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Autore: vale_9826    02/07/2014    4 recensioni
Oscar sta per recarsi al ballo dove incontrerà Fersen vestita da donna... piccolo approfondimento della scena e una mia piccola aggiunta dove subentrerà anche André.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, sono nuova in questa categoria perché nonostante ami con tutta me stessa questo anime/manga non sono mai ruscita a scrivere una storia sui nostri amati Oscar e André. Ho sempre reputato i loro caratteri troppo difficili da interpretare e avevo paura di scrivere qualcosa che non li rispecchiasse. Nonostante ciò mi sono finalmente decisa a provarci e ho scritto così questa breve One-shot, in particolare sulla scena del ballo di Oscar vestita da donna perchè non ho amato per niente come è stata fatta nell'anime, troppo breve, davvero troppo, e inoltre ho odiato non vedere André dopo che lei torna dal ballo. Quindi ci ho provato io, spero davvero che vi possa piacere e di essere sinceri ma clementi con me XD amo scrivere ma ho ancora tanto da imparare quindi ovviamente consigli e correzioni di qualsiasi genere le accetto volentieri, mi raccomando se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, Buona Lettura! (Spero!).



È la prima volta che sento un sentimento del genere, un calore tanto forte nel mio cuore. È la prima volta che ho chiesto alla nonna di Andrè, colei che è stata come una madre per me, di vestirmi come una donna per il ballo. E adesso mentre mi trovo qui, succube di un bustino più piccolo della mia corporatura che mi sta opprimendo, mi chiedo se farlo serva a qualcosa. Se vestirmi come una donna potrà davvero cambiare qualcosa tra me e Fersen, l’unico uomo che sia riuscito a far capire al mio cuore di donna cosa sia l’amore. Sono bella, bellissima, devo ammetterlo, ma la domanda che mi ronza in testa è sempre la stessa: “Servirà a qualcosa?”.
Sono pronta ormai, con i miei capelli che chiedono a gran voce la loro libertà, e con delle scarpe che porto da soli 5 minuti ma che già mi stanno uccidendo… ma sono pronta! Pronta per affrontare un ballo con tantissima gente che si chiederà chi è la nuova e bellissima dama della serata. Esco dalla mia stanza accertandomi che non ci sia mio padre nei paraggi, non so cosa penserebbe vedendomi conciata così, mentre la nonna chiama André a gran voce. No, non voglio che mi veda vestita in questo modo, si forse sarò anche bella ma mi sento ridicola, ridicola per il mio comportamento senza senso. E poi non sono sicura di riuscire a guardarlo negli occhi dopo. Anche se ormai è tardi, sta già salendo le scale con la testa bassa, ma quando mi guarda sembra scioccato. Ha un sorriso sulle labbra talmente particolare, che credo non avergli mai visto in viso, che mi fa sentire la donna più bella del mondo. Mi si avvicina lentamente e poi mi sussurra appena:
- Sei bellissima…- sento le guance imporporarsi, lo pensa davvero?
- Grazie…- sussurro io, cercando di nascondere il rossore delle mie guance dietro il ventaglio di piume.
Poi con mia grande sorpresa André mi porge il suo braccio. La nonna prontamente interviene.
- André ti ho già detto che non puoi accompagnarla, altrimenti si accorgeranno della sua identità!
- Lo so nonna… mi sto solo offrendo di accompagnarla alla carrozza. Credo che questo possa essermi concesso.
