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Autore: Soleil Jones    03/07/2014    2 recensioni
“Wright, credo di odiarti.”
“Oh, credimi Lynch, sto soffrendo alla prospettiva.”
“Finitela e toglietevi di dosso, voi due! Ma chi cavolo ha avuto l’idea della Passaporta quando avremmo potuto Smaterializzarci?!”
“Tu, Lehireen.”
“Oh. Già, sì, ehm… Non si può usare la Smaterializzazione a distanze tanto elevate! Ecco perché come idea è geniale!”
“Sarà, ma aver creato una Passaporta senza prima aver chiesto il permesso ufficialmente mi costerà un’altra lettera d’ammonimento. Quota quattro su sette in. E in quanto tempo? Un anno! Sono un genio, gente.”
“Tanto ormai il Preside Arrow c’ha preso talmente l’abitudine che neanche si scomoderà a scriverti. Non corri pericolo.”
Un urlo spezzò la quiete di suddetta discussione, per altro tenuta ammassati tutti e tre tra la terra e i fiori.
“Voi tre! Dico io, proprio sulle mie aiuole dovevate schiantarvi?! Oh, guardate che disastro! Siete anche tutti sporchi!”
“Ci scusi, signora Mitchell!”
[. . .]
“Quindi, alla fine della fiera, che ci fate qui? Non mi avete detto che sareste arrivati.”
Lehireen e Harmony allargarono le braccia esclamando all’unisono: “Sorpresa! E buon compleanno!”
Era incredibile quanto potessero essere sincronizzate, alle volte.
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A Sery_Vargas, per il suo compleanno!
Auguri, liebe!
Soleil Jones
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Autore: Soleil Jones ;
Fandom: Harry Potter (Anche se non c’è ombra dei personaggi canonici, stavolta) ;
Personaggi originali principali: Aileen Mitchell – Harmony Wright – Lehireen O’Connel – Thomas Lynch ;
Note: Dunque, questo è una sottospecie di regalo per Sery_Vargas – Feliz cumple, vecchietta-che-sarà-sempre-e-comunque-un-anno-più-giovane-di-me!
È ambientata negli U.S.A. perché, sinceramente, l’ho buttata giù qualche ora fa e non ho avuto il tempo di spremermi le meningi di modo da coinvolgere i nostri personaggi amatissimi, e mi spiace!
Dunque, devo precisare che, sì, ho inventato l’esistenza di una scuola di magia americana (Basandomi sul sistema scolastico americano, equivale alla Secondary School dei Babbani americani) cui ho dato il nome di Amstrong; poi ho pensato alle Case perché, d’altronde, Hogwarts ha un sistema esteso solo al Regno Unito.
Però poi ho pensato alla colonizzazione degli Stati Uniti d’America da parte degli inglesi, avvenuta secoli dopo l’istituzione di Hogwarts e perciò, giacché la lingua dei nostri amanti del the è – Anche se storpiata e meglio conosciuta come American English – quella più parlata nella Nazione della libertà, perché non sarebbe potuto avvenire lo stesso sistema di colonizzazione anche nel Mondo Magico?
Ed ecco qui – Particolarità: solo perché siamo in America (E io AMO l’America) non ho tradotto i nomi delle Case, LOL! XD
Secondo la mia idea questa scuola è situata nella famosissima isola di Alcatraz – Nascosta da incantesimi protettivi e di disillusione dall’altro lato dell’isola rispetto alla prigione e a cui si arriva in volo, ma magari lo spiegherò meglio in, chissà, qualche altra One-Shot. Vedremo.
Come ad Hogwarts, appena arrivati, gli studenti vengono Smistati nelle quattro Case, cui gli americani attribuiscono valori simili a quelli delle originali.
I Gryffindor sono gli impulsivi, i coraggiosi, gli avventati, coloro che secondo l’americano medio hanno le caratteristiche psicologiche di un eroe; gli Hufflepuff sono quelli leali, pazienti, intraprendenti e caparbi; i Ravenclaw quelli creativi, colti, svegli e dalla mentalità senza orizzonti; gli Slytherin sono quelli ambiziosi, testardi, furbi e – In un certo senso – più misteriosi e oscuri di carattere, i potenziali cattivi.
Queste caratteristiche vengono riflesse nell’esecuzione di un incantesimo particolare detto Incanto Detector (La cui formula è “Detector Cor”), lanciato contro un focolare sempre acceso, ardente dal giorno della fondazione della scuola, le cui fiamme si tingono di quello che è definito il colore del proprio Io. I colori sono rosso per i Gryffindor, blu per i Ravenclaw, giallo per i Hufflepuff e verde per gli Slytherin.
E boh, niente, finito! Vi lascio leggere!
E, Sery, ancora auguri – E sì, so che tu non li compi ancora 17 anni, lo so!
 
