Erik alzò il capo dalla scacchiera, accennò un sorriso con gli occhi chiari socchiusi.
“C'è qualcosa che cambieresti, Charles?” chiese.
Charles fece indietreggiare la carrozzella, raggiunse la sedia di Erik e spinse il capo in avanti.
< Potendo eviterei tutti i dolori e i sacrifici che hai dovuto fare, amico mio, per dimostrarti quanto c'è di buono in questo mondo > pensò.
Erik ruotò il busto, poggiò la mano sul caschetto tenendolo sulle proprie gambe e sporse il capo.
“Sai che non puoi cambiare i miei ideali” sussurrò.
Charles chiuse gli occhi, aggrottò la fronte ed Erik sentì una fitta alle tempie.

Il ragazzo gli strinse le mani, sorrise socchiudendo gli occhi azzurri e lo fece avanzare lungo il corridoio. Erik guardò a destra e sinistra, strinse le labbra.
“Charles?” chiese.
Charles superò una porta aperta entrando nella camera da letto, la finestra aperta dava sul giardino da cui filtrava la luce del sole mattutino. Si voltò, gli lasciò le mani.
“Una riproduzione della scuola quando eravamo giovani. È questo che abbiamo perso, Erik”.
Erik indietreggiò, scosse il capo e sfregò i denti tra loro stringendo i pugni fino a conficcare le unghie nei palmi.
“Una pace illusoria? Abbandonare i nostri fratelli e sorelle?” domandò rabbioso.
Charles sospirò, avanzò e alzò il capo poggiandogli una mano sulla spalla, strinse la presa.
“Un futuro insieme” mormorò.
Avvicinò le sue labbra a quelle dell'altro e ve le poggiò.

Erik sgranò gli occhi, si alzò di scatto facendo cadere in terra la sedia. Indietreggiò, vide nero e barcollò. La porta di aprì con un tonfo, Tempesta afferrò la carrozzella del professore tirandolo indietro e Mystica raggiunse Erik stringendolo a sé. Logan sporse il capo oltre la porta, abbassò il sigaro e grugnì dilatando le narici.
“Forse ti era sfuggita la parte in cui dovevi essere meno stronzo” sibilò.
Erik guardò a destra e sinistra, espirò lasciando Mystica e si rizzò.
“Voi giovani siete così ansiosi” si lamentò sarcastico.
Charles espirò rumorosamente chinando in avanti la schiena, la testa gli dondolava avanti e indietro ricadendo sulla camicia.
< È stata colpa mia > disse mentalmente.
Mystica avanzò, socchiuse gli occhi gialli assottigliando le iridi dal taglio sottile e si sporse sulle punta dei piedi nudi. Tempesta strinse le labbra scure, i corti capelli bianchi le ondeggiarono attorno al volto. Logan avanzò stringendo i pugni. Erik sospirò sonoramente, mosse la mano facendo mettere nuovamente in piedi la sedia metallica e si sedette.
“Abbiamo una partita a metà” disse, con tono calmo.
Charles fece muovere la sedia a rotelle in avanti tornando davanti al tavolo.
< Che lo rimarrà per sempre > pensò tra sé.