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Autore: Nanek    01/07/2014    12 recensioni
Sono la ragazza dal sorriso rotto.
Sono la ragazza che sa benissimo che la propria vita non è solo arcobaleni e farfalle.
Sono la ragazza che bussa alla tua porta per averti vicino.
Sono la ragazza che aspetti sotto la pioggia.
Sono la ragazza che tenti di salvare sempre, la ragazza che puoi salvare, perché riesci a farla sentire bella, riesci a farla sentire a casa.
Sono la ragazza che si nasconde, ma che tu riesci sempre a trovare, sono la ragazza che ti implora di essere sollevata ogni volta che cade, sono la ragazza che ti ama nonostante tutte le tue insicurezze.
Sono la ragazza che tu puoi amare come nessun altro, sono la ragazza che aspetta solo da te quelle parole, quella domanda: “Vuoi restare un po’?”.
Sono quella ragazza che verrà amata, amata da te, Calum.

«Solo da te» bisbiglia lei implorandolo ancora una volta con lo sguardo.
«Ti amo» confessa lui di getto, per poi impossessarsi delle sue labbra, sentendo il cuore nel petto battere all’impazzata, un misto di tristezza e felicità, un misto tra inquietudini e sicurezze, sicurezze che solo lui può darle, solo lui sa di poterla salvare.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

Angels

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I sit and wait 
Does an angel contemplate my fate 
And do they know 
The places where we go.


 
 
«Continuo a credere che venire qui sia un’idiozia, ragazzi: se ci beccano è la fine» si lamenta Calum prendendo posto sulla sedia, un tavolo in angolo, per quattro, non troppo in mezzo alla sala, ma neanche troppo invisibile per non essere notato.
Non osa togliersi la sciarpa, anzi, la tiene ben alta fino al naso, il cappello blu continua a toccarlo e a sistemarlo con fare nervoso, come se potesse muoversi dalla sua testa; gli occhiali da sole indossati, nonostante siano le dieci e mezza scoccate, di sera.
«Il manager vuole una band di supporto per il nostro tour, questo posto è perfetto per trovare un talento!» annuncia Ashton che, senza indugiare, si è tolto berretto, giubbotto, sciarpa, guanti: libero da tutto, libero di lasciarsi scoprire dalle fan, libero di mettere tutti nei guai, perché assaliti dalla mandria di ragazze che li conoscono.
«Sì, in un locale stra pieno come questo, giusto per farci vedere in giro: le tue idee mi sconvolgono, Ash» brontola Calum ancora intento a nascondersi il più possibile, guardandosi attorno con aria sospetta.
«Avanti Hood, non essere ridicolo, togliti gli occhiali per piacere, è notte fonda» lo riprende Luke mentre si siede al suo fianco, sbottonandosi il giubbotto «Rilassati e goditi queste serate nella bella Londra» gli suggerisce ma, il moro, non sembra troppo convinto.
«Non ho proprio voglia di ragazzine urlanti, ho sonno, sono stanco, voglio andare a casa» piagnucola e Michael si lascia andare ad una risata.
«Cal, se sei preso così dopo una giornata di puro far niente, non oso immaginarti tra quattro settimane quando inizia il tour» e Calum sbuffa, incrociando le braccia sul petto, mettendo sul viso un broncio da bambino capriccioso, che tanto piace alle loro fan.
Calum non è mai così floscio o stanco: è sempre il più attivo dei quattro, a volte bisogna riempirlo di camomilla per riuscire a farlo dormire, a volte bisognerebbe solo ucciderlo quando, alle otto di mattina, si presenta nel letto saltando come un matto, urlando di alzarsi.
Ma Calum, questa sera, è stanco, è sfinito: forse aver sentito sua sorella su Skype lo ha un po’ distrutto, lei a Sidney, lui a Londra, lei così lontana, lui così solo, con la nostalgia a perseguitarlo, con la mente piena delle immagini di casa sua, della sua camera, del suo letto caldo, del sorriso di suo padre, degli abbracci di sua madre, tutte immagini che dovranno aspettare prima di materializzarsi per davvero, perché il tour comincia tra quattro settimane e parte dall’Europa, si estende per un po’ in America e termina a casa: c’è ancora tanto da aspettare, ancora tanto da fare.
La cameriera del locale arriva al loro tavolo, con tanto di blocchetto in mano, già pronta a prendere le ordinazioni.
«Non ho ancora…» Calum viene interrotto.
«Per me una birra» dice Ashton, sorridendole.
Non ho ancora deciso. Pensa il moro tra sé, fulminando l’amico.
«Birra anche per me» annuncia Michael, fiero di potersela permettere: l’unico della band a dover ancora compiere diciotto anni è Luke.
«Una Redbull per me» dice infatti il minorenne.
Tutti poi, fissano l’ultimo, il ragazzo moro, dagli occhi marroni, occhi che ingannano molti, dato che lo scambiano sempre per un asiatico, facendolo andare su tutte le furie.
«Una Coca Cola» annuncia, facendo salire lo stupore generale.
«Eddai, Calum! Hai diciotto anni da un mese passato!» lo rimprovera Michael.
«Una birra ti tira su di morale!» esclama Ashton, mentre la cameriera lo fissa, come incerta sulla sua ordinazione.
«Mi va bene così» dice secco rivolgendole uno sguardo e annuendo appena, mentre lei scarabocchia qualcosa, prende i menù e si dirige verso il bancone.
«Calum, porca miseria, vuoi spiaccicare un sorriso? Sei peggio dei bambini» lo rimprovera il biondo alla sua destra, ma lui non ci fa caso, fa spallucce, si perde nei suoi pensieri, isolandosi, lasciando i suoi amici alle loro chiacchiere e al loro divertimento: lui non ne vuole sapere, lui vuole solo dormire.
 
