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Autore: telesette    05/07/2014    1 recensioni
Di nuovo le lacrime scesero giù ribelli, lungo gli occhi e le guance di Jessica.
Questa volta per la gioia.
Mai nessuno le aveva detto una cosa tanto dolce, credendovi fino in fondo, neppure tra i suoi innumerevoli spasimanti al pari di quel buonannulla e poeta da strapazzo di Lorenzo d'Argonia.
Angelo l'amava veramente per ciò che era, al punto che preferiva sacrificare sé stesso per lei, e questa era la prova d'amore più importante e significativa che un uomo potesse darle...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazioneDISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso! ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.
Ciao Gina!

***

Dragon Quest VIII: L'odissea del re maledetto ( ドラゴンクエストVIII 空と海と大地と呪われし姫君 Doragon Kuesuto Eito Sora To Umi To Daichi To Norowareshi Himegimi - letteralmente - "Dragon Quest VIII: il cielo, il mare, la terra e la principessa maledetta" ) è un videogioco prodotto dalla Square Enix, una celebre software house nipponica, nota tra l'altro per aver creato la saga di Final Fantasy e progettato dagli sviluppatori della Level 5, conosciuta per la creazione di rpg come Dark Chronicle e Rogue Galaxy.
I protagonisti, i mostri e i luoghi sono stati disegnati da Akira Toriyama, l'autore di Dragon Ball. Dragon Quest VIII è un videogioco di ruolo di stampo classico, in cui il giocatore interpreta un "Eroe", il cui nome può essere scelto a piacimento, e che viaggia con altri compagni lungo un'avventura epica, fatta di colpi di scena e battaglie. Il gioco ha molti segreti e missioni secondarie al suo interno e questo ne allunga ulteriormente la durata (sono infatti richieste più di 100 ore per essere completato al 100%).
La storia comincia con un giullare malvagio, di nome Dhoulmagus, che ruba uno scettro magico dal castello di Trodain per conquistare un potere immenso con il quale vuole dominare tutto il mondo. Una diabolica maledizione intrappola il regno di Trodain in un groviglio di rovi magici e tutti i servitori del re sono trasformati in piante tranne reTrode, trasformato in un mostriciattolo, la principessa Medea, trasformata in un cavallo, ed EROE, l'unica guardia del re rimasta illesa. Nella speranza di riportare il regno di Trodain al suo antico splendore, i tre intraprendono un lungo viaggio per dare la caccia allo stregone malvagio; a loro si uniranno il bandito Yangus, a cui l'eroe salva la vita, la maga Jessica e un cavaliere templare di nome Angelo. Così inizia la storia che si diramerà in tantissime avventure fantastiche, incontrando re, regine, ladri, draghi, maghi e mostri di ogni sorta, ma anche amici ed alleati.

 

clicca qui per vedere la sigla del gioco:
http://www.youtube.com/watch?v=i3xo_y3kbMs

 

 

In nome dell'amore
( immagini tratte da internet )

 

Rhapthorne era troppo forte, troppo potente...

Il povero Angelo era crollato a terra, prima ancora che iniziasse il combattimento vero e proprio.
EROE e Yangus stavano ancora elevando le loro preghiere allo Scettro dell'Aquila, in modo che gli spiriti dei Sette Saggi potessero distruggere la barriera che circondava l'enorme corpo panciuto del Signore dell'Oscurità, mentre il templare e Jessica cercavano di contenere momentaneamente la forza dell'avversario coi loro poteri magici.
Sfortunatamente, Angelo non aveva abbastanza forza e resistenza.
Le ferite spaventose su tutto il suo corpo erano più rosse del colore della sua uniforme, il sangue che andava ora macchiando le gigantesche ali di Empyrea, tanto che il poverino non aveva più neppure la forza di reggersi in piedi. Se Jessica gli avesse lanciato un incantesimo Resurge, per consentirgli di riprendersi, dopo non gli sarebbe rimasto potere magico sufficiente per tenere attivo lo Specchio Riflesso che serviva a proteggere EROE e Yangus alle sue spalle.
Tuttavia era terribile vederlo così.
Per quanto non sopportasse la sua boria e la sua arroganza, giudicandolo solo uno sfacciato dongiovanni, Jessica sentiva di essergli comunque affezionata. Dopotutto era pur sempre un loro compagno, avevano combattuto innumerevoli battaglie assieme, e non desiderava certo che morisse.
Più volte, in passato, si era comportata assai sgarbatamente con lui. Gli aveva detto molte frasi acide, spinta più che altro dal risentimento per il suo vizio di corteggiare ogni bella ragazza, e una volta si era lasciata sfuggire quanto avrebbe gradito che qualcuno gli rompesse quel bel faccino...

