Film > The Phantom of the Opera
Segui la storia  |       
Autore: masked_lady    28/08/2008    4 recensioni
Sono frammenti del diario di Erik. Relativi agli eventi più importanti della storia riportata nel film e non solo. Spero vi piaccia e aspetto i vostri pareri.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
16 Gennaio 1861

16 Gennaio 1861

Sono trascorsi sedici giorni dall’inizio dell’anno. Un nuovo anno. L’ennesimo per questo mondo e l’ennesimo per me, che devo scontare nel mio inferno privato, a causa di peccati non commessi.

Fa freddo. Fa dannatamente freddo qui sotto. Ma, che ben ricordi, non ho mai avuto una casa accogliente, né tantomeno che vantasse un’adeguata temperatura.

Ventiquattro anni di solitudine totale. Come possono essere così pochi? A volte, sembrano molti, molti di più.

Gli eventi che movimentano le mie giornate sono così pochi e talmente insignificanti, il più delle volte, che mi domando se sia stata una decisione sensata quella di cominciare un diario. Forse si. Forse no. Ma questa è la prima pagina che scrivo, il primo rapporto di una vita indegna di essere vissuta. Staremo a vedere. Lasciamo che si apra il sipario anche su di me, per una volta. Per una sola volta, mi concederò tanto.

Marianne non è venuta a trovarmi oggi. Sono trascorsi un po’ di giorni dall’ultima volta che si arrischiata a scendere fin nel mio regno. E le strade che conducono all’inferno sono pericolose, non è vero amica mia? Devo ammettere che mi manca la sua compagnia, sebbene le nostre conversazioni non siano molto fantasiose e costellate di dubbi e domande non poste ( da parte sua ), si tratta pur sempre dell’unica persona con sui oso entrare in contatto. E a lei debbo quel poco di umanità che ancora conservo. Fu lei,dopotutto, ad avere pietà di me e a condurmi in salvo, quella fatidica notte. Sono trascorsi tanti anni….

Lei mi ha concesso di vivere in un modo bellissimo, anche se non posso parteciparvi direttamente. Mi ha dato il colore, l’arte, la compagnia del suono e, soprattutto, mi ha concesso di imparare a conoscere l’unica vera compagna della mia vita: la musica.

Devo davvero molto a Marianne.

Oggi però, lei è stata protagonista di una strana e bizzarra situazione. Un evento che non accade sovente in questo teatro. Stamane, molto presto, l’ho veduta entrare nell’edificio conducendo per mano la creatura più dolce e spaurita che abbia mai visto.

Si trattava di una bambina, che da quanto sono riuscito a scoprire si chiama Christine. Credo anche di averla vista alcune volte. Sì. Senza dubbio si tratta di lei, della figlia di Gustave, ma non l’avevo riconosciuta sul momento. Non sembrava affatto la piccola ridente e vitale che avevo visto gironzolare nelle vicinanze del famoso violinista.

No. La Christine che ho visto stamattina era un’altra persona. Era pallida e sembrava non voler parlare con anima viva. I suoi grandi occhi castani erano spenti e non riflettevano nemmeno l’allegria e la frenesia tipica della gente del teatro.

Ed era vestita a lutto…. Dio, com’era vestita. Sembrava un angelo, tanta era la pietà che riusciva a strappare dal mio cuore la vista del suo corpicino fasciato in quel severo abito nero. I suoi capelli scuri sciolti sulle spalle in fitte onde sembravano la metafora straziante del mare di lacrime che deve certamente aver versato.

Ma cosa le sarà accaduto?

La sua vista mi ha colpito a tal punto, e ne sono rimasto terribilmente sorpreso, che mi sono ritrovato a seguirla per alcuni tratti dei suoi percorsi. Non ho potuto davvero farne a meno. Era come se fossi stato ipnotizzato.

L’ho vista scendere nella cappella del teatro, cadere in ginocchio davanti alle candele e cominciare a pregare con voce rotta dai singhiozzi. E nelle sue preghiere era suo padre che nominava. Era Gustave, colui al quale si rivolgeva con tanto fervore, richiamandolo dalla tomba. Dovrò parlare assolutamente con Marianne, perché evidentemente non sono stato informato di qualcosa. Se Christine parlava in questo modo del pare, egli deve essere certamente morto.

Vedendo la sua piccola figlia ridotta in quello stato pietoso, ho versato delle lacrime. Per lui e per lei. Non mi accadeva da moltissimo tempo di piangere. E per la terza volta, quest’oggi, sono rimasto sorpreso. Deve essere cominciato un anno diverso dagli altri. Chissà che qualcosa di buono non capiti anche ai fantasmi di tanto in tanto.

Non posso fare a meno di sorridere mentre scrivo dei fantasmi. Penso sia buffo essere uno di loro anzi tempo, ma probabilmente è l’unico destino che mi si addice.

