16
Gennaio 1861
Sono trascorsi sedici
giorni dall’inizio dell’anno. Un nuovo anno. L’ennesimo per questo mondo e
l’ennesimo per me, che devo scontare nel mio inferno privato, a causa di
peccati non commessi.
Fa freddo. Fa
dannatamente freddo qui sotto. Ma, che ben ricordi, non ho mai avuto una casa
accogliente, né tantomeno che vantasse un’adeguata temperatura.
Ventiquattro anni di
solitudine totale. Come possono essere così pochi? A volte, sembrano molti,
molti di più.
Gli eventi che
movimentano le mie giornate sono così pochi e talmente insignificanti, il più
delle volte, che mi domando se sia stata una decisione sensata quella di
cominciare un diario. Forse si. Forse no. Ma questa è
la prima pagina che scrivo, il primo rapporto di una vita indegna di essere
vissuta. Staremo a vedere. Lasciamo che si apra il sipario anche su di me, per
una volta. Per una sola volta, mi concederò tanto.
Marianne non è venuta a
trovarmi oggi. Sono trascorsi un po’ di giorni dall’ultima volta che si
arrischiata a scendere fin nel mio regno. E le strade che conducono all’inferno
sono pericolose, non è vero amica mia? Devo ammettere
che mi manca la sua compagnia, sebbene le nostre
conversazioni non siano molto fantasiose e costellate di dubbi e domande non
poste ( da parte sua ), si tratta pur sempre dell’unica persona con sui oso
entrare in contatto. E a lei debbo quel poco di umanità che ancora conservo. Fu
lei,dopotutto, ad avere pietà di me e a condurmi in
salvo, quella fatidica notte. Sono trascorsi tanti anni….
Lei mi ha concesso di
vivere in un modo bellissimo, anche se non posso parteciparvi direttamente. Mi
ha dato il colore, l’arte, la compagnia del suono e, soprattutto, mi ha
concesso di imparare a conoscere l’unica vera compagna della mia vita: la
musica.
Devo davvero molto a
Marianne.
Oggi però, lei è stata
protagonista di una strana e bizzarra situazione. Un evento che non accade
sovente in questo teatro. Stamane, molto presto, l’ho veduta entrare
nell’edificio conducendo per mano la creatura più dolce e spaurita che abbia
mai visto.
Si trattava di una
bambina, che da quanto sono riuscito a scoprire si chiama Christine. Credo
anche di averla vista alcune volte. Sì. Senza dubbio si tratta di lei, della
figlia di Gustave, ma non l’avevo riconosciuta sul momento. Non sembrava
affatto la piccola ridente e vitale che avevo visto gironzolare nelle vicinanze
del famoso violinista.
No.
Ed era vestita a
lutto…. Dio, com’era vestita. Sembrava un angelo, tanta era la pietà che
riusciva a strappare dal mio cuore la vista del suo corpicino fasciato in quel
severo abito nero. I suoi capelli scuri sciolti sulle spalle in fitte onde
sembravano la metafora straziante del mare di lacrime che deve certamente aver
versato.
Ma cosa le sarà
accaduto?
La sua vista mi ha
colpito a tal punto, e ne sono rimasto terribilmente sorpreso, che mi sono
ritrovato a seguirla per alcuni tratti dei suoi percorsi. Non ho potuto davvero
farne a meno. Era come se fossi stato ipnotizzato.
L’ho vista scendere
nella cappella del teatro, cadere in ginocchio davanti alle candele e
cominciare a pregare con voce rotta dai singhiozzi. E nelle sue preghiere era
suo padre che nominava. Era Gustave, colui al quale si rivolgeva con tanto
fervore, richiamandolo dalla tomba. Dovrò parlare assolutamente con Marianne,
perché evidentemente non sono stato informato di qualcosa. Se Christine parlava
in questo modo del pare, egli deve essere certamente
morto.
Vedendo la sua piccola
figlia ridotta in quello stato pietoso, ho versato delle lacrime. Per lui e per
lei. Non mi accadeva da moltissimo tempo di piangere. E per la terza volta,
quest’oggi, sono rimasto sorpreso. Deve essere cominciato un anno diverso dagli
altri. Chissà che qualcosa di buono non capiti anche
ai fantasmi di tanto in tanto.
Non posso fare a meno
di sorridere mentre scrivo dei fantasmi. Penso sia buffo essere uno di loro
anzi tempo, ma probabilmente è l’unico destino che mi si addice.