- Non può essere - mormorò incredula, sbarrando gli occhi per l'orrore. - Io... Io non intendevo questo, io...
- Molto bene - esclamò Rhapthorne trionfante. - Ora che ho sistemato il primo, mi occuperò subito della seconda!
- N... Non ti azzardare a toccarla, brutto ciccione che non sei altro!

Malgrado fosse più morto che vivo, Angelo trovò comunque la forza di sollevarsi facendo leva sulla propria spada. I suoi poteri magici erano ridotti al minimo, tanto che a malapena poteva lanciare un incantesimo Minicura su sé stesso, e ciononostante non poteva assolutamente tollerare che Rhapthorne osasse levare il suo scettro contro Jessica.
Il Signore dell'Oscurità rise di gusto.
Cosa sperava di fare, quel patetico damerino dai capelli flosci, dal momento che era sufficiente un buffetto per mandarlo giù?

- Sei proprio divertente, ragazzo - commentò Rhapthorne con sarcasmo. - Non ti ho fatto ancora abbastanza bua?
- Guarda che non sono così debole come pensi... Fendente di fuoco!

Lo stocco di Angelo fu attraversato da un filo di fiamme ma, a causa della debolezza, purtroppo questi non riuscì ad imprimere sulla lama la velocità necessaria per vibrare il colpo con vigore. Rhaphtorne accusò solo una lieve punturina al ventre, con un danno di appena sei o sette punti, allorché si sfregò la ferita con noncuranza.

- Tutto qui - sorrise. - Cos'è, vuoi farmi morire col solletico?
- Non ti permetterò di... fare del male... a Jessica - sentenziò Angelo in risposta.
- Molto divertente... E' la tua ragazza, per caso?
- E' molto di più... almeno per me!

Sentendo quelle parole, la giovane maga dai capelli rossi sbarrò gli occhi.
Possibile che Angelo stesse dicendo sul serio?
Non riusciva a credere che un simile farfallone vanitoso, meglio noto come sciupafemmine che come combattente, potesse provare un sentimento di sincero affetto verso qualcuno.
Eppure era così.
Angelo era "veramente" innamorato di lei, non lo diceva tanto per dire, e lo stava dimostrando appunto coi fatti. Preferiva prolungare la propria sofferenza, lasciando che Rhapthorne giocasse con lui come il gatto col topo, pur di evitare che Jessica fosse colpita.
E infatti Rhapthorne non aveva alcuna fretta di ucciderlo.
Era molto più divertente vederlo gemere e contorcersi, come un vermetto infilzato sull'amo, piuttosto che schiacciarlo al suolo con la sola pressione del pollice.
E Jessica stava assistendo a tutto questo.
Impotente.
Angelo stava facendosi massacrare davanti ai suoi occhi, peggio di un animale ferito, e lei non poteva far nulla per impedirlo. Anche i suoi poteri magici erano quasi esauriti e, per quanto potente, l'attacco di base della sua Frusta Gringham non era certo sufficiente per infrangere le difese del Signore dell'Oscurità.
Tutto ciò che poteva fare era osservare.
Poteva vedere Angelo tossire e stramazzare, pur rifiutando ostinatamente di lasciarsi andare, ma non poteva aiutarlo se non interrompendo lo scudo magico necessario a proteggere EROE e Yangus nel mentre che erano impegnati ad evocare gli spiriti di tutti i Saggi al completo.
A un certo punto però, quando Angelo cacciò un urlo assieme ad un fiotto di sangue dalla bocca, non fu più in grado di tacere.

- ANGELO - gridò.
- Je... ssica...