 
 



A wizard birthday
 
Il 3 luglio era una data abbastanza importante per Aileen, e non perché fosse la data del suo compleanno tanto più perché, quella volta, avrebbe raggiunto – Finalmente – la maggiore età.
Da quel momento in poi avrebbe potuto considerarsi libera di sbizzarrirsi.
Lehireen, da brava appartenente alla Casata Ravenclaw, le aveva detto che Amstrong non avrebbe esitato comunque ad ammonirla in caso avesse esagerato.
E se era una Ravenclaw a dirlo…
Però lei e Harmony non potevano proprio parlare, dato che erano maggiorenni rispettivamente da due e un anno.
Tra l’altro, Harmony la lettera di richiamo l’aveva ricevuta eccome – “Tre volte!” Diceva gongolante ed orgogliosa della sua capacità di infrangere qualsivoglia regola anche senza farlo apposta.
Comunque era una tappa importante nella vita di una strega e tutti ringraziavano il Cielo che per il Mondo dei Maghi la maggiore età si raggiungesse a 17 anni e non a 21, com’era invece per i Babbani statunitensi.
Il brutto del compiere gli anni in piena estate stava nel fatto che non si poteva festeggiare a scuola – Come invece potevano fare Lehireen e Harmony, nate a giugno – Il 12 – e a marzo – Il 10.
Erano fortunate a poter festeggiare ad Amstrong; ricordava come se l’avesse visto solo il giorno prima il sorriso felice dipinto sul viso di Harmony di ritorno dalla punizione ricevuta per essere stata beccata sul tetto con Finlay Anderson – Gryffindor, Cacciatore a Quidditch, capelli castani scompigliati anche più dei suoi e occhi color nocciola – e la giornata sfiancante che le aveva fatto passare.
Lehireen aveva invece preferito assillare loro per tutta il pomeriggio per poi festeggiare nella sua Sala Comune e vedersi con Daniel Raimbow, un Hufflepuff dagli occhi azzurri, biondo e perennemente allegro.
Le sarebbe piaciuto festeggiare lì, in quel castello nascosto dove si respirava aria salmastra e fresca, con le sue amiche e… Sì, beh, Thomas.
Pensando a quest’ultimo, si ritrovò ad arrossire e scoprì di star fissando una foto con particolare interesse. Ritraeva lei e Thomas, Lehireen e Daniel e sullo sfondo si intravedevano i gemelli Anderson – Finlay e Callum – che tentavano di insegnare a un bambino Ravenclaw come cavalcare una scopa, facendolo salire su quella su cui era Harmony.
Lei e Lehireen si voltavano verso l’obiettivo, distogliendo lo sguardo da quello spettacolino e, mentre la prima cominciava ad azzuffarsi scherzosamente con Daniel, la seconda tirava per mano Thomas di modo da arraffare i soggetti sullo sfondo e farli avanzare almeno un momento davanti all’obbiettivo.
Scosse il capo riprendendo a… A… Ecco, si era dimenticata anche cosa stava cercando nel suo baule!
La bionda imprecò conro chissà chi al notare l’oggetto delle sue ricerche – Un calamaio con inchiostro color indaco – posto sulla mensola più in alto. Salì sul letto e si mise in punta di piedi, e stava per arrivare a prendere la boccetta quando un tonfo e delle voci la spaventarono così tanto da farla cadere dal letto.
 
