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Autore: Rijaa    07/07/2014    2 recensioni
[ One shot - word count 7402 ]
1967.
"Tony? Ma tu volevi davvero uscire con me? O volevi solamente farmi soffrire?" l'interrogativo gli sorgeva spontaneo: mezz'ora prima erano a casa e Tony stava tentando il tutto per tutto per convincerlo a cancellare l'appuntamento che già aveva preso, mezz'ora dopo lo stava trattando come se non gliene importasse veramente niente di lui.
Tony non rispose.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Gabriel, Tony Banks
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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8 p.m
21 dicembre 1967
Charterhouse residential area 
 
"Ragazzi! Venire a sedervi, è quasi pronto!" Esclamò Peter dalla cucina, dove era intento a disporre i piatti sul tavolo e a girare e rigirare il contenuto della padella in attesa che fosse tutto pronto. Non era il migliore dei cuochi, ma d'altronde era pur sempre migliore dei suoi compagni, che non avrebbero fatto altro che far saltare l'appartamento in aria, se avessero messo mano ai fornelli.

"Ehilà Peter!" esclamarono di rimando Ant e Mike, che erano deducibilmente da poco ritornati da una partitella a calcio tra amici, dal momento in cui indossavano l'uniforme della squadra calcistica della scuola. 
Tony, invece, scivolò silenziosamente nel suo posto, senza fiatare. A questa indifferenza, Peter reagì lanciandogli un'occhiata fugace ma fulminante, aggrottando le sopracciglia. Non sopportava il lunatismo di Tony: un giorno era capace di lasciarsi andare a convenevoli e a mezze tenerezze, mentre altri giorni era più freddo del ghiaccio. 
Non esisteva cosa più cangiante del suo umore. 
Peter afferrò il manico della padella, munendosi di spatola e riempiendo i piatti di tutti, a partire proprio dal suo. Tony fu l'ultimo a ricevere la propria razione di cibo, esprimendo il proprio disappunto con una smorfia disegnata sul viso. 
Vi fu un lungo silenzio, durante il quale si sentiva solamente il rumore di coltelli e forchette. Peter teneva lo sguardo fisso e posato sul piatto, del quale rigirava nervosamente il contenuto. 
Stavolta stava cercando di non prenderla troppo sul personale solo per un mancato saluto, in fondo sapeva che purtroppo Tony aveva qualche difettuccio, ma poteva benissimo passarci sopra. L'unico problema risiedeva nel fatto che non era la prima volta, e non sarebbe stata nemmeno l'ultima in cui sarebbe stato trattato in questo modo. 
Ma non ne poteva più di essere ignorato e non trovare mai una risposta alle sue domande. "Gli piacerò o no? O forse nemmeno mi considera?" era costretto a pensare ogni giorno. 
Tony non faceva altro che togliergli tutte le convinzioni che aveva, facendole svanire come se fossero un embolo. 

"Ehm, Mike. Sai che stasera esco con quel tuo amico?" Ruppe così il silenzio, mentre la parte vendicativa del suo cervello si era accesa e già era lampante. 
Domandò con retorica sì, ma con altrettanta malizia nella voce. Era solo una mera provocazione, nulla di vero, voleva solo vedere che reazione avrebbe destato in Tony. La frecciatina ebbe subito buon esito; Tony, dall'altra parte del tavolo spalancò sbigottito la bocca, lasciando la forchetta cadere per terra. 

"Quale amic- AH GIÀ!" Asserì Mike, che all'improvviso si sentiva tirato in ballo in una questione che non lo sfiorava minimamente. Sapeva che Peter già dai tempi delle medie nutriva qualcosa più di una semplice simpatia per Tony, e faceva del suo meglio per assecondarlo e talvolta per tendergli una mano d'aiuto. Peter, invece, sapeva benissimo che molte ragazze avevano un certo interesse per Tony, e sapeva anche che lo stesso Tony, talvolta, ricambiasse. 
Per fortuna, solo da un punto di vista fisico, o almeno voleva convincersi che fosse così. 
Il corvino mai aveva pensato che Tony fosse capace di innamorarsi di qualcuno, un po' per il suo carattere scostante, un po' perché non l'aveva mai visto struggersi per nessuno. Questo gli faceva provare un lieve conforto, ma dall'altra parte in lui si faceva largo un profondo sentimento di frustrazione, perché pensava che il suo dolce amore idilliaco non avrebbe mai trovato conferma nella realtà. 

"Mi chiede sempre di te, sai? Finalmente hai accettato di uscire..." Aggiunse il biondino, entrando nella parte. Sapeva benissimo cosa dava fastidio a Tony - il suo migliore amico di sempre. E quindi, ne approfittava per vedere la reazione che destava in lui. 
Peter, nel frattempo alzò lo sguardo, volendolo guardare in viso: sembrava infastidito, o almeno non contento. 

"Buon appetito, ragazzi. Io vado a prepararmi" poggiò la forchetta sul bordo del piatto, accostando la sedia al tavolo nell'alzarsi. Si chiuse per qualche istante in camera sua per cambiarsi d'abito e darsi una sistemata ai capelli, in modo da rendere tutto più credibile agli occhi del suo amore platonico. 
Nel frattempo, in cucina, l'ira funesta di Tony era appena iniziata. 
Scattò dalla sedia, non appena l'altro fu abbastanza lontano, stringendo i pugni come a volersi calmare. 

"Perché diamine non mi hai parlato prima di questo tipo?" afferrò Mike per il colletto della camicia, strattonandolo, prima di dirigersi verso la camera di Peter.
Bussò alla porta, ma l'altro non si degnava di aprire. Dovette aspettare una manciata di minuti affinché aprisse la porta.
Peter era finalmente pronto e sembrava addirittura essere più carino del solito: si era fatto una doccia, e sia i suoi capelli sia la sua pelle emanavano un delizioso odore floreale. Indossava un maglione natalizio più grande di un paio di taglie rispetto alla sua, e un semplice paio di pantaloni neri. Tony non poté fare altro che guardarlo e sorridere lievemente sotto ai baffi. 

"Scusami, mi stavo preparando e non potevo venire ad aprirti..." la sua era principalmente una provocazione. Era evidente che la sua mente fosse ancora stoccata in modalità vendetta. 