Sentendosi chiamare per nome, il templare sollevò stancamente lo sguardo verso di lei. Lacrime di paura e disperazione, sui lineamenti di quello splendido volto incorniciato da capelli color del fuoco.
Jessica stava piangendo.
Non l'aveva mai vista piangere, prima. Era convinto che non fosse da lei, dal momento che non la conosceva abbastanza da sapere quante lacrime ella aveva versato per il suo povero fratello Alistair. E invece ora, per la prima volta, scopriva anche quell'aspetto più vulnerabile di lei.
Dietro quel modo di fare duro, la supponenza e il suo non volersi appoggiare troppo sugli altri, Jessica era comunque una ragazza. Non poteva restare indifferente, dinanzi al dolore di un compagno, e certo non voleva che Angelo avesse da soffrire oltre per causa sua.

- No... Non preoccuparti, Jess - esalò appena il templare con un filo di voce, sforzandosi il più possibile di sorridere per rassicurarla. - V... Va tutto bene, davvero...
- Oh, ma davvero - fece Rhapthorne, attraversando il suo corpo con una violentissima scarica di fulmini.

L'urlo lancinante che emise Angelo, tale da muovere a pietà forsanche la Dea stessa, riecheggiò nelle orecchie di Jessica con una violenza più o meno pari al dolore che stava provando lui in quel momento.

- No, Angelo... Basta, per favore, basta - supplicò invano la fanciulla. - Ti prego, ti scongiuro... Non farlo !!!
- La ragazza ti sta dando un consiglio prezioso - ridacchiò Rhapthorne, interrompendo il flusso mortale di energia. - Se vuoi, posso porre fine subito alle tue sofferenze e divertirmi a torturare lentamente la tua amichetta...
- Sc... Scordatelo - fece Angelo a denti stretti, gli occhi bianchi e ormai privi di lucidità.
- Sei ostinato, vedo... Forse ti occorre un'altra piccola scarica!
- AAH-AAAHHH !!!

Era incredibile l'ostinazione con cui Angelo cercava disperatamente di resistere alla forza letale di Rhapthorne, onde evitare che Jessica subisse la stessa sorte. La sua mente era ottenebrata dall'unico pensiero del dolore, giacché Rhapthorne stava trattenendo il suo potere di proposito per costringerlo a gridare ancora di più, eppure Angelo si attaccò al desiderio di proteggere la sua amata come unica ragione della sua esistenza.
Jessica era tutto per lui.
Pure se il suo amore non fosse ricambiato in eterno, ed egli le fosse rimasto indifferente per tutta la vita, preferiva sopportare stoicamente quella sensazione disumana piuttosto che trasmetterla a colei che amava.
Ma Jessica non era affatto indifferente.
Pure se Rhapthorne soffocava le sue parole, con la sua odiosa risata incessante, lei continuava infatti ad implorare Angelo di arrendersi per poter smettere di soffrire.
Gli spiriti dei Saggi ancora non erano stati evocati, EROE e Yangus non potevano intervenire, e tuttavia Jessica non poteva più sopportare di vedere oltre. La sofferenza di Angelo era per lei, una sofferenza che nessun essere umano meritava assolutamente, e lei non poteva permettergli di sacrificarsi così.
Subito interruppe l'incantesimo dello Specchio Riflesso e, incurante dei fulmini che scorrevano lungo tutto il suo corpo, corse ad abbracciarlo con tutta sé stessa.

- Basta, adesso, smettila - singhiozzò. - Non è giusto, non devi farlo per me, io non... Non è giusto!

L'aura della maga, mista alla forza del suo sentimento per il coraggioso templare, creò una specie di alone protettivo di colore azzurro tra loro e il Signore dell'Oscurità.
Rhapthorne ringhiò con disappunto, investendo la coltre di luce azzurrina con l'energia maligna del suo scettro, senza tuttavia riuscire a scalfìrla. All'interno di quella piacevole aura benigna, Angelo parve riprendersi un poco. Jessica aveva fatto tutto inconsapevolmente, mossa dall'istinto e dalla preoccupazione, eppure era riuscita a creare, sia pure momentaneamente, una barriera magica in grado di resistere ai poteri dello stesso Rhapthorne.

- Jessica - mormorò il templare. - Come... Come hai fatto?
- Non lo so - ammise la maga sottovoce. - Ero sconvolta, non so come ci sia riuscita, ammesso che sia stata davvero io e non mio fratello Alistair!