Automaticamente prendo André a braccetto. Anche se sono imbarazzata, vorrei tanto che potesse venire con me stasera. Ma so che ne soffrirebbe, anzi forse sta già soffrendo. Sono davvero un insensibile. Eppure egoisticamente vorrei tanto che mi fosse vicino. Quando arriviamo alla carrozza si mette al lato dello sportello e me lo apre mentre mi porge una mano per aiutarmi a salire, da vero gentiluomo. Io la accetto e alzando un po’ la gonna salgo sulla carrozza e mi siedo. Poi André chiude lo sportello e, prima che la carrozza parta mi sussurra: “buona fortuna!” Poi la carrozza parte e il suo viso scompare. Sono un po’ stupita per la sua affermazione, era un “buona fortuna!” generale, o sa già il motivo che mi ha spinto a vestirmi da donna stasera? Se è così sa davvero leggermi dentro, ma in fondo di cosa mi meraviglio? Mi è vicino da così tanti anni che credo sia normale. Ormai siamo arrivati, il palazzo è illuminato da ogni parte e numerose carrozze sono già radunate nel grande cortile. Il cocchiere mi aiuta a scendere e dopo mi dirigo verso l’entrata. Forse non sono poi così pronta ad affrontare tutto, forse dovrei tornarmene a casa e accettare che Fersen è un mio amico e basta. Ma credo che ormai sia un po’ tardi per cambiare idea. Prendo un bel respiro e dopo entro nel grande ed elegante salone dove migliaia di persone cominciano a guardarmi dalla testa ai piedi incuriositi. Sento migliaia di voci che, mentre cammino per la sala, commentano ogni cosa. Ma non sono i loro commenti che voglio sentire. Lo cerco con lo sguardo, ma non lo trovo. Poi mentre sto vagando a caso  per il grande salone finalmente lo vedo intento ad osservarmi ammirato. Sorrido, felice del fatto che mi abbia notata. Poi a un certo punto Fersen comincia a camminare verso di me, e ad ogni suo passo sento il cuore battere sempre più forte.
- Perdonatemi, mi concedete l’onore di ballare con voi?- mi chiede una volta avvicinatosi.È bellissimo, così bello da mozzare il fiato, e infatti gli rispondo un “si” facendo solo un cenno col capo, incapace di parlare per l’emozione. Gli porgo la mia mano sperando che non tremi troppo e mi conduce al centro del salone dove cominciamo a ballare. Tutto comincia a girare, e gira, gira pazzamente in un valzer che mi sembra non finire più. Fersen è qui, e sta ballando con me! I suoi occhi grigio-azzurri mi scrutano con attenzione. Spero non si accorga della mia identità altrimenti credo sprofonderei dalla vergogna, e non avrei più il coraggio di guardarlo in faccia.
- Vi chiedo scusa duchessa, potrei sapere il vostro nome? Sapete, conosco una persona che vi somiglia molto…- oh no, no vi prego! Non può capire chi sono, non deve!
-… bella come lo siete voi, bionda come lo siete voi… è generosa, colta, decisa, darebbe la vita per i suoi ideali- per un attimo forse arrossisco alla sua descrizione, davvero mi trova bella? Da un lato però poiché parla con una lentezza che mi fa tenere il fiato sospeso la probabilità che capisca chi sono mi terrorizza.
-… e fa di tutto perché gli uomini non si interessino a lei, questa ragazza di cui vi parlo è il mio migliore amico!-
Sbam! E arriva, come una pugnalata nel petto, un dolore atroce e lancinante, che basta a farmi inciampare nella lunga gonna del mio vestito. Prima che possa cadere però, Fersen mi afferra per il braccio e mi tiene per la schiena. Ed è in quel momento, quando siamo occhi negli occhi, che capisco che il mio gioco è finito, che mi ha scoperta, che ha capito chi sono! E che è tutto finito, che la nostra amicizia non esisterà più.
- Non posso crederci, è impossibile… ma voi, voi siete…-
Già Fersen sono io, ma mi dispiace non ce la faccio a guardarti negli occhi, nonostante siano così belli non ce la faccio, non ora che mi sento così stupida. E così scappo, sollevando quella gonna che mi ha fatto tradire, che ha svelato chi sono.
