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Autore: DaughterOfHades    03/07/2014    9 recensioni
|| Valdangelo \ LeoxNico ||
“Ho dovuto spiegargli che siamo solo amici. Niente romanticismo qui, solo una coppia di ragazzi in giro - “
“Amici?” gli fa eco Nico, con un tono un po’ strano.
“Sì” fa Leo lentamente, sbattendo le palpebre. Pensava che loro fossero amici, almeno, ma a quanto pare Nico non la pensa allo stesso modo. Ciò non lo sorprende, non del tutto, ma lo fa sentire una vera merda.
“Quindi tutto questo, l’ultimo mese,” dice Nico, sembrando improvvisamente terrorizzato. “Noi stavamo solo uscendo a farci un giro? Come amici?”
{Questa storia NON MI APPARTIENE, è solo una TRADUZIONE!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo, Piper McLean
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Leo assale il gelato e si lascia cadere con stizza sulla sedia davanti a quella di Nico. 

L’altro alza le sopracciglia. “ Cattiva giornata?” chiede, ancora col cucchiaio in bocca, spingendo la coppa di gelato verso Leo. E’ alla fragola, con in cima della crema al cioccolato, fragole fresche ed un wafer triangolare. Nico ha già preso quelli che Leo indovina essere tre morsi di gelato perché non riesce mai ad aspettare (“Si scioglie troppo velocemente” gli dice il ragazzo quando Leo glielo chiede, ma lo sa, Nico cerca solo una scusa per iniziare senza di lui).

“Persone” borbotta in risposta, prendendo un po’ di gelato col wafer prima di mandarlo giù. Nico non dice niente, aspetta solo che lui continui e si infila in bocca un cucchiaio intero di gelato. A Leo questa parte di lui piace; Nico vuole davvero sapere ciò che ha da dire, che è un ben voluto cambiamento, poiché le persone di solito preferiscono zittirlo. O semplicemente parlare inglese.

“Pensano tutti che stiamo avendo un appuntamento romantico” si lamenta, prendendo il cucchiaio dal tavolo e cominciando a scavare nel gelato. Nico si immobilizza, una fragola mangiucchiata gli cade dalle labbra. Leo non può biasimarlo; da parte sua non sarebbe esattamente contrario ad uscire con Nico (andiamo, il ragazzo sembra un dio greco ed è il più grande collezionista di fumetti che conosca, cosa che lo rende perfetto) ma è abbastanza sicuro che Nico (e tutte le altre persone al mondo) preferirebbero gettarsi di fronte ad un treno in corsa anziché avere un appuntamento con il piccolo e smilzo Leo Valdez.

“Ho dovuto spiegargli che siamo solo amici. Niente romanticismo qui, solo una coppia di ragazzi in giro - “

“Amici?” gli fa eco Nico, con un tono un po’ strano.

“Sì” fa Leo lentamente, sbattendo le palpebre. Pensava che loro fossero amici, almeno, ma a quanto pare l’altro non la pensa allo stesso modo. Ciò non lo sorprende, non del tutto, ma lo fa sentire una vera merda.

“Quindi tutto questo, l’ultimo mese,” dice Nico, sembrando improvvisamente terrorizzato. “Noi stavamo solo uscendo a farci un giro? Come amici?”

Leo aggrotta le sopracciglia. “Beh, sì” dice, a disagio. “ Se tu non volevi-”

Il ragazzo di fronte a lui emette un mugolio ferito, poi appoggia sul tavolo il cucchiaio che tiene in mano. “Devo andare” farfuglia, cacciando dalla tasca il portafoglio.

Leo sente un’improvvisa fitta di dolore. “Woah, amico, dai, avevamo deciso di andare a vedere Maleficient oggi,” dice, cercando di non far trasudare la disperazione nella voce. E’ il suo migliore amico, la persona più vera che conosce, e non vuole perderlo.

Nico lascia dei soldi - troppi soldi, a cosa sta pensando? - sul tavolo e dice evasivamente, “Non mi sento … di farmi un giro, oggi.”

No. I movimenti del giovane figlio di Ade sono strani e Leo vuole capire. Lo raggiunge e gli afferra il polso, cercando di catturare il suo sguardo. Nico si calma quando sente il loro contatto, ma non lo guarda.

“Nico” prova il ragazzo, preoccupato per il suo amico. “Non capisco perché sei uscito con me se non volevi che fossimo amici, giuro di non essere un cattivo ragazzo.”

Il più giovane finalmente incrocia i suoi occhi, ma il suo sguardo è pieno di dolore, è ferito, velato dalle lacrime. “Lo so” dice con voce strozzata, e scompare nell’ombra.

Leo rimane solo con una coppa di gelato mezza mangiata, il fantasma della pelle morbida e fredda nella sua mano e un insolito dolore all’altezza del cuore.
 
