L'essere priva di ogni emozione e sentimento all'età di 18 anni ti porta a meditare sul significato della vita, chiedendoti cosa hai fatto per meritarti il male che ti è stato inflitto.
Ti porta a pensare di farla finita e non porti più quelle maledette domande.
L'unica cosa che puoi sentire è il dolore fisico, allora te lo autoinfliggi.
L'autolesionismo ti porta nel bagno di casa con una lametta in mano, la tua immagine riflessa nello specchio e la ferma decisione di farla finita. 
Ti porta a guardarti i polsi, poi alzi lo sguardo e incontri i tuoi occhi, dentro ci puoi leggere tutte le emozioni contrastanti che il tuo corpo sta provando in questo momento: la voglia di vivere che prepotente in te ti chiede di non farlo, di ripensarci e contemporaneamente la voglia di farla finita per non pensare più, per non soffrire più.
I tuoi occhi, così simili ai suoi... A quelli della bestia...
La bestia... quella che ogni sera torna a casa ubriaco dal bar, ti si avvicina barcollante e ti inchioda al muro con il suo sudicio corpo e comincia ad urlarti addosso tutto il suo odio. 
Tu giri la testa e accetti ogni parola pronunciata con odio, chiudi gli occhi e serri i pugni consapevole che una ribellione da parte tua lo porterebbe a farti sputare sangue. 
Però è da anni che non gli basta più picchiarti... Vuole di più...
Apri gli occhi e ti guardi di nuovo nello specchio, il tuo respirare si è fatto affannoso e la lametta si è avvicinata pericolosamente al tuo polso, l'allontani. Ricordare fa male, ma devi farlo. Richiudi gli occhi e pensi a quello che è successo dopo.
Il suo alito puzzolente si fa sempre più vicino, la sua voce si fa sempre più flebile fino a divenire un insieme di indistinti versi, simili a dei grugniti ed alla fine il suo corpo schifoso comincia a strusciarsi eccitato contro il tuo. 
Chiudi gli occhi ancora più forte, per non piangere, tu non sei debole...
Ti conficchi le unghie nella carne per non reagire...
Ti mordi l'interno della guancia per reprimere i conati di vomito che quelle mani disgustose ti provocano.
Trattieni il fiato e speri, anzi preghi che tutto si concluda in fretta.
Quando tutto è cominciato hai sperato che qualcuno ti venisse a salvare, ma non è successo. Così, piano piano, hai smesso di parlare, hai smesso di chiedere, hai cominciato a lasciarti morire lentamente e inesorabilmente ti sei lasciata cadere in un baratro senza la possibilità di poterne uscire. Hai lasciato perdere i tuoi sogni, le tue ambizioni, i tuoi desideri, l'infanzia, l'adolescenza e soprattutto il tuo futuro.
Ma ora basta. È ora di riprendere in mano la tua vita.
Apri gli occhi e ti riguardi allo specchio, prendi la decisione giusta, lasci la lametta, ti lavi la faccia e corri in camera, prendi un borsone e lo riempi con delle cose a casaccio che pensi ti potrebbero servire. 
Esci dalla camera con il borsone poggiato sulla spalla e ti dirigi velocemente in cucina apri le maniglie del gas e poi vai in salotto dove la bestia sta dormendo con un ghigno perverso a deformargli il viso. 
Esci dalla porta lasciandoti dietro tutti i dolori provati e i problemi. Esci per sempre da quella casa e pensi con gioia al tuo futuro, che non sarà di certo rose e fiori, ma pieno di sassi e dolore.
Si perchè tu pensi di esserti di lasciata tutto alla spalle, ma non è vero.
Quello che ti è successo in tutti questi anni ha lasciato dentro di te una traccia indelebile che sarà impossibile cancellare, qualunque cosa tu faccia.
La follia perversa che quella bestia ha usato contro di te, quella follia piano piano ti ha consumato l'anima oramai lacerata e il corpo oramai emaciato da anni di torture e sevizie. 
Ora ti interessa solamente respirare l'aria di libertà e lasciarti alle spalle tutto, anche per poche settimane, pochi giorni o solamente poche ore. Ma lo sai bene  anche tu che il tuo passato tornerà a perseguitarti senza lasciarti alcuna possibilità di scampo.