Scegli un argomento.
Non m'importa quanto sia stupido.
Puoi parlarmi del tempo, se vuoi - non mi da fastidio.
Oppure puoi dirmi che ti hanno stretto troppo le fasciature e che fanno male e che senti di non riuscire a muoverti, e forse riuscirei a capire perché sei lì  e non ti decidi ad aprire la bocca, perché magari hai paura che la tua voce tremi dal dolore, o qualcosa del genere.
No. Non è così. Tu sei forte, sono sicuro che nel nostro team di due tu sia il più forte.
Quindi, apri la bocca. Stabilisci un argomento. Parleremo.
Non ti sto nemmeno chiedendo di parlare del nostro fallimento, capisco se non vuoi parlarne. Neanch'io voglio parlarne, o almeno è questo che mi sto ripetendo.

...
 
Non riesco neanche ad ingannare me stesso. Io voglio che tu ne parli, voglio che tu mi rassicuri e mi dica che non importa se abbiamo perso, perché abbiamo fatto un ottimo lavoro, e ci siamo impegnati al massimo, e che l'inter-high aspetta solo noi e ci saremo l'anno prossimo--

Il tempo passa, e tu sei lì con i pugni stretti e lo sguardo fisso sul pavimento.

E' straziante.

L'orologio dell'altra stanza mi fa impazzire. Tutto questo silenzio è snervante. Non arriva nessuno a dirci parole di conforto, ma è sempre stato così. Siamo sempre stati io e te, soli contro il mondo.
E allora perché non mi guardi? Non cercavi conforto nella mia presenza?
Questa non è la fine del mondo.
E anche se fosse la fine del mondo, apparterebbe a me e te. Noi due, insieme. Non sarebbe così grave, perché appartiene a noi, al nostro team di due.
Insieme non fa così male, vero?
Ma questo silenzio è insopportabile proprio perché siamo in due.

Ti sto fissando da un po'. Non so quanto tempo è passato, non ho voglia di pensarci.
Sto aspettando che ti giri verso di me e mi chieda perché ti fisso. Sarebbe un ottimo argomento di conversazione.
Ma se non ti piace, puoi sceglierne un altro.
Parlerei di qualunque cosa con te.
Quindi ti prego, parlami.

Perché non vuoi parlarmi?




Le mie labbra sembrano cucite. Non riesco ad aprirle. E' snervante. Non mi piace il silenzio.
"Abbiamo fatto un ottimo lavoro oggi"
Ha fatto male. Aprire la bocca ha fatto male, Junta. Lo sai.
Però non importa se fa male, perché l'ho fatto per parlare con te.
Finalmente mi guardi. Hai gli occhi lucidi.
"Mi fanno male le gambe..."
Fanno male anche a me.
Ci abbracciamo.

Forse ho esagerato.
Nel nostro team di due servono davvero poche parole per capirsi.


{ Non ho altro da aggiungere, credo. Ormai sono famosa per scrivere cose senza senso.