"Chi è questo tipo? Lo conosco?" Tony fece finta di non aver sentito e pose la domanda con un tono leggermente arrabbiato. 

"No" rispose secco Peter, avviandosi verso la porta e prendendo la giacca. 

"È la prima volta che uscite?" 

"Ma perché ti interessa tanto? E comunque no, siamo usciti già un paio di volte" 

"E che avete fatto...?" 

"Lui fa parte del gruppo della biblioteca, ci vediamo spesso lì. Poi una settimana fa è venuto a casa mia e ci siamo quasi baciati- e mi ha anche toccato un po'" 

"In che senso toccato? Senti, tu con quello non esci. Chiamalo e disdici, anzi non chiamarlo nemmeno, che si fregasse" ed ecco che nuovamente serrava i pugni con tutta la forza che aveva in corpo. Non voleva mostrarsi troppo interessato né troppo scostante, ma il suo atteggiamento era palesemente quello di una persona gelosa - e da morire. 
"Esci con me" aggiunse. 

"Oh, guarda che ore sono. Scusami ma si è fatto tardi, mi starà aspettando" si infilò la giacca e mise la sciarpa al collo. 
"A domani, Tony" lo salutò con la mano, prima di aprire la porta. 

"Non me ne frega nulla che sta aspettando. E tu non vai, capito? Usciamo io e te, ti porto al cinema" assunse nuovamente quel tono severo che aveva prima. Sembrava quasi un'imposizione, ma nonostante ciò Tony stesso sapeva che era una grande opportunità. 

"E perché dovrei disdire con lui per uscire con uno come te?" lo squadrò severamente da capo a piedi, come a volerlo inquisire con lo sguardo. Nonostante stesse recitando la parte del disinteressato, guardandolo e riguardandolo non riusciva nemmeno a trovargli un difetto. 

"Perché..." ebbe un tentennamento. Non sapeva cosa dire e come proseguire, la timidezza se lo mangiava vivo. "Cosa te ne importa, esci con me e basta" se ne uscì duramente, come di suo solito. 

"Scusa, io gli piaccio e lui piace a me, perché dovrei disdire?" continuò Peter. Gli riusciva a malapena a dire di no a Tony, ma stava recitando una parte e non poteva lasciarsi andare a se stesso. 

"Ti piace..?" sospirò. Non sapeva cosa aggiungere. L'aveva veramente perso soltanto per via del suo caratteraccio? 
Non voleva nemmeno pensarci... "Può anche piacerti ma è solo un maniaco, farebbe meglio a stare lontano da te oppure si prende un pugno in faccia. Ora sistemati quella giacca e usciamo"

"Ah sì? Convincimi" incrociò le braccia al petto, facendo spallucce; l'aveva fatto trepidare abbastanza, e tirando il discorso per le lunghe gli era diventato difficile continuare ad ignorarlo e a dirgli no. 
Tony gli prese la mano, stampandogli un leggero bacio sulla guancia. Poi si fermò per un attimo a guardarlo: le guance di Peter erano a dir poco imporporate, e ciò non lo rendeva altro che ancora più adorabile agli occhi del suo spasimante.

"Ti ho convinto, allora?" sorrise, notando che l'altro aveva lo sguardo completamente perso nel vuoto. A dire il vero non sembrava nemmeno sul pianeta Terra, e che la sua mente fosse decisamente altrove.

"..." Sospirò quasi, ancora perso nel suo mondo. Ma Peter non era il solo ad essere completamente perso nel suo mondo e ad essere divorato dall'imbarazzo; anche Tony, sotto a quella corazza da insensibile e da duro, stava iniziando a provare delle sensazioni tanto nuove quanto piacevoli.
Peter gli afferrò la mano, notando che era inattesamente fredda: la prese tra le sue, che erano decisamente più calde. In quel momento il tastierista provò una piacevole sensazione di tepore, e un leggero brivido gli accarezzò la schiena. Quel piccolo contatto non gli dispiaceva affatto, ma una sorta di riflesso incondizionata lo portò a ritrarre la mano e metterla in tasca.
Tony aprì la porta con la mano libera, mettendosi quasi di prepotenza davanti a Peter in modo da essere il primo ad uscire. Non aspettò che il corvino richiudesse la porta, e decise di avviarsi già per conto suo.
Peter dovette raggiungerlo facendosi una piccola corsa, e non appena gli fu accanto gli elargì un piccolo sorriso e fece in modo di accostarsi a lui. Ma nessuno dei due si degnava di aprir bocca.
Il silenzio regnava incondizionato.
Peter avrebbe tanto voluto rompere il ghiaccio e iniziare una bella conversazione o almeno riuscire a spiccicare parola, ma l'atteggiamento di Tony non glielo rendeva possibile. Non riusciva a capire se accettare la proposta dell'altro era stato un bene oppure un ulteriore modo per constatare che le cose tra loro due non sarebbero mai potute funzionare. Ma c'era ancora da constatarlo: si avvicinò ancora un po' di più a Tony, gettandogli le braccia al collo come a volerlo stringere nel più dolce degli abbracci, con un sorriso a trentadue denti sulle labbra.
Sorriso che sparì nel giro di una manciata di secondi: Tony, preso dalla timidezza più totale, fece come uno scatto, respingendolo. Il corvino, nel frattempo, si era letteralmente paralizzato: le gambe si rifiutavano di camminare allo stesso passo di Tony, dunque sentì come il bisogno di fermarsi e rimanere da solo. Restò a sistemarsi i capelli per qualche istante con fare imbarazzato - e innervosito, mentre il resto del suo corpo era rigido come una tavola.
Tony continuò a camminare indisturbato, come se nulla fosse. Teneva lo sguardo in basso e le mani in tasca, e solo dopo un po' si accorse che Peter si era fermato, e non aveva più pallida idea del perché.

"Faresti meglio a muoverti, il film sta per iniziare"   finalmente Tony ruppe quel dannato silenzio che andava avanti da quando erano usciti di casa. Non gli importava del film né tantomeno gli importava di arrivare in orario.
Semplicemente, stava cercando di ignorare Peter e di mostrarsi freddo e scostante ai suoi occhi, riuscendo perfettamente nel suo intento.
L'altro non rispose. Semplicemente, lo raggiunse a passo piuttosto svelto, senza proferir parola per paura di scatenare una discussione.

