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Autore: she_lies_awake    06/07/2014    1 recensioni
"A quanto pare New York non é così grande come dicono..."disse una voce alle mie spalle.
"Ed!"esclamai voltandomi verso di lui.
"L'avevo detto che ci saremmo rivisti."
"Tutto merito del destino."risposi sorridendo.
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"And if I kiss you darlin,
Please don't be alarmed.
It's just the start of everything you want."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A new love in New York


And if I kiss you darlin,

please don't be alarmed

It's just the start of everything you want.



15 anni prima

"Ma papà perchè dobbiamo andarcene?" chiesi attorcigliandomi una ciocca di capelli neri intorno al dito.

"Tesoro, ho trovato lavoro in un'altra città e quindi..."rispose inginocchiandosi accarezzandomi la guacia.

"Però non voglio lasciare Meg, Tim e tutti gli altri!"esclamai triste con le lacrime agli occhi.

"Mi dispiace tantissimo June...ma torneremo presto qui a New York, te lo prometto."disse guardandomi dolcemente negli occhi.

"Ma come farò senza amici? A Londra non conosco nessuno..."continuai abbassando lo sguardo verso le mie scarpine rosa.

"Vedrai che conoscerai un sacco di nuovi bambini con cui giocare."aggiunse mia mamma avvicinandosi a me per poi darmi un bacio sulla testa.

Non volevo partire. Non volevo e basta.

Vidi i miei genitori sistemare gli ultimi bagagli in macchina.

"June, forza! Dobbiamo andare!"

"Ok arrivo mamma." Scesi dal dondolo in giardino e percorsi il vialetto molto lentamente.

"Sbrigati tesoro, sali in macchina!"disse mia mamma aprendomi la portiera.

"Ho controllato, c'è tutto. Possiamo partire!"esclamò mio papà mettendosi al volante per poi mettere in moto.

Mi girai per guardare fuori dal finestrino. L'ultima cosa che vidi fu la nostra casa allontanarsi sempre di più per diventare in fine un puntino nero.




Quando qualche giorno fa il mio capo mi comunicò che dovevo andare a New York per un affare, mi sentii strana. A dire il vero avevo subito pensato di rinunciare e far assegnare il lavoro a qualche collega. Ma sotto sotto desideravo avere una scusa per poter tornare nella città dove ero nata.

[...]

Appena scesi dall'aereo, mi sentii di nuovo a casa.

Presi un taxi e raggiunsi l'hotel nel quale l'ufficio aveva prenotato una stanza a mio nome. Si trovava vicino a Central Park. Così, dopo aver disfatto le valigie, ne approfittai per fare due passi, nonostante la stanchezza.

Una leggera brezza soffiava tra gli alberi.

"Papà, me lo compri un gelato?"chiese una bambina passandomi accanto.

"Tesoro ne hai già mangiato uno prima. Ne prendiamo un'altro domani pomeriggio quando esci da scuola."le rispose il padre sorridendo per poi prenderle la manina.

In quel momento mi vennero in mente le passeggiate primaverili con mio papà. Mi aveva promesso che saremmo tornati presto a New York, invece erano passati la bellezza di 15 anni. E lui non c'era più.

Asciugai con il dorso della mano una lacrima che rigava la mia guancia. In quel momento squillò il cellulare.

"Pronto?"

"Ciao tesoro! Come va?"chiese mia mamma.

"Ma si tutto bene. Ho sistemato le valigie in camera e adesso sto facendo due passi per Central Park..."

"Com'è stato tornare?"

"Bello ma...ma strano,diverso da come avevo pensato."

"Lo so. Avremmo dovuto essere lì tutti insieme.."rispose con la voce leggermente incrinata.

"Già.Mamma scusa ma ora devo proprio lasciarti! Tra poco ho un incontro con uno dei dirigenti dell'azienda.."dissi guardando l'orologio al polso.

"Non ti preoccupare, chiamami quando sei libera. Ti voglio bene!"

"Certo. Anche io!"dissi per poi riattaccare.

[...]

Una volta terminato il pranzo di lavoro, decisi d'andare a visitare il mio vecchio quartiere.

