Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: DalamarF16    08/07/2014    2 recensioni
Milano, quartiere Bovisa. Natalia Romanova è in missione sotto copertura, con lo scopo di raccogliere informazioni su un nuovo velivolo in sviluppo al dipartimento di aerospazio del politecnico. Clint la sta seguendo, l'ordine di tenderle un'imboscata...ma qualcosa cambia...e Clint si ritrova a proteggerla.
Questa fanfiction nasce dall'altra storia che sto scrivendo, La recluta. Lì racconto a flashback la mia versione dell'inizio dell'amicizia tra Clint e Natasha e siccome mi è venuta voglia di approfondirla...eccomi con questa fanfic del tutto indipendente da "la recluta". E' una Clintasha? Probabile. Chi sta leggendo la recluta troverà parti uguali, ma il tutto è approfondito...per chi invece non la sta leggendo...bè spero che questa mia versione vi piaccia...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PERSONAL SPACE: Eccomi! allora come ho già dettoq uesta fanfic nasce da uno spinoff dell'altra mia storial LA RECLUTA. Ho pensato bene di ampliare e approfondire la mia versione della nascita dell'amicizia da clint e natasha, che di là e raccontata come flashback...niente, questa è completamente slegata, potete leggere una e non l'altra...e niente...vi auguro buona lettura!

CAPITOLO 1: Assicurati che muoia.


Triskelion, quartier generale dello SHIELD, Washington DC, USA
-L'obiettivo della missione, agente Barton, è quello di spiare la ragazza, non importa come, né con quali mezzi, e tenderle una trappola-
Clint annuì e non chiese per quale motivo non potesse semplicemente tendere l'arco e infilarle una freccia nell'orbita oculare.
Aveva visto troppi colleghi tornare a casa gravemente feriti, alcuni permanentemente, o direttamente nelle bare.
Natalia Romanova, nonostante la giovanissima età, non conosceva la pietà. Chiunque le intralciasse il cammino verso il compimento della missione veniva reso innocuo o eliminato, e spesso le due cose coincidevano.
Lui era la persona adatta per sorvegliarla da lontano.
Salì sul quinjet e partì alla volta della città italiana di Milano.

Bovisa, quartiere periferico di Milano, Italia.
Fingersi una studentessa straniera in Erasmus non le era stato facile. Il grande Politecnico di Milano, che ospitava una quantità di ingegnerie che mai avrebbe pensato che potessero esistere, aveva il dipartimento di Aerospazio alla sua sede più periferica, quella di Bovisa, situata in una zona industriale.
Aveva sperato di trovarsi in un ambiente più grande, con migliaia di studenti, dove nessuno avrebbe fatto caso a lei, una ragazza russa che aveva deciso di trascorrere un anno di studi all'estero.
Invece si era ritrovata in quella dannatissima Bovisa, in un posto isolato nel mondo, lontano dalla metropoli a tal punto da non essere collegata con la metropolitana.
Nel polo di Bovisa, le ingegnerie erano poche, Aerospaziale, Meccanica, Energetica e Gestionale. Gran parte dello spazio era dedicata a capannoni dove si svolgevano attività di ricerca e sperimentali, per lo più su velivoli ed elicotteri.In più in un dipartimento dove non è che le ragazze fossero proprio merce comune, soprattutto quelle carine come lei (sì era conscia di essere decisamente una bella ragazza), e si era subito trovata circondata da ragazzi pronti ad aiutarla ad ambientarsi. L'ideale no?
La sua missione era quella di infiltrarsi e rubare informazioni su un progetto che il governo americano stava portando avanti da qualche anno, ma che solo adesso era diventato abbastanza concreto da impensierire i russi.
Alla schermatura mimetica ci erano arrivati già da anni, ma la vera novità constava di un nuovo motore ultrasilenzioso, che avrebbe di fatto concesso agli americani di avvicinarsi e attaccare senza essere intercettati.
E data la sua giovane età, quale copertura migliore del fingersi una studentessa straniera?
Si era quindi iscritta al terzo anno di Aerospaziale (dopo essere stata indottrinata per essere alla pari), e aveva iniziato a seguire le lezioni, che si erano, tra l'altro, rivelate più interessanti di ogni sua più rosea previsione. L'obiettivo era colui che, stando alle loro informazioni, era uno dei pezzi grossi del progetto, in collaborazione con le migliori aziende del territorio italiano in materia di aerospazio e il governo USA, ovviamente, e che il caso (o meglio un oculata scelta dell'identità di copertura) aveva voluto fosse non solo il suo professore di Analisi di missioni spaziali, ma anche colui che la stava seguendo passo passo nella sua integrazione nell'ateneo italiano.
Il professor Mandelli sembrava un individuo comune. Alto, sulla cinquantina, ben piazzato ma non grasso.
L'idea era quella di sfruttare il vecchio clichè della donna a ingegneria, ma aveva capito subito che un bel paio di tette e qualche scollatura con lui non bastavano. Aveva visto ragazze cercare questo approccio venire congedate con tanto di gesto di sdegno.
Ovviamente l'unico incorruttibile con le sue doti di natura capitava a lei. Un classico.
Quindi aveva deciso di sfruttare al massimo il fatto che lui fosse il suo tutor, chiedendogli almeno un appuntamento a settimana con le scuse più varie: chiarimenti sull'ultima lezione, un consiglio su qualche lettura per migliorare il suo italiano, un pianto di nostalgia verso la sua famiglia tanto lontana in Russia.
E contro ogni sua aspettativa, la tristezza aveva messo in moto qualcosa. Quell'uomo aveva un istinto paterno incredibile. Gli era bastato vederla in quello stato per portarla a casa sua a cena, insieme alla moglie e ai figli (di cui la maggiore aveva pressapoco l'età di Natasha) nel tentativo di distrarla e sollevarle il morale.
Il tutto senza mai, MAI fare un solo, misero, tentativo di sedurla.
Una cosa che le era a dir poco inedita.
Da lì, il passo era stato breve. Lui l'aveva presa sotto la sua ala protettrice, e lei aveva iniziato a tessere la sua tela. Era spesso a cena da lui, era diventata amica della figlia, che frequentava architettura, sempre al Politecnico, sempre a Bovisa, con cui passava spesso le pause e pranzo e i weekend (ogni invito era buono per spiare in casa dell'uomo).