"Tony? Ma tu volevi davvero uscire con me? O volevi solamente farmi soffrire?"  l'interrogativo gli sorgeva spontaneo: mezz'ora prima erano a casa e Tony stava tentando il tutto per tutto per convincerlo a cancellare l'appuntamento che già aveva preso, mezz'ora dopo lo stava trattando come se non gliene importasse veramente niente di lui.
Tony non rispose.
Restò a torturarsi nervosamente le mani per un po', mentre il suo sguardo fissava un punto non ben definito. Perfino il suo respiro era impercettibile.
Nel notare il suo silenzio, Peter non aveva più dubbi.
Si strinse nelle spalle, coprendosi il viso con le mani e iniziando a singhiozzare. A tal punto, non gli restava altro che fare retro-front e tornare a casa: si mise a correre con tutta la velocità possibile, mentre il vento freddo gli spirava vento in viso senza pietà, rendendo le lacrime che gli scendevano dagli occhi ancora più fredde e insopportabili.
Tony a quel punto strinse i pugni ancora una volta, l'ennesima. Iniziò a maledire se stesso, il suo carattere, il suo atteggiamento... tutto.
Si accorse che non aveva mai provato nulla di simile prima ad ora, e sentiva come un sentimento di colpa gravargli sulle spalle. Sentiva anche che l'unico modo per provare a calmare le acque sarebbe potuto essere solamente parlare con Peter.
Questo avrebbe significato sfidare se stesso, e non gli dispiaceva affatto: prese una bella rincorsa, e lo raggiunse in poco più di un battito di ciglia.

"Perché sei corso via?" Gli domandò, ma Peter non aveva neppure voglia di rispondergli.
Perché mi tratti da schifo, idiota, avrebbe voluto rispondere, e nonostante avesse smesso di piangere, aveva ancora gli occhi un po' arrossati e gonfi di lacrime. Si accomodò su un gradino, tenendosi la testa fra le mani.

"Lo sapevo. Lo sapevo che non mi ami. E io che ci avevo anche creduto..." Iniziò nuovamente a piangere, ma stavolta non gli importava di mostrare la sua fragilità. Di certo non si era aspettato una serata romantica, ma non si aspettava nemmeno una serata così pessima.
Conoscendo Tony, sapeva benissimo che non sarebbe stato un appuntamento galante, e che non ci sarebbe stato niente da divertirsi. Ma allora, perché si era giocato tutte le carte che aveva a disposizione per evitare che uscisse con un altro? Era tutto così illogico. 

Tony si sedette accanto a lui, accarezzandogli piano la spalla come a voler calmare la sua crisi di pianto, ma il risultato fu a dir poco pessimo: Peter si scostò da lui con sprezzo e inizio a singhiozzare ancora più forte.
Solo a quel punto Tony capì che era ora di fare qualcosa. Gli asciugò delicatamente le lacrime con le mani, e l'altro sembrò finalmente calmarsi un po'.

"Sei... davvero... innamorato di me?" un groppo in gola. Non voleva ammetterlo ma anche lui stava iniziando ad avvertire un fastidioso pizzicore agli occhi, sintomo di un'imminente quanto piccola commozione. Peter non poté far altro che annuire e continuare a piangere irrefrenabilmente.
Possibile che Tony non se ne fosse mai accorto? E che l'avesse capito solo ora? Non riusciva nemmeno ad aprire bocca dalla vergogna.
Avrebbe tanto voluto sparire e non aver mai accettato la proposta di uscire, ma ora doveva solo tacere e pentirsi.
Sarebbe stata meglio l'ennesima serata a casa passata a leggere un libro, no? Almeno non sarebbe stata così dura da mandar giù.

"Davvero? Davvero uno come te si è innamorato di un buzzurro del genere?" aggiunse, stropicciandosi gli occhi, un po' per constatare che non era un sogno, un po' per eliminare quel fastidioso pizzicore.
Peter smise finalmente di piangere, stupito. Pensava che uno come Tony non sarebbe mai stato capace di esprimere sentimenti e mostrare emozioni. A volte, aveva addirittura avuto la sensazione che nemmeno ne provasse.
Gli afferrò un braccio, poggiandolo sulle sue gambe e accarezzandolo dolcemente.

"Sì, e avrai anche qualche difetto, ma ti amo comunque" sentenziò con un filino di voce, come se avesse quasi paura che sarebbe stato troppo udibile alle orecchie di Tony. Quest'ultimo sfoggiò un sorriso appena accennato, allargando le gambe e facendo cenno a Peter di accomodarsi: non appena si sedette, Tony gli poggiò le mani sui fianchi, accarezzandoli piano.

"Scusa. Ho capito che dovevo fare qualcosa solo quando stavo per perderti..." sussurrò anch'egli.

"Non mi perderai mai. Se sono riuscito a sopportarti finora significa che ti amo davvero tanto, Tony" si voltò un po', in modo da poterlo guardare dritto negli occhi, nonostante la timidezza che non rappresentava più un limite significativo. Era la prima volta che gli capitava di vedere Tony felice, era la prima volta in cui riusciva a leggergli la felicità negli occhi; in genere notava solo indifferenza, e si trattava di un enorme passo in avanti.
Era da un bel po' che stava attendendo questo momento: non era la prima volta che Tony lo abbracciava, per dio, era già capitato in altri casi. Ma in nessun precedente l'abbraccio aveva avuto un sapore così dolce.
Gli gettò nuovamente le braccia al collo, stavolta non avendo paura di essere respinto. Tony iniziò ad accarezzargli i capelli, come se si fosse dimenticato per sempre del suo caratteraccio e avesse fatto finalmente posto ad un briciolo di tenerezza. Accostò un po' le labbra a quelle di Peter, dettando solo la mossa iniziale; sarebbe spettato all'altro, nel caso in cui avesse voluto, continuare.
E Peter lo voleva eccome.
Si avvicinò ancora di più alle labbra dell'altro, sfiorandole con le sue ed avvertendo una sensazione senza precedenti allo stomaco, come se uno stormo di farfalle vi stesse svolazzando all'interno.
Schiuse un po' le labbra, e non avendo mai baciato nessuno fino a quel momento rendeva ancora più palese la sua inesperienza.
Tony gli andò incontro, sigillando le loro labbra in un bacio tanto dolce quanto appassionato, mentre anche lui avvertiva una dolce sensazione di movimento allo stomaco.
 