Alle dieci e mezza, è annunciato l’inizio del Karaoke: un tipo piuttosto giovane, si posiziona davanti al computer, controlla che sullo schermo bianco vengano riprodotti i testi delle varie canzoni e, poi, armandosi di microfono, comincia a salutare i clienti del locale.
Ma Calum neanche lo sente, neanche lo ascolta, al contrario degli altri membri della band, che innalzano le orecchie per poter studiare ogni singolo partecipante: sono sicuri di trovare qui quello che cercano, tra le persone comuni, tra le persone che non osano mettersi in Youtube per la troppa vergogna, negando al mondo la loro bravura.
Ma le loro speranze vengono sgretolate ad ogni canzone: Karaoke non è sinonimo di gara, Karaoke è un modo per divertirsi, per urlare invece di cantare, per fare a gara a chi si mette più in ridicolo, tutte cose che loro non avevano preso minimamente in considerazione.
I visi inizialmente allegri ed emozionati dei suoi amici si rabbuiano d'un tratto: le loro labbra perdono il sorriso, gli occhi emozionati si spalancano pieni di incredulità di fronte a tanta idiozia.
Io lo sapevo. Alza gli occhi al cielo Calum, sospirando rumorosamente. 
Ancora un minuto e propongo di andare via. Guarda l'ora sullo schermo del cellulare che segna le 22:59.
Fissa i suoi amici, ne studia le espressioni: Ashton gioca con la bottiglia di birra, sconsolato; Mike ha i gomiti appoggiati sul tavolo, le mani a reggere il viso annoiato; Luke invece gioca al cellulare, facendo scorrere la sua Home di Twitter. 
C'è silenzio tra di loro, nessuno ha più parole, questa serata è un autentico disastro: inutile e poco entusiasmante.

