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Autore: Ili91    30/06/2014    5 recensioni
[Crossover Teen Wolf/Supernatural, Sterek, POST 3x12]
Un vecchio amico di John Winchester fa sapere a Dean e Sam che a Beacon Hills ci sono problemi e richiede il loro intervento. Intanto, sei mesi dopo gli ultimi eventi successi a Beacon Hills, Lydia trova due cadaveri in pochi giorni e Stiles e il resto del branco sono certi si tratti dell’opera di un licantropo. Derek, intanto, si è trasferito, ma una telefonata lo spinge a tornare a casa.
Leggesi anche come: Beacon Hills ha un alto tasso di mortalità, Derek e Stiles hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro, e Dean ha un serio terrore di un’anziana signora e del suo pappagallo.
Tratto dal primo capitolo:
Senza smettere di battere sulla tastiera del portatile o cliccare con il mouse, Sam disse: «Un vecchio amico di papà - Timothy, lo ricordi? - mi ha fatto sapere che a Beacon Hills succedono cose strane e richiede anche il nostro intervento.»
[…]
«Hai trovato riscontri o il vecchio Timothy esagera?»
Sam si voltò verso di lui, guardandolo ad occhi sbarrati. «Esagerare? Penso che Beacon Hills dovrebbe essere citata come una delle città con il più alto tasso di mortalità dell'ultimo secolo.»
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There is need of the Winchesters - CAPITOLO 16 Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Comico
Note e avvertimenti: 
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima, seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 16/16 (3315 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12


