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Autore: Alexia96    05/07/2014    2 recensioni
Buio. Urla. Dolore.
Non dolore fisico, spirituale.
Dove sono?
A Villa Malfoy.
Perché sono qui?
Perché non sei riuscito a fare nulla.
Questo non è vero: ho combattuto, mi sono messo in mezzo, mi hanno anche ferito, a volte.
Ed è cambiato qualcosa?
No.
PRIMA CLASSIFICATA AL CONTEST "Testmania!!!" di Winstar.love
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ron Weasley, Sibilla Cooman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La luce sconfigge sempre l’oscurità

 

 

 

 Buio. Urla. Dolore.

Non dolore fisico, spirituale.

Dove sono?

A Villa Malfoy.

Perché sono qui?

Perché non sei riuscito a fare nulla.

Questo non è vero: ho combattuto, mi sono messo in mezzo, mi hanno anche ferito, a volte.

Ed è cambiato qualcosa?

No.

Dove ho sbagliato?

Mi agito, e urlo ancora. Che cosa sto urlando? Che sta succedendo?

Mentre mi agito, sento qualcosa che mi solletica il polso. Con il pollice cerco di scansare l’oggetto, ma quando entro in contatto con lui mi soffermo a tastarlo.

Un braccialetto, con legato un pezzetto di piuma.

Ricordo la piuma. E la lego alla voce che sento urlare.

“HERMIONE!”

C’è qualcosa che sento dentro di me, ma cosa?

Un ricordo…

 

 

 

 

 

*** Esco dalla botola, e mi ritrovo nel salottino da tè che quella svitata della Cooman osa chiamare aula. Incredibile quanto caldo faccia qui. E l’odore è soffocante!

Nel tavolino della professoressa non si vede nessuno, e non sembra esserci qualcuno dentro la stanza.

Vuoi vedere che neanche lei è riuscita a sopportare la puzza e si è buttata giù dalla torre?

Non faccio in tempo a finire di formulare questo pensiero che, a pochi centimetri dal mio orecchio, sento la sua voce nebulosa che mi chiama: “Signor Weasley, vada a sedersi accanto al mio tavolino, prego”

Ho certamente un’espressione sconvolta: mi ha spaventato, quella pazza!

La vedo superarmi e sedersi nella sua poltroncina, mentre io sto ancora aspettando che la sua voce smetta di rimbombarmi nelle orecchie. Probabilmente la sognerò anche la notte, per quanto forte ha urlato.

Finalmente mi siedo nella poltroncina di fronte alla professoressa. Nel tavolino che (Per fortuna!) ci divide c’è una sfera d cristallo, che riflette la luce emanata dai tizzoni nel camino. Devo ammettere che è proprio un bell’effetto.

“Su, Signor Weasley, mi dica cosa vede”

Miseriaccia, ora pensa che io abbia già visto qualcosa.

Stupido fuoco!

Mi schiarisco la voce, mentre mi tocco la manica destra, e accarezzo il tessuto irregolare.

“Ecco… vedo del rosso, che potrebbe rappresentare Marte” incomincio, fissando con insistenza la sfera.

“Ottimo, Marte è legato con il fuoco” mi dice la professoressa con voce, a modo suo, spettrale. “Forse quello che vedi… è un incendio?”

“Sì, credo di sì”

Meglio assecondarla. Forse potrò finire l’esame prima del previsto.

“E questo incendio, da quanto lo senti?”

Di che diamine sta parlando?

“Da quanto sei corroso da questo impetuoso fuoco, che ti spinge ad agire e vivere la tua vita?” Sembra commossa dalle sue stesse parole, questa stramba. Comunque, non capisco ancora cosa vuole dirmi.

“Non credo di avere un fuoco che mi corrode, e tutto quello che ha detto lei”.

Va bene, in tanti mi hanno detto che ho poco tatto. È un mio difetto, e ne sono consapevole. Ma per quale motivo dire che non ho fuoco dentro ha sconvolto tanto la Cooman? Sembra che le abbia appena detto che Piton vuole farsi crescere i baffi!

Brrr! Non voglio neanche pensarci.

“Mio caro ragazzo, ne sei sicuro?”. Ecco, ora inizia con la voce lamentosa. “Tutti hanno qualcosa dentro, un sogno o una passione, che li riscalda e li spinge a vivere in questo mondo così cieco”

Ah! Ora ho capito cosa vuole sentirsi dire!

“Certo che ho una cosa del genere!”. La Cooman sembra essersi ripresa. Anzi, più che ripresa: gli occhi, già grandi per l’effetto dei suoi occhiali, si sono spalancati, e sprizzano gioia e tranquillità.

“Ottimo!” mi dice sorridendo. “Che cos’è?”