Passa vicino al loro tavolo una ragazza, che inciampa appena sulla gamba della sedia di Ashton, svegliandolo dai suoi pensieri.
Non fa in tempo a scusarsi che, la voce del Dj, la richiama.
«Angel! Eccoti qui! Ti stavamo aspettando» l’accoglie, mentre la nuova arrivata si toglie il giubbotto e la sciarpa in velocità, appoggiando il tutto sulla sedia di un tavolo libero, per poi avvicinarsi a lui, impugnando immediatamente il microfono.
Quanta fretta. Pensa Calum, girandosi verso di lei, come a voler spiare l’intera scena.
«Ciao Ty» dice una voce lieve, quella di lei, mentre si rivolge al ragazzo al suo fianco che, cominciando a schiacciare tasti freneticamente, le rivolge la parola «Sempre la solita vero?» e lei si limita ad annuire, tossendo appena come per schiarirsi la voce: avanza, in seguito, vicino allo schermo nero, dove verranno proiettate le parole della canzone.
Sospira un po’, cerca di rilassarsi, quasi scrolla le spalle, è nervosa, glielo si legge in faccia a metri di distanza: porta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e posiziona, infine, il microfono vicino alla bocca.
Le note di quella canzone inebriano il locale, una canzone conosciuta, impossibile da scordare, i Maroon5 non sono certo dei cantanti da quattro soldi: le note di “She will be loved” arrivano leggere alle orecchie di Calum, rilassandolo, facendogli provare un po' di brividi, dovuti alle parole di quella canzone, che gli rimbombano già in testa, ancora prima che lei cominci a cantare.
«Se questa qui mi rovina la canzone più bella del mondo, vado lì e le tiro il microfono sul naso» annuncia Michael, zittito in seguito da Luke che, come Ashton, si è messo in ascolto.
Una voce flebile, dolce, comincia a farsi sentire: "Angel" ha cominciato a cantare. 
Quella voce non è male, almeno canta per cantare e non per fare casino: la cosa è interessante, tanto che Calum si sistema ancora meglio per guardare per bene la ragazza sul piccolo palco: i capelli lunghi, biondi come l'oro e lisci, che vanno a coprire la schiena nuda, coperta appena da un top nero, che sembra fin troppo leggero per il clima del febbraio londinese; indossa degli shorts a vita alta, fantasia scozzese e Calum ride dentro di sé: i pantaloni a vita alta lo divertono, sono troppo buffi; le calze nere, le scarpe troppo strane: la moda inglese non la capirà mai.
La ragazza che ha davanti ha la pelle candida e la voce davvero bella, forse non troppo, nella media, non è qualcosa di troppo speciale, ma almeno si può ascoltare. 
Gli occhi di lei non lo convincono, lei non lo convince: sta con le spalle piegate, ha la mano che trema, sposta il suo peso da una gamba all'altra, lo fa quasi innervosire. 
Questa ragazza non lo ispira troppo: sembra quasi una dark, data l'abbondante presenza di nero nei suoi vestiti, ma i suoi occhi, il suo atteggiamento, la fanno sembrare completamente diversa: sembra più una ragazzina sperduta, che tenta di essere quello che non è, una ragazza timida che finge di essere forte e superiore a tutti.
La tua goffaggine è estrema. Pensa Calum, alzando gli occhi al cielo e sbuffando.
Non gli piace per niente quella lì che sembra, però, aver incantato i suoi tre amici: i loro occhi sono nuovamente entusiasti, si nota di nuovo quello spiraglio di speranza.
Quando la canzone finisce, un applauso generale si alza nella sala, gente che addirittura si alza in piedi, tra cui Ashton e Mike, Luke è troppo timido per certe cose.
«Brava, Angel!» urla il Dj, mentre Calum continua ad interrogarsi sul motivo di tanto entusiasmo: non è niente di che, intonata okay, ma niente di speciale, nessun timbro particolare, nessun acuto degno di nota, anzi, secondo lui ad alcune note neanche ci arriva. 
Non merita di essere la loro cantante di supporto, per nessuna ragione.
«Possiamo andare ora? Mi sto rompendo» sbotta, alzandosi dalla sedia, scocciato da morire, il suo solito buon umore è completamente andato. 
«Rilassati, Cal! Forse abbiamo trovato il nostro…» dice Luke, ma il moro lo blocca.
«No! Assolutamente no! Quella lì non ci fa da supporto: non se lo merita per niente, per piacere! Ci sono persone con del vero talento, persone che il manager può trovare meglio di noi! Non siate scemi, quella lì non vale così tanto» il suo tono di voce è fin troppo alto per non essere sentito tanto che, Calum, vede gli occhi dell'interessata puntati su di lui: ma poco gli importa, è in un paese libero, può avere la sua opinione. 