There is need of the Winchesters

16

Si erano presentati poco prima del tramonto, proprio come riferiva il messaggio lasciato sulla porta della sua casa. Era ancora lì, vergato con vernice rossa.
Derek e l'intero branco si erano divisi, coprendo una superficie più grande del territorio circostante, ma non abbastanza per non riuscire ad accorrere in caso qualcuno necessitasse di aiuto.
Una leggera brezza si alzò e il cielo si coprì rapidamente di nuvoloni scuri, grondanti di pioggia. Questo non avrebbe aiutato la visibilità.
Sam e Dean si presentarono, anche se in ritardo, ma Derek aveva temuto che nemmeno si sarebbero fatti vedere, quindi era già qualcosa.
«Scusate, abbiamo avuto qualche problema» disse Sam.
Dean si guardò in giro, soffermando i propri occhi sui punti dove il branco aveva preso posizione. «Vedo che non ci siamo persi molto.»
Era un cerotto quello che aveva sul suo collo? Si chiese Derek, osservandolo.
Non aveva idea di cosa i due cacciatori avessero combinato prima di raggiungerli, ma nemmeno gli interessava.
«Tutto bene?» chiese Scott, invece.
«Sì, un piccolo problema con un demone, ma abbiamo risolto» spiegò Sam.
Esistevano anche cose come quelle? Non ne aveva mai sentito parlare. Si domandò se Peter, che, doveva ammettere, era più informato di lui, ne fosse a conoscenza.
Scott pose qualche altra domanda, sinceramente interessato, che Derek ascoltò distrattamente. Poi Dean e Sam vennero aggiornati riguardo il messaggio e su come si fossero disposti.
Ora si trattava solo di aspettare.
L'attesa fu abbastanza lunga, l'aria diventava sempre più tesa e pesante ogni minuto che passava. Tutti si aspettavano che stesse per succedere qualcosa, ma non si aveva idea di quanto sarebbe stato difficile affrontare qualunque cosa si fosse presentata.
Quando il sole scomparve completamente, il cielo era ormai scuro e cominciavano a cadere gocce di pioggia e Derek pensò che l'Alpha li stesse solo prendendo in giro.
Infine, la trappola scattò, cogliendoli di sorpresa e fu doloroso.
La terra esplose in più punti, all'improvviso e tutti insieme; il giardino di proprietà della sua famiglia fu sconvolto da fuoco e fumo.
Derek fu fortunato e quella prima ondata lo mancò, ma non tutti lo furono altrettanto. Quando il fumo si diradò, vide che Isaac aveva tratto in salvo Allison, ma si era ustionato la parte sinistra del corpo e una porzione della schiena. Poi sentì i gemiti di dolore dei gemelli. Non li avrebbe mai perdonati per il ruolo che avevano avuto nella morte di Boyd, ma non voleva che morissero. Non poteva vederli, però, perché fuori dalla visuale del punto in cui si trovava e non osava ancora muoversi, in attesa di un secondo attacco.
Scott dov'era? Si guardò intorno, alla sua ricerca. Qualcosa gli diceva che non era ancora finita. Lo vide poco più lontano, in compagnia dei due cacciatori, trasformato e furioso. Anche gli altri due erano in difficoltà, visto che avevano un nemico non presente fisicamente e che agiva con mezzucci quali bombe esplosive.
E frecce, si corresse, quando una di esse si conficcò nel suo fianco, per metà. La strappò via immediatamente, con un gemito, mentre il sangue cominciava a fuoriuscire dalla ferita. «Attenzione!» gridò e le sue parole servirono a qualcosa, perché Scott riuscì a frenare una freccia diretta alla testa di Sam. 
«Allontaniamoci da qui» fece Dean e gli illesi aiutarono gli altri a spostarsi dalla zona pericolosa.
Derek rimase immobile e, alla terza freccia scoccata, capì da che punto provenivano  - un albero cavo – e disinnescò la trappola, frantumando la balestra ai suoi piedi.
Era chiaro che nessun Alpha si sarebbe presentato quel giorno ed era evidente che non volesse giocare pulito.
Improvvisamente, sentì il telefono squillare. Rispose con un po' d'affanno, mentre sentiva la ferita al fianco bruciare. «Stiles?» Il suo nome era comparso sullo schermo.
«È Peter! È lui l'Al...» La telefonata s'interruppe bruscamente.
«Stiles!» gridò, sebbene l'altro non potesse più sentirlo. Provò a richiamarlo, ma rispose la segreteria telefonica.
Peter, dannazione! Si sentiva furioso, tradito da suo zio, il poco che rimaneva della sua famiglia, un'altra volta. Non è che avesse esattamente cominciato a fidarsi di lui, ma aveva pensato si fosse calmato, dopo aver chiuso con la vendetta contro Kate Argent e i suoi complici. Era stato un errore permettergli di circolare, ora Stiles e tutte le persone che Peter aveva ucciso ne stavano pagando le conseguenze.
Erano stati degli stupidi ed era arrivato il momento di rimediare.
Stiles era in pericolo, si rese conto in quel momento e il pensiero lo spaventò. Doveva fare qualcosa, non c'era tempo da perdere, ogni secondo era prezioso. Ignorò il dolore al fianco, i richiami delle persone presenti che avevano notato che qualcosa non andava e si precipitò alla sua Camaro.
Guidò più velocemente che poté, ignorando la pioggia e il traffico, mentre intanto metteva gli altri al corrente di cosa stesse succedendo e chiedendo rinforzi. Non ne aveva la certezza, ma sapeva dove andare: a casa di Peter. Se conosceva abbastanza Stiles – e, dannazione, avrebbe legato quell'idiota al letto se avesse saputo che sarebbe andato da Peter per farsi uccidere – immaginava che dovesse aver capito qualcosa e aver cercato qualche prova, mettendosi poi in pericolo.
Sperava solo di arrivare in tempo. Non poteva permettere che anche lui si facesse del male – che morisse –, sarebbe stata la goccia, non si sarebbe più ripreso.
Sospirò ed accelerò ancora. Doveva solo fare in tempo.

***

Si erano spostati in soggiorno, ma la spaziosa stanza sembrava lo stesso piccola, priva di fuga.

