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Autore: Geilie    30/06/2014    1 recensioni
[Odino!POV; pre-Runemarks, pre-Ragnarök]
Però capita che l’occhio gli cada su Loki.
[...]
Loki che è libero di
essere, anziché dover apparire, perché mostrarsi al mondo in non una, ma mille e mille maschere, è proprio della sua natura.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: Geilie
Titolo: Terra di nessuno
Fandom: Runemarks (Joanne Harris)
Personaggi: Odino, Loki
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: pre-Runemarks, pre-Ragnarök; si basa più che altro su “The Gospel of Loki”, ma non ci sono veri e propri spoiler.
Parole: 400 (Word)
Note: partecipa alla Caccia al Tesoro organizzata per festeggiare il primo compleanno di Pseudopolis Yard. Per Sigyn, favolosa comare di fangirling mitologico e di mitologica ispirazione ‒ come Runemarks, per l’appunto. ;)
Prompt: 1.2 ‒ che in realtà ho poi scoperto essere il 2.2, finito qui per errore = “Walimai dice che io non appartengo a nessun luogo, che non sono né india né straniera, né donna né spirito. Io sono e basta.” (I. ALLENDE, Di tutte le ricchezze)


 
Terra di nessuno


La verità è che a volte la corona gli pesa. Odino non indossa davvero una corona, naturalmente, ma il peso che sente è sul cuore e non sul capo, in ogni caso. Ama fieramente quello che ha costruito, Asgard e la sua corte e tutto il resto; ama Frigg, ama i suoi figli, ama la pace ‒ debole, ma ancora in piedi ‒ che è riuscito finalmente a stabilire dopo tanti anni di sforzi. È grato per quello che ha, e la maggior parte del tempo gli è sufficiente.
Però capita che l’occhio gli cada su Loki.
Loki che non è figlio dell’Ordine, che non appartiene a questo loro mondo fatto di mura maestose e sale dorate. Loki che non sarà mai del tutto domato e che sempre sta nel mezzo, oscillante tra un polo e l’altro come una banderuola al vento, e bilancia la troppa luce con qualche ombra e il troppo gelo con un po’ di fuoco. Loki che è libero di essere, anziché dover apparire, perché mostrarsi al mondo in non una, ma mille e mille maschere, è proprio della sua natura. Proprio della sua runa. Questa libertà, per quanto pagata al caro prezzo del costante sospetto e della mai completa accettazione, è quello che Odino gli invidia più di ogni altra cosa.
È per questo che viaggia tanto ed è per questo che gli piace avere Loki accanto quando lo fa. Smettere i panni del comandante e indossare quelli grigi e strappati del povero viandante gli dà quell’illusione di levità a cui tanto aspira, lo fa diventare un nessuno qualsiasi che vaga senza meta in compagnia di un altro nessuno qualsiasi, e non c’è libertà più grande del poter essere chiunque si desideri ‒ lui e Loki sono sempre stati spiriti affini, in questo, molto più di quanto entrambi non osino ammettere.
È un equilibrio precario, lo sanno bene tutt’e due. Un giorno i momenti di quiete in cui ciascuno di loro può credere di essere qualcun altro, quei momenti che cercano nei loro vagabondaggi, non basteranno più. Un giorno tutto crollerà e ogni briciola dell’odio covato negli anni da ambo le parti esigerà il suo momento di gloria.
Ma c’è ancora tempo prima che il Fato imponga loro di calarsi nella parte.
Per ora c’è pace, per ora sono nel mezzo, e finché dura possono permettersi di curarsi solo della strada davanti ai loro piedi.
  
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