Ora sono entrato nel pallone. Non ho idea di che cosa dirle. Perché non mi chiede di guardare nella sfera e predire il futuro? Se devo inventare una storia pietosa e funesta, preferisco farlo per la vita degli altri, non la mia. Per il nervosismo tocco il braccio, e dalla manica esce la punta di una piuma grigia.

“Cos’è quella?” mi chiede sporgendosi verso di me, e facendo così suonare tutte le sue collane e i braccialetti.

“Oh, è solo una piuma” rispondo io, uscendo l’oggetto interessato dalla mia manica. “La porto sempre con me, come portafortuna”

“Davvero?” annuisce interessata. “E dove l’hai presa?”

“Me l’ha regalata la mia amica Hermione, dice che è la piuma di uno struzzo” mormoro assorto, mentre ricordo l’inizio dell’anno scolastico (quando ancora il suo volto non era oscurato dai libri e nessuno dei due era arrabbiato con l’altro), e quel piccolo regalo proveniente dalla Francia.

“La ragazza senza l’Occhio, la ricordo” mormora in tono leggermente infastidito. “Non sembra il tipo di ragazza che crede nei portafortuna”

“No, infatti, sono io che lo uso come tale” le rispondo. “Lei me l’ha regalata perché con questi tipi di piume è più comodo scrivere”

La Cooman guarda intensamente prima me, poi la piuma. Non pensavo che l’avrei mai detto, ma voglio subito tornare a fissare quella maledettissima sfera e predire il futuro.

“Perché consideri questa piuma un portafortuna?”

E basta con le domande personali!

“Quando me l’ha regalata, per poco non mi cadeva un calamaio in testa” racconto. “Non solo quel colpo di Pix è andato a vuoto, ma l’ora dopo ho preso un buon voto nella materia in cui sono più scarso”

Pozioni, ovviamente.

“E da allora è diventato il tuo portafortuna” termina per me la professoressa. Ha un sorriso che non mi piace per niente.

“Vedi, ragazzo, nella mia vita ho avuto innumerevoli esperienze e potrei salvare dall’oscurità centinaia di persone, se solo loro si facessero aiutare”. Non vorrà raccontarmi tutta la storia della sua vita!

Chissà quanto è alta, questa torre…

“Salvare dall’oscurità?” le chiedo perplesso.

“Certo, e vale anche per te” dice lei. “Tu sei come l’oscurità: loro assenza di luce, tu assenza di amore”. La guardo stranito, e lei continua a parlare, sperando di farmi capire il suo pensiero.

“Vedi quella piuma come un portafortuna, quando in verità non è lei a cambiare la tua sorte, bensì chi te l’ha donata”

Cerco di riflettere bene sulle (stranamente) sagge parole della professoressa, e cerco di acquisirle al meglio.

“Perciò è grazie a Hermione che riesco a cambiare la mia vita?” chiedo, sinceramente coinvolto nella discussione.

“Non per forza la ragazza, lei è solo un punto riferimento” si spiega la professoressa. “Quando ci troviamo in difficoltà, o abbiamo un dissidio interiore, sono le persone che ci circondano a darci la forza di reagire. Si può anche scegliere una causa per cui lottare; io continuo a spargere le mie conoscenze, e sapere di fare un così grande bene per l’umanità mi mette in pace con me stessa”

“Ma la vera forza viene dall’amore che diamo e riceviamo. Io ricevo amore dai miei alunni, loro ne danno a me. Hai bisogno di capire cosa sia davvero l’amore, così da avere finalmente quell’incendio che scacci l’oscurità dal tuo cuore e metta in moto il tuo essere”

Wow. Che finale poetico!

Devo dire la verità, non sono sicuro di aver capito il vero senso delle sue parole. Soprattutto il pezzo in cui dice che fa un gran bene all’umanità. Nessun essere dotato di cervello vedrebbe questa frase come un costrutto di senso compiuto***

 

 

 

 

 

Sento che qualcuno sta trafficando vicino ai miei polsi con qualcosa di tagliente. Mi avvicino verso la punta, e riesco a tagliare il bracciale.

Non credo funzioni davvero, come portafortuna.

Continuo a urlare lo stesso nome, senza capirlo in fondo.

“HERMIONE! HERMIONE!”

Cos’è il calore che sento nascermi nel petto?

Vuoi fare qualcosa.

Cosa?

Proteggere.

È vero: voglio proteggere Hermione, i miei amici, la mia famiglia. Perché li amo

“In tasca! Il mio Deluminatore è pieno di luce!”

Dopo un po’, una luce fa sparire l’oscurità intorno a me.

E anche quella dentro di me.

 

 

 

 

 

 

  
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