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Autore: StefiArtic    02/07/2014    2 recensioni
Lui l'aveva sempre illusa, era sempre stato amichevole nei suoi confronti, dandole grandi speranze e aspettative. Ma poi, l'ha respinta, ed ora, il rancore fa strada nel suo cuore da tempo.
La vendetta, però, è vicina.
Genere: Drammatico, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era un giorno qualunque, quel giorno. C'era un bel sole primaverile e a scuola si respirava quell'aria di serietà e tranquillità tipica delle ore di lezione. 
Io ero uscita dalla mia classe per andare in bagno a prendermi una pausa. 
I corridoi erano vuoti, silenziosi. 
Mi avviai in direzione della classe 3S, quella più vicina ai servizi.
Sentii un vago senso di dolore misto ad odio alla vista di quella porta, perché quella, era la classe di una certa persona. Quella persona che mi aveva rovinato l'anno scolastico con i suoi comportamenti da idiota e privi di dignità e coraggio. Quella persona che non mi dava pace, per niente, e che, in qualche modo, intralciava la mia vita, anche se oggettivamente non mi aveva fatto nulla. La sua sola esistenza mi dava fastidio, e il fatto che fosse sotto il mio stesso tetto mi irritava. 
Procedetti cercando di non pensarci troppo e svoltai a sinistra, sempre più vicina ai bagni. 
Non riuscivo a smettere di pensarci, nemmeno mentre lavavo le mani e mi apprestavo a uscire. No, continuava ad essere viva la consapevolezza che lui fosse vicino a me. 
Uscii dal bagno delle ragazze con passo svelto per tornare nella mia classe. 
Sul mio cammino c'era il bagno dei ragazzi e ci diedi un occhiata veloce per vedere se ci fosse qualcuno. 
Il mio sguardo di paralizzò, come il resto del mio corpo.
Lui era li.
Si stava guardando allo specchio, mentre si sistemava i capelli biondi con le mani. 
Sembrava completamente assorto nella sua immagine riflessa. Non si era ancora accorto della mia presenza.
Qualcosa esplose dentro di me. 
Scattai in avanti e gli scagliai un pugno in volto con tutta la forza che avevo in corpo. Lui cadde a terra e cercò subito con lo sguardo il suo aggressore. Sembrava più sorpreso che spaventato dalla mia vista. La cosa fece crescere a dismisura la mia furia. Ghignai e cercai di tirargli un calcio, ma lui si alzò e si appiattì contro il muro. Aveva paura. Riuscivo a sentirne l'odore. La cosa mi riempiva di soddisfazione e di follia al tempo stesso. 
Non potevo lasciarlo scappare. Non più. 
Lui scattò in avanti, nel tentativo di scappare dalla porta, ma il mio spintone fu più veloce; i miei riflessi erano più rapidi di quanto avessi creduto. Si sentì un vetro rompersi. Lo specchio, sul quale il biondino si era specchiato poco prima, non era più appeso alla parete, ma per terra, a pezzi. Per terra c'era anche lui. Perdeva sangue dal lato destro del viso. Mi guardava con sgomento, tremante, e si parava una mano davanti, cercando di indietreggiare il più possibile. Io, con calma, raccolsi un grosso e affilato pezzo di specchio. La vittima urlò, avendo capito le mie intenzioni, e io mi gettai a cavalcioni su di lui. Il suo grido fu piacevole e terribile allo stesso tempo.
Lo colpii più e più volte, affondando il frammento nel petto fin dove riuscivo, ogni volta sempre più in profondità. "Stronzo..." sussurrai alzando lentamente la lama insanguinata, preparandomi a dargli il colpo di grazia.
Mi godetti ogni singolo istante della sua agonia. Aveva il petto lacerato e vi era un lago di sangue tutto attorno, ma i suoi occhi erano ancora aperti, e mi guardavano terrorizzati e colmi di paura. Stavolta fui io ad urlare, mentre facevo calare con forza il frammento di specchio, sul collo stavolta. Uno schizzo di sangue caldo mi colpì il volto e gli occhiali. Vedevo rosso, in tutti i sensi. Infierii ancora sul suo corpo morente, mentre sentivo la follia inebriarmi i sensi e impadronirsi di me. Continuavo a urlare, ululare, anche quando smise di muoversi. 
Mi alzai, lasciando il frammento conficcato nello stomaco del cadavere, e lo osservai un ultima volta, prima di abbandonare il bagno.
  
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