La
luce sconfigge sempre l’oscurità
Non
dolore fisico, spirituale.
Dove
sono?
A
Villa Malfoy.
Perché
sono qui?
Perché
non sei riuscito a fare
nulla.
Questo
non è vero: ho combattuto, mi sono messo in mezzo, mi hanno
anche ferito, a
volte.
Ed
è cambiato qualcosa?
No.
Dove
ho sbagliato?
Mi
agito, e urlo ancora. Che cosa sto urlando? Che sta succedendo?
Mentre
mi agito, sento qualcosa che mi solletica il polso. Con il pollice
cerco di
scansare l’oggetto, ma quando entro in contatto con lui mi
soffermo a tastarlo.
Un
braccialetto, con legato un
pezzetto di piuma.
Ricordo
la piuma. E la lego alla voce che sento urlare.
“HERMIONE!”
C’è
qualcosa che sento dentro di me, ma cosa?
Un
ricordo…
***
Esco dalla botola, e mi ritrovo nel salottino da tè che
quella svitata della
Cooman osa chiamare aula. Incredibile quanto caldo faccia qui. E
l’odore è
soffocante!
Nel
tavolino della professoressa non si vede nessuno, e non sembra esserci
qualcuno
dentro la stanza.
Vuoi
vedere che neanche lei è
riuscita a sopportare la puzza e si è buttata giù
dalla torre?
Non
faccio in tempo a finire di formulare questo pensiero che, a pochi
centimetri
dal mio orecchio, sento la sua voce nebulosa che mi chiama:
“Signor Weasley,
vada a sedersi accanto al mio tavolino, prego”
Ho
certamente un’espressione sconvolta: mi ha spaventato, quella
pazza!
La
vedo superarmi e sedersi nella sua poltroncina, mentre io sto ancora
aspettando
che la sua voce smetta di rimbombarmi nelle orecchie. Probabilmente la
sognerò
anche la notte, per quanto forte ha urlato.
Finalmente
mi siedo nella poltroncina di fronte alla professoressa. Nel tavolino
che (Per
fortuna!) ci divide c’è una sfera d cristallo, che
riflette la luce emanata dai
tizzoni nel camino. Devo ammettere che è proprio un
bell’effetto.
“Su,
Signor Weasley, mi dica cosa vede”
Miseriaccia,
ora pensa che io abbia già visto qualcosa.
Stupido
fuoco!
Mi
schiarisco la voce, mentre mi tocco la manica destra, e accarezzo il
tessuto
irregolare.
“Ecco…
vedo del rosso, che potrebbe rappresentare Marte” incomincio,
fissando con
insistenza la sfera.
“Ottimo,
Marte è legato con il fuoco” mi dice la
professoressa con voce, a modo suo,
spettrale. “Forse quello che vedi… è un
incendio?”
“Sì,
credo di sì”
Meglio
assecondarla. Forse potrò finire l’esame prima del
previsto.
“E
questo incendio, da quanto lo senti?”
Di
che diamine sta parlando?
“Da
quanto sei corroso da questo impetuoso fuoco, che ti spinge ad agire e
vivere
la tua vita?” Sembra commossa dalle sue stesse parole, questa
stramba.
Comunque, non capisco ancora cosa vuole dirmi.
“Non
credo di avere un fuoco che mi corrode, e tutto quello che ha detto
lei”.
Va
bene, in tanti mi hanno detto che ho poco tatto. È un mio
difetto, e ne sono
consapevole. Ma per quale motivo dire che non ho fuoco dentro ha
sconvolto tanto
la Cooman? Sembra che le abbia appena detto che Piton vuole farsi
crescere i
baffi!
Brrr!
Non voglio neanche pensarci.
“Mio
caro ragazzo, ne sei sicuro?”. Ecco, ora inizia con la voce
lamentosa. “Tutti
hanno qualcosa dentro, un sogno o una passione, che li riscalda e li
spinge a
vivere in questo mondo così cieco”
Ah!
Ora ho capito cosa vuole
sentirsi dire!
“Certo
che ho una cosa del genere!”. La Cooman sembra essersi
ripresa. Anzi, più che
ripresa: gli occhi, già grandi per l’effetto dei
suoi occhiali, si sono
spalancati, e sprizzano gioia e tranquillità.
“Ottimo!”
mi dice sorridendo. “Che
cos’è?”
Ora
sono entrato nel pallone. Non ho idea di che cosa dirle.
Perché non mi chiede
di guardare nella sfera e predire il futuro? Se devo inventare una
storia
pietosa e funesta, preferisco farlo per la vita degli altri, non la
mia. Per il
nervosismo tocco il braccio, e dalla manica esce la punta di una piuma
grigia.
