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Autore: barbara91    05/07/2014    1 recensioni
Questa storia è arrivata seconda al contest "It's difficult..." di Xxthe recklessxX.
Katara era giovane, bella, solare e simpatica.
Ma il destino, desideroso di mettere alla prova la sua forza morale, decise di farle prendere parte ad un piano più grande, del quale lei non sarebbe venuta a conoscenza tanto presto.
Fu così che la bella Katara perse l’uso delle gambe, in seguito ad un incidente dal quale uscì conservando intatto il suo grande cuore, al contrario di sua madre.
Quelli che le potevano definirsi amici si contavano sulle dita di una mano, e di certo i suoi continui trasferimenti a causa del lavoro di suo padre, non giovavano alla causa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Primo giorno di scuola – parte 1

 

Pov Katara

Io, mio padre e mio fratello percorrevamo silenziosi le strade per raggiungere la nostra nuova casa.

Mio padre era sempre stato costretto a viaggiare per il suo lavoro,  e lo avevamo fatto sempre tutti insieme, come una vera famiglia, ma dal giorno dell’incidente tutto era cambiato.

Non c’erano più stati viaggi, un po’ per la mia condizione, un po’ per l’assenza di mia madre. Purtroppo era arrivato un momento in cui per mio padre non era più stato possibile rimandare, così aveva deciso di affidarci a Kanna, la nostra cara nonnina.

-Siamo arrivati- Sospirò accostando.

Mio padre e mio fratello scesero dall’auto e mentre la nonna ci veniva incontro per darci il benvenuto, loro mi aiutarono a scendere.

Sokka mi prese in braccio, mentre mio padre usciva dal portabagagli della macchina il mio peggiore incubo: la sedia a rotelle.

Spinsi lentamente le ruote per avvicinarmi alla nonna che mi abbracciò con affetto.

Ci invitò tutti ad entrare, ma mio padre rifiutò.

-Mi dispiace Kanna, ma vado di fretta, magari la prossima volta- Disse prima di abbracciarci e di risalire in auto, per poi sparire in lontananza.

Rimasi a guardare ancora un po’ il punto in cui la macchina era diventata invisibile, confondendosi nel traffico colorato e rumoroso. Già mi mancava, chissà quando l’avrei rivisto.

-Forza ragazzi entriamo, Sokka ti dispiace portare i vostri bagagli dentro?- Chiese la nonna a mio fratello mentre afferrava i manici della sedia a rotelle e cominciava a spingermi.

Entrammo in casa, mi girai intorno per osservarla meglio, tutto era rimasto come l’ultima volta, come quando c’era mia madre.

Cercai di non pensarci –Nonna potresti dirmi qual è la mia camera? Sono molto stanca e vorrei andare a dormire-

-Non vuoi nemmeno cenare?-

–No, non ho fame, grazie lo stesso-

-Va bene tesoro- Disse spingendomi in direzione di una delle camere da letto.

–Ti ho sistemato nella stanza degli ospiti, è al piano terra e ha un bagno tutto suo, ti sarà più comodo, così non avrai bisogno di nessuno per muoverti- Spiegò cercando di mascherare la sua espressione triste con un sorriso.

-Grazie- Risposi io educatamente cercando di non pensare a quello sguardo –Ora vado a preparare la cena a tuo fratello, ricordati che domani incominciate la scuola, quindi metti la sveglia presto. Buonanotte tesoro-

Notai che la nonna aveva arredato quella stanza con degli  attrezzi per disabili, in modo che io potessi fare tutto senza l’aiuto di nessuno.

La mia attenzione venne attirata da una piccola foto sul comodino, spinsi le ruote della sedia fino a li e l’afferrai:  era la mia mamma da giovane.

Una lacrima mi rigò il viso, così mi affrettai a riposizionare la foto sul comodino, era meglio non pensarci.

Dopo essermi cambiata, con un po’ di fatica mi misi a letto. Mi addormentai quasi subito, ma il mio sonno era tormentato dagli incubi, non facevo altro che rivedere quel maledetto giorno, il giorno della morte di mia madre.

Mi svegliai di soprassalto, sentendo delle mani arpionate alle mie braccia scuotermi, per farmi svegliare: Sokka.

-Katara ti prego calmati- Continuava a dirmi lui, solo allora mi accorsi che avevo incominciato ad urlare.

Cercai di calmarmi, ma le lacrime traditrici incominciarono a rigarmi il viso, lui mi strinse a se –Tesoro è tutto finito, ci sono io qui con te-

-Ti prego Sokka, dormi con me stanotte- Lo implorai. Lui annuì e senza aggiungere altro si stese accanto a me.

Non stavamo stretti, visto che era un letto matrimoniale, ma io continuai a rimanere aggrappata a lui come se fosse la mia ancora di salvezza.

Mi addormentai di nuovo, e questa volta, grazie a mio fratello che continuava ad abbracciarmi, non sognai nulla.

 

Pov Sokka

Katara si era addormentata tra le mie braccia come una bambina indifesa, forse lo era davvero.

