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Autore: Harleequinzel    02/07/2014    2 recensioni
E Rochelle? Cos’aveva Rochelle?
Lei sospirava nel buio e nel silenzio dell’alba, accarezzandosi il ventre.

[Lievissimo accenno Nellis]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Svegliarsi all’alba faceva sempre più paura giorno dopo giorno. Rochelle non sapeva perché, ma era così.

A quell’ora gli erranti si erano abituati al loro odore e ciondolavano per le strade quieti, dimentichi della loro carne fresca aldilà di quelle porte blindate.

Era forse il silenzio a spaventare Rochelle. I suoi pensieri facevano troppo, troppo rumore, più del russare di Coach, più dei sussurri di Nick e Ellis che nel dormiveglia litigavano la coperta, e finivano inevitabilmente vicini, pericolosamente vicini, teneramente vicini.

Rochelle li guardava, seduta sul tavolo con una coperta sulle spalle. Non conosceva nulla di loro, in fondo. Ciascuno aveva i propri scheletri nell’armadio e non sapeva quali fossero quelli di Nick e Ellis, ma era bello che l’uno avesse l’altro.

E Rochelle? Cos’aveva Rochelle?

Lei sospirava nel buio e nel silenzio dell’alba, accarezzandosi il ventre.

 

Aveva perso il conto delle volte che i suoi compagni erano stati costretti a tornare indietro per lei.

Rochelle era stanca, affaticata, combattuta, persa. Lo avevano capito tutti.

Ellis aveva osato chiederle se avesse le sue cose mentre la aiutava a rialzarsi in piedi una di quelle innumerevoli volte. Nick e Coach avevano sospirato, Rochelle lo aveva guardato male e se ne era stata in silenzio, riprendendo il cammino come un capitano di squadra seppur in quel momento non fosse in grado di esserlo.

Rochelle non aveva le sue cose. Era questo il problema.

E di notte, all’alba, nel silenzio e nel buio con la coperta sulle spalle, si accarezzava il ventre e cercava di capire cosa ci fosse stato di sbagliato quella notte di due settimane prima dell’apocalisse. Di mattina si alzava, sfidava gli erranti e le paure, e si nascondeva in un cespuglio a vomitare o a reprimere la nausea.

Di giorno si perdeva, i suoi compagni la ritrovavano e la scortavano finché lei non si perdeva di nuovo, sempre più arresa, sempre più persa.

 

«Pensate che ci sia qualcuno che produce ancora crema di nocciole?» Chiese Ellis.

Rochelle era seduta sul pavimento, con le spalle contro gli scaffali, ed affondava avida le dita nel barattolo. Non le importava di sembrare sgraziata o un mostro in quel momento. Doveva sembrarlo sempre mentre faceva scoppiare teste di zombie come palloncini nel cielo di Whispering Oaks.

Aveva solo fame, solo una gran voglia di cioccolata, e il suo barattolo era quasi finito.

Un’ultima lappata. Era finito.

Non c’era molto nei supermercati, poiché erano stati svaligiati nelle trentadue ore precedenti alla fine di tutto. Quello era il penultimo barattolo di crema alle nocciole, l’altro lo aveva Ellis come scorta per addolcire i momenti un po’ più amari.

Coach stava divorando un panino al burro. «Merda amico, non penso proprio. Forse potremmo trovarne in un altro supermercato visto che a Rochelle piace tanto.»

Lei si stava leccando i polpastrelli delle dita con gli occhi bassi e lo stomaco in subbuglio.

Non vide Nick guardare Ellis e fare cenno al barattolo di crema, ma vide Ellis porgerglielo con uno dei suoi grandi sorrisi. «Prendi anche questo, Ro’!»

Rochelle avrebbe voluto dire di no, ma non poteva. Non avevano tempo per i convenevoli, nell’apocalisse. Avevano tempo solo per fare le ultime cose che avrebbero voluto fare, e lei voleva svuotare quel barattolo. Lo afferrò con un mezzo sorriso riconoscente e lo aprì.

«Beh, penso che andrò a cercare qualcosa come… cioccolatini?»

Ellis si alzò, incrociò le mani dietro la nuca e sparì fra gli scaffali. Nick provò a non farsi notare troppo nell’alzarsi per seguirlo.

Rochelle li guardò con la coda dell’occhio. Era bello che avessero l’un l’altro.

E lei? Cos’aveva lei?

Affondò le dita nella cioccolata.

«Ne usciremo.» Disse Coach con la bocca piena di pane e burro. Mentre mangiava sembrava la persona più felice e positiva del mondo. «Usciremo da questo fottuto posto, giuro. E se sto dicendo una bugia, che Dio mi fulmini adesso, che porti qui lo zombie di quella matta di mia moglie!» Rise.

Non fu fulminato, e non apparve nessun zombie.

Rochelle lo guardò un po’, l’indice che le scivolava via lento dalle labbra, e capì che era il modo di Coach di dirle che non importava quante volte potesse perdersi, sarebbero sempre tornati indietro a prenderla.  

 

Note dell’autrice:

E’ la prima volta dopo tanto tempo che provo il piacere di scrivere di getto e pubblicare. Forse perché su Left 4 Dead scrivo senza pretese, non so.

Mi chiedo se esiste qualcuno che tiene a mente questo fandom!

Ad ogni modo, l’idea di una Rochelle incinta nell’apocalisse mi ha stuzzicato parecchio e ho deciso che scriverci su non mi avrebbe fatto male, giusto come allenamento. E’ un personaggio che adoro!
Se c'è qualcuno in questo buco di fandom, fatevi sentire. c:
Byeee!

   
 
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