Entrambi si resero conto improvvisamente di essere abbracciati.
Normalmente, Jessica si sarebbe scostata da lui, mollandogli un sonoro schiaffone sulla guancia. Ora invece, seppure imbarazzata dal fatto di indossare la Guépiere Divina, costei non riusciva a smettere di abbracciarlo. Angelo era commosso, oltre che chiaramente eccitato dalla pienezza dei morbidi seni rotondi premuti contro il suo petto, ma si limitò a cingerla dolcemente per le spalle.

- L'ho sempre detto che sei "magica" dentro, Mòn chére...
- Non prendermi in giro - ribatté lei arrossendo.
- Non ne ho la minima intenzione!
- Accidenti, Angelo, sei uno stupido... stupido, stupido, STUPIDO !!!

Ignorando tutti quei colpi privi di forza che andava menandogli con insistenza, ben presto sostituiti da vere e proprie carezze, Angelo aspettò in silenzio che Jessica si calmasse. Finalmente, dopo tante lunghissime incomprensioni, costei pareva rendersi conto che i suoi sentimenti per lei erano autentici.
Era troppo bello, per essere vero.
Angelo non riusciva quasi a credere che, dopo aver sognato a lungo e con pazienza quel momento, Jessica fosse ora pronta a riconoscere il suo amore come autentico... e non come l'ennesimo tentativo di un seduttore incallito, convinto di avere a che fare con una povera ragazza ingenua.

- Perdonami Jess - sussurrò, guardandola amorevolmente negli occhi.
- Oh, Angelo... Perché hai voluto sopportare tutto questo? Guarda come ti ha ridotto...
- Non c'è nulla che valga più della tua vita, per me - disse lui sincero. - Tu sei superiore a qualunque prezzo, sei troppo speciale; solamente un pazzo potrebbe accettare di perderti, anche solo dopo averti conosciuta!

Di nuovo le lacrime scesero giù ribelli, lungo gli occhi e le guance di Jessica.
Questa volta per la gioia.
Mai nessuno le aveva detto una cosa tanto dolce, credendovi fino in fondo, neppure tra i suoi innumerevoli spasimanti al pari di quel buonannulla e poeta da strapazzo di Lorenzo d'Argonia.
Angelo l'amava veramente per ciò che era, al punto che preferiva sacrificare sé stesso per lei, e questa era la prova d'amore più importante e significativa che un uomo potesse darle.
Frattanto, EROE e Yangus avevano appena finito di evocare il settimo ed ultimo spirito.
I Sette Saggi di nuovo riuniti, ora sotto forma di pura essenza spirituale, non persero tempo. In men che non si dica, concentrando sullo scudo di Rhapthorne tutti i loro poteri, la barriera intrisa di malvagità esplose in frantumi con un'intensità luminosa pari a quella di mille soli.

- Evvài, capo - strillò Yangus, brandendo la propria ascia tutto gasato. - Diamo a quel brutto ciccione il fatto suo!

Senza farselo ripetere, EROE sguainò la spada e si caricò al massimo di tensione per sferrare subito un Giga-Fendente di quelli tosti. Jessica aiutò Angelo a riprendersi ma, prima ancora di poter ricorrere all'Ars Medica, i Saggi utilizzarono le ultime tracce di energia per ristabilire al massimo la salute e i poteri magici dei quattro coraggiosi combattenti.
Angelo si sentì di nuovo pieno di forze, pronto a menare le mani quanto e forse addirittura più di Yangus, tuttavia c'era ancora una cosa che gli premeva di fare prima dello scontro finale.

- Jess, per favore, chiudi gli occhi...

La fanciulla non ebbe il tempo di annuire o protestare che, stringendola forte a sé, Angelo la baciò con passione sulle labbra.
Il loro primo bacio.
Un bacio che, per quanto ne sapevano, poteva anche essere l'ultimo.

- Ti amo - soffiò il templare, scostandole piano una ciocca di capelli dal volto.
- Anch'io - ammise Jessica. - Ti amo tanto anch'io!

Sorrisero.
Ormai era tempo di farla finita, con Rhapthorne e la sua dannata maledizione, perciò entrambi si strinsero a fianco di EROE con la forza del loro coraggio... e del loro amore.

 

 

FINE

   
 
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