11 pm
Borough hall cinema
Godalming
 
"Mmh, quale film vorresti vedere?" domandò Tony, tenendo la mano di Peter ben stretta nella sua.
Finalmente erano arrivati al cinema dopo lunga e travagliata malattia, e se lui non si fosse deciso a sfidare se stesso adesso sarebbero entrambi gettati sui rispettivi letti a casa, a piangersi addosso.
Per fortuna l'incostanza di Tony arrivava solo fino ad un certo punto, e quando notò che Peter stava soffrendo per mano sua non poté far altro che realizzare che in fondo c'era qualcosa di sbagliato nel suo atteggiamento, e che doveva correggerlo.
I due si guardarono attorno, circondati da mille locandine e immersi nella cospicua folla, che nonostante fosse il ventuno di dicembre non accennava assolutamente a diminuire.
Tony pensava che l'altro volesse vedere uno di quei film romantici e strappalacrime, vista la sua indole dolce e sensibile, dunque si aggirò proprio alla ricerca di questo genere dalle locandine.
 
"Indovina chi viene a cena? O magari A piedi nudi nel parco?" già i titoli gli davano il voltastomaco.
Non aveva mai sopportato questo genere di romanzetti, ma si trattava pur sempre del loro primo appuntamento, e dato che l'aveva già rovinato abbastanza si sarebbe sacrificato a guardare un film che non rientrava nella sua gamma di interessi.
 
"Perché non guardiamo Il giardino delle torture?" chiese dal canto suo Peter, alzando lo sguardo verso la locandina del film che recava l'immagine di una donna con un enorme paio di forbici in mano, ed un uomo che misteriosamente spuntava alle sue spalle.
 Ne era piuttosto incuriosito.
 
"Ehm... Va bene... " sospirò Tony, un po' sollevato perché non sarebbe stato costretto a guardare uno di quei noiosissimi film smielati, un po' stranito perché non si aspettava che la scelta del cantante ricadesse proprio su un film horror.
 
"Perfetto, mettiamoci in fila!" esclamò in tono piuttosto allegro Peter, tirando letteralmente l'altro dal braccio e trascinandolo verso la cassa dove vi era meno gente in fila. In un paio di minuti fu il loro turno.
 
"Due biglietti per il giardino delle torture, grazie" ordinò gentilmente, infilandosi le mani in tasca alla ricerca del portafogli.
Frugò l'interno di entrambe le tasche della giacca alla disperata ricerca di esso; controllò poi nelle tasche dei pantaloni, ovunque... ma non riusciva proprio a trovarlo.
 
"Tony, credo di aver lasciato il portafogli a casa...torniamo domani, se ti va..." dall'altro lato dello sportello, l'inserviente li squadrava con aria annoiata: erano solamente l'ennesima coppietta di squattrinati che intralciavano la fila, niente di più e niente di meno.
E per giunta, non avevano nemmeno diciotto anni, quindi nemmeno avrebbero potuto guardare quella proiezione.
Non se la sentiva di obiettare, perché in fondo le infondevano un bel po' di tenerezza.
 
"Tieni. Tanto non ti avrei fatto pagare nemmeno se li avessi avuti" Tony gli allungò una ventina di sterline, con aria soddisfatta per quanto aveva appena detto. Finalmente aveva modo di esibire la sua parte meno fredda e di lasciarsi andare un po' in quelle che si potrebbero definire tenerezze.
Peter lo ringraziò con un fugace bacio sulla guancia, prima di elargire i soldi alla cassiera e prelevare i due biglietti.
 
"Ti prometto che appena ritorniamo a casa ti restituisco i soldi, fosse l'ultima cosa che faccio" disse in tono piuttosto serio.
Peter era uno che a queste cose ci teneva: non gli piaceva di approfittare della gentilezza altrui, a maggior ragione della gentilezza di Tony, che si manifestava così raramente da essere pressoché unica.
 
Passarono davanti allo stand di popcorn e leccornie varie, e nello stomaco di Peter si aprì una fitta senza precedenti, aggravata dal fatto che prima, a casa, non fosse stato capace di buttare giù nemmeno un solo boccone di cibo.
Aveva l'acquolina in bocca, ma ovviamente non avrebbe detto nulla a Tony, perché già aveva pagato i biglietti per il film e non voleva gravare ulteriormente sulle loro già cattive finanze.
Per giunta, aveva pure dimenticato il suo portafogli a casa, e nonostante dentro vi fossero solamente una cinquantina di sterline era comunque meglio di nulla, no?
Però Tony se ne accorse: il modo in cui Peter guardava affamato la bancarella gli fece fiorire un piccolo sorriso sulle labbra, spontaneo.
 
"Li vuoi?" gli domandò con gentilezza, accarezzandogli garbatamente la spalla.
 
"Ehm, no grazie. Non ho fame" ovviamente la sua replica fu questa. Sia per educazione e sia per altro, non se la sentiva di accettare, a maggior ragione dato che Tony gli aveva già pagato il biglietto d'ingresso.
Passò a malincuore oltre la bancarella, ma ciò non implicava pentimento per non aver accettato; avrebbe mangiato qualcosa una volta arrivato a casa, e avrebbe aspettato pazientemente.
 
Entrarono nella sala della proiezione: Si accomodarono sulle loro due poltroncine rosse, in terza fila.
Guardandosi attorno, non c'erano tantissime persone, e tutti i presenti sembravano essere più grandi di loro di almeno un paio d'anni.
A quel punto Tony si chiese perché la scelta di Peter era ricaduta proprio su quel genere di film, e iniziò ad avanzare qualche ipotesi a riguardo.
La più accreditata era quella che magari volesse sentirsi protetto da lui, una volta per tutte. Allora, nonostante fosse un po' restio a guardarlo, decise di farsi forza e di sopportare.
Stava di nuovo sfidando se stesso, ma stava anche iniziando a farci l'abitudine.
 