“Wright, credo di odiarti.”
“Oh, credimi Lynch, sto soffrendo alla prospettiva.”
“Finitela e toglietevi di dosso, voi due! Ma chi cavolo ha avuto l’idea della Passaporta quando avremmo potuto Smaterializzarci?!”
“Tu, Lehireen.”
“Oh. Già, sì, ehm… Non si può usare la Smaterializzazione a distanze tanto elevate! Ecco perché come idea è geniale!”
“Sarà, ma aver creato una Passaporta senza prima aver chiesto il permesso ufficialmente mi costerà un’altra lettera d’ammonimento. Quota quattro su sette e in quanto tempo? Un anno! Sono un genio, gente.”
“Tanto ormai il Preside Arrow c’ha preso talmente  l’abitudine che neanche si scomoderà a scriverti. Non corri pericolo.”
Un urlo spezzò la quiete di suddetta discussione, per altro tenuta ammassati tutti e tre tra la terra e i fiori.
“Voi tre! Dico io, proprio sulle mie aiuole dovevate schiantarvi?! Oh, guardate che disastro! Siete anche tutti sporchi!”
“Ci scusi, signora Mitchell!”
Al vedere Lehireen, Harmony e Thomas apprestarsi a darsi una sistemata a colpi di bacchetta la mascella di Aileen toccò terra.
Harmony, la Gryffindor dalla zazzera di mossi e folletti capelli neri – Quel giorno tinti, con la magia, di rosso – consegnò a Lehireen la pallina da tennis che doveva essere stata la loro Passaporta, di modo che la riponesse al sicuro nella sua borsa.
“Hey, pulce, mi scomodo a venire fin qui per te con una Passaporta illegale creata da una Gryffindor e non hai nemmeno la decenza di salutarmi?” Sbottò Thomas, allargando le braccia in un alquanto esplicito invito ad abbracciarlo – Senza, ovviamente per giustizia, pulirsi la camicia sporca di terra e concime.
Ecco uno spettacolo che mai, mai si sarebbe aspettata di vedere; erano tutti e tre lì.
Lehireen O’Connel, strega di origini anglo-francesi e che aveva terminato la scuola l’anno precedente, la salutò con un sorriso raggiante che animò i piccoli e accesi occhi azzurri.
Era una Ravenclaw dai capelli scuri e ricci lunghissimi, tenuti fermi in una treccia scomposta o da un fermaglio e anche se all’apparenza poteva sembrare tranquilla, in realtà era infantile tanto quanto una Gryffindor come Harmony Wright.
Il fatto che quest’ultima, ogni tanto, cambiasse il colore dei suoi capelli corti e scombinati, non significava che fosse una Metamorfomagus, come invece aveva sperato Aileen quando l’aveva vista camminare per Amstrong con alcune ciocche colorate d’oro.
La prima cosa che aveva imparato a fare, a quanto aveva raccontato loro, era stato l’incantesimo per cambiare temporaneamente il colore dei capelli e farseli crescere – Oltre a, naturalmente, andare su una scopa; nella sua famiglia, metà irlandese e metà californiana, erano infatti tutti appassionati di Quidditch, oltre che molto dotati.
E, per quanto odiasse le smancerie, in uno slancio d’affetto, fu la prima a saltare addosso alla festeggiata – Subito seguita da Lehireen e poi, infine, da Thomas.
Thomas Lynch, invece, Slytherin dai capelli biondissimi – Squattrinato, introverso e scostante quanto scontroso – era – Semplicemente parlando – il ragazzo della bionda.
Non era esattamente il tipo di ragazzo che chiunque avrebbe voluto avere, anche se la sua aria da bel tenebroso e il suo sorriso beffardo facevano conquiste ad Amstrong.
A dirla tutta, nessuno ancora aveva capito come avessero fatto lui e Aileen a mettersi insieme.
Era in costante lotta con Harmony, da bravi Gryffindor e Slytherin non andavano d’accordo su niente.
Eppure, eccolo lì, in tutta la sua scombinata bellezza.
“Ma voi—” Aileen, bionda Hufflepuff Metamorfomagus italo-americana, boccheggiò non appena Harmony la lasciò andare.
“Tu fino a ieri sera eri a trovare i tuoi cugini di non so che grado a Lione!” Esclamò indicando Lehireen. – “Ah, oui, la France…
“E tu eri con la tua famiglia alle Maldive o non ricordo in quale altro posto dove avete qualche multiproprietà!” Continuò, indicando Thomas. – “Famiglia che ho piantato in asso per te. Ma figurati, non c’è proprio di che ringraziarmi!”
“E tu la scorsa settimana mi hai mandato un gufo da Diagon Alley dicendomi che saresti tornata in California giusto… Oggi, appunto!” Concluse, indicando Harmony. – “Oh, sì! Ti devo portare a vedere i Tiri Vispi! Li ameresti, credimi!”
“Quindi, alla fine della fiera, che ci fate qui? Non mi avete detto che sareste arrivati.”
Lehireen e Harmony allargarono le braccia esclamando all’unisono: “Sorpresa! E buon compleanno!”
Era incredibile quanto potessero essere sincronizzate, alle volte. Facevano ancor più impressione di Finlay e Callum a momenti.
Thomas indicò le due “Quel che hanno detto loro.” per poi inarcare un sopracciglio. “Ora ti degni di salutare il tuo ragazzo, o devo fare dietro front e farmela a piedi fino a Las Vegas?”
Il diciassettesimo compleanno di Aileen Mitchell fu senza ombra di dubbio il giorno più strano della sua esistenza.
 
 
…To be continued…Maybe…
  
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