Credo che seguirò
ancora la piccola Christine. Da quanto sono riuscito a scoprire seguendo lei e
Marianne, entrerà a far parte del corpo di ballo insieme a Meg, una volta prese
le lezioni di cui ha bisogno. Sarà un buon acquisto per il balletto dell’Operà, perché nella sua corporatura esile ed elegante, vedo
un futuro di movimenti armoniosi e ben coordinati. Si,
sarà brava. Ma che triste destino l’attende. Sebbene sotto la protezione di
Marianne, tutte le ballerine sono oggetto di sguardi
lascivi e potenti. Non sempre riescono, volenti o nolenti, a conservare la
propria virtù.
Spero solo che la mia
salvatrice riesca a fare altrettanto con questa povera creatura. Non so come
mai, ma sento che mi dispiacerebbe se le accadesse qualcosa di male.
Bouquet continua a
raccontare fandonie sul mio conto. Quell’uomo è odioso solo quanto l’odore
perenne di alcol che si porta dietro. Se non starà attento a ciò che dice,
qualcuno potrebbe decidere di inviare una squadra di agenti di polizia a
cercarmi. Sarebbe peggio per loro, ovviamente, perché chi cerca trova. Ed io so
molto bene come proteggermi, senza dovermi compromettere.
Ciononostante, non mi
creerebbe alcuna gioia sapere che la mia privacy potrebbe essere soggetta a
disturbi. Quando dico che vorrei essere un uomo normale, un ragazzo normale,
non intendo certo che le persone con cui vorrei avere rapporti sarebbero
poliziotti o assassini.
Forse non dovrei parlare
tanto male degli assassini. Dopo tutto, sono uno di
loro, anche se non per scelta o diletto. Eppure dubito fortemente che gli
assassini, una volta compiuta la loro opera, siano presi dal rimorso e sognino
per notti intere i volti di coloro che hanno ucciso.
Perché devo essere
diverso in tutto dagli altri? Ho ucciso, eppure sono diverso persino da un
assassino… E non posso essere una persona normale. Probabilmente, là fuori, a
parte Marianne, nessuno mi considererebbe una persona.
Ho composto oggi.
Era da qualche giorno
che non trovavo l’ispirazione giusta per comporre dei pezzi. Improvvisamente
ora è venuta, subito dopo aver seguito Christine, ho sentito dentro di me la
spinta a continuare il mio lavoro. Devo essermi tanto immedesimato nella
fragilità e nella tristezza di quella bambina, che ho trovato le note giuste
per la melodia. Ultimamente, si tratta sempre di brani tristi, malinconici.
Come potrei aspirare di scrivere qualcosa di differente?
I primi tempi vissuti
qui, forse, perché mi sentivo lieto di dover abbandonare quella carovana di
aguzzini dove avevo vissuto tanto a lungo. Questo mi sembrava il Paradiso in
confronto a quella ben diversa situazione. E la penso ancora così, ma quando si
è bambini ci si accontenta, ora non lo sono più. Voglio vivere, vedere il sole
da vicino, non attraverso uno spioncino o una vetrata. Voglio essere visto ed
apprezzato nonostante la mia deformità. Oh, cosa darei per scoprire a cosa
debbo questa deformità! Non assomiglia a nulla di simile a ciò che ho letto nei
numerosi testi di medicina che ho letto finora. Le ossa sono al loro posto,
così come l’occhio e la struttura muscolare….ma la pelle….
La pelle sul lato
destro del mio volto sfortunato sembra straziata, sciolta e mal ricomposta,
come la cera di una candela accesa. Una bruciatura forse? Chissà che non sia
questa la risposta. Ma dovrebbe essere stata riportata molto, molto presto
nella mia infanzia, perché non ne ho memoria. Non rammento dolore, né immagine
differente da quella che vedo in quei maledetti specchi ogni giorno.
Ma a cosa serve trovare
una spiegazione? Ormai la mia vita è segnata. La strada è tracciata. Non mi
resta che adeguarmi e vivere quel poco che mi è concesso.
Povera Christine!
Neppure ora la mia pena per lei è diminuita. Me ne sorprendo, ma non riesco a
controllarla.
Ecco che l’ispirazione
ritorna. Devo Comporre. Evo comporre assolutamente……
Erik
( Firmo con il mio vero
nome nella speranza che, se il mio diario venisse ritrovato, chi lo leggerà
avrà modo, forse di pensare che ero anche un uomo,
oltre che un mostro. )
Come va? Piaciuto questo primo capitolo?
Spero di si.
Ringrazio chiunque abbia letto e mi
auguro che vogliate lasciare un commento. Accetto, come sempre, sia critiche
che apprezzamenti.
Elby se leggerai questa ff,
come penso accadrà, mi farebbe piacere sentire il tuo parere, visto che, come
me, sei un’appassionata e anche bravissima.
Vostra
Masked_lady