«Sai, Stiles, avrei voluto fosse qualcun altro, magari Allison, o Isaac, o l'adorabile Melissa. Questa volta, la tua intelligenza ti si è rivolta contro.»
Stiles deglutì e si ritrasse, mentre si guardava con discrezione intorno alla ricerca di qualcosa che potesse funzionare contro un lupo mannaro.
«Sarei ancora disposto a concederti i benefici del morso, sai, Stiles? Ti farei partecipare alla mia crociata e non sarei costretto a vedere tutto questo potenziale sprecato.» Le zanne di Peter vennero sguainate e lo sguardo luccicò di rosso, rosso come il sangue. Aveva visto prima gli occhi di un Alpha, ma quelli di Peter erano diversi, più minacciosi, più crudeli.
«Tu sei pazzo!» esclamò Stiles. Una piccola parte di sé, però, la stessa che non comprendeva se l'offerta fosse seria o no, era anche sorprendentemente attratta e lusingata dalle parole di Peter. Non che avrebbe mai accettato, ovviamente.
Peter scrollò le spalle. «Così dicono.» Si avvicinò di un altro passo, apparendo ancora più minaccioso. «Non sono uno di quei cattivi idioti che perde tempo a raccontare la propria storia strappalacrime, mentre la damigella in pericolo attende la cavalleria.»
Stiles tentò di mantenere la calma, Peter poteva fiutare la sua paura. «Non sono la damigella in pericolo.»
Peter sorrise. «No, è vero. Vali più di così.»
Derek aveva ricevuto la sua telefonata, sarebbe arrivato prima o poi, doveva solo guadagnare tempo, magari cercare e trovare una via di fuga, nel frattempo.
«Tu non avrai bisogno di raccontare, ma io voglio capire. Annette era una cacciatrice, perché lavorava con te? E perché poi l'hai uccisa?» chiese, ponendo le prime domande che gli venivano in mente.
«Sei intelligente, Stiles, te l'ho già detto – sei a caccia di complimenti, oggi? -, arrivaci da solo.»
In realtà, era vero, lo immaginava, proprio come Peter aveva detto. Mentre era alla ricerca della prova finale, aveva riflettuto e messo insieme i vari pezzi.
Il piano lo avevano avuto chiaro fin dall'inizio ed era arrivare a Scott. Peter, dopo la sua resurrezione, si era avvicinato a loro lentamente. Continuava ad essere se stesso ed erano a conoscenza che agisse solo per il suo interesse, ma avevano abbassato la guardia, non vedendolo più come una minaccia. Stiles si chiese se avesse complottato contro di loro fin dall'inizio, lui pensava di sì. Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, manovrato Annette, sfruttando il fatto che fosse in collera con il padre e facendo leva sul suo passato da cacciatrice. Secondo Stiles, era probabile che lei avesse qualche potere speciale – la nebbia doveva averla causata lei – e il padre cacciatore non doveva averle dato la sua approvazione. In ogni caso, non era tanto importanti i motivi per cui Annette si era alleata a Peter, ma il fatto che lui l'aveva usata e poi uccisa quando non serviva più o era diventata un problema. Poi, aveva finto di aiutarli, depistandoli, dando loro falsi indizi e fingendo per tutto il tempo. Non esisteva il piano perfetto e nemmeno questo lo era stato. Erano riusciti a liberare Isaac e il branco era stato più unito di quanto Peter dovesse aver sperato, che era stato vicino a Scott anche nel momento difficile. Stiles si sentì in colpa per essere ora praticamente d'intralcio. Se avesse capito tutto questo prima, non si sarebbe fatto catturare, mettendo gli altri in una posizione di svantaggio.
Peter guardò l'orologio con fare nervoso. «Ma non qui» precisò e si avvicinò ancora, agguantando Stiles per un braccio.
Lui fece resistenza, ma la presa di un lupo mannaro, un Alpha, era nettamente più salda e forte della sua.
«Vuoi parlare? Parla, ma intanto cammina.»
«Non mi uccidi subito?» chiese Stiles, deglutendo, mentre Peter lo trascinava fuori dall'appartamento. «Non che lo stia suggerendo.»
«Alla fine... sì. Al momento, ti userò come garanzia, in caso il tuo richiamo abbia sortito qualche effetto, ma poi... sei l'arma perfetta per sconfiggere Scott, la tua morte lo distruggerebbe.»
«Perché? Perché lo vuoi distruggere?» Ne aveva un'idea, ma voleva davvero uscire vivo da lì e distrarlo era la sua opzione migliore, al momento.
