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Autore: ferao    03/07/2014    1 recensioni
Minou ha diciott'anni, l'età in cui si fanno più scemenze. Suo padre, Romeo, è preoccupato.
Il migliore amico di suo padre, Scat, ci va di mezzo.
[Human!AU]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Romeo, Scat-Cat
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note:
questa ff è nata molto tempo fa ed è stata terminata solo l'altro ieri. Voleva essere un omaggio a Trick e al suo shippare Scat-Cat/Minou, ma mi sa che m'è uscita 'na mezza schifezza. Del pairing c'è poco o molto poco.
Anyway.
Human!AU in cui i protagonisti sono, appunto, umani. Ho bellamente inventato le età dei personaggi, e nel parlato di Romeo ci sono un po' di italiano e un po' di romanesco - ma guarda un po'.
Buona lettura (spero) ^^'





Cocca de papà




– Quindi, in pratica, hai detto a quello sbarbatello di non presentarsi più a casa tua.
– Già.
– E poi?
Romeo sbuffò. – E poi gnente, Sca’. Me sò preso ‘na lavata de capo da mi’ moje ed è finita llà.
Scat nascose una risata nella birra. – Tua moglie un po’ c’ha ragione, però. La figlia è sua, mica tua.
L’intento di quella frase era, ovviamente, provocatorio: Scat sapeva benissimo che nulla irritava di più Romeo del sentirsi ricordare che Minou, la sua adorata figliastra, la “cocca de papà” come lui la chiamava, non aveva i suoi stessi geni. E infatti, non appena l’uomo udì quella frase, i suoi baffetti tremolarono.
– È come se fosse pure mia – replicò, acido. – Tu lo sai quanto je vojo bbene, e lei pure me considera un padre…
– Lo so, lo so. Però, – Scat si asciugò una goccia di birra dal mento, – non è un buon motivo per minacciare tutti i ragazzi che le si avvicinano. Voglio dire, ormai Minou ha diciotto anni…
– Nun me ce fa’ pensa’! – Romeo si portò le mani tra i capelli rossi, ancora folti. – Diciott’anni è l’età in cui si fanno più scemenze!
– Scemenze? Figurati. Minou è intelligente, sa quali rischi si corrono con i ragazzi e di certo è in grado di evitarli. E sa dire di no da sola, senza che il suo patrigno faccia la voce grossa con i tizi che le ronzano intorno.
– Il problema non è quello che Minou non vuole: il problema è quello che vuole. – Romeo esalò un sospiro drammatico, e per tutta risposta Scat scosse il capo. Che fine aveva fatto il suo vecchio amico, lo spensierato e scanzonato Romeo di dieci anni prima? Come aveva potuto trasformarsi in un uomo così maturo, serio, responsabile e pieno di grattacapi?
Maledetto matrimonio. Lo vedi, Scat, perché non ci si dovrebbe sposare?
– Prima o poi, – seguitò Romeo, con voce funerea, – Minou perderà la testa per qualche regazzino che non la merita e che la farà soffri’. Le piacerà quarcuno che non è alla sua altezza, al suo livello… cioè, vojo di’, Minou è una principessa! Mica se po’ mette con…
– … con un artista vagabondo che passa le sue giornate a nulleggiare? Curioso, ho già sentito una storia simile, e per quanto ne so è finita molto bene.
Romeo arrossì, rendendosi conto di essere stato colto in fallo. Per un po’, entrambi tacquero e sorseggiarono le loro birre. Scat conosceva Romeo da tutta la vita, e poteva immaginare molto facilmente i ragionamenti in cui la mente del suo amico era immersa.
– Sai, – biascicò Romeo dopo un po’, evidentemente provato dalla troppa quantità di alcool ingerita tutta insieme, – non è che io non me fido de lei. Me fido ciecamente. Però… non me fido de tutti l’artri.
– Capisco.
Romeo si prese il tempo di terminare la seconda pinta della serata prima di riprendere il discorso. – Er monno è pieno de òmini schifosi che non sanno come se tratta ‘na donna, e io dovrei sta’ tranquillo quando Minou è così giovane e ingenua?
