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Autore: Lady Moon    04/07/2014    7 recensioni
Ron, grazie a Neville, viene a conoscenza di un quaderno su cui Hermione aveva scritto i suoi segreti, le sue paure, quello che provava e non riusciva a rivelare agli altri, tanto meno a lui. Così, Ron, convinto che Hermione abbia scritto male di lui, sfoglia il quaderno ancora più curioso, ovviamente nella speranza di leggere qualcosa anche di positivo. Prima o poi Hermione si accorgerà del gesto di Ronald, che glielo riferirà lui stesso, ma tutto si metterà per il meglio ed Hermione non dovrà più provare un senso di angoscia e di paura per i sentimenti nascosti, che prova per lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Hermione's secrets."

 
A Hogwarts girava per molti studendi un'aria piacevole, anche i professori si stavano pienamente godendo il resto della giornata, dopo le lezioni. Ovviamente c'era sempre chi si ritrovava giù di giri per qualche punizione ricevuta o per qualche inimicizia, come ad esempio era capitato al "povero" Ron.

:"Avanti, la prossima volta andrà meglio a pozioni e non sconterai una delle solite punizioni inflitte da Piton." - disse Fred Weasley, con aria divertita, anche se in cuor suo avrebbe voluto incoraggiarlo.

:"Chi diamine te l'ha detto?"- gli domandò Ron, afflitto, e che non s'era accorto nemmeno che i due fratelli gemelli erano dietro di lui a spettegolare.

:"Ehmm...una vocina."- disse esitante George.

:"Sputate il rospo o vi faccio fare un gran bel salto dalla torre di Astronomia"- Harry, che era con lui, scoppiò in una risata patetica.

:"Hermione Granger, caro, Hermione Granger." - rispose Fred, vanaglorioso.

:"Ah, ma davvero?"- aggiunse Ron, con fervore.

:"Noi dovremmo andare, Ron, avanti, abbiamo promesso ad Hagrid che avremmo fatto un salto da lui."- esortò frettoloso Harry, non volendo né fare tardi né permettere a Ron di trovare il tempo per arrabbiarsi a causa del pettegolio di Hermione. 

:"Fatene anche due, tre, quattro, cinque di salti fino alla casa di Hagrid..."- disse Fred.

:"Perché domani mattina, Ron, nessuno ti vieterà di lavare i piatti della mensa per conto dell'adorabile professore di pozioni."- concluse George. Ron nel tentativo di rispondere, venne afferrato da Harry che lo spinse in avanti. Scesero gli ultimi gradini e finalmente si allontanarono dai gemelli.

:"Sai cosa mi da fastidio?"- disse Ron, durante il cammino alla capanna di Hagrid.

:"C-cosa?"- domandò Harry, preoccupato.

:"Che Hermione non si faccia i fattacci suoi. Cos'ha contro di me? Perché umiliarmi così tanto?"- rispose Ron, sempre più amareggiato.

:"Non dovresti prendertela così... infondo ha solo riferito la verità. Adesso non arrabbiarti anche con me, ma dico quello che penso e infondo non sarebbe nemmeno una novità che quel miserabile di Piton ci offrisse punizioni."- disse Harry, in tono sicuro.

:"Ci? Ci? Mi, mi offre! A te no, a me si. Oh, miseriaccia, volevo solo dire che poteva evitare di andare a dirlo a quei due!"- strepitò Ron.

:"D'accordo... calmati, facciamoci vedere da Hagrid con un bel sorrisone stampato in faccia." - tagliò corto Harry.

:"No..."- rispose Ron, voltando il capo altrove.

:"Ti comporti da stupido, alle volte, lo sai?"- Ron lo ignorò.

Finalmente i due giunsero alla capanna e Hagrid era lì fuori a reggere un enorme secchio d'acqua. Appena li vede, fece un gran sorriso.
:"Heila! Ragazzi, entrate, entrate pure!"- poggiò il secchio e li fece accomodare dentro.

:"Come stai, Hagrid?"- domandò Harry.

:"Mmmh, si va avanti. Devo dire che oggi è una giornata tranquilla... e tu, Harry? E tu, Ron?" 

