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Autore: DorotheaBrooke    27/06/2014    3 recensioni
Loki ha appena saputo della decisione del padre di nominare Thor re di Asgard. In preda allo sconforto, solo la madre può consolarlo.
[La storia si è classificata terza al contest "Amore di Mamma!" indetto da Io@ ;) sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frigga, Loki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I rami nodosi dell’albero si spandevano spettrali contro un cielo nero, la flebile luce delle stelle sembrava inghiottita dalla vuota immensità di quella profonda oscurità. Gli occhi della celeste sposa di Odino erano fissi sulla figura esile che sembrava svanire fra le radici. Loki sedeva la schiena abbandonata contro il tronco, le gambe distese di fronte a sé e lo sguardo spento perso nel vuoto.
 
 -Hai bisogno di qualcosa, madre?- Il capo del giovane si inclinò appena di lato. Gli occhi  si posarono sull’immagine della madre. Perché veniva da lui ora? Per rammentargli il suo fallimento? Per schernire il suo dolore? Non voleva, non poteva più sopportare nessuna umiliazione. A cosa erano serviti i suoi sforzi? Per quale scopo aveva combattuto e sofferto? Con ogni  respiro aveva tentato di rendersi degno, di attirare su di sé lo sguardo benevolo di quel padre magnifico e terribile che aveva adorato in un patetico delirio. Un comodo posto dove inginocchiarsi di fronte al fratello. Ecco cosa aveva ottenuto. La sua ricompensa. Sentì la bocca distorcersi in un ghigno. Come aveva potuto farsi superare da uno stolto che avrebbe portato il regno alla rovina? Come aveva potuto sforzarsi tanto per quei patetici ingrati? Come aveva potuto amarli così tanto?
 
-Le decisioni di tuo padre ti turbano?- la regina mosse qualche passo verso il figlio.
 
-Non è degno di un principe di Asgard contestare le decisioni del proprio re- Qualcosa di gelido si era insinuato nella voce del figlio, un veleno che rendeva anche le parole più semplici insidiose e traditrici.
 
-Non stavo parlando al principe di Asgard, ma a mio figlio- Frigga si lasciò cadere in ginocchio accanto a Loki, mentre la bocca del giovane si dischiudeva in segno di muto stupore. Anche se Odino aveva sempre tentato di dividere equamente il proprio amore fra i figli, non era mai riuscito a non farlo sentire diverso. Se infatti il marito tentava di riservargli un trattamento imparziale, chi fra i sudditi ne conosceva le vere discendenze, lo guardavo con sospetto e lo evitava come portatore di disgrazie, sebbene fosse ancora un bambino. Dove poi non arrivavano la diffidenza e la maldicenza della gente, erano le attitudini naturali a porre distanza fra i due fratelli. Quante volte aveva medicato le contusioni e i graffi che il figlio adottivo si era procurato nell’inutile tentativo di eguagliare il fratello nell’arte della guerra. Tuttavia ciò che più la torturava era che non c’era rimedio che conoscesse per la ferita che tormentava ora Loki. –Credi di potermi celare gli affanni del tuo cuore?-
 
-Se tu sapessi cosa si cela nel mio cuore, mi staresti lontana.-  La vicinanza della madre gli era quasi insopportabile. Non desiderava altro che la solitudine. Bramava solo il silenzio e l’oscurità in cui piantare i semi del proprio rancore e coltivarli pazientemente, finché non fossero fioriti, liberando un veleno in grado di annientare l’universo intero.
 
-Ti sbagli. È proprio perché lo so, che ti sto accanto- Senza dire altro prese fra le mani il capo del figlio e con le labbra ne sfiorò la fronte.
 
Il calore di quel bacio lo travolse come un fiume, lasciandolo basito e indifeso.  I pianeti avrebbero potuto compiere un milione di volte il loro giro, mondi sarebbero potuti nascere e creazioni cadere, eppure sua madre sarebbe sempre riuscita a stupirlo. Si chiese come aveva potuto anche solo per un istante pensare che fosse come tutti gli altri. Lei che gli aveva fatto il dono della magia perché superasse le proprie debolezze. Lei che gli aveva concesso il suo amore. – È il figlio prediletto. Potrebbe causare una guerra, passare il tempo bevendo e ingozzandosi fra le più turpi compagnie, ridurre in cenere il trono e sarebbe comunque il figlio prediletto -  Le parole fluirono dalla sua bocca senza che se ne rendesse conto, risuonando strane lontane alle sue orecchie, come se fosse stato un altro a pronunciarle. Si morse il labbro inferiore, finché il sapore ferroso del sangue non pervase la sua bocca.
 
Frigga sorrise mestamente. Non importava quanti scudi avrebbe eretto il figlio o quanto avrebbe tentato di allontanarsi da lei, lo avrebbe sempre raggiunto. –Le vie che la tua mente percorre sono tortuose e senza luce-  disse, passando delicatamente la mano fra i capelli corvini del giovane –Abbandona la notte interminabile in cui vaga la tua anima e lascia che su di te si rovesci il giorno-   
 
Loki scattò in piedi – Nessuna notte. Nessun giorno. Mi avete abbandonato in questo crepuscolo interminabile, all’ombra di mio fratello- Le lacrime bruciarono i suoi occhi, per poi rigargli le guance. Le ignorò. – Odio Odino. Odio Thor. Odio il palazzo, i suoi maledettissimi stucchi e i suoi ori. Odio le persone e i loro frivoli sorrisi. Odio quest’albero e questi prati, il sole e le stelle. Odio questi orizzonti sterminati.-
 
La sposa di Odino rimase in silenzio per qualche istante. Il giovane di fronte a lei piangeva. Alla luce delle stelle le sue lacrime sembravano frammenti di ghiaccio. – Odii anche me, figlio  mio?- Chiese tendendo le braccia verso di lui.
 
Loki serrò i pugni. Era troppo. Troppo dolore. Troppa invidia. Troppo rancore. Troppo affetto. Scuotendo violentemente il capo, si lasciò cadere nelle braccia della madre. Fra i singhiozzi, udì appena le parole – Non importa quanto odio tu provi, io nutro abbastanza amore per entrambi.-
 
  
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