Sempre guardandosi attorno, notò una coppietta di fidanzati che potevano avere all'incirca una ventina d'anni.
Il ragazzo teneva in mano un secchiello enorme di popcorn, e stringeva a sé la fidanzata con l'altra mano. Andarono ad accomodarsi un paio di file dietro a quella dove erano seduti lui e Peter, ed iniziarono a sgranocchiare i propri popcorn, tutti contenti.
"Tony? Tutto bene?" nel notare l'espressione assente e lo sguardo perso chissà dove del tastierista, Peter si preoccupò. Lo vedeva un po' pensieroso ed irrequieto, e non riusciva a capire la causa del suo malessere.
Gli prese la mano, accarezzandola con dolcezza come a voler attirare la sua attenzione.
 
"Benissimo" replicò l'altro, annuendo a se stesso. "Vado un attimo di là, aspettami" si alzò in modo repentino dalla poltrona, e si recò alla porta. In meno di un battito di ciglia, era sparito.
Il movimento di Tony fu così veloce che Peter non ebbe nemmeno il tempo di chiedergli dove stesse andando e cosa aveva intenzione di fare.
In lui si fece largo un senso di paura: pensava che magari Tony si stesse pentendo di essere arrivato fin lì, e conoscendolo da quando era ancora in fasce era molto, molto plausibile.
Dopo una manciata di minuti, Tony fece di nuovo capolino dalla porta: aveva in mano un'enorme secchiello di popcorn, e lo ostentava fieramente con un sorriso insolito sulle labbra.
A Peter era capitato raramente di vederlo sorridere: stava cambiando tutto in modo così repentino che non gli sembrava nemmeno fosse vero: si diede un pizzicotto sulla guancia, sapendo benissimo che non stava sognando, ma voleva comunque constatarlo perché gli pareva tutto così fuori dalle concezioni che aveva conosciuto fino a pochi minuti prima.
Tony andò a sedersi di nuovo accanto a lui, e non c'erano parole adatte per descrivere l'espressione stampata sul viso del corvino: aveva la bocca letteralmente spalancata, e una mano nascosta tra i capelli, giusto perché non sapeva effettivamente dove metterla.
 
"Tieni, sono per te" glieli porse, e un altro mezzo sorriso comparve sulle sue labbra nel notare quell'espressione che Peter aveva assunto.
Riusciva ad essere tanto maldestro quanto adorabile in qualsiasi cosa facesse.
 
"Per me? E stavolta quanto hai speso?" Tony fece finta di non sentire, e si girò dall'altro lato facendo spallucce.
Peter rispose con silenzio al silenzio. Restò immobile, senza prendere nemmeno un solo popcorn dal secchiello.
Era veramente una sfida contro se stesso quella di non allungare la mano e di mangiarne, specialmente perché emanavano un profumino niente male che gli apriva – ulteriormente  il cosiddetto buco nello stomaco.
 
"Perché non mangi? Ho detto che sono tuoi..." sospirò Tony, come ad esortarlo ad attingere.
Per quanto altro tempo voleva tenere il secchiello in mano ignorando la sua fame cieca?
 
"E va bene, e va bene. Ma ti restituisco i soldi quando torniamo a casa" ripeté, cumulando l'ammontare sconosciuto dei popcorn a quello del proprio biglietto.
Con cinquanta sterline se la sarebbe cavata alla grande, e magari gli sarebbe addirittura avanzato qualcosa per una prossima ed ipotetica uscita.
 
"Soldi? E se invece mi pagassi in un altro modo?" propose, avanzando in mente sua un'idea niente male.
 
"Come?" domandò Peter con fare tanto curioso quanto sorpreso. Non aveva la più pallida idea di cosa Tony intendesse, e di dove volesse andare a parare.
 
"Un bacio. Un bacio per ogni popcorn che mangi" il suo piano era stato svelato.
 
"Mh, non posso non accettare ~" gli sembrava una proposta molto, molto ragionevole. E nemmeno gli dispiaceva, in tutta onestà.
Iniziò col prendere una manciata di popcorn, portandoli alla bocca e mangiandoli delicatamente.
Non appena buttò giù tutto, si avvicinò con un po' di timore alle labbra di Tony, sempre per via della sua inesperienza.
Per lui erano le prime volte, i primi baci in assoluto: per Tony no - e Peter non riusciva a capire se fosse un bene o fosse un male.
Di certo un bene perché un po' di esperienza era richiesta, di certo un male perché magari avrebbe potuto mettere a paragone un semplice bacetto sulle labbra con altre mondanerie a cui si era lasciato andare con altre ragazze, non moltissimo tempo addietro.
 
Per non complicarsi troppo la vita gli stampò un velocissimo bacio sulle labbra, quasi fugace.
 
"Non so se sia per i popcorn, ma mi è piaciuto tantissimo baciarti" sussurrò, mentre le loro labbra erano ancora a millimetri di distanza.
Peter poteva giurare di aver sentito il suo fiato sulla pelle, e non era affatto una sensazione cattiva, anzi.
Stava iniziando a sentire un altro genere di emozione, un po' meno pura e casta rispetto a quelle che aveva provato fino ad un istante prima, ma pur sempre emozione, no?
 
"Riproviamo, magari così lo scopri..."sussurrò a sua volta, mettendosi ancora più vicino a lui e baciandolo nuovamente, ma stavolta in modo completamente meno idilliaco rispetto a prima.
 
Il film era iniziato ma nessuno dei due sembrava mostrare troppo interesse nel guardare il grande schermo: preferivano continuare a baciarsi. E continuarono per un bel po', ovvero fin quando a Peter non iniziò a mancare il fiato.
Poggiò la testa sulla spalla di Tony, come alla ricerca di qualche carezza dopo quel bacio di poco prima, che aveva poco e nulla di innocente.
Il tastierista gli accarezzò delicatamente i morbidi capelli del colore della pece, che ancora emanavano una delicata fragranza floreale.
 
Entrambi iniziarono a prestare un po' di attenzione al film, che era già iniziato da un po' di minuti.
Nel guardare quel susseguirsi di scene truci accompagnate da musiche da accapponare la pelle, Tony si portò istintivamente una mano davanti agli occhi, mentre con l'altra attingeva nervosamente dei popcorn dal secchiello, ad una velocità impressionante.
 