:"Benissimo."- rispose Ron, falsamente. Harry lo guardò.

:"Ron non è al settimo cielo, oggi. A me fortunatamente va bene." - riferì Harry.

:"Oh...è successo qualcosa di brutto, Ron? Ti va di parlarne, eh?"- chiese Hagrid, inquieto. Ron fece cenno di no con la testa, Harry continuava a guardarlo.

:"Scusalo, Hagrid."- continuò Harry.

:"Ma di cosa? Oh, eccoti, Neville! Entra pure."- disse Hagrid, guardando accidentalmente fuori la finestra, Neville non aveva ancora bussato, voleva accettarsi che Hagrid fosse dentro.

:"Ciao ragazzi, ciao Hagrid. Andiamo o hai da fare?"- domandò, una volta entrato, Paciock.

:"Oh, no, Neville, Harry e Ron sono passati solo a salutarmi. Ovviamente se vogliono unirsi a noi nella ricerca di nuove piante selvatiche dal colore viola nella foresta, possono."

:"Assolutamente."- disse Neville, convinto. :"Ma c'è una cosa che devo consegnare loro, prima di sapere se verranno o no..."- fece un gran sospiro e si rivolse direttamente ad Harry e Ron
 :"Io ho un po' paura a farlo, ma chi meglio di voi?"

:"Falla breve."- disse Ron. Neville cacciò dalla tasca della divisa un quaderno di un rosa piuttosto spiccante. Lo guardò e poi allungò il braccio verso di loro con il quaderno in mano. 

:"Prendete. E' di Hermione."- I due non si mossero. Era di Hermione e ce l'aveva Neville? Era l'unica cosa che venne loro in mente.

:"Ma...ma...perché?"- domandò Harry.

:"Non sono un ladro! E non volevo leggere i suoi segreti! L'ho trovato nel dormitorio sopra al divano, in mezzo ai cuscini, e pensavo di restituirglielo, lei non c'era, ma chi mi dice che non avrebbe creduto che l'avessi preso di proposito? O che volevo farle un dispetto? Voi siete i suoi due migliori amici, vi crederebbe se glielo consegnaste voi, inoltre dei suoi pensieri più celati, scritti in questo quaderno, ne siete già a conoscenza!"- rispose Neville, impaurito e desolato.

:"Oh, non ha tutti i torti. Tranquillo, Neville."- rassicurò Hagrid.

:"Sì ma, come fai a sapere che lì dentro ci sono i suoi "pensieri più celati"? Non poteva essere un normale quaderno di appunti? Conoscendo Hermione ne ha anche tanti... se dovessi fondare una tesi su ciò, la prima e l'ultima cosa che direi sarebbe, che nonostante tu volessi solo consegnarglielo, hai letto quello che sta scritto sopra."- intervenne Ron, spavaldo, gli aveva dato fastidio che Neville avesse, secondo lui, sbirciato.

:"Sì, ho letto la prima pagina per assicurarmi che fosse di qualcuno della nostra casata che conoscevo. Non potevo sapere che appartenesse a lei altrimenti, perché il nome non c'è scritto. Nelle righe della prima pagina, però, vieni citato tu, e vieni descritto in un modo come solo lei poteva fare, perché ti definì così proprio l'altro giorno. Ed ho capito."- rispose Neville.

:"Come? Cosa?"- abbaiò Ron.

:"Ti ha definito "uno scimpanzè di razza malformata". Io scoppiai a ridere quando a lezione di erbologia lei ti ha chiamato così davanti a tut... ehm... niente. Sapevo che doveva trattarsi di lei anche perché ho avuto modo di conoscere la sua calligrafia." - mentre Neville, un po' teso, gli rispondeva, Harry e Hagrid ridacchiarono senza dare conto a ciò che avrebbe potuto pensare Ron.

:"Dammi quel quaderno."- disse Ronald, severo. Neville non ci pensò due volte. 

:"Harry, vai con loro, io rimango qui, Hagrid, se non ti dispiace. Vorrei vedere questa ragazzina cos'ha da dire sul mio conto. Problemi?"- Ron assunse una mimica facciale da mettere timore anche ad Hagrid, avrebbe acconsentito a farlo restare da solo in casa sua ad ogni condizione, ma adesso aveva come una ragione in più per farlo. 