                                                                                  ***

“Sei proprio un idiota” borbotta Piper quando le racconta cosa è successo, guardandolo come se lei non riuscisse a credere a quanto è stupido. Sono seduti nella bellissima camera sotterranea di Leo, ed erano nel bel mezzo di una partita di carte quando il ragazzo ha deciso di interromperla per chiede a Piper dei consigli.

“Cosa?” protesta lui, ma tutto ciò che Piper emette è un sospiro. “Devo dirlo al posto tuo?” chiede stancamente la ragazza.

“Dire cosa?” ribatte Leo, disorientato, perché nel nome di Zeus, di cosa diavolo sta parlando?

Piper sospira di nuovo “Nico” inizia, come se Leo fosse un bambino di cinque anni particolarmente ottuso, “pensava che voi stavate uscendo insieme, qualcosa di romantico.”

Il ragazzo si sente cadere la mascella. “Cosa? Perché?” domanda.

“Perché ha degli occhi,” replica lei. “Leo, quando è stata la prima volta che vi siete fatti un giro?”

Leo aggrotta le sopracciglia. “Siamo andati a prendere un caffè” ricorda. Era pieno inverno; Nico chiese di punto in bianco se Leo voleva provare la nuova caffetteria a poche miglia dal Campo poiché i fratelli Stoll avevano giurato a destra e a manca che il latte alla nocciola era assolutamente fantastico. Leo aveva i suoi dubbi (i gemelli non sono esattamente i ragazzi più affidabili del Campo), ma il latte alla nocciola si era rivelato essere fantastico, ed anche la compagnia di Nico si era scoperta abbastanza piacevole. L’immagine del misterioso ed oscuro Nico di Angelo con dei baffi di panna montata lo avrebbero fatto ridere ancora per molto tempo.

“Stai sorridendo come un idiota” lo informa Piper, e lui subito le risponde con uno sguardo torvo.

“Okay, abbiamo preso del caffè. E allora? Noi siamo amici. Gli amici fanno queste cose!”

Adesso è lei a guardarlo in malo modo. “Litigavate per chi doveva pagare.” gli ricorda.

“Di nuovo” Leo tira su col naso, “gli amici lo fanno.” 

Piper gli lancia uno sguardo che dice davvero?, “Gli amici dividono il conto” replica, incrociando le braccia al petto. “Ho mai provato a pagare il tuo caffè?”

… Leo deve ammetterlo, lei non ha mai fatto una cosa del genere, e neppure lui si è mai offerto di pagare per lei.

“Okay, va bene,” le concede “ma Nico è un ragazzo generoso. Solo perché ha pagato anche per me qualche volta non significa che voleva uscire con me. O che io volessi uscire con lui.” aggiunge per principio, perché sì, lui vorrebbe uscire con Nico, coccolarsi e pomiciare e litigare sui supereroi (Nico pensa che la Marvel è meglio di DC, cioè, cosa?), ma Piper non ha bisogno di saperlo.

La ragazza si china sul tavolo, unendo le mani insieme con la determinazione negli occhi. ‘E’ tempo di cacciare le armi’ suggerisce la sua postura, e Leo ha appena il tempo di sostenere se stesso prima che lei dica, “Ti ricordi la battaglia a palle di neve della settimana scorsa?”

“Sì” risponde lentamente, incerto sul dove lei volesse arrivare.

“Ricordi quando Nico ha iniziato a lamentarsi che aveva le mani gelate?” lo sollecita. Allo sguardo confuso di Leo lei continua, alzando le sopracciglia. “Gli hai riscaldato le mani stringendole nelle tue.” 

Lui protesta. “Aveva freddo, come pensi che avrei dovuto fare, stare lì a vedere come andava in ipotermia?” okay, sì, stringere le mani di Nico? Molto carino. 10/10, lo rifarebbe sicuramente. 

Piper non si sconcerta. “Ti sei rifiutato di lasciarle andare per tutto il pomeriggio.”

Il ragazzo emette una specie di grugnito. “Okay, va bene, forse mi piace”  le concede, e Piper si concede un gridolino vittorioso “Ma” continua velocemente “non significa che vuole uscire con me.”

Piper grugnisce “Leo” dice frustata, ma lui l’interrompe.

“No, davvero” replica, e specifica “Ragazzi a cui piaccio? Loro non si innamorano di tipi come me.”

L’espressione di Piper si ammorbidisce, e sistema le mani più comodamente. “Leo” comincia di nuovo, gentilmente. “Hai mai fatto caso a quanto è felice Nico da quando hai iniziato a passare del tempo con lui?”