Peter era stranamente tranquillo, anzi tranquillissimo. Addirittura rideva nel guardare quelle scene, e nel notare la reazione di Tony a tutto ciò le sue risate non potevano che amplificarsi ulteriormente.
Gli accarezzò dolcemente la mano, non riuscendo a smettere di ridere in nessun modo, era veramente più forte di lui.
 
"Tony... ho paura..." mentì spudoratamente, ma poteva permettersi la bugia perché Tony fino a quel momento aveva tenuto la mano davanti agli occhi e non l'aveva nemmeno visto ridere.
"Abbracciami..." aggiunse, stringendosi a lui e stringendo forte il suo braccio, come se fosse una sorta di mezzo per proteggersi.
Invece era solo una semplice scusa: provava una sensazione di calore immensa quando Tony l'abbracciava, e non gli dispiaceva per nulla sentire un po' di calore umano sulla pelle, anche perché fuori c'erano sì e no un paio di gradi sotto lo zero.
 
"Non ti preoccupare, è solo un film..." replicò Tony, in tono serio. La sua serietà faceva letteralmente a cazzotti con la sua fronte bagnata di sudore e con le sue mani tremanti: era evidente che fosse tutto preso dalla paura, e Peter non poteva fare altro che ammirare il modo in cui faceva del suo meglio per non sfigurare ai suoi occhi.
 
 
Stettero in silenzio per un bel po' di tempo - più o meno tutta la durata del film - tempo durante il quale Peter continuava a fingere sussulti come se fosse un attore novello candidato all'Oscar, e Tony addirittura ci credeva e si premurava che la sua fifa non fosse troppo evidente agli occhi dell'altro.
Invece lo era eccome, e vedere che anche lui aveva qualche fragilità non faceva altro che aprire un altro mondo a Peter, che fino ad un paio d'ore prima addirittura aveva creduto che Tony non provasse alcun tipo di emozione oltre all'indifferenza - se questa può essere definita emozione.
 
"Carino questo film, sai? Peccato che non fa per niente paura..." mentì, e Peter lo sapeva benissimo.
Stava per scappargli l'ennesima risata ma cercò di rimanere in silenzio e di trattenersi, perché stavolta Tony avrebbe potuto vederlo.
 
"A me fa paura, meno male che ci sei tu ad abbracciarmi..." sospirò, calandosi perfettamente nella parte del finto terrorizzato.
In realtà, se tra loro due c'era uno spaventato, quello era Tony. Per fortuna il film era agli sgoccioli, e avrebbe dovuto sopportare solo per qualche altro minuto.
Non appena partì la musica dei titoli di coda, Tony scattò letteralmente dalla sua postazione, afferrando velocemente Peter dal polso e trascinandolo alla porta.
Voleva lasciare quel maledetto posto nel minor tempo possibile, e sapeva già che il rientro a casa non sarebbe stato la cosa più semplice del mondo.
Insomma, a chi desterebbe indifferenza aggirarsi per una campagna inglese all'una di notte dopo aver guardato un terribile film horror?
 
Uscirono dal cinema mano nella mano, e la presa di Tony sulla mano di Peter era molto più che semplicemente forte.
Notando che la strada era completamente buia ed illuminata solamente da qualche lampione che dava una luce intermittente, anche al cantante venne da stringersi nelle spalle.
Poteva essere insensibile al film in sé, ma dopo averlo guardato non poteva rimanere indifferente davanti alla vista di un sentiero di campagna completamente sgombro di forme di vita ed illuminato in malo modo da un lampione che nemmeno faceva il suo dovere.
Quell'andare e venire della luce non gli infondeva per nulla calma, infatti si guardava attorno come se avvertisse in un certo senso una presenza a lui sgradita.
 
All'improvviso, la campana della chiesa rintoccò, facendo sobbalzare i due ragazzi: il cuore di entrambi perse un battito.
 
"Ehm... affrettiamo il passo... gli altri ci stanno aspettando ... a casa ..." la situazione di Tony era pietosa.
Ancora peggiore di quella di Peter: aveva ancora la fronte completamente bagnata di sudore, e nonostante ci fosse un freddo cane lì fuori, ebbe una vampata di calore che bastò a riscaldarlo e a farlo addirittura sudare freddo.
 
"Vicino casa mia c'è un viale alberato simile, e dicono che dopo la mezzanotte si sentano dei rumori strani..." aggiunse Peter.
Non era per nulla d'aiuto, né a se stesso, né a Tony, anzi.
Alimentava quel senso di panico che entrambi stavano provando, in quel momento.
Una folata di vento fece frusciare le chiome spoglie degli alberi, e fece volare via qualche foglia secca.
Non era di certo lo scenario più indicato per una prima uscita, anzi. Sembrava vagamente il set di un film horror, addirittura peggio di quello a cui avevano assistito fino a qualche minuto prima.
 
A quel punto un grido liberatorio uscì dalla bocca di entrambi, che si presero per mano e iniziarono a correre seminando urla a destra e manca.
Arrivarono a casa in non più di cinque minuti, vista la velocità incredibile con cui si erano messi a correre.
Erano entrambi affannati e col viso sbiancato dalla paura: Tony frugò nervosamente nelle tasche alla ricerca disperata delle chiavi della porta. Per un attimo pregò di non averle dimenticate, altrimenti sarebbero stati obbligati a passare la nottata fuori, dato che con tutte le probabilità Mike e Ant si erano già coricati.
Finalmente, dopo un'affannosa ricerca le trovò, rendendosi conto che le aveva lasciate nella tasca posteriore dei pantaloni: fece per inserire la chiave nella serratura, mancandola miseramente e facendo cadere l'intero mazzo per terra, preso dall'ansia.
Si inginocchiò, tastando bene il terreno, ma non riuscendo a trovare la chiave: la trovò solo dopo una serie di trambusti, infilando la mano in un cespuglio e conseguentemente pungendosela tutta quanta.
 
