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Autore: EleEmerald    06/07/2014    1 recensioni
Cosa faresti se incontrassi una persona come te, identica in tutto e per tutto? Riusciresti a fidarti dei tuoi genitori che affermano tu sia loro figlia? La protagonista della nostra storia dovrà fare i conti con un'inevitabile verità. Tra amori, bugie, pianti e paure, la ragazza scoprirà chi è veramente.
"La ragazza tende la mano per aiutare ad alzarmi. Alzo la testa e spalanco la bocca. La ragazza davanti a me ha i capelli castani come i miei, più corti però, le arrivano alle spalle. Ha il mio stesso viso e ha gli occhi di un azzurro chiarissimo. Siamo due gocce d'acqua. Identiche."
Genere: Malinconico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto tornando a casa da scuola con Marco. É una giornata d'autunno e le foglie cominciano a cadere formando un tappeto rossastro per strada, ma fa ancora caldo e siamo ancora tutti con una felpa leggera.
Marco cammina vicino a me con lo sguardo perso, forse i suoi occhi marroni stanno guardando le foglie cadere o forse é come al solito tra le nuvole, questa é una caratteristica che ci accomuna, come mille altre. Siamo sognatori. Pazzi, scemi e insieme creiamo la migliore amicizia del mondo. Abbiamo gli stessi gusti e lo stesso carattere a parte qualche piccola cosa. Di aspetto fisico ognuno ha il proprio. Io, capelli castani e lisci, non troppo alta, abbastanza magra, gli occhi...Be' lui li ha nocciola e io, io li ho più chiari di qualsiasi persona io abbia mai incontrato, azzurri, chiari come quelli della Rose anziana in Titanic e qualche volta mi chiedo se quando invecchierò arriveranno a sparire del tutto. Questo colore può essere normale in una famiglia dagli occhi chiari ma no, questo non é il mio caso, occhi castani da generazioni. Quando in terza media ho studiato genetica sono arrivata a cercare gli occhi di tutti i miei parenti, niente. É quasi impossibile, e dico quasi, perché forse sono tutti eterozigoti e sono uscita io. Ho smesso di pormi il problema convincendomi che era così perché i miei si amano e non sono stata adottata, glielo ho chiesto dicendo che non mi cambiava niente e loro mi hanno assicurato che ero loro figlia e io mi fido di loro. 
Marco è molto alto e devo sempre alzare la testa per guardarlo negli occhi, ha i capelli corti, ma abbastanza da far si che riesca ad arruffarglieli come facevo da bambina. Ci siamo conosciuti alle elementari. Eravamo in classe insieme ma non ci siamo mai parlati il primo mese finché mia mamma non ha tardato a venirmi a prendere e lui si é accorto ed é venuto a farmi compagnia, senza di lui avrei pianto tutto il tempo. Devo ringraziare mia mamma di quel ritardo, senza non avrei conosciuto il migliore degli amici.
- Ti ho visto l'altra volta, che baciavi quella ragazza - dico, é il modo migliore per farlo tornare al presente: dire cose così, di punto in bianco. Di solito capisce che scherzo e inizia subito una conversazione senza badare a quello che ho detto.
- Eh? Cosa? Come hai fatto a vedermi? - dice con la bocca aperta dallo stupore.
Okay, fermi tutti, questa non era la risposta che mi aspettavo, perché cavolo non me lo ha detto? 
- Sch-scherzavi vero? Che idiota - dice.
Sono ancora mezza scioccata quando scoppio a ridere per quello che ha detto - Chi era? - gli chiedo.
- Nessuno.
- Qualcuno doveva essere. - 
- Non era nessuno.
- Sono felice che non era Ulisse, che "ragazza era?  - dico io.
- Nessuno di importante.
- E tu baci le ragazze non importanti! Da te non me lo sarei mai aspettato! -
- È importante solo che te lo dirò quando sarà il momento - dice lui.
- Ti preego! -  
- No.
- Tanto lo scoprirò, non mi chiamano Detective Christal per niente, sai? 
- Nessuno ti chiama così, Christal -
- Si si anche Ulisse.
- Dico sul serio -
- Non contraddirmi! - dico, poi scoppio a ridere.
Nel frattempo siamo arrivati a casa e dopo aver salutato Marco, entro in casa, ma mi dirigo subito alla finestra - Ciao! - urlo.
E lui, come ogni giorno, sventola la mano in segno di saluto. 
Sorrido.
  
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