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Autore: Mad dy ness Zalk909192    27/08/2008    2 recensioni
E' una nonsense e come tale non ha una trama.
Semplicemente, tratta di un argomento decisamente poco positivo, la Disperazione.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho scoperto come il mondo può caderti addosso in poco più di una frazione di secondo.

Basta poco.

Basta la spinta giusta e l'architrave che regge le tue convinzioni cede in un batter d'ali.

Ci sono vari modi, certo, ad esempio, una giornata può essere rovinata per qualcosa di futile, come lo scoprire che il libro che stai leggendo ha un finale orribile o come trovare la tua borsa priva di portafogli.

Ma non è l'esempio adatto.

Ciò a cui mi riferisco è dovuto a cose esterne alle proprie "proprietà materiali".

Non si parla di soldi, non si parla di libri, ma di persone.

Le persone, queste entità, possono distruggere velocemente, efficacemente e, cosa crudele, volontariamente.
O involontariamente.

E assicuro che fanno male allo stesso modo.

Prendiamo ad esempio... un'amica.

E' felice. E' successo qualcosa che aspettava da moltissimo tempo e, convinta che tutto questo non potrebbe non rendere felice anche te, te lo riferisce in modo spensierato, ti dice le cose come stanno senza minimamente girando attorno.

Nessun panegirico, nessuna perifrastica, nessun volo pindarico.
Dritta ed esplicita.

E l'architrave si rompe, il mondo cade in frantumi e tu ti senti morire prima ancora di capire l'esatto significato di quelle parole.

Ti trovi nel buio.

Ti distrugge.

Perchè nella felicità, nella buona novella che portava la tua amica, se ancora la consideri tale, tu hai appena trovato un baratro profondo in cui cadi. Cadi. Cadi.

Continui a cadere.

Inizi a chiederti quando e se toccherai il fondo di quella voragine e, nel caso succeda, quanto male ti potresti fare nella caduta.

Ti ferirai?
Riuscirai a rialzarti?
Starai...male?

Ovvio che stai male.

Perchè la caduta è il tempo che ti è necessario per realizzare i fatti e decidere quanto la cosa ti tocca.

E comunque vada, appena arrivi in fondo a quel baratro trovi la Solitudine.

E la Solitudine, quel buio che si trova in fondo al baratro ti isola.

Non vedi e non senti niente.
Per tutto il tempo che ti serve per autocommiserarti.


Io sono lì, ora.
La solitudine mi ha fornito carta e penna per capirmi meglio.

Poi io so come capita. Lo so già il "dopo".

Ora sono qui. E non so per quanto tempo starò a pensare, scrivere e disperarmi.


Le lacrime sono sempre molte.

Stai male.
Stai tanto male che vorresti reciderti le vene e non pensarci più.

Quello è l'unico vero ostacolo da superare.


La Morte.


Non bisogna seguirla, non bisogna ascoltarla.

La Morte si affianca alla Solitudine che ti circonda come una vecchia amica e ti sussurra promesse.

Non bisogna cedere.
Se non cedi a questo, dall'alto del baratro inizierai a sentire qualche voce che sussurra qualcosa. Che ti chiama.

Succede sempre, prima o poi. Non bisogna cedere e basta.
E se riuscirai a smettere di scrivere e piangere e alzerai lo sguardo, vedrai che uno spiraglio di luce sta nascendo e sta tagliando l'oscurità della Solitudine.

Sei di fronte a un bivio.
Puoi scegliere se rimanere in una nicchia o cercare di capire il significato di quelle parole. Urlate, ormai.

Puoi stare nella tua nicchia mentre le voci non faranno che infastidirti o puoi uscire allo scoperto e rispondere a quei segnali, aspettando che quella luce riesca a colpirti.

In quest'ultimo caso, le voci potrebbero anch'esse sussurrarti promesse fatte di luce e la tua curiosità, oh ingenuo essere umano, potrebbe spingerti a tentare la scalata di quel burrone in cui sei caduto.

una volta iniziata, non saprai fermarti.

Alcuni passaggi saranno dolorosi, altri ti lasceranno indifferente e altri ancora ti faciliteranno l'ascesa.

Magari, qualcuno, dall'alto, saprà aiutarti, in qualche modo.
per risalire più in fretta o per impedire una tua... ricaduta.

Potresti cadere.

Ma ormai avrai la forza necessaria per alzarti.

Potresti cadere e ferirti.

E a quel punto tutto ricomincia da capo.

Ma forse riuscirai più facilmente a non ascoltare quella donna che sa promettere ma forse non mantenere.

Tutto potrebbe ricominciare più e più volte, finchè la fine del Baratro non sarà sotto le tue dita, ormai ruvide e insensibili, e tu troverai l'energia per venirne fuori del tutto.
E sentirti di nuovo te stesso.

Mi è capitato.


Più di una volta.


So la procedura e per il momento starò qui.

A scrivere.
Nel buio.
In Solitudine.
Aspettando che il mio ego la finisca di prendersela con sè stesso e con il mondo e cercando di non ascoltare quelle promesse fatte di nero, colore che mi ha sempre attirato e per questo difficile da allontanare.

Quando l'inchiostro di questa stilografica finirà, inizierò a guardare oltre questi fogli.

Magari scopro che qualcuno è caduto qui insieme a me.




Anche se la cartuccia mi sembra ancora piena.




   
 
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