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Autore: Scarlett Sakura    05/07/2014    2 recensioni
Questa fiction è dedicata a tutti quei personaggi bistrattati che pur comparendo nella serie non vengono calcolati più del dovuto. Ogni capitolo sarà dedicato ad uno di loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Ma noi non siamo nessuno?!



1° capitolo: Akari

 

 

 


« Vai, Arciduca di latta, distruggi cavaliere-gemma lapislazzuli! » La creatura a forma di pupazzo dalle sembianza di un duca alzò la spada e fendette l’aria distruggendo l’avversario. La creatura umanoide grigia e dagli occhi verdi venne letteralmente smembrata. Ci fu un esplosione ed Akari venne scagliata lontano atterrando a pochi metri di distanza nel giardino di casa sua.

 Akari: 1000-1600 = 0 LP
Tetsuo: 4000 LP = WIN

« Ho vinto di nuovo. » si vantò Tetsuo mentre si toglieva il duel gazer e la realtà aumentata spariva. « E senza perdere neanche un life points. »
« Mi dispiace molto per Akari-san. » disse Kotori, togliendosi la lente a sua volta, con grande solidarietà femminile. Quella ragazza aveva sempre una parola gentile per tutti.
« Già. » aggiunse Yuma con le mani dietro la testa e una faccia non particolarmente afflitta. In pratica, non gliene importava granché; conosceva le capacità della sorella e immaginava sarebbe andata più o meno in quel verso. Aveva cercato a lungo di farla appassionare a quel genere di combattimenti ma era stato tutto inutile.
La ventenne si mise seduta per terra togliendosi la lente arancione e sospirando sconfitta.
Ma perché doveva perdere tutte le volte? Non riusciva a capire. Eppure si era impegnata sodo per migliorare la propria strategia ed il proprio deck. Non credeva che duellare e mettere su un mazzo di carte fosse così complicato, doveva ammetterlo. Però non si era fermata ed era andata dritta per la sua strada, come faceva sempre.
Si rimise in piedi spolverandosi i pantaloni bianchi e togliendosi il duel disk. Mentre lo riponeva in tasca il suo sguardo cadde sul fratello e non poté fare a meno di sentirsi ancora più afflitta e, in un certo senso, arrabbiata. Persino Yuma era riuscito a diventare un vero duellante, perché dunque non poteva riuscirci lei?
« Se c’è riuscito un asino come mio fratello dovrei farcela anch’io, no? » borbottò tra sé ad occhi chiusi.
Le sarebbe piaciuto davvero pensarla così, ma non poteva. Rialzò le palpebre osservando Yuma chiacchierare vivacemente con i suoi due amici e un lieve sorriso si formò sulle sue labbra.
Lui aveva lottato tanto per raggiungere il suo obbiettivo. Nessuno lo sapeva meglio di lei, avendolo osteggiato in tutti i modi possibili. Era vergogno ed inammissibile da parte sue essere gelosa di lui dopo tutto ciò che aveva dovuto subire. Sarebbe stato ingiusto e lei non lo era, specialmente con il suo adorato ed indisponente fratellino. Avrebbe potuto riprovare anche all’infinito ma non sarebbe mai stata in gamba come lui. Doveva rassegnarsi su questo.
« Vedo che hai perso di nuovo. »
« Già. » rispose senza pensare. Ma poi si pietrificò in preda allo stupore assoluto. Quella voce la conosceva fin troppo bene… si girò all’improvviso per la sorpresa ed un certo shock trovandosi di fronte l’ultima persona che pensava di rivedere.
« Charlie! » l’uomo la guardava immobile e sorridente. Si toccò il cappello in un gesto di saluto diretto solo a lei. « Ne è passato di tempo, Akari. » Vi era una certa malizia nella sua voce ed uno sguardo talmente intenso che lei, per tutta risposta, arrossì. Sì sentì un po’ incavolata con sé stessa. Le procurava sempre quel tipo di effetto ma, d’altro canto, era innamorata di lui da quando aveva quindici anni. Ed il primo amore non si scorda mai. Per quanto quest’ultimo sia assurdo a volte.
« Che cosa ci fai qui? »
« Sono passato per un saluto. » si avvicinò a lei, mani in tasca a faccia da schiaffi. Esattamente come tutte le volte che lo rivedeva. « Non sapevo avessi iniziato ad appassionarti ai duelli. »
« Infatti non m’interessano affatto. » puntualizzò abbassando gli occhi in maniera fin troppo pudica, se si considerava il suo carattere. « È solo che devo scrivere un articolo su un minitorneo che si terrà in città e per farlo sono obbligata a duellare. Inoltre avrò la possibilità d’immedesimarmi meglio nei duellanti. Almeno così dice il direttore. » Cosa di cui non era affatto convinta, ma era pur vero che il suo capo difficilmente sbagliava su quel genere di questioni. Charlie, per tutta riposta, emise un sonoro fischio e si calcò meglio il cappello in testa.
« Far duellare te? Che coraggio. » disse con un malcelato sarcasmo, ma il suo sguardo era talmente diretto e gentile da costringerla a girarsi dall’altra parte con le braccia conserte e gli occhi chiusi.
« Beh, non è colpa mia. Sono gli intoppi del mestiere. Comunque sia… » si voltò parzialmente per guardarlo meglio. « Resti a pranzo da noi? »
« Perché no? » si toccò nuovamente la falda del cappello – quel gesto la faceva impazzire! – e le fece l’occhiolino. « Accetto volentieri, purché cucini tu. E magari ti metti anche un po’ di trucco. »
