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Autore: Edelvais    30/06/2014    5 recensioni
E mentre suo fratello si muoveva dentro di lei, le labbra di Cersei si modellavano alla forma del suo nome: Jaime Jaime Jaime. Quella notte, in quella stanza, lui per lei era soltanto Jaime, non lo Sterminatore di Re.
[ Jaime/Cersei | OS | La notte prima del matrimonio tra Cersei Lannister e Robert Baratheon ]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: OOC | Avvertimenti: Incest
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Overnight

"We belong together"



 
Sterminatore di Re. Quell'appellativo sarebbe rimasto incollato alla pelle di suo fratello fino alla fine dei suoi giorni e oltre, aleggiando per l'eternità in ogni anfratto della Fortezza Rossa, su tutte le bocche di ogni suddito dei Sette Regni, Cersei lo sapeva bene.
Quando lei lo vide appoggiato allo stipite della porta, alto e splendente nella sua armatura dorata, capì che non sarebbe più stato il giovane leone di Lannister, ma lo Sterminatore che uccise il suo re.
Un nome che veniva sussurrato alle sue spalle; ma Cersei aveva orecchie e occhi, e poteva palesemente vedere il modo in cui tutti guardavano Jaime, il palpabile disprezzo oscurare il loro vecchio timore reverenziale.
Lo Sterminatore piegò le labbra in un mezzo sorriso, chiuse la porta con un calcio e, con passo lento e sfrontato, si avvicinò alla futura regina. Cersei si alzò dallo scranno di legno e si fermò a pochi passi da lui. Il suo sguardo non lasciava tradire alcuna emozione se non curiosità. Se anche fosse stata tremendamente furiosa, nemmeno suo padre l'avrebbe mai rilevato. Jaime invece sì. L'avrebbe saputo subito, gli sarebbe bastato indagare nei suoi meravigliosi occhi verdi.
«Dimmi com'è successo» sussurrò la futura regina, piegando leggermente la testa di lato. Si avvicinò ulteriormente a lui, annullando la distanza che si frapponeva fra loro. La sua mano trovò subito i familiari capelli biondi del fratello, insinuandosi fra di loro.
Jaime si lasciò cullare per un istante da quel semplice contatto, e lottò duramente con il desiderio che lo esortava a farla di nuovo sua. Un desiderio che lo stava corrodendo lentamente, ogni minuto che passava con lei, e ogni minuto che trascorreva senza di lei.
Dannato per l'eternità. Suo schiavo per l'eternità.
«L'ho ucciso» disse, infine. «Più facile di quanto si potrebbe pensare».
I suoi occhi erano colpevoli, ma Cersei sapeva che in realtà non vi era pentimento in essi. Jaime non avrebbe mai rimpianto quel gesto.
Cersei gli diede le spalle. «Dicono che lo hai pugnalato alla schiena».
«Gli ho tagliato la gola» Jaime le scostò i capelli dal collo, accarezzandone la pelle morbida e calda.
«E cos'hai fatto, dopo?» la sua voce era più che un tenue mormorio. Cersei si voltò di nuovo e cominciò a spogliare suo fratello di quella scomoda armatura; fece scivolare a terra il mantello bianco della Guardia reale, seguito dagli strati di cuoio e lana che coprivano il suo torace scolpito, sul quale la futura regina si fermò a tracciare delle linee immaginarie con le dita.
Jaime prese la mano della sorella e la premette con possessiva delicatezza contro la sua guancia, chiudendo gli occhi, come per rivivere quell'incubo da capo per ricordarsi il dopo.
«Ho aspettato. Mi sono seduto sul trono...» rispose, sedendosi sulla sponda del letto, ma senza spostare nemmeno per un momento lo sguardo da quello di lei. Un sorriso sghembo gli illuminò il viso quando Cersei si sedette cavalcioni su di lui e prese a baciargli il collo, tracciando una dolce scia e seguendo poi la linea della mandibola, fino alle sue labbra. «...ho pensato a te».
Quando anche il vestito di Cersei non fu più d'intralcio, Jaime si fermò a contemplare la bellezza statuaria di sua sorella. I capelli biondi le ricadevano mossi sulle spalle, celandole in parte i piccoli seni; il ventre piatto e i fianchi proporzionati alle sue esili forme, impazienti di accogliere il seme dell'amante. Le loro labbra si incontrarono di nuovo, nella penombra di quella sera d'estate, la vigilia del matrimonio di Cersei e della sua incononazione a regina dei Sette Regni.
«Domani sarai regina» sussurrò Jaime, ansimando lievemente. «Ma questa notte sarai mia».
«E per tutte le notti e per tutti i giorni a seguire» aggiunse Cersei, incatenando le braccia al collo del fratello, stringendolo il più possibile contro di lei.
Si baciarono con foga, le unghie di lei artigliate alla schiena di lui, le loro gambe intrecciate, ancorate l'una all'altra. E la stanza diventò teatro di ansiti e gemiti, nomi gridati al vento.
E mentre suo fratello si muoveva dentro di lei, le labbra di Cersei si modellavano alla forma del suo nome: Jaime Jaime Jaime. Quella notte, in quella stanza, lui per lei era soltanto Jaime, non lo Sterminatore di Re.


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Cersei e Jaime Lannister. Ammetto di non aver preso subito in simpatia questi due, specialmente quella viepra perennemente mestruata di Cersei, ma ultimamente stanno cominciando a piacermi, soprattutto dopo aver vissuto la storia leggendola sui libri, oltre che averla seguita nella serie televisiva. Detto questo, spero di non essere caduta nella banalità e, soprattutto, di aver rispettato almeno in minima parte i caratteri dei leoncini.
Grazie per aver speso il vostro tempo a leggere questa cosina, fatemi sapere cosa ne pensate 

A rileggerci,
Ed
   
 
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