Eppure, la vergogna per la figura appena fatta con quella povera ragazza, lo fa arrossire, lo fa pentire: si allontana dai suoi amici e si dirige verso l'uscita. 
Non sa neanche lui che gli è preso, non si comporta mai così, tende ad essere sempre un ragazzo buono, dolce, una specie di cucciolo che tutti amano abbracciare, ma che questa sera, si è dimostrato l’esatto contrario.
Non capisce neanche lui perché, ma si sente in colpa da morire per quelle parole, si sente in colpa nei confronti di quella ragazza, si sente ancora i suoi occhi contro di lui, si sente la vergogna salire ad ogni passo che lo porta più distante da quel posto.
Ormai è andata, tanto non la rivedrò più. Cerca di scacciare quella sensazione orribile, cerca di non pensarci, velocizzando il passo e dirigendosi verso il suo hotel: ha bisogno di riposarsi.
Vuole andare a dormire, vuole allontanarsi da quel posto e dimenticarsi di tutto. 
Dimenticare quel locale, dimenticare quella voce, dimenticare quella canzone: immagini che il suo cervello cancellerà velocemente, perché non sono ricordi da custodire.
Cancellerà quella stupida idea di cercare la loro band di supporto, cancellare quelle idiozie che l’alcool ha fatto nascere nelle teste vuote dei suoi amici, cancellare ogni cosa e dimenticare.
Lui vuole andare a dormire e svegliarsi domani con il suo solito buon umore, riprendere la sua vita come se niente fosse, come se questa serata non fosse mai esistita, dimenticandosi di quei capelli color dell’oro, dimenticandosi di quelle note lente, dormire e svegliarsi con il lavoro già fatto, dormire e svegliarsi solo per poltrire fino all’inizio del tour che, non appena comincerà, renderà la sua vita più veloce, più interessante, meno distante da casa.
Vuole solo questo: chiudere gli occhi e dormire, crollare nel buio del sonno, crollare e non pensare ad altro, lasciando che il silenzio lo invada, lasciando che i suoi respiri si facciano più lenti e regolari.
Cancellare il suo comportamento ostile, cancellare la sua brutta luna, come se non fosse successo nulla, come se fosse stato tutto un errore, come se nulla fosse accaduto davvero.
Come se Angel non fosse mai comparsa nel suo cammino: cancellata dalla sua vita.



 
Note di Nanek

LO SO QUESTA NON è SATELLITES :D
Ciao a tutte! Parliamo con le veterane, sempre se ci siete pure qui :D
Lo so, avevo detto che dopo No Heroes Allowed avrei messo la FF a 4 mani “Satellites”, lo so MA: abbiamo qualche rallentamento :D quindi… nell’attesa, ho pensato di mettervi questa FF, non troppo lunga dato che sono solo 10 capitoli, che ho scritto ancora mentre scrivevo So out of reach :D della serie: ha la muffa sta FF, dovevo postarla prima o poi!
Ed eccola qui =)
Per le nuove arrivate: salve a voi <3
La storia è… beh questa qui :D Calum è un po’ diverso dal solito in questo primo capitolo… MA NON TEMETE, diventerà un orsetto ve lo garantisco ;)
Beh… vi piace? :D so che non c’è scritto molto…. Ma siamo solo all’inizio insomma =) e… boh, spero di… avervi incuriosito almeno un po’ =)
Se avete voglia di lasciarmi qualche parolina, beh, io leggo e vi rispondo molto volentieri <3
Bene… direi che… scappo :D ci vediamo presto con un nuovo aggiornamento per questa FF e spero di iniziare a pubblicare pure la FF a 4 mani :D
Grazie di cuore sin d’ora <3
Nanek
  
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