dormire che davanti ai tuoi occhi semichiusi si fermano un paio di piedi che credi di aver già visto... Sì, le hai già viste più di una volta, quelle scarpe da tennis.
«Alla buonora…» bofonchi seccato.
Il tuo compagno si mette a ridere, vedendo la tua reazione.
«Tieni.»
Sposti svogliatamente lo sguardo sulla sua figura per notare che per la seconda volta nella serata di tende la mano. Tra le dita un ghiacciolo al sale marino. Soffi divertito, alzandoti dalla tua postazione e accettando il dolce.
«Almeno ti sai far perdonare...» gli dai una leggera gomitata sotto le costole, e lui ricambia ridendo, come fate sempre voi due. Ormai è troppo tardi per le attrazioni. Almeno me le sono risparmiate.
«Toglimi una curiosità... Com’è che hai fatto a trovarmi?»
«Non dire sciocchezze, Isa. Sei l’unico che prenderebbe quell’orrendo palloncino a forma di mezzaluna.»
Alzi lo sguardo sul tuo acquisto, per poi tornare a sbuffare. Per fortuna sai nascondere bene il rossore in viso.
  
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