:"Sei sicuro?"- chiese Harry, neutro. Ron rispose di sì e lasciò che lui e gli altri uscissero, prima di sfogliare il quaderno e di leggere la prima pagina.

Passò un'ora. Hermione era appena uscita dalla biblioteca. Solamente ora si era ricordata che doveva passare da Hagrid, appena poteva, e che Harry e Ron si sarebbero diretti prima di lei. Così, si avviò piano e tranquilla alla capanna, avrebbe potuto farcela, ancora non stava tramontando il sole.
Arrivata alla capanna, per qualche motivo, subodorò. Bussò due o tre volte e al posto di trovarsi un'enorme figura di uomo con spessa barba scura, si ritrovò un ragazzo alto, magro, coi capelli rossi e dall'aria trasandata. Ebbe un colpo. 
:"Sei da solo?"- domandò lei.

:"Sì."- rispose Ron, impassibile.

:"E... come mai?"- domandò ancora, Hermione.

:"Perché la vita a volte sorprende."- rispose Ron.

:"Ti senti bene?"

:"Sì."

:"Allora, mi spieghi, per favore, dov'è Hagrid?"- Hermione cercò di rimanere calma, ma tutta quella misteriosità la stava facendo sentire in ansia.

:"E' andato con Harry e Neville alla ricerca di strane piante da fare non so che cosa, che servono a non so che cosa, nella foresta."- rispose, sempre imperturbabile.

:"Oh, va bene. Allora aspetterò."- Ron le fece spazio per entrare, Hermione aveva le idee ancora più confuse, ora che era entrata. Si sedette vicino al tavolo.

:"Ora mi spieghi un paio di cose."- proferì Ron.

:"Cosa?"

:"Perché hai detto a Fred e George della punizione?"- Hermione ebbe un secondo colpo al cuore.

:"Non volevo. Loro mi hanno chiesto di te ed io... che cosa dovevo dire? Lo fanno spesso e spesso e volentieri, io mento. Ma si sa che non sei bravo a pozioni e mi avrebbero sgamata se ancora una volta avessi risposto -"è andato alla grande!". " - rispose Hermione, sconcertata.

:"Per la miseria. Passiamo alla seconda domanda." - continuò Ron, che sembrava non fregarsene più di tanto della risposta che gli aveva appena fornito Hermione.

:"Perché hai un quaderno-diario, chiamalo come ti pare, segreto, dove parli male di me?"- Stavolta il cuoricino di Hermione le piombò in gola.

:"Come fai ad essere a conoscenza di quel quaderno? L'hai preso tu? Dannazione, l'avevo rimasto sbadatamente sul divano. Una volta tanto che succede che mi dimentico le cose, ecco qua, il meglio del peggio. Se solo fossi stata più prudente... quanta pazienza che bisogna avere, alle volte."- rispose, mesta e spaventata dal fatto che Ron avesse letto più pagine del quaderno e che pensasse male di lei. Non avrebbe mai voluto che Ronald fraintendesse sul suo conto.

:"Calmati. Non ho letto solo una pagina. Ho letto sette pagine, se non ti dispiace. Mi aveva incuriosito come tu riuscissi a parlare male di me, ma nello stesso tempo, nelle prossime pagine, rivelare quanto mi amassi. Di quanto vorresti dirmelo senza preoccupazioni, di quanto ti piacerebbe stare e parlare con me da soli, raccontarmi ogni cosa che non riusciresti a dirmi normalmente per paura che non possa accettarti."- Hermione restò immobile per qualche secondo. Ci volle qualche attimo per capire che Ron facesse sul serio, che davvero aveva letto quelle pagine, altrimenti non le avrebbe detto ciò. Era palese.
Ora lei si alzò e Ron, che era ancora in piedi, si avvicinò a lei. 

:"Dimmelo."- le disse.

:"Cosa?"- chiese Hermione, che lo guardava negli occhi con tutta la voglia del mondo.

