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Autore: Elisa_Pintusiana_Snape    30/06/2014    2 recensioni
Alan invita la collega Emma Watson a passare del tempo con lui nella sua casa a Londra. Emma troverà qualcosa che la riporterà alla vita di Alan.
Dal testo:
Con quale permesso e con quale faccia tosta sto mettendo naso nella vita di una persona la quale non mi ha autorizzato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente una settimana di vacanza dal set, ci voleva proprio.
“Voi dove andate per questa settimana?” chiese Emma chiudendo la cerniera del suo trolley rosa “Io dai miei” rispose Rupert “Io anche” disse Daniel mordendo una barretta di cioccolata “Tu Emma?”
“Io vado a casa di Alan. Mia madre è fuori città e non mi va di passare una settimana da sola così Alan mi ha invitata”
“Sarebbe forte vivere insieme per un po’” commentò Rupert alzando di peso la sua valigia “Mai miei genitori non vedono l’ ora di rivedermi, idem per i miei fratelli” “Tu Daniel puoi venire?” chiese la ragazza castana “Anche i miei mi aspettano con ansia. Dovrò rinunciare” “Sarà per la prossima” concluse Emma dirigendosi verso Alan.
“Hai pronta la valigia?” chiese Alan aprendo la bauliera della sua auto nera. Emma non si intendeva di auto, ma di certo non ci voleva un esperto per constatare che doveva essere un’ automobile costosa. Lui prese la valigia di Emma e la mise nella bauliera per poi richiuderla “Sei pronta?” “Sì”
Si sedettero lui al posto guida e lei accanto a lui, allacciarono le cinture e poi partirono
“Dista molto casa tua dal set?”
“Meno di quanto credi” rispose sorridendo Alan continuando a guardare la strada davanti a se.
Dopo mezz’ ora si ritrovarono in un quartiere molto bello, uno di quelli per gente con i soldi insomma. Alan parcheggiò in un piazzale davanti a una bella casa, una specie di villa, ma più piccola, meno appariscente e più moderna. La casa dentro era davvero bella e sembrava perfettamente pulita, forse tutti quei colori scelti alla perfezione tra loro ne davano l’ impressione. Il salotto non era di quelli che ti danno l’ atmosfera di serate passati accoccolati sul divano col caminetto acceso a cui Emma era tanto legata, pareva piuttosto un salotto mai usato, in esposizione.
“Da quanto abiti qui?” chiese Emma levando la mano dalla maniglia del suo trolley “Circa 10 anni” dichiarò Alan chiudendo la porta dietro di se “Bene ora andiamo di sopra così ti faccio vedere la tua camera” e con una naturalezza sconvolgente sollevò le due valige e le portò di sopra senza la minima fatica o così pareva.
Il corridoio era ampio, largo e spazioso. Dalle due finestre posizionate in esso entravano i raggi del sole che, per essere aprile, erano molto caldi.
“Ti mostro la tua stanza” disse Alan aprendo una porta
La camera aveva le pareti tinteggiate di verde chiaro, c’era una scrivania color nocciola come la piccola libreria che si trovava a fianco a una porta bianca. La finestra era grande e dava sulla via che attraversava queste lussuose case e vi era una tenda di color verde scuro. Il letto era enorme e apparentemente soffice con una trapunta bianca con ricami di rose
“Ti piace?” chiese Alan che vedeva Emma intenta a toccare con le dita delicate le copertine dei libri nella mensola “Molto” rispose la ragazza distogliendo l’ attenzione dalle costole colorate dei libri e posizionando il suo sguardo sulla porta bianca. Alan la precedette e le disse “Quello è il tuo bagno personale”
“Fantastico” continuò la ragazza “Ho notato che vi sono parecchie stanze? Come mai così tante per una sola persona?”
“Questa è la camera degli ospiti, poi c’è il bagno, la mia stanza da letto, il mio studio e un’ altra stanza che funge da salotto alternativo.. Ma sai, prima qui ci stavamo in due” disse Alan cercando di restare sorridente
“Perdonami” disse Emma arrossendo e portando le mani davanti alla bocca con fare dispiaciuto
“Prima convivevo con una donna, non eravamo sposati per questioni legali, ma era come se lo fossimo. La amavo” concluse Alan con un velo di tristezza negli occhi poi si sfregò le mani “Vado a preparare qualcosa da mangiare, non ho fatto la spesa quindi c’è poca scelta, ma..”
“Va bene tutto” disse Emma sorridendo
“Risotto di funghi?”
Emma si guardò la pancia “Mmm.. Sono un’ attrice devo tenermi in forma..”
“Anche io, ma dai” la spronò Alan con fare scherzoso “Non si rifiuta un risotto ai funghi”
“E va bene, mi hai convinta Alan”
“Vado, tu intanto disfai pure la valigia”
Emma si guardò intorno e notò un armadio di legno dal colore chiaro e cominciò a disfare la sua valigia. Aveva quasi sistemato tutti i vestiti sulla cruccia quando una felpa celeste le cadde dalla cruccia sul fondo dell’ armadio allora la ragazza si immerse nell’ armadio per afferrarla e notò con sua sorpresa una scatola
Non puoi aprirla. Appartiene ad Alan. Sono esclusivamente affari suoi. Non puoi guardare il contenuto di quella scatola.
Era stranamente tentata di aprirla e vedere cosa conteneva.
Magari contiene delle bollette, se la apro non farò nulla di male

Si mise accucciata dentro l’ armadio con le ante aperte in modo da permettere ai raggi del sole di illuminarle la vista
Se Alan dovesse entrare noterebbe che io sono dentro all’ armadio ma non saprebbe cose sto facendo o guardando e potrei richiudere subito la scatola. Andrà tutto bene.
Qualcosa le diceva di non farlo, ma la curiosità era troppa, davvero incontenibile. La aprì dopo mille titubanze.
Conteneva più di quanto potesse immaginare sia di capienza sia di importanza. C’ erano foto, fogli e piccoli oggetti. La rovesciò accanto a se e studiò ogni oggetto. Prese in mano alcune foto che ritraevano Alan e una donna di bella presenza bionda che sorrideva, nella maggior parte delle foto entrambi erano vestiti eleganti ed erano poche quelle scattate da loro alla meno peggio. Doveva essere la sua compagna e ne ebbe la conferma con la foto di un bacio tra i due. Trovò delle lettere mandate da lei ad Alan che erano veramente belle e struggenti. Più Emma andava avanti a curiosare più si sentiva immersa nella vita di Alan e con quegli oggetti ne stava ricostruendo la vita.
Con quale permesso e con quale faccia tosta sto mettendo naso nella vita di una persona la quale non mi ha autorizzato?
Nonostante ciò Emma continuava a toccare e osservare il contenuto della scatola. C’ era una collana con una pietra blu a forma di cuore e nel retro c’ era un’ incisione “Per Rima” Ma certo era Rima Horton la sua compagna, Emma se la ricordava vagamente, l’ aveva vista anni fa con Alan ma non ricordava nulla. Ancora vide un piccolo peluche più precisamente un orsetto con in mano un cuore, poi un quaderno pieno di frasi d’ amore scritte da Alan. Erano i ricordi di una vita che Emma stava guardando, senza alcun permesso, ma li stava guardando. Poi vide una lettera di Rima molto lunga dove praticamente, con rigiri di parole diceva addio ad Alan dicendo che non lo amava più. Sentì il suo cuore stringersi immaginando la scena straziante di Alan inginocchiato a terra con la lettera tra le mani in lacrime. Poi sentì un rumore di passi che si faceva sempre più udibile: era Alan che si stava avvicinando alla camera.
Cazzo!

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