– Minou non è così ingenua…
– Non è questo er punto. Er punto è che un padre ce deve sta’ attento, a ‘na fija. Non la po’ butta’ in mezzo ar monno così. Sai che te dico? – Mostrando ormai i segni di una decisa sbronza, Romeo alzò un dito verso Scat. – Preferirei che te la pijassi tu, Minou, piuttosto che chiunque artro.
Il sorso di birra che Scat aveva appena sorbito gli si incastrò in gola. Tossendo e sputacchiando, l’uomo cercò di non perdere il controllo di se stesso. – C-come?
– Ma sì. Se ti mettessi con Minou, sarei a posto. Tu sei un amico, sei serio, non tratti male le donne e te conosco mejo de quanto conosca me stesso. Co’ tte mi’ fija starebbe in banca.
Scat deglutì sonoramente. – Amico, hai bevuto troppo.
– No, senti, segui la loggica!
– La loggica dice che tua moglie mi ammazza, se non ti riporto a casa subito. Ooooplà!
In un batter d’occhio, i due uomini si rimisero in piedi. Scat sostenne Romeo e lo costrinse a compiere qualche traballante passo verso la porta del locale, ignorando i suoi tentativi di riprendere il discorso.
– Tu sei l’omo ggiusto! – continuava infatti Romeo, fuori dal pub. – Di te me fido a occhi cecati!
– Certo, certo… come no.
– Ma è vero!
L’uomo giusto per Minou? Figuriamoci. Nel buio della strada, inframmezzato qua e là da qualche raro lampione, Scat sbuffò sonoramente.
Non avrebbe portato mai più Romeo a bere, mai più. Quel tipo di conversazione (o meglio, di delirio) era davvero troppo imbarazzante, per due uomini della loro età: uno andava per i cinquantaquattro anni, l’altro per i cinquantadue… possibile che stessero davvero parlando di una ragazzina di diciotto anni? Una che, fino a pochi giorni prima, era ancora una bambina con i fiocchetti rosa tra i capelli?
Deciso ad ignorare i farfuglii di Romeo, Scat prese a rimuginare tra sé, ma invano. Ormai tutti i suoi pensieri si concentravano su Minou, sulle parole del suo patrigno e su un miliardo di altre idiozie che, di certo, se fosse stato completamente sobrio non avrebbe mai pensato.
Minou era giovane. Vero. Ma era anche maggiorenne. Magari non molto maggiorenne, ma il minimo legale d’età per certe cose ce l’aveva – cose come uscire la sera, attardarsi a parlare fuori dalla porta di casa, lasciarsi accarezzare i capelli e poi magari qualcos’altro…
No. No no no no. Sbagliato. Sei un vecchio porco, Scat, e Romeo farebbe bene a spellarti vivo.
Ma Romeo non sembrava di quel parere; continuava a ripetere che solo lui avrebbe potuto rendere Minou felice, solo a lui avrebbe potuto affidare la sua cocca de papà a cuor leggero, solo lui…
E chissà, magari era vero. Magari Minou aveva realmente bisogno di qualcuno più grande di lei, più adulto, più maturo. Insomma, se lo diceva suo padre
Per fortuna, il portone della casa di Romeo interruppe quelle riflessioni, impedendo loro di sfociare in qualcosa di cui Scat si sarebbe potuto vergognare, a mente fredda. Sempre sorreggendo il suo amico, Scat riuscì a sfilargli le chiavi dalla tasca e ad aprire la porta, che cigolò sinistramente.
– Senti, Rome’…
– Eh?
Scat si grattò il mento. Sentiva il cervello annebbiato dall’alcool e dalle chiacchiere. – Ma tipo… dici sul serio? Vuoi che me la sposi io, Minou? Perché io…
Romeo smorzò un rutto con la mano, si appoggiò allo stipite e guardò il suo migliore amico. – Lo sai, me sa che c’hai raggione. Non è cosa pe’ tte.
– Ma in realtà, io…
– Lascia pèrde. Anche perché si t’avvicini a Minou te stacco er collo.
– Ecco, appunto. Buonanotte, Rome’.
E abbandonandolo sulla soglia di casa, scappò via nella notte. Con tutto il cuore, Scat sperò che l’indomani Romeo non avrebbe ricordato quel discorso.
Sarebbe stato troppo imbarazzante.





 
   
 
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