:"Che mi ami, dimmelo, adesso."- Ora le prese la vite, se la portò ancora più vicino a lui, i loro volti si sfioravano quasi e Ronald proseguì :"Dimmelo, dimmi che mi ami...avanti, dimmelo."
 Hermione era come pietrificata, quanto adorava Ron, aveva ragione, lei parlava male di lui, ma non poteva starci senza. Quando si sentì presa da lui qualche vocina nella sua testa le disse di sentirsi fortunata, di sentirsi a casa, al sicuro, perché per lei lo era. Ma doveva smetterla, ora che Ron voleva sentirsi dire la verità, lei non avrebbe permesso a se stessa di rimanere in silenzio, ancora una volta.

:"Ti...ti amo."- gli disse, in modo delicato, dolce, da far intenerire anche Thor, il cane di Hagrid, che imperterrito, li osservava sulla poltrona. Hermione non resistì alla tentazione di baciarlo, così le sue labbra toccarono quelle di Ron, le braccia di Ron adesso la stringevano forte, come quelle di Hermione stringevano forte lui. 
:"Scusami... non avrei dovuto, lo so."- gli disse Hermione, con gli occhi profondi sempre piantati nei suoi.

:"Di sbagli ne hai fatti già tanti, non è molto quello di adesso..."

:"Ma come sei...dannazione, sei così..."- gli propalò Hermione, che, si era staccata dalla sua stretta impetuosamente.

:"Uno stupido? Lo so. E tu una che non dice la verità e che tiene nascosti i propri sentimenti. Chi sta peggio?"

:"Ah certo. L'ho fatto perché sono una fifona, giusto? Non perché magari avessi dei validi motivi. Tu non sai cosa significa, non parlare!"- urlò Hermione, torva, non sopportava la noncuranza di Ron in alcuni momenti, e ora più del solito. Thor alzò il capo, si domandava dove fosse finita quell'atmosfera così affettuosa, gradevole.
Ron scoppiò a ridere in modo tracotante, la riprese e l'abbracciò di nuovo, continuando ad avere un sorriso stampato in faccia, stavolta sincero. Hermione non riuscì a staccarsi nuovamente, era uno di quegli abbracci che si danno per sistemare tutto, anche tra amici, e lei non voleva sicuramente peggiorare le cose.
:"Hai letto, lo sai perché non l'ho fatto. Avevo paura che non riuscissi ad accettarmi, tu..."

:"Sì, mi dispiace tanto, se ti ho fatto del male. E comunque quella battuta ce l'avevo in mente, dovevo dirtela. Ti avrebbe fatto arrabbiare e volevo questo."

:"Perché volevi farmi arrabbiare!?" - contestò Hermione.

:"Perché ho ragione, stavolta, io."- rispose, ironico.

:"Dannato Weasley, dannato stupido."- gli disse, adirata.

:"Per non discutere, andiamo a cercare quei tre babbuini? Harry, Neville e Hagrid."

:"Tu sei un babbuino. Me lo ridarai il quaderno?"

:"Sicura che non posso tenerlo?"

:"E' mio, pur sempre mio. E per quanto tu sia riuscito a violare la mia privacy oggi, non ci riuscirai nei prossimi giorni."- concluse Hermione, sorridendogli. Ron fece finta di non interessarsene, ma gli dispiaceva non poter finire di leggere quello che Hermione pensava realmente di lui, voleva sapere di più su di lei, su quanto lei potesse considerarlo importante.

Finalmente uscirono dalla capanna, il sole batteva ancora forte sulla vegetazione, ed in silenzio, andarono alla ricerca degli amici, basiti, contenti per quello che era successo, Hermione ne rimase un bel po' imbarazzata, ma del resto scacciare quell'enorme peso dallo stomaco era un piacere. D'ora in avanti ne avrebbero parlato ancora, avrebbero trovato modo.

Gli aveva rivelato di amarlo, lei, Hermione Granger e lui Ron Weasley, non avrebbe potuto resistere, una volta soli, alla voglia di sentirla addosso, al fragante profumo dei suoi bei capelli e quello della sua pelle.
 
 
 
   
 
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