Credo che seguirò ancora la piccola Christine. Da quanto sono riuscito a scoprire seguendo lei e Marianne, entrerà a far parte del corpo di ballo insieme a Meg, una volta prese le lezioni di cui ha bisogno. Sarà un buon acquisto per il balletto dell’Operà, perché nella sua corporatura esile ed elegante, vedo un futuro di movimenti armoniosi e ben coordinati. Si, sarà brava. Ma che triste destino l’attende. Sebbene sotto la protezione di Marianne, tutte le ballerine sono oggetto di sguardi lascivi e potenti. Non sempre riescono, volenti o nolenti, a conservare la propria virtù.

Spero solo che la mia salvatrice riesca a fare altrettanto con questa povera creatura. Non so come mai, ma sento che mi dispiacerebbe se le accadesse qualcosa di male.

Bouquet continua a raccontare fandonie sul mio conto. Quell’uomo è odioso solo quanto l’odore perenne di alcol che si porta dietro. Se non starà attento a ciò che dice, qualcuno potrebbe decidere di inviare una squadra di agenti di polizia a cercarmi. Sarebbe peggio per loro, ovviamente, perché chi cerca trova. Ed io so molto bene come proteggermi, senza dovermi compromettere.

Ciononostante, non mi creerebbe alcuna gioia sapere che la mia privacy potrebbe essere soggetta a disturbi. Quando dico che vorrei essere un uomo normale, un ragazzo normale, non intendo certo che le persone con cui vorrei avere rapporti sarebbero poliziotti o assassini.

Forse non dovrei parlare tanto male degli assassini. Dopo tutto, sono uno di loro, anche se non per scelta o diletto. Eppure dubito fortemente che gli assassini, una volta compiuta la loro opera, siano presi dal rimorso e sognino per notti intere i volti di coloro che hanno ucciso.

Perché devo essere diverso in tutto dagli altri? Ho ucciso, eppure sono diverso persino da un assassino… E non posso essere una persona normale. Probabilmente, là fuori, a parte Marianne, nessuno mi considererebbe una persona.

Ho composto oggi.

Era da qualche giorno che non trovavo l’ispirazione giusta per comporre dei pezzi. Improvvisamente ora è venuta, subito dopo aver seguito Christine, ho sentito dentro di me la spinta a continuare il mio lavoro. Devo essermi tanto immedesimato nella fragilità e nella tristezza di quella bambina, che ho trovato le note giuste per la melodia. Ultimamente, si tratta sempre di brani tristi, malinconici. Come potrei aspirare di scrivere qualcosa di differente?

I primi tempi vissuti qui, forse, perché mi sentivo lieto di dover abbandonare quella carovana di aguzzini dove avevo vissuto tanto a lungo. Questo mi sembrava il Paradiso in confronto a quella ben diversa situazione. E la penso ancora così, ma quando si è bambini ci si accontenta, ora non lo sono più. Voglio vivere, vedere il sole da vicino, non attraverso uno spioncino o una vetrata. Voglio essere visto ed apprezzato nonostante la mia deformità. Oh, cosa darei per scoprire a cosa debbo questa deformità! Non assomiglia a nulla di simile a ciò che ho letto nei numerosi testi di medicina che ho letto finora. Le ossa sono al loro posto, così come l’occhio e la struttura muscolare….ma la pelle….

La pelle sul lato destro del mio volto sfortunato sembra straziata, sciolta e mal ricomposta, come la cera di una candela accesa. Una bruciatura forse? Chissà che non sia questa la risposta. Ma dovrebbe essere stata riportata molto, molto presto nella mia infanzia, perché non ne ho memoria. Non rammento dolore, né immagine differente da quella che vedo in quei maledetti specchi ogni giorno.

Ma a cosa serve trovare una spiegazione? Ormai la mia vita è segnata. La strada è tracciata. Non mi resta che adeguarmi e vivere quel poco che mi è concesso.

Povera Christine! Neppure ora la mia pena per lei è diminuita. Me ne sorprendo, ma non riesco a controllarla.

Ecco che l’ispirazione ritorna. Devo Comporre. Evo comporre assolutamente……

Erik

( Firmo con il mio vero nome nella speranza che, se il mio diario venisse ritrovato, chi lo leggerà avrà modo, forse di pensare che ero anche un uomo, oltre che un mostro. )

Come va? Piaciuto questo primo capitolo? Spero di si.

Ringrazio chiunque abbia letto e mi auguro che vogliate lasciare un commento. Accetto, come sempre, sia critiche che apprezzamenti.

Elby se leggerai questa ff, come penso accadrà, mi farebbe piacere sentire il tuo parere, visto che, come me, sei un’appassionata e anche bravissima.

Vostra

Masked_lady

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Phantom of the Opera / Vai alla pagina dell'autore: masked_lady