«Per il potere! Perché siete tutti così sorpresi? Derek, Scott, Laura. Tutti che lo hanno ottenuto senza goderne appieno, senza meritarselo. Mi sono liberato di Laura e Derek ha dato via la sua forza per salvare Cora, ma Scott... Scott è un'altra storia. Il mio primo beta si è rivelato il True Alpha, non trovi quanto questo sia ingiusto? È il caso di rimettere a posto le cose.»
Stiles non sapeva che cosa avesse innescato la miccia, forse l'incendio, forse molto prima o non c'era mai stata speranza, ma l'invidia, la gelosia e la rabbia avevano definitivamente distrutto quell'uomo. Per ottenere quello che voleva, sapeva che non si sarebbe fermato davanti a niente e questa era la cosa più spaventosa: non aveva rimpianti.
Uscirono dall'elegante edificio in cui si trovava l'appartamento di Peter e giunsero in strada. Notò che nel tempo che era trascorso da quando era arrivato all'appartamento, aveva cominciato a piovere.
«La tua macchina?» chiese Peter con impazienza. Guardava nervosamente a destra e a sinistra, temendo l'arrivo di Scott e gli altri, magari anche i cacciatori.
In effetti, se non era riuscito a sconfiggere il solo Scott in uno scontro aperto, non poteva avere possibilità con un gruppo più numeroso.
Approfittando del fatto che gli stesse prestando attenzione, Stiles prese il taser che si era portato appresso. Non era molto, ma ora che si trovavano in uno spazio aperto, benché poco frequentato, sperava fosse sufficiente a fargli guadagnare qualche minuto.
Rivolse il taser contro il collo di Peter, il quale ringhiò e si accasciò a terra.
Stiles non perse altro tempo e si allontanò correndo.
La sua fuga ebbe vita breve. Dopo meno di cinquanta metri, venne raggiunto di nuovo e Peter riuscì a fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere riverso sul terreno.
I suoi jeans si riempirono di polvere e fango, si sbucciò i palmi delle mani e avrebbe potuto giurare che l'indomani avrebbe trovato lividi viola in più punti.
Se fosse stato vivo, il giorno dopo.
Provò ad usare di nuovo il taser, ma Peter non glielo permise, scaraventandoglielo di lato, un po' come aveva fatto per il suo cellulare.
Peter non poté fare altro, perché Derek arrivò in quel momento, allontanando il lupo mannaro da Stiles. Derek gli rivolse un'occhiata. «Stai bene, Stiles?»
«La mia testa è ancora attaccata al collo, quindi direi di sì.» C'era solo Derek. Perché c'era solo lui?
«Un unico cavaliere sul cavallo bianco? Così è troppo facile. Gli altri sono saltati in aria?» Peter sembrò sollevato e nemmeno troppo sorpreso di vedere solo Derek.
Stiles si preoccupò, chiedendosi cosa avessero trovato all'appuntamento a casa Hale, al posto di Peter.
«Non contarci» disse Derek e si avventò minaccioso su Peter.
Stiles arretrò di un paio di metri, muovendosi come un gambero, non riuscendo a staccare lo sguardo dalla lotta che stava avvenendo a poca distanza da lui.
Peter si trasformò in lupo e assistere alla procedura fu più impressionante del vedere il lupo deformato come risultato finale.
Non era l'unico problema. Derek pareva in difficoltà e Peter insisteva a concentrarsi a colpire un punto sul fianco, un punto sul quale andava ad allargarsi una macchia di sangue.
Eppure, Derek non cedeva, continuando a combattere senza fermarsi o arrendersi.
Stiles si alzò in piedi. Ci doveva essere qualcosa che potesse fare. Però, anche se avesse trovato un bastone, ricordava che fine avesse fatto la sua mazza da baseball, frantumata in mille pezzi dai gemelli Alpha.
Improvvisamente, sentì lo sgommare di una moto e si voltò a vedere cosa succedeva.
Sorrise, riconoscendo Scott. Il suo migliore amico scese dalla moto ancora in movimento, lasciando che si ribaltasse su di un fianco e corse ad aiutare Derek.
Un attimo dopo, fece il suo arrivo anche l'Impala di Dean e Sam, con entrambi i fratelli a bordo.
Anche Stiles si fece avanti, aiutando un malconcio Derek ad allontanarsi dalla zona calda. Quando notò che stesse per accasciarsi, lo frenò prima che cadesse a terra e gli avvolse il braccio intorno alle spalle. «Stai bene?»
«Sì, sì, va tutto bene, sto bene» rispose l'altro, che più che sofferente, sembrava stanco.
Stiles lo aiutò facendolo sedere e gli controllò il corpo alla ricerca di ferite. Le poche che aveva non erano gravi e si stavano già rimarginando completamente, compresa quella al fianco. Lentamente, anche il respiro si regolarizzò.