Mi precipito fuori, dove non c’è nessuno per via del freddo pungente, e mi appoggio alla parte esterna di una delle tante fontane della reggia. Fersen mi ha tenuto tra le braccia, i suoi sguardi mi hanno accarezzato, ma mi ha detto anche quello che prova per me: solo amicizia! Ma in fondo lo sapevo già, di dover rinunciare a lui. In fondo una ragione che spiega il mio comportamento c’è, semplicemente volevo che per una volta Fersen mi guardasse vedendo quella che sono veramente, la donna che sono, e non il comandante delle guardie reali. Invece  non è servito a niente, non mi ha chiamata nemmeno “amica” ma “amico”, insomma per lui sono un uomo in tutto e per tutto. Buffo, volevo proprio che tutti mi vedessero in questo modo, e invece adesso mi lamento perché fa male, malissimo. E verso lacrime amare mentre il vento freddo fa arrivare l’acqua della fontana su di me, bagnandomi tutta. Ho freddo, mi sento congelare, ma il dolore è talmente intenso che non riesco ad alzarmi. E rimango lì, accovacciata sul bordo della fontana, succube dell’acqua e del vento, fino a quando una voce, una voce che conosco fin troppo bene, mi chiama.
- Oscar!- mi volto verso il mio migliore amico, che avvolto in un mantello nero mi si avvicina preoccupato.
- André…- sussurro a stento, troppo infreddolita per parlare.
- Ma che cosa stai facendo? Sei completamente fradicia!- mi dice mentre si toglie il mantello per darlo a me.
- Come mai sei venuto,? La nonna aveva detto…- comincio io acquistando un po’ di calore, ma André mi interrompe.
- Lo so cos’ha detto, ma volevo controllare che andasse tutto bene. A quanto pare però… non è andata così vero?- mi chiede vedendo i segni delle mie lacrime, domanda che non ottiene risposta, perché in effetti è una constatazione.
Già, stasera doveva essere la mia serata, doveva andare tutto bene. E invece, mi sono ritrovata a piangere sul bordo di una fontana, in mezzo all’acqua e al vento. Bel modo di vivere al meglio questa occasione. Anche adesso non riesco a trattenere le lacrime, perché mi sento una stupida, perché pur sapendo che non sarebbe cambiato niente ho voluto fare tutto questo. E nonostante sapessi già come sarebbe andata a finire sento comunque un dolore dentro che non mi dà pace.
- Oh André, io…- mi butto fra le sue braccia, mentre calde lacrime rigano le mie guance incessantemente.Sento un grande vuoto nel cuore, come se Fersen lo riempisse tutto, sono queste le sensazioni di una delusione d’amore? È davvero una cosa crudele, fa male, così male da spingermi a piangere come non ho mai fatto prima. Io, che non piango mai, ironico. Eppure ora proprio non ci riesco, è un dolore troppo grande per me.
- Oscar tranquilla ci sono io con te. Piangi, piangi pure quanto vuoi se ti fa sentire meglio…-
Oh André grazie, grazie per essermi sempre così vicino, nonostante io non ricambi mai abbastanza questa vicinanza che mi è indispensabile. Anzi, ti tratto sempre male quando in realtà non lo meriti. Forse avrei dovuto innamorarmi di te, sarebbe stato tutto più facile, perché in fondo, nonostante te lo abbia chiesto tante volte, non mi hai mai trattata davvero come un uomo. I tuoi modi gentili mi hanno sempre fatto sentire una donna, una donna fantastica, mentre i tuoi sguardi una donna bellissima. E stranamente non mi ha mai dato fastidio, al contrario forse pensandoci bene, mi piaceva sentirmi in quel modo, solo tu ci sei riuscito tra tutte le persone che ho conosciuto della mia vita. Scusami André, perché non merito di certo né la tua amicizia né il tuo amore. Quando saliamo in carrozza André si siede vicino a me e cerca di scaldarmi con le sue braccia, e io mi appoggio completamente alla sua spalla mentre il calore emanato dal suo corpo e le sue carezze mi conciliano il sonno.
- Grazie…- gli sussurro piano mentre il sonno e la stanchezza pervadono il mio corpo.
Spero che tu l’abbia sentito André perché l’ho detto con tutta la mia sincerità. Dimenticherò Fersen, questo è sicuro, ci riuscirò, ma avrei preferito non provarlo questo dolore così grande, già forse avrei davvero fatto meglio ad innamorarmi di te. Con questo ultimo pensiero mi addormento, cullata dal dondolare della carrozza che lentamente mi sta riportando a casa e dal calore e il profumo di André.
  
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