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Autore: Portman98    01/07/2014    2 recensioni
"Ovunque avrebbe inseguito quel profumo di Palestina, aroma di un sogno lontano, anche tra le fiamme dell’assedio, nel disonore e nella cupa decadenza della sconfitta, poiché l’unica cosa ad avere valore era lei, Rebecca! Tutto il resto era sabbia al vento."
Un sentimento inaspettato, quasi perduto nella sua vita di lussi e dissolutezze, si fa strada nel cuore di Brian de Bois-Guilbert dopo l'incontro con Rebecca nella torre del castello di Torquilstone.
Un nuovo desiderio, un nuovo progetto ora guida il templare, dietro l'inebriante profumo di Palestina, e tutti i suoi voti, le sue promesse perdono di senso nel vortice di passioni che lo travolge...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Appena finito di leggere Ivanhoe non ho potuto trattenermi dal metterci del mio, come con tutte le cose che adoro, quindi è venuta fuori questa fanfiction.
Per quanto preferisca la coppia Ivanhoe- Rebecca ho cercato di approfondire i sentimenti di Bois-Guilbert, unico personaggio davvero capace di apprezzare l’ebrea, se non per rivendicare un po’ di riconoscimento per uno dei miei personaggi preferiti (mi riferisco a Rebecca, con cui ho detestato il comportamento di Vilfredo),almeno perché trovavo interessante compiere un viaggio interiore in uno degli antagonisti, che, in questo romanzo, per la prima volta mostra un po’ di umanità.
Spero vi piaccia!!
Detto questo, buona lettura!!

Profumo di Palestina
Il rumore dei suoi passi affrettati riecheggiava monotono nel vuoto silenzio della torre e Brian de Bois-Guilbert vi si aggrappava disperatamente, naufrago nelle pene del suo cuore. Nemmeno la furia battagliera che ardeva impaziente nelle sue vene era sufficiente a scacciare dalla mente quell’immagine idilliaca da cui le sue gambe lo stavano ineluttabilmente allontanando.
Era un ricordo antico, quasi smarrito nei meandri della sua vita dissoluta, quel sentimento, che ora, con tutta la tonante potenza di mille spade, tornava a insediarsi nell’arido cuore del templare e, come acqua pura, zampillava tra sue membra riarse, che, nonostante ormai da anni  disavvezze, bevevano avide da quella nuova sorgente: Rebecca, proprio lei, una figlia di Sion, orgoglioso fiore di una razza disprezzata.
Per la prima volta da tempo immemore, una donna era riuscita ad incrinare quella gelida armatura in cui nemmeno la luce della fede aveva potuto penetrare, per la prima volta il suo muro di certezze imprescindibili aveva vacillato insieme alla sua esile figura sull’orlo del parapetto.
L’onore e la fierezza di quella fulgida bellezza avevano fatto breccia nel petto del templare, riuscendo laddove anche le spade dei saraceni avevano fallito.
Mai più, aveva giurato intimamente a se stesso e alla notte, compagna della sua vendetta, mai più l’amore avrebbe visto soccombere ai suoi desideri Brian de Bois-Guilbert, mai più i legami della vita avrebbero stretto alle sue braccia le pesanti catene dei sentimenti, mai più la sua virilità avrebbe ambito ad essere contenuta nello squallore di mura domestiche, anche se questo avesse significato una morte solitaria, non allietata nemmeno dalla consolazione di un erede degno di recare l’insegna dei Bois-Guilbert.
Ogni diritto d’iniziativa personale, ogni privilegio d’indipendenza aveva abbandonato su quell’altare dove gli erano stati conferiti gli ordini sacri.
Nessun rimpianto aveva turbato il suo animo vizioso e dissoluto, aveva persino imparato a mettere a tacere la vile delusione per l’amore perduto, l’aveva annegata nelle ricchezze e nei piaceri, smarrendo in essi qualsiasi rimorso.
Ed ora, ed ora giaceva in ginocchio nella lizza, la spada abbandonata al suo fianco, lo scudo smarrito nella polvere, inerme davanti ai suoi occhi, quegli occhi velati di mistero in cui si riflettevano contemporaneamente la luce e le tenebre della sua terra natia, era stato quello sguardo indomito, in cui tuttavia s’intravedeva una serena gentilezza, a catturarlo.
L’aveva notata sin dal primo giorno al torneo, timidamente aggrappata alla spalla del padre, poi si era compiaciuto di ammirarla nuovamente durante il suo ritorno ad Ashby. Era allora che l’aveva fatta oggetto dei suoi desideri.
Mai una fanciulla avrebbe potuto competere con Rebecca, nemmeno la bella Rowena aveva saputo attrarre a tal punto l’attenzione del templare: quella della fanciulla ebrea era una grazia diversa, intrigante, seducente nella sua ingenuità. Era una terra straniera, inviolata nella sua sacra empietà e, un brivido di vertigine, aveva percorso la schiena di Brian, mentre si affacciava su quel confine proibito.
Aveva trascorso ore a pregustare la fragranza della sua pelle olivastra,  il tocco delicato delle sue labbra, rosse come la croce del suo ordine, persino nel modo in cui le ciocche scure incorniciavano i tratti gentili del suo volto, Bois-Guilbert trovava un irresistibile richiamo. Desideroso di svelare i segreti reconditi di quel corpo, l’aveva seguita durante tutto il viaggio, assaporando quel profumo inebriante che si disperdeva ovunque lei passasse, profumo d’oriente, profumo di Palestina.
Quel giorno era stata la voce della sua libidine ad esortarlo, ma era un uomo diverso quello  che, dopo l’incontro nella torre, in quel momento le scale: un nuovo progetto abitava la mente del templare e tutti i suoi voti, sacri e profani, perdevano di significato di fronte a quel piano, dettato unicamente dalla legge del cuore.
Avrebbe combattuto sino a conquistarla, non con la spada, come aveva fatto con gli infedeli, ma con altre armi, serbate dentro di sé per lungo tempo e quasi dimenticate. Non temeva il suo disprezzo, come non aveva mai temuto la divinità a cui si era votato, ed era pronto a donare anche la vita, pur di ottenere un segno da colei aveva aperto uno spiraglio nell’ombra della sua vita!
Ovunque avrebbe inseguito quel profumo di Palestina, aroma di un sogno lontano, anche tra le fiamme dell’assedio, nel disonore e nella cupa decadenza della sconfitta, poiché l’unica cosa ad avere valore era lei, Rebecca! Tutto il resto era sabbia al vento.
P.S. Se avete consigli o appunti, o anche solo per dirmi cosa ne pensate o condividere la passione per questo fantastico libro, le recensioni sono ben accette!!
  
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