Peter nel frattempo era tanto sconvolto quanto preoccupato: anche lui era spaventato, sì, ma Tony stava letteralmente dando di matto!
Non se la sentì di dire nulla, altrimenti l'avrebbe fatto preoccupare ancora di più, e non era il suo intento.
Aspettò che aprisse la porta, prima di emettere un altro grido di terrore.
Una figura enorme, nera, avvolta nel buio del corridoio e circondata da un'aura fumogena.
Una piccola lucina rossa che avanzava verso di loro.
Tony si unì alle grida disperate di Peter, che a momenti stava per saltargli addosso dalla paura. Anche la misteriosa creatura iniziò ad urlare con una profonda voce gutturale, e la lucina rossa sembrò assopirsi.
 
Si udì poi un tonfo, come se fosse caduto qualcosa di pesante, e le grida dei ragazzi e della creatura fittizia diventarono addirittura più forti.
Ant, dall'alto della sua stanza, aveva sentito tutto ed era stato svegliato dalle urla acute. Si alzò terrificato, con le gambe di pietra che a stento lo reggevano in piedi e con le braccia tremanti.
Afferrò un cuscino e non si premurò nemmeno di vestirsi: uscì nel corridoio in mutande, lanciando il cuscino verso una di quelle tre misteriose ombre e uscì di casa, urlando e sbattendo la porta con tutta la forza possibile.
Scese fino in strada, e le sue urla erano udibili fino in casa.
 
Peter fu l’unico ad avere la lucidità di accendere la luce: c'erano Tony con un cuscino in mano e i capelli tutti scompigliati, Mike nudo e accovacciato per terra con un asciugamano ai suoi piedi, e dalla finestra vide Ant per strada, in mutande, che saltellava dal freddo.
 
In quel momento, non poté fare a meno che iniziare a piangere dalle risate. Non appena realizzarono tutto, Mike e Tony lo seguirono a ruota.
 
"Ant, entra su!" esclamò Peter, affacciandosi alla finestra e asciugandosi le lacrime con una mano. In vita sua non gli era mai capitato di ridere così tanto.
Andò ad aprire la porta, e davanti si ritrovo un Ant con la pelle letteralmente congestionata e le labbra viola.
Gli scappò istintivamente una risata nel vedere il suo compagno ridotto così, nonostante non ci fosse proprio nulla da ridere.
Ant afferrò stizzosamente il cuscino dalle mani di Tony, pensando di essere capitato nello scherzo di più cattivo gusto.
Si precipitò in camera sua, sbattendo la porta e mettendosi a dormire immediatamente.
 
"Io... pensavo che voi steste dormendo..." bisbigliò Mike, cercando di arrotolarsi alla meno peggio l'asciugamano in vita, e non appena ebbe finito, si portò una sigaretta tra le labbra, accendendola.
 
"No, siamo usciti insieme" rispose Tony, abbracciando Peter e facendolo accomodare sulle sue ginocchia, sulla sedia accanto a quella di Mike.
Non attinse al pacchetto di sigarette perché Peter, non fumando, avrebbe potuto trovare sgradevole baciarlo con le labbra impastate di fumo.
 
Il biondino rimase un po' stranito, ma in cuor suo capì che probabilmente si era perso qualche cosa: Tony sfoggiava un sorriso a trentadue denti, cosa che probabilmente non aveva mai visto prima ad ora, e Peter dal canto suo rispondeva con le guance leggermente imporporate ed un'espressione beata sul viso.
 
"Oh mio dio, vi siete messi insieme?" pose l'interrogativo a voce così alta che avrebbero potuto tranquillamente udirlo anche gli inquilini dell'isolato accanto.
Un sorriso enorme stampato sulle labbra, un sussulto nell'alzarsi dalla sedia.
Peter annuì, facendogli un semplice cenno col capo, accompagnato però dal solito sorriso da orecchio ad orecchio.
Si voltò un po' per baciare Tony, stampandogli un piccolo bacio sulle labbra - non andando oltre perché non se la sentiva, essendo in presenza di Mike. Poteva anche essere il suo migliore amico, ma non gli pareva proprio il caso.
Quest'ultimo si diresse verso i due compagni, abbracciandoli forte e riempiendo le guance di Peter di tanti, piccoli baci.
 
Era un po' una conquista per tutti e due: per Tony, perché fino a quel momento aveva combattuto una battaglia col suo carattere, perdendola sempre in partenza.
Per Peter, perché si demoralizzava ogni santa volta che Tony lo ignorava o che lo trattava male.
 
"Si è fatto tardi, meglio che io vada a dormire..." si congedò, salutando Tony con una pacca sulla spalla e abbracciando Peter, dandogli l'ultimo quanto ennesimo bacio sulla guancia.
 
I due rimasero per un altro po' seduti, a baciarsi e scambiarsi varie effusioni. Si stava bene da soli, e ne volevano approfittare nel migliore dei modi.
Tony stava iniziando ad avvertire il bisogno di spingersi un po' più oltre, ma pensandoci doveva pur sempre rispettare i tempi di Peter, che nemmeno sembrava accorgersi delle terribili torture che gli stava riservando.
Era così innocente ed adorabile che i suoi intenti più perversi sparirono, un po' si sentiva anche in leggera colpa ad aver immaginato un ragazzo - probabilmente addirittura vergine - in situazioni poco idilliache, ma era più forte di lui, ed è risaputo che gli uomini in circostanze del genere non pensano più con la mente.
 
Peter buttò un'occhiata all'orologio, constatando che si era fatto più tardi di quanto si aspettasse. Erano le due di notte, e che rammentasse non aveva mai fatto così tardi da quando alloggiava al college.
Tra l'altro, l'indomani sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola prima delle tanto attese vacanze natalizie: fino a quel momento Peter aveva pensato di passarle a casa dei suoi genitori, come al solito, tanto che aveva anche promesso di aiutarli con i preparativi per il cenone. Ma adesso i suoi piani stavano iniziando a cambiare.
Non sarebbe stata affatto una cattiva idea passare la Vigilia con Tony e gli altri ragazzi, e aspettare la mezzanotte per scambiarsi i regali. Di certo il cenone sarebbe stato molto più scarno - sia per le loro scarse possibilità economiche, sia per le loro scarse capacità ai fornelli, ma non era affatto un problema.
 