Trovare Natalia non era stato difficile.
Il ruolo della studentessa straniera le calzava a pennello, anche se era difficile crederla già in età da università, ma a quanto pare dovevano averla indottrinata bene, poiché restava al passo anche meglio dei suoi compagni, allievi del terzo anno con alle spalle due o più anni di frequentazione dell'università italiana.
Quanto a lui, alcune cose gli erano anche quasi familiari (finchè si parlava di assetti di volo e calcoli sul consumo di carburante), mentre altre cose erano per lui come arabo: incomprensibili e sufficienti a fargli venire il mal di testa.
Fingersi uno studente era fuori discussione: non sarebbe stato in grado di rispondere a una domanda a bruciapelo fattagli da un professore, e Natalia avrebbe sicuramente sentito subito puzza di bruciato.
Aveva optato per i cari, vecchi appostamenti. Evitava cose tipo: il tizio che legge il giornale, fuma una sigaretta e cose simili. No. Si era fatto assumere come cameriere al bar di fronte a quello frequentato dalla ragazza. Natalia passava lì dentro quasi tutto il tempo in cui non era a lezione, o a colloquio con quello che, l'arciere non ci mise molto a capirlo, era l'obiettivo della ragazza.
Le erano bastati due lacrimoni per sciogliere il professore, che finora non aveva ceduto alle delicate, ma dannatamente efficaci, tecniche di seduzione della ragazza. In compenso la carta della nostalgia aveva funzionato alla grande, e l'uomo l'aveva di fatto adottata, iniziando a invitarla spesso a casa sua per la cena o il weekend.
Vide Natalia fare amicizia anche con la figlia dell'uomo, Michela, una ragazza decisamente carina che aveva preso l'abitudine di pranzare con la spia russa.
Non ci volle molto perchè Clint iniziasse a sentire puzza di bruciato.
Da quando aveva chiesto informazioni sul professor Mandelli.
Classe 1959, laureato in ingegneria Meccanica, con due master in Aeronautica: ala fissa (cioè gli aerei) ed ala rotante (gli elicotteri o tutto ciò che funzionasse con delle pale) e una specializzazione in ingegneria nucleare.
Un curriculum da far impallidire chiunque.
Tuttavia, niente lo legava a dei progetti segreti, e se lo SHIELD non trovava niente, bè allora non c'era niente da trovare.
In compenso cominciò a notare degli strani movimenti.
All'improvviso molta gente aveva da fare dei lavori sui tetti: chi l'antenna, chi delle tegole, chi infiltrazioni d'acqua.
2+2=4.
Natalia era il vero obiettivo della missione dei russi.
Ottimo, pensò. Per ora posso solo limitarmi a guardare. Se la eliminano loro, un lavoro in meno per me. Quella sera stessa scrisse tutto nel rapporto per Fury.
La risposta fu lapidaria: Assicurati che muoia.