“Cos’è
quella?” mi chiede sporgendosi verso di me, e facendo
così suonare tutte le sue
collane e i braccialetti.
“Oh,
è solo una piuma” rispondo io, uscendo
l’oggetto interessato dalla mia manica.
“La porto sempre con me, come portafortuna”
“Davvero?”
annuisce interessata. “E dove l’hai
presa?”
“Me
l’ha regalata la mia amica Hermione, dice che è la
piuma di uno struzzo”
mormoro assorto, mentre ricordo l’inizio dell’anno
scolastico (quando ancora il
suo volto non era oscurato dai libri e nessuno dei due era arrabbiato
con l’altro),
e quel piccolo regalo proveniente dalla Francia.
“La
ragazza senza l’Occhio, la ricordo” mormora in tono
leggermente infastidito.
“Non sembra il tipo di ragazza che crede nei
portafortuna”
“No,
infatti, sono io che lo uso come tale” le rispondo.
“Lei me l’ha regalata
perché con questi tipi di piume è più
comodo scrivere”
La
Cooman guarda intensamente prima me, poi la piuma. Non pensavo che
l’avrei mai
detto, ma voglio subito tornare a fissare quella maledettissima sfera e
predire
il futuro.
“Perché
consideri questa piuma un portafortuna?”
E
basta con le domande personali!
“Quando
me l’ha regalata, per poco non mi cadeva un calamaio in
testa” racconto. “Non
solo quel colpo di Pix è andato a vuoto, ma l’ora
dopo ho preso un buon voto
nella materia in cui sono più scarso”
Pozioni,
ovviamente.
“E
da allora è diventato il tuo portafortuna” termina
per me la professoressa. Ha
un sorriso che non mi piace per niente.
“Vedi,
ragazzo, nella mia vita ho avuto innumerevoli esperienze e potrei
salvare
dall’oscurità centinaia di persone, se solo loro
si facessero aiutare”. Non
vorrà raccontarmi tutta la storia della sua vita!
Chissà
quanto è alta, questa torre…
“Salvare
dall’oscurità?” le chiedo perplesso.
“Certo,
e vale anche per te” dice lei. “Tu sei come
l’oscurità: loro assenza di luce,
tu assenza di amore”. La guardo stranito, e lei continua a
parlare, sperando di
farmi capire il suo pensiero.
“Vedi
quella piuma come un portafortuna, quando in verità non
è lei a cambiare la tua
sorte, bensì chi te l’ha donata”
Cerco
di riflettere bene sulle (stranamente) sagge parole della
professoressa, e
cerco di acquisirle al meglio.
“Perciò
è grazie a Hermione che riesco a cambiare la mia
vita?” chiedo, sinceramente
coinvolto nella discussione.
“Non
per forza la ragazza, lei è solo un punto
riferimento” si spiega la professoressa.
“Quando ci troviamo in difficoltà, o abbiamo un
dissidio interiore, sono le
persone che ci circondano a darci la forza di reagire. Si
può anche scegliere
una causa per cui lottare; io continuo a spargere le mie conoscenze, e
sapere
di fare un così grande bene per
l’umanità mi mette in pace con me
stessa”
“Ma
la vera forza viene dall’amore che diamo e riceviamo. Io
ricevo amore dai miei
alunni, loro ne danno a me. Hai bisogno di capire cosa sia davvero
l’amore,
così da avere finalmente quell’incendio che scacci
l’oscurità dal tuo cuore e
metta in moto il tuo essere”
Wow.
Che finale poetico!
Devo
dire la verità, non sono sicuro di aver capito il vero senso
delle sue parole.
Soprattutto il pezzo in cui dice che fa un gran bene
all’umanità. Nessun essere
dotato di cervello vedrebbe questa frase come un costrutto di senso
compiuto***
Sento
che qualcuno sta trafficando vicino ai miei polsi con qualcosa di
tagliente. Mi
avvicino verso la punta, e riesco a tagliare il bracciale.
Non
credo funzioni davvero, come
portafortuna.
Continuo
a urlare lo stesso nome, senza capirlo in fondo.
“HERMIONE!
HERMIONE!”
Cos’è
il calore che sento nascermi nel petto?
Vuoi
fare qualcosa.
Cosa?
Proteggere.
È
vero: voglio proteggere Hermione, i miei amici, la mia famiglia.
Perché li amo
“In
tasca! Il mio Deluminatore è pieno di luce!”
Dopo
un po’, una luce fa sparire l’oscurità
intorno a me.
E
anche quella dentro di me.