Questa, probabilmente, sarà la mia prima e
ultima fanfic con la coppia Harry/Hermione. Ho semplicemente pensato che era
ora di ‘spaziare’ un po’ i confini (perchè andare avanti sempre con r/hr alla
fine diventa sempre la solita storia, quindi, detto questo... buona lettura!
Dedicato ad Azure_Angel (leggete il suo
“Chiudi gli occhi...”, è strepitoso!)
FORGET
LIFE
Cap. 1: Solo il vuoto
Hermione venne spinta violentemente addosso alla cassapanca. Alcuni cassetti le caddero addosso causandole graffi piuttosto gravi. Alcuni si limitarono ad aprirsi rivelando il contenuto.
I vestiti viola, grigi, beige, appartenenti a Jane Granger finirono sparpagliati. Sotto di essi la madre di Hermione aveva nascosto un album. La signora Granger, dentista, era piuttosto severa e rigida nei confronti della magia, e molto rigida con Hermione e il marito. Ma in quel quaderno aveva conservato le foto più belle scattate a John e alla figlia. Amava guardarle prima di dormire o dopo un litigio, o nell’intimità dell’ambulatorio. Le ridavano le forze.
Non
l’avrebbe fatto mai più.
Hermione
sollevò la bacchetta a stento, togliendosi dalle gambe i vestiti della madre e
spostando i cassetti.
Tre
figure nere l’accerchiarono. Hermione non aveva via di scampo, ma non voleva
arrendersi. L’aveva mai fatto?
“Non mi
avrete!” si sollevò faticosamente in piedi, tenendo la bacchetta puntata verso
gli aggressori. Uno di essi rise sguaiatamente.
“Sciocca
bambina!” sghignazzò. “Sarà uno scherzo eliminarti!”
“Che
genere di comicità intende?” Hermione aveva pronunciato questa frase con quanta
più forza avesse, ma temeva non servisse. Infatti.
“Sei
divertente, bambolina” sibilò il più alto fra loro. “Ma noi non giochiamo con i
Mezzosangue.”
“Lasciala
a me!” lo implorò quello più basso. “Saprò come divertirmici...”
“Stupido!
Il padrone ha detto di eliminarla. Dobbiamo accertarci che sia morta per
stanotte. Domani gli studentelli di quel maledetto mago partono! E lei non deve
prendere il treno...” quello che sembrava il capo scoppiò in una risata.
Hermione
era totalmente paralizzata.
“E poi,
se anche potessimo, credi che lascerei che fossi tu ad accalappiartela?
Figuriamoci! Va bene che è una sporca babbana, ma non è per niente male...”
Le si
avvicinò. Hermione aveva addirittura più terrore di quando l’aveva scagliata
contro il comò. La sua voce malefica e suadente la disgustava. Il Mangiamorte
le arpionò una mano gelida sotto al mento.
“Che ne
dici, bambolina? Abbiamo una notte, ragazzi...” e scoppiò in una risata con
l’altro compare, mentre quello basso non si unì al divertimento.
Questo
era troppo. Hermione non accettava di essere presa in giro in quel modo.
Allontanò con uno strattone l’artiglio del Mangiamorte, poi si alzò da terra ed
urlò: “Non riuscirete a farla franca! E non provate più a toccarmi con le
vostre viscide arti!”
Forse
però aveva esagerato. Il capo la fissò per qualche attimo, il cappuccio abbena
abbassato, poi girò le spalle e ordinò agli altri due: “Finitela.”
Quello
basso annuì, poi si girò verso Hermione e le puntò la bacchetta contro. Ma nel
momento stesso in cui pronunciò l’incantesimo, la ragazza sfoderò la sua ed
urlò a pieni polmoni.
“Imperio!”
gridò il Mangiamorte.
“Silencio!”
Hermione
fu colpita da una scarica che pareva di corrente elettrica, e cascò a terra
picchiando forte la testa. Mentre un rivolo di sangue le scorreva dalla tempia,
sentì dei tuoni e delle grida, e dei passi per le scale. L’ultima cosa che
ricordò era un mangiamorte, quello più magro, che si accasciava al suolo. Poi
il nulla.
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“Scacco
matto!”
“Ma è
fallo! Hai barato, Ron, questo non è possibile!”
Ron si
stiracchiò. “Cosa non è possibile? Che io ti abbia battuto per la nona volta di
seguito o che io sia più bravo di te in qualcosa?”
“Piantala”
Harry si alzò corrucciato. “Sono stufo di giocare a scacchi...”
“Sei
stufo di perdere, vorrai dire!”
“Per
favore non mancare di rispetto al mio povero re bianco. Dicevo, sono stufo,
adesso perchè non scriviamo una lettera ad Hermione?”
“A mo’?
Harry, mi stai rompendo con ‘ste lettere ad Hermione! Domani la vediamo, e che
cavolo! Avrai tutto il tempo per parlarle! Le mie mani sono rosse come non so
che!”
“E dai,
Ron. Sono preoccupato. Non ha risposto alla lettera di ieri... di solito lo fa.
Non è da lei.”
“Evidentemente
non ha un amico che la rompe ogni volta! Sarà semplicemente stanca. Non so cosa
vi prende, a voi due. Vi mandate scritti ogni giorno. State lì con la penna in
mano per ore. Capisco la mancanza, ma non è mai successo!”
“Beh,
sai... per questo fatto del ritorno di Voldemort (non fare quella faccia!),
credo che ci stiamo avvicinando di più di quanto non fossimo già. Forse... boh,
Ron, non fraintendermi, lei sta solo cercando di starmi accanto. Tutto qui.”
Ma per
Ron evidentemente non era tutto qui, ed Harry l’aveva fiutato in tempo. L’amico
aveva aggrottato le sopracciglia sentendo la frase ‘ci stiamo avvicinando di
più’, ed ora aveva preso a riordinare gli scacchi senza una parola. Quando
Harry si chinò per aiutarlo, esordì con un “Non ti affannare, faccio io.”
Harry
allora si sedette alla finestra sospirando.Aveva intuito da tempo che Ron
provava qualcosa per Hermione. Beh, qualcosa: essendo più espliciti, amore. Ma
non lo aveva mai ammesso, neanche al suo migliore amico. Non si era fatto
avanti con lei, e questo secondo Harry era grave. Quando si prova qualcosa di
bello, bisogna dirlo. Tanto più che il ragazzo sentiva che anche Hermione lo
ricambiava. Prima ne era felice. Adesso, invece, provava sentimenti
contrastanti. Una parte di lui voleva Ron contento. Una parte di lui voleva che
Hermione non lo ricambiasse. Ma questo perchè? Era il migliore amico del
rosso... doveva solo augurargli bene. O no?
Di
fatto neanche Hermione si era fatta avanti. E se a lei non piacesse Ron? Se le
piacesse qualcun altro? Chissà, forse... no, non poteva pensarlo, e poi non era
neanche possibile. Hermione era tanto buona, gentile e premurosa con lui solo
perchè aveva subito la terribile perdita di Sirius e non voleva mai farlo
arrabbiare perchè sarebbe stato un peso.
Già...
per tutti di sicuro lui era come una una teca di cristallo che, se appena
intaccata, poteva rompersi... ma non capivano quanto gli faceva male questo
paragone?