Era così piccola quando morì nostra madre, in più in quell’episodio aveva anche perso l’uso delle gambe.

Era toccato a me prendermi cura di lei da quel giorno, mio padre era sempre indaffarato e la nonna era lontana, ma fortunatamente lei era qui ora, e mi avrebbe dato una mano a ristabilire la sfera emotiva della mia sorellina.

Poco dopo mi addormentai anch’io.

Il giorno dopo mi svegliai ancora in quella posizione, avevo un leggero dolore alla schiena, ma non spostai Katara dalla mia spalla per non svegliarla prima del previsto.

Quel  giorno avremmo incominciato la scuola e lei sicuramente non era ancora pronta per questo.

Ero ancora assorto nei miei pensieri, quando si svegliò.

-Buon giorno dormigliona, dormito bene?-

-Si, tu hai dormito?-

–Mai dormito meglio- Mentii, non volevo che si preoccupasse anche per me.

-Sei un bugiardo, lo sai?- Sbuffò mentre la sollevavo e la mettevo sulla sedia –Lo so, ma mi ha fatto piacere dormire con te.

Adesso preparati, dobbiamo andare a scuola- Le diedi un bacio sulla fronte e uscii dalla stanza.

 

 

Pov Zuko

Quella mattina mi ero alzato di pessimo umore: mia sorella, Mai e Ty Lee avevano passato la notte insieme e avevano riso, gridato e starnazzato come oche per tutta la notte.

Una volta finito di prepararmi scesi a fare colazione, lo zio Iroh aveva già preparato il suo famoso thè e una bella torta al cioccolato.

Le tre pazze stavano già mangiando, mi salutarono, ma se ne pentirono subito, non appena notarono il mio umore nero.

-Buon giorno Zuko, forza siediti con noi a fare colazione- Disse mio zio porgendomi una tazza di the e una fetta di torta, afferrai tutto senza rispondere e incominciai a mangiare.

-Giornata storta Zuko?- Domandò Ty Lee mentre sul suo viso spuntava un ampio sorriso, la fulminai con lo sguardo –Andrebbe meglio se riuscissi a stare zitta almeno durante la colazione, visto che durante la notte nessuna di voi ne è stata capace- Risposi acido.

-Oh andiamo Zuko, la tua odiosa ragazza ti ha fatto diventare così monotono e scontroso?- Chiese Azula sbattendo un pugno sul tavolo.

-Smettila Azula!-Urlai sbattendo a mia volta i pugni sul tavolo –Ragazzi avanti calmatevi- Disse mio zio cercando di non farci scannare, ma io mi ero già alzato da tavola e una volta preso lo zaino uscii di casa senza salutare nessuno.

Arrivato a scuola incominciai a cercare la mia ragazza, non la vedevo da tutta l’estate ed ero impaziente di riabbracciarla.

La intravidi poco dopo, stava parlando con il mio migliore amico vicino all’entrata della scuola.

Mi avvicinai a loro mentre entrambi si giravano nella mia direzione –Zuko Amore!- Disse lei mentre si avvicinava per abbracciarmi.

-Ciao Suki- Dissi prima di avvicinare le mie labbra alle sue.

Un leggero colpo di tosse ci fece improvvisamente ricordare che non eravamo soli –Vedo che l’estate non ti ha cambiato per niente- Rise il mio amico–Mi sei mancato anche tu Jet- Dissi ricambiando il sorriso.

Poco dopo ci raggiunsero Azula e le sue amiche, vidi Jet arrossire leggermente, aveva da sempre una cotta per Mai, ma non glie l’aveva mai detto.

Ty Lee si avvicinò a noi con un grande sorriso -Ciao ragazzi, sapete oggi arriveranno a scuola due ragazzi nuovi e…-

-E perché dovrebbe interessarci?- Le chiese Suki con un tono forse un po’ troppo acido.

-Oh, Beh…- Balbettò Ty Lee, ma Suki la interruppe di nuovo –Non ci importa! Ora vattene stupida papera!- A quelle parole, vidi gli occhi di Ty Lee diventare lucidi e dopo essere scoppiata a piangere corse via inseguita da Mai e Azula.

Prima di allontanarsi per inseguire la sua amica Azula mi lanciò uno sguardo di Fuoco alla mia ragazza, non aveva mai sopportato Suki e ancora meno il nostro fidanzamento.

-Andiamo tesoro o faremo tardi, a dopo Jet- Disse lei mentre mi prendeva per mano e mi tirava verso l’ingresso della scuola.

La guardavo camminare a testa alta, con quel suo sguardo fiero, che faceva intendere che non le importasse di niente di nessuno, Suki era fatta così, se le stavi simpatico ti regalava l’universo, ma se ti prendeva di mira, ti avrebbe reso la vita impossibile  finché non avessi implorato pietà.

Mia sorella e le sue amiche non le sopportava proprio, ma evitava di trattarle troppo male solo a causa mia, aveva provato una volta a fare uno scherzo ad Azula, ma mi ero talmente infuriato con lei che da allora si era limitata a delle frecciatine molto velenose.