«Sto bene, Stiles, non preoccuparti.»
Se voleva preoccuparsi, si preoccupava. Derek si metteva in pericolo e lui doveva far finta di nulla, eh, no! «Oh, sta zitto! Mi preoccupo, non dirmi di non preoccuparmi» replicò, arrabbiandosi. Si spinse in avanti e lo baciò.
Finalmente. Ci avevano girato intorno dal loro primo bacio e non aveva aiutato il fatto che fossero stati interrotti più volte o che ci fosse sempre qualcosa di più importante a cui pensare. In quel momento, però, non importava. La battaglia era finita, l'Alpha era stato scoperto, Stiles poteva tirare il fiato e godersi il momento che tanto aveva agognato.
Quando Derek non rispose, Stiles si tirò indietro, temendo di aver frainteso i segnali. Oddio, che fosse stato solo un caso che l'altro l'avesse baciato, si era trattato solo di un modo per zittirlo?
Si fissarono negli occhi, li distanziavano ancora pochi centimetri di distanza, poi Derek avvolse le mani attorno al suo viso e unì di nuovo le loro labbra.
Era come se Derek si fosse preso un momento per riflettere, per poi gettare al vento qualsiasi motivo lo spingesse a non osare. Per fortuna.
Stiles si perse in quel bacio, quasi dimenticandosi di dove si trovasse e cosa stesse succedendo qualche metro più in là.
Si aggrappò alla maglietta di Derek con una mano e l'altra l'appoggiò sulla spalla, avvicinandosi un po' di più e facendo scontrare i loro corpi.
Al secondo tentativo, poteva confermare che le labbra di Derek erano morbide come gli erano sembrate la prima volta.
Non avrebbe più voluto staccarsi, fregandosene del fatto che avessero scelto il momento peggiore in assoluto per baciarsi.
Oddio, si stavano baciando. Era ancora un pensiero incredibile, ma non avrebbe potuto esserne più felice.
Dopo un tempo non definito, si separarono.
Stiles lo fissò, con il fiato corto. «Grazie. Di avermi salvato, insomma.»
Derek annuì con il capo. Continuava ad essere una persona di poche parole.
Stiles si passò una mano tra i capelli, con fare nervoso. «Beacon Hills ha bisogno di te, sai» buttò lì.
Un sorriso addolcì i lineamenti dell'altro. «Resterò, l'avevo già deciso.»
Ricambiò il sorriso, poi si decise a concentrarsi su quello che riguardava il vero motivo per cui erano lì, in quel parcheggio vuoto.
Si girò e vide Peter a terra, con Scott che torreggiava su di lui e i cacciatori che gli puntavano le armi addosso. Respirava, quindi doveva essere ancora vivo, svenuto forse.
Aveva anche ripreso la forma umana.
Scott si precipitò verso di loro, mentre Dean e Sam caricavano Peter in macchina, sul retro. Probabilmente volevano ucciderlo da un'altra parte, non si faceva illusioni su questo, ed erano già stati abbastanza fortunati da non aver attirato l'intero centro cittadino con il casino dovuto allo scontro.
«Ragazzi, state bene?» chiese Scott, apprensivo.
«Oh, eccome!» esclamò Derek, con un tono strano. Si alzò in piedi e si scrollò con nonchalance la polvere dai pantaloni, gesto che fece ridacchiare Stiles e assumere un'espressione ebete.
Scott pareva confuso. «Mi sono perso qualcosa?»
«Capelli sconvolti, bocche tumefatte... state insieme?» chiese Dean, sorpreso, poi fissò in lontananza, come se stesse pensando a qualcosa o qualcuno in particolare. Sam guardò suo fratello e sembrava che stesse facendo fatica a trattenere una risata.
«Si potrebbe anche dire così» rispose Stiles, mentre Derek rimaneva in silenzio – tanto per cambiare – e guardava con interesse l'asfalto ai suoi piedi.
«Ehm, okay. Se siete contenti voi, lo sono anch'io» disse Scott.
«Grazie, amico» replicò lui, battendogli una mano sulla spalla. Poi si fece serio, perché c'era ancora qualcosa che non capiva. «Allison, Isaac dove sono? Cos'è successo all'appuntamento?»
Gli altri risposero alle sue domande, raccontandogli delle esplosioni e delle frecce, di come Isaac e i gemelli fossero rimasti feriti e di come Allison si stesse prendendo cura di loro. Nulla di grave, comunque, si sarebbero ripresi presto.
«La vostra automobile è aperta!» esclamò Derek in quel momento, riferendosi all'Impala di Dean e Sam.
«Cosa?!» disse il primo, mentre si voltavano entrambi.
Effettivamente, la portiera dei sedili posteriori era spalancata e l'abitacolo vuoto. Peter li aveva fregati di nuovo ed era scomparso.