Leo si guarda intorno, accigliato, e inizia a pensarci. Riflettendoci, Nico ha cominciato a sorridere di più rispetto a prima. Passa anche più tempo col resto del gruppo, e non si è lamentato nemmeno una volta quando Leo lo ha convinto a partecipare alle attività del Campo. Gli sorrideva anche quando facevano pratica insieme col tiro con l’arco, e gli comprava qualcosa al McDonald’s quando dimenticava di mangiare perché era impegno al Bunker 9 a lavorare ad un progetto, e quando andavano in città Nico camminava sempre sul bordo del marciapiede. Il modo in cui a volte guardava Leo, lento, calmo, conteso -

Il ragazzo sente il sangue defluire al viso.

“Lui -” squittisce, ma non è in grado di dire nient’altro.

“A lui piaci” termina Piper, stringendogli la mano.

“Sono fottuto” si lamenta, aggrappandosi saldamente alla mano di Piper perché non ci è arrivato da solo?

“Lo sei” concorda lei “Ma puoi aggiustare tutto. L’ultima volta ho sentito che si stava deprimendo intorno al Pugno di Zeus. E’ meglio che vai prima che Hazel lo trovi e ti faccia a brandelli.”

Leo incontra lo sguardo della ragazza, i suoi occhi multicolore sono caldi, esasperati e affettuosi: non le ha mai voluto bene così tanto. “Grazie” è tutto ciò che riesce a dire, lasciandole andare la mano e balzando all’in piedi. “Grazie, davvero, Pipes, io - io devo -”

“Andare” ride Piper. “Metterò via le carte ed uscirò.”

Leo non se lo fece ripetere due volte.
 
                                                                                  ***

Come dettogli da Piper, Nico è lì, seduto a gambe incrociate con la schiena appoggiata contro la pila di rocche che una volta era il Pugno di Zeus. La sua spada è per terra accanto a lui, come se l’avesse lasciata cadere lì con noncuranza. Sembra fragile e vuoto, come - come se il cuore gli fosse stato strappato via dal petto. Leo si lascia scivolare addossi i sensi di colpa, perché è stato lui a farlo - ma si fa forza e si costringe a camminare verso Nico, prendendo posto accanto a lui.

Nico non dice niente, non sembra percepire nemmeno la presenza di Leo, appoggia solo la testa indietro e chiude gli occhi, rassegnato, come se si aspettasse che Leo diventasse inutilmente crudele con lui. E’ una supposizione vera; Leo lo è già stato, anche se non lo sapeva nel momento. Prende a giocherellare con le dita, flettendole e contorcendole cercando il coraggio di dire qualcosa.

Finalmente, dopo un lungo istante di silenzio, si schiarisce goffamente la voce.

“Mi dispiace” è tutto ciò che riesce a dire e non è abbastanza, neppure lontanamente abbastanza, ma non può dire nient’altro, non gli vengono le parole.

Nico emette un suono pieno di dolore, improvviso, come se fosse involontario, ed è una pugnalata al cuore di Leo. “Noi siamo … amici, no?” chiede, triste e stanco e col cuore spezzato. “Ho capito, non devi - dire nient’altro, quindi restiamo solo … amici, okay?”

Le sue parole, cupe e sconfitte, riempiono Leo di una rabbia repentina. Nico non sta combattendo per quello che vuole, è rassegnato. Dovrebbe essere arrabbiato, prendersela con Leo e urlargli che è un idiota, ma invece fa quello che crede Leo voglia. Sta diventando un fottuto martire, e Leo è colpevole al 100%.

“No” dice il figlio di Efesto, con un po’ troppa forza nella voce di quando avrebbe voluto. “Non è okay.” 

Nico indietreggia come se fosse stato colpito fisicamente, e sembra stia di nuovo per scomparire nelle ombre, così Leo afferra il suo gomito e lo tiene stretto. L’altro sobbalza sorpreso, ed apre gli occhi scuri per fissare impaurito Leo, come se si aspettasse che da lì a poco iniziasse a picchiarlo. Questo gesto lo fa sentire pieno di sensi di colpi e di pietà, tutto in una volta, ma non si lascia abbattere perché Nico non sta scappando lontano da lui.

“Lasciami andare,” ringhia il ragazzo, guardandolo con aria feroce, ma Leo non si lascia spaventare.

“No,” dice, guardando Nico negli occhi. “Non voglio lasciarti andare.” Perché se c’è una cosa per cui vuole combattere è la felicità di Nico, Leo lo sa, e ha visto che è lui a renderlo felice.

Può farlo.