Ma io l’amavo e non riuscivo a stare senza di lei, noi eravamo fatti per stare insieme e con questa convinzione incominciai il mio primo giorno di scuola del terzo anno.

 

Pov Katara

Arrivammo a scuola molto in ritardo, tanto che l’intero cortile era completamente vuoto, mio fratello si era svegliato per primo, ma aveva passato ore in bagno a fare non so cosa e questo era il risultato, un notevole ritardo proprio il primo giorno.

-Forza Sokka va più veloce, siamo già in ritardo!- Gli dissi mentre mi spingeva, potevo benissimo muovermi da sola, ma volevo fargliela pesare un po’ così magari il giorno dopo si sarebbe sbrigato.

-Ecco siamo arrivati!- Esclamò lui fermandosi davanti ad una porta con su scritto segreteria.

Entrammo e ad accoglierci trovammo una signora anziana – Salve ragazzi io sono Yagoda, voi dovete essere i nipoti di Kanna, io sono una sua vecchia amica, è un piacere darvi il benvenuto- Disse lei sfoderando un piccolo sorriso, che sparì poco dopo quando i suoi occhi caddero sulla mia sedia a rotelle.

-Per favore potresti darci i nostri orari?- Le chiese mio fratello per sfuggire a quella situazione imbarazzante.

-Certo, eccoli qui, buona giornata ragazzi- Disse porgendo i fogli a Sokka.

-Allora Katara, io ho Matematica nell’ala ovest dell’edificio, tu invece cos’hai?-

-Io scienze, ma è nell’ala est, dovremmo dividerci-

-Non ci penso nemmeno, io ti accompagno!- Disse lui iniziando a camminare verso la mia classe –Sokka ti prego vai, siamo entrambi in netto ritardo e io ce la faccio da sola-

Lui sospirò – Va bene, ma se hai bisogno chiamami, ho il telefono acceso con la vibrazione- Disse lasciandomi un bacio sulla guancia e allontanandosi nella direzione opposta alla mia.

Trovai facilmente la mia classe, mi fermai davanti alla porta, presi un bel respiro ed entrai.

Il professore era seduto alla cattedra, mi avvicinai a lui per presentarmi –Salve io sono Katara, la nuova arrivata- Gli dissi abbassando lo sguardo.

-Buongiorno signorina, prego si accomodi pure, vicino al terzo banco, Ty Lee per favore sposta la sedia accanto a te, così la signorina Katara può sistemarsi- Disse il professore rivolgendosi ad una ragazza con i capelli castani legati in una lunga treccia.

Mi avvicinai a lei e con un po’ di difficoltà, cercai di sistemarmi vicino al banco, ovviamente senza riuscirci.

-Posso aiutarti?- Mi chiese la ragazza con la treccia –Si grazie- Le dissi abbassando lo sguardo.

-Non fare quella faccia, ti ho aiutato a sistemarti non a fare una rapina-

–Comunque io sono Ty Lee- Disse mentre mi porgeva la mano.

Avevo ancora lo sguardo basso, avevo paura di alzarlo e di vedere altre espressioni di pietà mista a disgusto che avevo visto negli ultimi tre anni, ma non potevo ignorare  il suo tentativo di conoscermi, sarei sembrata una maleducata.

Afferrai la sua mano –Io sono Katara- Le dissi mentre alzavo lentamente lo sguardo, quando incrociai i suoi occhi, non vidi nessuna traccia di pietà, anzi, aveva uno splendido sorriso che le illuminava gli occhi grigi.

Ricambiai il sorriso, il resto della lezione la passammo un po’ chiacchierando e un po’ ascoltando il professore, fino a quando suonò la campanella.

-Katara che lezione hai adesso?- Mi chiese lei prima di uscire dalla classe – Storia tu?-

–Anch’io, vieni allora starai con me e le mie amiche- Disse mentre cominciava a spingermi.

Raggiungemmo un aula un po’ più a sud dell’edificio, dove ad aspettare Ty Lee si trovavano due ragazze.

–Ragazze lei è Katara la nuova ragazza- Disse lei per presentarmi –Katara loro Sono Mai- Indicò una ragazza con i capelli neri legati in due codini e gli occhi chiari –E lei è Azula- L’altra ragazza con i capelli sempre neri raccolti e gli occhi dorati.

-Ciao Katara è davvero un piacere conoscerti- Disse Azula sorridendomi insieme a Mai.

-Ragazze non mi presentate la vostra nuova amica?- Disse una voce alle mie spalle. Una ragazza poco dopo apparve ai miei occhi, era molto bella, aveva degli occhi blu come il mare e i capelli castani a caschetto, mi guardava in un modo che non riuscivo nemmeno a decifrare.

-Io sono Suki e volevo darti il mio benvenuto- Disse mentre con un gesto repentino mi spingeva giù dalla sedia.

-Suki lasciala stare- Disse Azula avvicinandosi a lei.

 –Sta zitta perdente-

–Benvenuta piccola storpia- Mi sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi.

 

  
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