Dopo aver percorso qualche chilometro, mi ritrovai nel viale che conduceva a quella che era stata casa mia. I giardini delle varie villette erano popolati da bambini che giocavano mentre i genitori li osservavano dalle finestre. Proprio come quando ero piccola io.

"Hey! Esci dal cespuglio, ti ho visto!"gridò un bambino seduto sotto l'ombra di un albero.

"Eccomi, eccomi. Certo che a te non sfugge proprio nulla!"

Conoscevo quella voce. Mi voltai di scatto e vidi Tim, il mio amico d'infanzia, correre verso il bambino.

"Caro Timmy, nascondino non è mai stato il tuo forte!"dissi avvicinandomi alla staccionata del giardino.

"June!" esclamò sorridendo.

"Come va?"

"Bene! Aspetta che esco così parliamo un po'. Jack dì alla mamma che vado. Ci vediamo domani!"disse rivolto al bambino.

"Ok! Ciao zio!"rispose salutandolo con la mano per poi precipitarsi in casa.

"Quanto tempo!"esclamò abbracciandomi.

"15 anni. Sono esattamente 15 anni che non ci vediamo."

"Sono contento di rivederti."

"Anche io."risposi sorridendo.

"Cosa ci fai da queste parti?"

"Sono qui per lavoro...mi tratterrò alcuni giorni!"

"Che ne dici di fare due passi? Così parliamo un po'"

"Mi sembra un ottima idea!"esclamai prendendolo per mano.

Ridemmo e scherzammo proprio come quando eravamo bambini. Mi sentivo sempre molto legata a Tim nonostante non ci frequentassimo da tantissimo tempo.

"Mi ricordo i pomeriggi passati in questo giardino e tutte le torte che tua mamma ci preparava per merenda."disse Tim fermandoci davanti alla mia vecchia casa.

"Già. A volte vorrei poter tornare indietro..."risposi con malinconia.

"Hey Tim! Come stai?"disse un ragazzo con i capelli rossi venendo verso di noi.

"Ciao Ed! E' da un po' che non ci si vede. Tutto bene, tu?"domandò dandogli una pacca sulla spalla.

"Tutto a posto. Sono appena tornato da lavorare..."rispose per poi spostare lo sguardo verso di me.

"Ah lei è June, una mia vecchia amica!"

"Piacere, Ed!"disse il ragazzo stringendomi amichevolmente la mano.

"Lo sai che tanti anni fa abitava dove stai tu?"chiese Tim a Ed.

"Davvero?"

Risposi di si con un cenno del capo.

"Se ti va puoi entrare a dare un'occhiata alla casa..."disse Ed mettendosi le mani in tasca.

"Mi farebbe davvero molto piacere, se non è un disturbo."

"Figurati!"rispose sorridendo.

"Vabbè io devo proprio andare! Ti lascio in buona comapgnia June. Mi raccomando passa a salutarmi prima di tornare a Londa, ok?"

"Puoi contarci! A presto Tim."risposi abbracciandolo.

[...]

A parte qualche modifica la casa era rimasta più o meno come l'avevo lasciata. Mi alzai dalla poltrona e inizia a girovagare per il salotto.

"Te la ricordavi così?"chiese Ed spuntando dalla cucina. Appoggiò due tazze di tè sul tavolino vicino al divano.

"Si. Anche se me ne sono andata via a soli 7 anni ho un sacco di ricordi legati a questo posto."dissi per poi bere un sorso di tè fumante.

"Immagino ti sia dispiaciuto lasciare New York, vero?"chiese guardandomi negli occhi.

"Tantissimo. Soprattutto non concepivo l'idea di dover perdere i miei amici." Di solito ero una persona abbastanza chiusa, in particolar modo con gli estranei. Ma con Ed riuscivo a confidarmi con facilità. Mi ispirava fiducia e sembrava che riuscisse a capirmi.

"Anche io ho viaggiato molto...Mio papà era un musicista e si spostava in continuazione. Ai tempi i miei genitori si erano appena fidanzati. Mia mamma decise di mollare lavoro e famiglia per stare sempre accanto a lui. E poi un po' di anni dopo sono nato io."

"E' davvero una storia romantica. Tua mamma deve essere una donna davvero forte. Non è facile prendere una decisione del genere."dissi sorridendo.