“Non sapevo che volessi - essere così,” dice Leo, determinato a finire il suo discorso, non importa quanti passi falsi commette. “Io sono - Nico, lo sai, io non sono molto bravo con - con le presone,” dice in qualche modo, frustrato: perché non riesce a parlare? “E io non me ne sono reso conto quando dovevo, perché io pensavo -”

Si interrompe, chiude gli occhi e prende un momento per respirare e calmare le pulsazioni del suo cuore.  Quando li riapre di nuovo, Nico lo sta guardando, confuso e ferito e speranzoso, e finalmente Leo trova il coraggio. D’impulso, lascia andare il gomito del ragazzo e gli prende la mano, intrecciando le dita con le sue. Nico sposta lo sguardo a fissare le loro mani, agitato ed imbarazzato, ma il cuore di Leo è sicuro, e lo sono anche le sue parole quando dice, “Pensavo che fosse soltanto un mio desiderio.” 

Nico spalanca gli occhi e lo guarda di rimando, mentre un rossore inizia a colorare le guance troppo pallide.

“Non avevo realizzato che stavamo uscendo insieme,” continua, prima di perdere il coraggio, “perché sono stupido e pazzo e ripugnante, e ho pensato che una persona fantastica come te non avrebbe mai neppure preso in considerazione di uscire con un coglione come me.”

“Tu non sei stupido,” dice Nico con un tono serio. “Sei il ragazzo più intelligente che conosco.” Stringe più forte la mano di lui, come se stesse cercando di convincere se stesso della cosa. Leo ricambia la stretta, non ha intenzione di andare da nessuna parte.

“Non abbastanza intelligente da notare che stavamo insieme,” replica ironicamente. “Quanto sono idiota?”

“Mi piaci davvero” dice Nico velocemente, poi avvampa completamente, come se le parole gli stessero uscendo fuori senza il suo permesso. Il cuore di Leo salta un battito, e poi timidamente risponde, “Anche tu mi piaci davvero.”

In qualche modo Nico diventa ancora più rosso, ma continua coraggiosamente. “Quindi smettila di insultare il mio ragazzo.”

Anche Leo arrossisce e riesce a malapena ad evitare di andare a fuoco. “E’ questo - ciò che siamo?” chiede esitante. “Fidanzati?”

“Se vuoi,” dice l’altro, con un sorrisino timido e pieno di speranza.

“E fidanzati sia,” concorda Leo, aprendosi in un enorme sorriso. Nico gli sorride di rimando, raggiante, e gli sta così bene che Leo non vuole vederlo mai più triste.

“Ho davvero voglia di baciarti,” ammette.

Il sorriso di Nico è incredibilmente adorabile e dice, timidamente, “E cosa stai aspettando?”

Così Leo, con il cuore a mille e le dita tremanti, traccia la linea della mascella di Nico prima di avvicinare il viso al suo, premendo le labbra su quelle del ragazzo.

                                                                                   ***

Escono dalla foresta un’ora dopo, stringendosi la meno, ridendo e scherzando. Connor Stoll lancia uno sguardo alle loro guance arrossate ed ai capelli arruffati, e gli fa l’occhiolino. Sono entrambi un po’ imbarazzati per questo, sì, ma appena Leo urta il fianco contro Nico tornano ad essere a loro agio. 

E’ come se tutto il Campo stesse aspettando che Leo aprisse gli occhi, perché nel momento in cui entra nella mensa con il resto della sua Cabina, gli altri semidei, guidati dalla Cabina 10 e dalla 11, gridano e fischiano. Anche Chirone sembra vagamente divertito, mentre Mr D rotea gli occhi, non capendo la situazione.

Leo si gira e cerca di catturare con fare accusatorio lo sguardo di Connor. L’altro, in risposta, sorride e fa spallucce, come se gli stesse dicendo cosa t’aspettavi? Leo capisce che ha ragione, e si rassegna ed essere punzecchiato per tutta la serata.

L‘entrata di Nico, alcuni minuti dopo, non ottiene la stessa reazione che ha scatenato quella di Leo, il quale ne resta incredulo e grato al contempo. Jason e Percy si dirigono verso il tavolo riservato ai figli di Ade, e c’è un ghigno terribile sul volto di Percy come se stesse per schiaffeggiare Nico sulla nuca, premonizione che si svelò poi giusta.

Quella sera gli altri semidei quasi forzano Leo e Nico a sedersi vicini intorno al fuoco, e dopo che Chirone e Mr D portano i ragazzi più giovani a dormire, iniziano tutti a cantare le canzoni più suggestive che conoscono. Tutti quanti ogni tanto lanciano uno sguardo verso di loro, ma Nico intreccia le dita di Leo con le sue e Leo è così felice che è sicuro che nessuno potrà mai portarglielo via.

“Quindi penso che ti devo un gelato alla fragola,” dice all’orecchio di Nico, in modo che nessun altro potesse sentire. “E … Maleficient, dopo?”

Nico sorride. “E’ un appuntamento,” fa, e stringe ancora di più la mano del ragazzo.
  
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