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Autore: Paddy    04/01/2005    17 recensioni
Hermione è stata attaccata dai Mangiamorte e ha perso la memoria. Non ricorda nulla degli ultimi anni...dovrà di nuovo imparare a conoscere Harry e Ron e studiare tutto da capo. Ma quanta forza ci vuole per compiere quest'impresa? (la mia prima e ultima ff su Harry/herm!)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Questa, probabilmente, sarà la mia prima e ultima fanfic con la coppia Harry/Hermione

Questa, probabilmente, sarà la mia prima e ultima fanfic con la coppia Harry/Hermione. Ho semplicemente pensato che era ora di ‘spaziare’ un po’ i confini (perchè andare avanti sempre con r/hr alla fine diventa sempre la solita storia, quindi, detto questo... buona lettura!

 

Dedicato ad Azure_Angel (leggete il suo “Chiudi gli occhi...”, è strepitoso!)

 

 

 

FORGET LIFE

 

 

Cap. 1: Solo il vuoto

 

Hermione venne spinta violentemente addosso alla cassapanca. Alcuni cassetti le caddero addosso causandole graffi piuttosto gravi. Alcuni si limitarono ad aprirsi rivelando il contenuto.

I vestiti viola, grigi, beige, appartenenti a Jane Granger finirono sparpagliati. Sotto di essi la madre di Hermione aveva nascosto un album. La signora Granger, dentista, era piuttosto severa e rigida nei confronti della magia, e molto rigida con Hermione e il marito. Ma in quel quaderno aveva conservato le foto più belle scattate a John e alla figlia. Amava guardarle prima di dormire o dopo un litigio, o nell’intimità dell’ambulatorio. Le ridavano le forze.

Non l’avrebbe fatto mai più.

Hermione sollevò la bacchetta a stento, togliendosi dalle gambe i vestiti della madre e spostando i cassetti.

Tre figure nere l’accerchiarono. Hermione non aveva via di scampo, ma non voleva arrendersi. L’aveva mai fatto?

“Non mi avrete!” si sollevò faticosamente in piedi, tenendo la bacchetta puntata verso gli aggressori. Uno di essi rise sguaiatamente.

“Sciocca bambina!” sghignazzò. “Sarà uno scherzo eliminarti!”

“Che genere di comicità intende?” Hermione aveva pronunciato questa frase con quanta più forza avesse, ma temeva non servisse. Infatti.

“Sei divertente, bambolina” sibilò il più alto fra loro. “Ma noi non giochiamo con i Mezzosangue.”

“Lasciala a me!” lo implorò quello più basso. “Saprò come divertirmici...”

“Stupido! Il padrone ha detto di eliminarla. Dobbiamo accertarci che sia morta per stanotte. Domani gli studentelli di quel maledetto mago partono! E lei non deve prendere il treno...” quello che sembrava il capo scoppiò in una risata.

Hermione era totalmente paralizzata.

“E poi, se anche potessimo, credi che lascerei che fossi tu ad accalappiartela? Figuriamoci! Va bene che è una sporca babbana, ma non è per niente male...”

Le si avvicinò. Hermione aveva addirittura più terrore di quando l’aveva scagliata contro il comò. La sua voce malefica e suadente la disgustava. Il Mangiamorte le arpionò una mano gelida sotto al mento.

“Che ne dici, bambolina? Abbiamo una notte, ragazzi...” e scoppiò in una risata con l’altro compare, mentre quello basso non si unì al divertimento.

Questo era troppo. Hermione non accettava di essere presa in giro in quel modo. Allontanò con uno strattone l’artiglio del Mangiamorte, poi si alzò da terra ed urlò: “Non riuscirete a farla franca! E non provate più a toccarmi con le vostre viscide arti!”

Forse però aveva esagerato. Il capo la fissò per qualche attimo, il cappuccio abbena abbassato, poi girò le spalle e ordinò agli altri due: “Finitela.”

Quello basso annuì, poi si girò verso Hermione e le puntò la bacchetta contro. Ma nel momento stesso in cui pronunciò l’incantesimo, la ragazza sfoderò la sua ed urlò a pieni polmoni.

Imperio!” gridò il Mangiamorte.

Silencio!”

Hermione fu colpita da una scarica che pareva di corrente elettrica, e cascò a terra picchiando forte la testa. Mentre un rivolo di sangue le scorreva dalla tempia, sentì dei tuoni e delle grida, e dei passi per le scale. L’ultima cosa che ricordò era un mangiamorte, quello più magro, che si accasciava al suolo. Poi il nulla.

 

************************

 

“Scacco matto!”

“Ma è fallo! Hai barato, Ron, questo non è possibile!”

Ron si stiracchiò. “Cosa non è possibile? Che io ti abbia battuto per la nona volta di seguito o che io sia più bravo di te in qualcosa?”

“Piantala” Harry si alzò corrucciato. “Sono stufo di giocare a scacchi...”

“Sei stufo di perdere, vorrai dire!”

“Per favore non mancare di rispetto al mio povero re bianco. Dicevo, sono stufo, adesso perchè non scriviamo una lettera ad Hermione?”

“A mo’? Harry, mi stai rompendo con ‘ste lettere ad Hermione! Domani la vediamo, e che cavolo! Avrai tutto il tempo per parlarle! Le mie mani sono rosse come non so che!”

“E dai, Ron. Sono preoccupato. Non ha risposto alla lettera di ieri... di solito lo fa. Non è da lei.”

“Evidentemente non ha un amico che la rompe ogni volta! Sarà semplicemente stanca. Non so cosa vi prende, a voi due. Vi mandate scritti ogni giorno. State lì con la penna in mano per ore. Capisco la mancanza, ma non è mai successo!”

“Beh, sai... per questo fatto del ritorno di Voldemort (non fare quella faccia!), credo che ci stiamo avvicinando di più di quanto non fossimo già. Forse... boh, Ron, non fraintendermi, lei sta solo cercando di starmi accanto. Tutto qui.”

Ma per Ron evidentemente non era tutto qui, ed Harry l’aveva fiutato in tempo. L’amico aveva aggrottato le sopracciglia sentendo la frase ‘ci stiamo avvicinando di più’, ed ora aveva preso a riordinare gli scacchi senza una parola. Quando Harry si chinò per aiutarlo, esordì con un “Non ti affannare, faccio io.”

Harry allora si sedette alla finestra sospirando.Aveva intuito da tempo che Ron provava qualcosa per Hermione. Beh, qualcosa: essendo più espliciti, amore. Ma non lo aveva mai ammesso, neanche al suo migliore amico. Non si era fatto avanti con lei, e questo secondo Harry era grave. Quando si prova qualcosa di bello, bisogna dirlo. Tanto più che il ragazzo sentiva che anche Hermione lo ricambiava. Prima ne era felice. Adesso, invece, provava sentimenti contrastanti. Una parte di lui voleva Ron contento. Una parte di lui voleva che Hermione non lo ricambiasse. Ma questo perchè? Era il migliore amico del rosso... doveva solo augurargli bene. O no?

Di fatto neanche Hermione si era fatta avanti. E se a lei non piacesse Ron? Se le piacesse qualcun altro? Chissà, forse... no, non poteva pensarlo, e poi non era neanche possibile. Hermione era tanto buona, gentile e premurosa con lui solo perchè aveva subito la terribile perdita di Sirius e non voleva mai farlo arrabbiare perchè sarebbe stato un peso.

Già... per tutti di sicuro lui era come una una teca di cristallo che, se appena intaccata, poteva rompersi... ma non capivano quanto gli faceva male questo paragone?

  
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