"E' l'amore che l'ha resa coraggiosa." affermò spontaneamente.

"Hai appena detto una cosa stupenda. L'amore rende le persone diverse. Anche mia mamma avrebbe seguito mio padre in capo al mondo." dissi sentendomi salire le lacrime agli occhi.

[...]

"Mi ha fatto piacere conoscerti..."disse Ed accompagnandomi alla porta.

"Anche a me, davvero. Ho passato un bel pomeriggio, grazie!"

"Quando parti?"

"Tra due giorni."

"Spero di rivederti da queste parti..."disse arrossendo. Trovai la cosa così dolce che non riuscii a trattenere un sorriso.

"Lo spero anche io."risposi andandomene.

[...]

Amavo New York di sera, era così piena di vita. Le strade erano piene di gente.

"Posso lasciarti questo volantino?"mi chiese un ragazzo.

"Certo!"

"Stasera fanno musica dal vivo in quel locale in fondo alla via. Se ti va fai un salto!"disse indicando un'insegna luminosa.

"Grazie, con piacere!"risposi sorridendo per poi riprendere a camminare.

[...]

Decisi di seguire il consiglio del ragazzo e così entrai nel pub. C'era un sacco di gente seduta ai tavolini davanti al palco.

"Desidera da bere?"mi chiese il barista quando mi sedetti al bancone.

"Una birra,grazie."

"A quanto pare New York non è poi così grossa come dicono..."disse una voce alle mie spalle.

"Ed!"esclamai voltandomi verso di lui.

"L'avevo detto che ci saremmo rivisti."

"Tutto merito del destino."risposi sorridendo.

"Ti dispiace se ti faccio compagnia?"chiese timidamente.

"Tutt'altro."

[...]

"Cosa ne dici se usciamo? Almeno possiamo parlare."disse al mio orecchio cercando di sovrastare l'alto volume della musica.

"Si è meglio." Mi alzai dallo sgabello e recuperai il mio giubbino di pelle dall'attacapanni.

Appena uscimmo dal locale, fummo investiti da una folata d'aria fredda. Un brivido percorse la mia schiena e tremai impercettibilmente. Vidi Ed togliersi il cappotto e metterlo sulle mie spalle.

"Ma sei pazzo? Potresti congelare!"esclamai ridandogli la giacca.

"Non ti preoccupare, sto bene così."rispose sorridendo.

"Non si discute. Non voglio che ti ammali."dissi costringendolo a infilarsi il cappotto per poi sfregarmi le mani nel tentativo di riscaldarmele.

"Che ne dici di una cioccolata calda?"chiese indicando un bar dall'altra parte della strada.

"Ottima idea!"

[...]

"Mi ha fatto davvero piacere averti incontrato stasera.."

"Già. Sono stato bene in tua compagnia."rispose guardando per terra.

"E' tardissimo..sarà meglio che torni in albergo. Domani ho il volo abbastanza presto."

"Ti accompagno."disse intrecciando la sua mano alla mia.

Fu una mossa improvvisa, inaspettata.

"Spero che ci rivedremo, prima o poi." dissi una volta arrivati davanti all'ingresso dell'hotel.

"Lo spero pure io." Lasciò la mia mano e si avvicinò lentamente a me. Potevo sentire il suo respiro. Mise un braccio intorno alla mia vita per stringermi a sé. Mi guardò dolcemente negli occhi e infine arrivò quel bacio che avrei voluto dargli appena lo conobbi.

"Scusa, di solito non corro così tanto..."disse arrossendo.

"Beh neanche io, ma c'è sempre una prima volta."dissi per poi appoggiare nuovamente le mie labbra alle sue.

In quel momento capii che il mio posto era lì, tra le sue braccia, a New York.





SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui con la mia seconda OS!

Questa volta ho voluto come protagonista il fantastico Ed Sheeran.

Perchè? Beh lo adoro *-*

Amo le sue canzoni e infatti la storia è diciamo ispirata a "New York".

Ho trovato casualmente il live di questa canzone di Ed su Youtube e l'ho amata immediatamente.

Spero che vi piaccia :)

Aspetto i vostri commenti!

A presto

xx

  
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