E così i giorni passarono. Natalia conduceva una vita quasi normale, e Clint la vide rilassarsi col passare dei giorni.
Le chiacchierate con Michela ora non erano più dei monologhi dell'italiana, ma uno scambio sincero di informazioni. Aveva perfino iniziato a insegnarle il russo.
L'arciere iniziò a vedere il ghiaccio di quegli occhi azzurri sciogliersi a poco a poco, e i suoi pensieri non poterono non ricordargli che lei, forse, non era molto diversa da lui.
Anche lui, era stato addestrato a essere letale.
Prima per le strade, quando rubava figurine rare ai bambini sfidandoli a colpire qualunque cosa con delle monetine insieme a suo fratello. Certo, non faceva loro del male fisico, ma l'umiliazione di essere battuti da due orfanelli era cocente per dei figli di papà abituati a vincere su tutto e tutti.
Poi al circo, con l'arco prima e i coltelli poi. A occhi chiusi sfiorava senza ferire le hostess del circo, per la gioia del pubblico, ma soprattutto del capocomico, che aveva in Clint una miniera d'oro.
Poi la fuga.
Il guadagnarsi da vivere con piccoli furti, finchè Coulson non l'aveva salvato. Non gli aveva cambiato la vita.
Che Michela fosse il Coulson di Natalia?
Non lo sapeva, e forse nemmeno gli interessava, ma iniziò a boicottare ogni singolo tentativo di omicidio della russa. Un cecchino sul tetto? Neutralizzato.
Una bomba in un cassonetto? Miseriosamente sparita.
Un drogato in cerca di soldi per una dose? Si assicurava che non si sognasse nemmeno di avvicinarsi ancora a quella merda.

Ci erano voluti pochi mesi per capire che il professor Mandelli non aveva la più pallida idea di quello che stava progettando. Lui era convinto di stare disegnando pale di elicotteri meno rumorose per una questione di inquinamento acustico, ma niente di più. Quello che lei aveva riconosciuto subito come il vice direttore della CIA, per lui era solo un ingegnere americano mandato da una società statutinense, la Aeroshuttle Inc., a controllare l'avanzamento del progetto.
Come aveva fatto rapporto, nello stesso giorno le arrivò l'ordine di ucciderlo, insieme alla sua famiglia, e farlo sembrare un incidente.
Ovvio che finisse così. Lui ormai l'aveva vista in faccia, e non avrebbe avuto esitazioni a riconoscerla in un futuro. La stessa cosa poteva dirsi di Michela, la figlia, con cui era arrivata anche a confidarsi su cose parecchio intime, che avevano creato con poche difficoltà alla spia, che non era una campionessa di socializzazione.
E così si era messa al lavoro, pronta a eseguire l'ennesimo ordine senza discutere. Non provava rimorso. Non a livello cosciente almeno. Quello era il suo lavoro, ed era la sua vita contro la loro.
Quindi quella notte si era messa all'opera. Era venerdì e l'indomani l'ingegnere e la sua famiglia sarebbero partiti per un weekend in montagna, insieme ad Aliona (alias Natasha), per due giorni di libertà e divertimento.
Si draiò sotto l'auto, completamente al buio, solo una penna-torcia a illuminare il fondo della Ford Focus. Era stata attentissima, ed era sicura che nessuno l'avesse vista. 

Quella sera, quando evidentemente le arrivò l'ordine di uccidere il professor Mandelli dopo i mesi di infruttuose indagini, Clint capì che non poteva lasciarglielo fare. Che forse non era Michela il Coulson di Natalia.
Era lui.
Si mise per un attimo nei panni della russa, pensando che al posto di Michela ci fosse Coulson. Non fece fatica a immaginarsi la sua anima andare in pezzi, quel poco di umanità che gli restava sparire per sempre.
E fu allora che decise di agire.
Neutralizzò l'ennesimo cecchino e si avvicinò di soppiatto a lei.