"Tony, guarda che ora si è fatta..." si staccò dalle sue labbra, dopo un bel po' di tempo passato a baciarsi.
 
"Vuoi andare a dormire?" gli accarezzò delicatamente il viso, stampandogli un bacio a fior di labbra.
 
"Sì, andiamo" si alzò dalle ginocchia del tastierista, afferrandogli la mano e portandolo verso la propria camera.
Quando furono sotto l'uscio della porta di camera di Peter, Tony gli prese dolcemente il viso tra le mani, accarezzandogli i capelli.
 
"E allora buonanotte. Ti amo" gli stampò sulle labbra il più dolce bacio della buonanotte che Peter potesse desiderare, avviandosi verso la sua stanza.
 
"Tony? Non vuoi rimanere con me?" mise su il broncio, chiamandolo a gran voce per attirare la sua attenzione. Cercò di trattenerlo a sé, stringendogli forte la mano.
"Il letto è un po' piccolo, ma se ci stringiamo possiamo starci in due..." aggiunse, e nel mentre vi si accomodò sul bordo, facendo cenno a Tony di mettersi accanto a lui.
 
Tony  non se lo fece ripetere due volte che era già seduto accanto a Peter, iniziando a baciarlo per l'ennesima volta. Prese poi ad accarezzargli delicatamente le gambe, cosa che spedì al cantante circa un milione di brividi di piacere sparsi lungo la schiena.
 
Lo fece stendere e si mise accanto a lui, accomodato sul lato: ripresero a baciarsi per un altro po’ di tempo, ma stavolta Tony decise che era ora di cambiare un po’ aria.
Accarezzò – stavolta meno delicatamente – il petto dell’altro, facendogli scoprire un’ altra, l’ennesima sensazione per nulla male: a poco a poco stava  scoprendo tutti i suoi punti deboli, e non poteva far altro che annotarli nell’invisibile taccuino della sua mente.
Un mugolio anche piuttosto composto e trattenuto uscì fuori dalla bocca di Peter, che sembrava veramente fosse sul punto di esplodere per quanto le sue guance fossero diventate rosse.
Doveva però ammettere che quel tocco, così esperto e così nuovo, non gli dispiaceva nella maniera più assoluta; per un momento pensò addirittura di mandare al diavolo quel maledetto maglione che aveva addosso e di sfilarselo, ma il senso del pudore predominava in lui, fortunatamente.
Ma evidentemente lo stesso senso non predominava nel tastierista: Tony iniziò a sbottonarsi piano i pantaloni, per poi scenderli e toglierseli definitivamente.
Li adagiò sopra alla scrivania di Peter, come se stesse facendo la cosa più normale del mondo.
 
“Tony? Cosa fai?” era ovvio a cosa si riferisse.
Per qualche motivo non gli dava fastidio che si stesse spogliando davanti a lui, assolutamente, ma il suo disagio di fronte a quella scena era semplicemente innegabile; le sue gote avevano assunto un colorito rosso acceso, sintomo che l’imbarazzo stava iniziando a farsi così pesante da diventare insopportabile.
 
“Mi tolgo i pantaloni, non vedi? Non dormo mica con i pantaloni addosso … “ alzò le braccia al cielo, come a volersi proclamare innocente da qualcosa, mentre un risolino piuttosto accentuato si faceva sempre più evidente sulle sue labbra.
 
“Io non ti guardo fin quando non ti metti sotto le coperte …” mormorò, prima di affondare la testa sotto al cuscino, morendo letteralmente dalla vergogna.
Tony non riusciva proprio a resistere alla sua goffaggine, che lo rendeva ancora più dolce ed adorabile, e lo allontanava sempre più progressivamente alla visione tipica dell’indole maschile media.
Forse era anche per questo che era maledettamente innamorato di lui; fosse stato uno di quei maschioni antipatici probabilmente non l’avrebbe nemmeno guardato.
Era proprio quello ad incuriosire sia ragazze sia ragazzi quando guardavano Peter: a primo acchito poteva sembrare un ragazzino saccente ed antipatico, e pochi avevano il privilegio di conoscerlo per quello che era, Tony incluso.
Molti, invece, covavano interesse nei suoi confronti proprio per questo suo modo di agire non propriamente maschile – e maggiormente per la sua estrema androginia.
 
“Ho finito, adesso puoi toglierti quel coso dalla faccia” sentenziò Tony, scivolando sotto le coperte, che avevano lo stesso, identico profumo della pelle del suo amato.
“E tu? Non ti spogli?” aggiunse, con un sorriso a dir poco gigantesco sotto i baffi; è vero, adorava quel maglione natalizio che stava indossando – ma qualcosa lo portava a pensare che sarebbe stato anche meglio se lo avesse tolto.
 
“No, sto bene così, grazie” fu la risposta di Peter, che ancora nascondeva la testa sotto al cuscino per la vergogna. In realtà stava morendo di caldo all’incirca da quando Tony si era steso accanto a lui, ma poteva benissimo passarci sopra.
Non poteva invece passare sopra al pensiero di spogliarsi davanti a lui; il solo pensarci lo faceva letteralmente esplodere dalla vergogna, e vista la sua situazione in quel momento non se la sentiva di peggiorarla ulteriormente.
Dunque anch’egli si mise sotto alle coperte, ignorando quella fastidiosa sensazione di arrossamento alle guance e togliendosi, finalmente, quel cuscino dalla faccia.

Nel voltarsi sul lato, perché il letto era troppo stretto per accoglierli entrambi, Peter avvertì l'erezione di Tony premergli involontariamente contro il fondoschiena, ma non era assolutamente una situazione spiacevole, nonostante fosse la prima volta che sentisse una cosa del genere. Non appena la sentì, non riuscì a resistere e si accostò ancora di più ad essa, non sentendosi assolutamente in imbarazzo, magari per il semplice motivo che si stavano dando le spalle e che Tony non poteva vedere la sua faccia. 
Un altro mugolio, stavolta più accentuato, gli uscì di bocca, mentre si mordeva a sangue il labbro inferiore.

"Buonanotte" gli mormorò Tony all'orecchio, prima di spegnere la luce e porre così fine alla giornata più bella della vita di entrambi.
  
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