« Non ci contare. » Akari si ricoprì nuovamente di rossore e per darsi un contegno gli diede le spalle ancora una volta. Stava diventando una cattiva abitudine. « Comunque vado ad avvisare la nonna. » Lo piantò nel mezzo del giardino intenzionata a dirigersi verso casa quando venne improvvisamente attirata all’indietro. « Eh? » Si trovò, non seppe bene come, con la faccia premuta contro qualcosa di solido, caldo e che profumava di sandalo e terra.
Il petto di Charlie.
Si scostò lo stretto necessario per guardarlo negli occhi mentre il rossore e le sue guance erano divenute una cosa sola. Altro che trucco, lì ci voleva un intero cofanetto di cipria bianca.
« Ma… » Akari era il genere di persona che riusciva a rimettere al suo posto chiunque. Non aveva peli sulla lingua e ancor meno un carattere docile. Eppure davanti all’allievo di suo padre perdeva buona parte del suo fuoco. Era sempre stato così. Si rese vagamente conto di ciò mentre lui la fissava seriamente ed intensamente; gli occhi due gemme blu dal fondo imperscrutabile e misterioso.
« Charlie, io… » Avrebbe dovuto fermarlo. Pensava a questo mentre osservava il suo viso farsi sempre più vicino. Poteva notare le sfumature dei suoi capelli scuri, l’abbronzatura della sua pelle e percepire il calore del suo fiato che sapeva vagamente di fumo. Stavolta le stava dando il tempo di fermarsi, solo che era lei a non volerlo fare in quel momento.
Se soltanto avesse avuto la certezza che fosse serio…
Se soltanto non avesse trentaquattro anni…
Se soltanto non fosse un avventuriero…
Se soltanto avesse smesso di pensare una volta per tutte.
L’uomo schiuse la bocca passandosi la lingua sulla labbra mentre Akari faceva altrettanto, attendendo che finalmente s’incontrassero. Avrebbe dovuto cominciare ad uscire con qualche uomo, tutta quella astinenza non le faceva bene.
« Akari… » la chiamò con un tono di voce così intimo da risultare imbarazzante. Non aveva mai cercato di sedurla seriamente, cosa che lei aveva sempre sperato. Ma sarebbe morta schiacciata da una trave piuttosto che dirglielo.
« Charlie… » invocò il suo nome in un sussurrò un’ultima volta prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare…
Stavolta per davvero…
Basta pensieri inutili…
Voleva solo essere baciata da lui…
Come solo un uomo può prendere una donna.
« Charlie! » la voce di suo fratello la schiantò sul pianeta terra con la stessa velocità con cui lui mangiava. Non si aveva nemmeno il tempo d’ingoiare il primo boccone che la ciotola del giovane Tsukumo era già vuota.  A quanto pareva i ragazzini che si erano finalmente accorti della presenza dell’ospite. Fortunatamente lui la copriva con la sua stazza per cui nessuno dei tre sospettava neanche lontanamente cosa stava per accadere tra di loro.
« Ciao Charlie, come stai? »
« Non c’è male Yuma, grazie. E tu? » Da quando avevano duellato erano diventati buoni amici, anche se si vedevano decisamente poco. L’uomo lasciò andare il braccio della ragazza, girandosi verso il ragazzino in modo da coprirla con il suo corpo e darle il tempo di riprendersi. Akari si girò a sua volta facendo dei respiri profondi e cercando di ricomporsi. Mai avrebbe permesso a qualcuno di sospettare qualcosa, tanto meno a quel ficcanaso di suo fratello.
« Benissimo! Che ne dici di un duello a coppie? » chiese quest’ultimo col suo solito entusiasmo e senza perdere tempo.
« Dico che è un’ottima idea. I partner non mancano. » annuì soddisfatto lanciando poi un’occhiatina alla ventenne che rispose arrossendo ancora ed abbassando gli occhi.
« Aspetta un attimo Yuma. » lo chiamò Tetsuo perplesso. « Io e te possiamo duellare insieme, ma chi farà coppia con Charlie-san? Non c’è nessuno che sappia duellare qui. » Senza che gli altri se ne rendessero conto la maggiore degli Tsukumo si girò a fissarli male. Molto male.
« Hai ragione. Kotori non sa duellare ed oltre noi non c’è nessuno. » annuì un po’ deluso, ma giusto qualche secondo. Il tempo di ritornare in sé e passare all’azione. «Allora faremo un duello noi due, ti va? » Intanto un nervo pulsava minacciosamente sulla tempia della giovane che minacciava di esplodere da un momento all’altro.
« Certo. » altro toccò al cappello. Adorava compiere quel semplice gesto, ma adorava ancor di più vedere la figlia del suo maestro fuori dai gangheri. « Se nessuno può farlo è inutile aspettare. » A quel punto Akari perse definitivamente la pazienza. Un conto era sapere di essere scarsa nei duelli, un conto era essere trattata alla stregua di un sopramobile.
« Ehi! E io non sono nessuno?! »

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve gente.
Questa fiction è la vendetta di quei personaggi che pur essendo presenti nella serie vengono sistematicamente ignorati. Un piccolo modo per dare spazio e chi viene poco considerato.

Piccole precisazioni:
- Secondo quanto dice Yuma nel manga, Akari ha perso 40 volte contro Tetsuo.
- Non conosco il suo deck. Ne ho trovato uno ma non mi piaceva e così ho scelto l’archetipo cavaliere-gemma.
- Per chi non lo sapesse, Charlie è l’allievo di Kazuma nonché proprietario della motocicletta posseduta da Akari. Oltre ad essere l’uomo di cui è da sempre innamorata.

 
Ora vi saluto gente.
Alla prossima.

 

Koishan sakura.

   
 
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