***

Dean e Sam si trovavano nel parcheggio del motel insieme a Scott, Derek e Stiles. Avevano già salutato Peeta e sua nonna – Dean era contento che fossero riusciti a salvarli entrambi – e ora si sarebbe rimesso in marcia con suo fratello.

Peter se n'era andato, forse aveva cercato il mezzo più veloce per sparire ed aveva lasciato la città da un pezzo.
Non importava, lui e Sam non gli avrebbero permesso di fuggire a lungo, lo avrebbero trovato, prima o poi, e avrebbero chiuso qualche conto.
Sam rivelò a Scott e gli altri i loro progetti, mentre Dean si rivolse a Derek: «Conosci qualche persona da cui potrebbe rifugiarsi?»
L'altro ci pensò su e alla fine scosse il capo. «Non che io sappia. L'unico altro nostro parente in vita è mia sorella Cora e non andrebbe mai da lei.»
«Non importa, lo rintracceremo in ogni caso.» Dean fatica a perdonarsi di essersi fatto giocare come un pivello.
«Lasciate la città, allora?» chiese Scott.
Dean sollevò le spalle. «Il nostro lavoro qui è finito. C'è bisogno dei Winchester... da qualche altra parte.»
«C'è molto altro là fuori? Con cosa avete avuto a che fare?» chiese Stiles, scalpitante.
Dean poteva immaginarlo fare ricerche sul suo portatile, un po' come suo fratello.
«Più di quanto potresti immaginare» disse Sam con un sorriso, senza approfondire.
In realtà, c'era davvero poco da scherzare. Aveva avuto a che fare con mostri che ancora gli davano i brividi. Per il disgusto, per lo più.
«Ora è meglio che andiamo. Fate i bravi e non sentirete più parlare di noi.» Parlò con tono amichevole, ormai aveva accettato che il branco di Scott fosse formato da bravi ragazzi e non importava se ululavano alla luna, di tanto in tanto. Da quando Scott aveva salvato suo fratello, si era pentito di aver sospettato di loro e di non aver avuto fiducia. Esistevano anche mostri buoni e loro lo erano.
Si salutarono, poi Dean e Sam si allontanarono a bordo della loro Impala.
Era convinto che Beacon Hills avrebbe avuto di nuovo problemi con il soprannaturale, come se fosse inevitabile, ma non c'era molto di cui preoccuparsi. Quella città aveva davvero qualcuno che si preoccupava per essa e li stava guardando in quel momento, attraverso lo specchietto retrovisore.
Sorrise e premette il piede sull'acceleratore. 
 
[... the end.]


Spazio Autrice: Siamo arrivati alla fine di questa storia. Da autrice, mi sento molto, molto triste. Cominciai a scriverla a settembre 2013, terminandola solo sei mesi dopo, con i quattro mesi di pubblicazione, è quasi un anno che sto dietro a questa storia. Ci sono molto affezionata e, anche se mi rendo conto che ci sono cose che avrei potuto fare meglio, prendere decisioni diverse, tengo a questa storia così com'è e mi auguro che a voi sia piaciuta. Qualsiasi commento in proposito è ben accetto.
Il finale era stato deciso quasi immediatamente e sono contenta di come alla fine sia uscito, perché ho inserito tutto quello che avevo preventivato.
Gli Sterek hanno il loro momento e finiscono insieme, ma non volevo mettere dichiarazioni varie perché mi sembrava fuoriluogo e troppo presto. Qualcosa provano e prima o poi se lo diranno, ma ora sono felici così, diciamo. XD
Il crossover si conclude con la vittoria su Peter (che però riesce a fuggire e non muore) e con i due team che si separano da... amici, quasi. Hanno avuto il loro incontro in questa storia e ora ritornano alle rispettive vite.
Dicevo... Peter non muore. Il cattivo non trionfa, ma non viene nemmeno sconfitto. Mi sembrava una fine molto da... Peter, ecco (e poi lo amo, quindi non ci tenevo a fargli fare una brutta fine. XD).
Grazie per avermi seguito per tutti e i sedici capitoli. Ora la sottoscritta sta lavorando ad una nuova long su Teen Wolf (ancora Sterek, ovviamente!), ma è un lavoro lungo e complesso (e io sono solo all'ottavo capitolo!), quindi non ho idea di quando verrà postata. Spero che questa estate e le future ferie mi permettano di lavorarci come si deve.     
Grazie ancora. :)
Ilaria
   
 
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