Sussultò quando una voce maschile le arrivò in poco più che un sussurro.
-Vuoi farlo davvero? Dopo tutto quello che hanno fatto per te?-
La sorpresa la fece sobbalzare, mandandola a colpire la scocca con la fronte. Ahio.
-Non devi farlo se non vuoi...- di nuovo la voce le parlò.
Non rispondergli, si disse, ignoralo e stai al coperto. Non. Deve. Vederti. E trova un modo per ucciderlo, già che ci sei.
-Non puoi uccidermi, se lo fai, addio incidente...-
-Posso sempre infilarti nel bagagaglio- risposte istintivamente. Che cazzo fai?
-Natalia. Sei morta comunque-
Che? Cosa? Conosceva il suo nome?
-Sei stata scoperta due mesi fa- proseguì la voce -Da allora cercano di ucciderti, a volte sfuggi per la tua buona stella, a volte perchè, modestamente, ci sono io a pararti il culo-
-Sì certo...a chi la racconti?-
-Natalia. Ti sto dicendo la verità. Esci da lì-
Spinta da una forza sconosciuta, lei, che non si fidava di nessuno, decise di fidarsi di quella voce e uscire. L'uomo che le si parò davanti era sulla trentina, aveva i capelli corti e portava occhiali da sole (???) nonostante fosse piena notte. E sulle spalle aveva....una faretra? Le tese una mano, che lei rifiutò categoricamente, mettendosi in piedi da sola.
-Cosa...- cominciò, ma lui le mise un dito sulle labbra e le mostrò un cellulare.
Era una ripresa video. Era lei, al politecnico, nel dipartimento di spazio. Aula L09. Fece due calcoli, il video era di due giorni prima, lo stesso giorno dell'arrivo dell'ordine di omicidio di Mandelli.
La ripresa era fatta dall'alto, forse, anzi sicuramente, dal tetto del palazzo che ospitava il bar dove aveva preso l'abitudine di fare colazionea al mattino. La ripresa zoomò sul palazzo alla sinistra dell'edificio dove era collocata la sua aula. Era un posto che sempre aveva pensato ottimo per posizionare un cecchino. E non venne tradita.
Un uomo con un fucile di precisione era appostato e puntava proprio verso la classe. Verso di lei. O verso Mandelli. No. Scartò quell'ipotesi. L'ordine di terminare il professore era arrivato a lei. E lei era la migliore.  Nessuno che avesse un po' di sale in zucca avrebbe mandato un altro dopo averle assegnato il lavoro.
-Questo non prova che siano i miei a volermi uccidere-
-Guarda meglio-
Non aveva avuto bisogno di dirle cosa guardare meglio. Il cecchino vestiva di grigio, quasi perfettamente mimetizzato con il cemento del terrazzino su cui era appostato, e portava un passamontagna. L'attenzione di Natasha, Natalia, si focalizzò sul fucile. Un SVD Dragunov. Fabbricazione russa. Gettata 800m, caricatore da 10 colpi.Non utilizzato dalle forze americane.
Quello non era il solo video. Gliene mostrò altri ancora, in tutti la stessa scena. Ma perchè ucciderla prima che uccidesse il suo obbiettivo? Che senso aveva?
A meno che...
La realtà la colpì come un macigno, togliendole il fiato. Era una distrazione. Non volevano che lo terminasse perchè era un possibile pericolo. Lui era solo l'esca, la distrazione per permettere loro di colpirla.
-Ho eliminato tutti i cecchini, compreso quello di stasera- Con il pollice lo sconosciuto indicò la casa antistante quella del professore.
Ma lei non lo stava più ascoltando. Se i suoi la volevano morta...che cosa restava di lei?
-Natalia..- il tono di lui le fece capire che aveva detto qualcosa che lei si era completamente persa. -Dobbiamo andare. Ora-
Non sapeva perchè, ma lo seguì. Chi era questo sconosciuto armato di arco e frecce?  E perchè la stava proteggendo?

PERSONAL SPACE: Allora, grazie a chi è arrivato fin qui, spero che abbiate gradito! nel caso fatemelo sapere! Alla prossima!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: DalamarF16