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Autore: Lylyt26    08/07/2014    1 recensioni
In tutte le storie ci sono personaggi che nonostante siano parte integrante della storia vengono ignorati, perchè sono cattivi, perchè di loro non si sa niente, perchè semplicemente non vengono notati. Tutti sappiamo com'è il carattere di Scott, di Stiles, di Derek perfino. Ma qualcuno pensa mai a Peter? A Lydia? A Ethan? A quei personaggi che ci sono, ma che nessuno considera davvero. Queste OS sono per loro, per quelli che, aiutano anche stando nell'ombra.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, i diritti dei personaggi sono stati rispettati come previsto dalla legge.



E se in tutto questo tempo abbiamo analizzato le figure dei personaggi cattivi, di quelli confusi, di quelli coraggiosi e delle mascotte, adesso analizziamo la figura dei personaggi sacrificio, quei personaggi che la storia ha voluto far terminare lì, senza poter dare la possibilità di farli andare avanti.

Questi personaggi sono Boyd ed Erica Reyes. Di questi due in realtà non si sa praticamente niente, tanto che Boyd in realtà è il cognome del personaggio e non il nome. Erica e Boyd sono quel tipo di personaggio che serve alla storia per iniziare una nuova fase, una svolta. Erica e Boyd sono stati i primi membri del branco di Derek, per motivi diversi, per esigenze dettate da causa maggiore. Ma qualcuno si è mai fermato a pensare cosa fossero prima di tutto ciò? Prima di essere il branco? No.

Erica Reyes era una ragazza particolare, estremamente timida, ma allo stesso tempo testarda e cocciuta, Erica era affetta da epilessia, e per questo nessuno l'aveva mai guardata davvero. Erica era sempre lì, sempre nel suo banco nell'ultima fila, per non essere notata più di tanto, perchè era talmente invisibile agli occhi del mondo che nessuno si rendeva conto di quando passava in corridoio, ma nonostante questo nessuno smetteva di parlare male di lei. Ed Erica sentiva tutto, perchè era epilettica e non sorda. Sentiva di quanto facessero schifo agli altri i suoi capelli, di quanto agli altri facesse pena quando aveva degli attacchi, di quanto al mondo facesse schifo la sua sola presenza. Ma Erica andava avanti, aspettando il momento giusto per riscattarsi, con pazienza, con gli occhi sempre umidi, e le labbra sempre troppo screpolate a causa dei morsi continui per manterli solo lucidi quegli occhi. E neanche i nostri eroi si erano accorti della sua presenza, del suo bisogno di qualcuno che la guardasse per davvero e l'abbracciasse stretta senza poi schifarsi quando il suo corpo impazziva e veniva scosso dai quei fremiti così dolorosi. Erica non aveva mai voluto abbattersi, sapeva che un giorno qualcosa sarebbe cambiato, e il giorno in palestra sembrava esattamente la sua occasione: erano tutti lì, ed Erica per una volta voleva sentirsi accettata, ma tutto era andato storto, il suo corpo si era ribellato al suo coraggio, ed era crollato. Ed era stato così dannatamente umiliante, Erica avrebbe voluto morire lì, non uscire mai da quell'ospedale, ma qualcuno aveva voluto che quello fosse davvero il giorno del suo riscatto, ecco perchè l'incontro con Derek.

Derek che le aveva promesso la bellezza, Derek che le aveva promesso la forza, Derek che finalmente le aveva proposto una vita normale. E per quale assurdo motivo Erica avrebbe dovuto rinunciare? Era quello che sognava da una vita intera e così non si era fatta indietro, anche quando gli occhi di Derek erano diventati color del sangue, anche quando le aveva afferrato con forza il braccio e le aveva sussurrato che le avrebbe fatto male, lei non ci aveva mai ripensato. E il giorno dopo la trasformazione ad Erica non sembrava vero, aveva buttato tutte quelle stupide medicine, tutte quelle stupide magliette che si ostinava ad indossare per nascondere il suo corpo ed era uscita di casa, bella come non mai. E tutti, per la prima volta in vita sua l'avevano notata, avevano notato i suoi lunghi capelli fluenti, le sue morbide curve, il suo sorriso sagace. Non si era mai sentita così viva, e finalmente poteva farla pagare a tutti quelli che per anni l'avevano demoralizzata fino a trasformarla in un cumulo di ansia e fobie, poteva farla pagare a tutti quelli che in quegli anni l'avevano ignorata, o guardata come se fosse affetta da qualche malattia contagiosa. Ed Erica era davvero arrabbiata, ferita, schifata, perchè bastavano due tacchi a spillo per far sospirare tutti i ragazzi e far ingelosire tutte le ragazze, e questo ad Erica faceva davvero ribrezzo.

Finalmente si sentiva viva, libera, ma la ragazza non sapeva che tutto ha un prezzo, e che lei l'avrebbe pagato con la vita. Perchè Erica col morso aveva deciso di cambiare totalmente, di cambiare non solo il suo aspetto fisico, ma anche il suo modo di fare, il suo carattere. E tutta quella sicurezza era sfociata in un immensa arroganza e prepotenza, che l'aveva automaticamente portata a credersi indistruttibile, immortale. Ma la realtà l'aveva bruscamente riportata coi piedi per terra, e le aveva tolto anche quell'ultima possibilità che le aveva dato, ed è questo che ci rimane di Erica Reyes: un ricordo dolce amaro, un ricordo che non è una memoria, ma qualcosa che col tempo si dimentica. Perchè in sostanza, di Erica non è mai importato a nessuno, ne da donna ne da licantropo. Non è mai importato a nessuno tranne che a Boyd.

Boyd che non ha un nome, Boyd che è sempre stato solo il ragazzone di colore tutto muscoli e zero simpatia. E nessuno si era messo davvero a parlargli, a cercare di capire, no, tutti tiravano avanti, senza degnarlo di uno sguardo, senza mai degnarlo di un pensiero.

E a Boyd andava bene così, perché era convinto che nessuno potesse capirlo, aiutarlo, a meno che qualcuno non avesse magicamente inventato una macchina del tempo e dei soldi. Perché era di questo che Boyd aveva bisogno, più tempo per avere più soldi. Lui non era come Lydia, lui aveva una famiglia da mantenere, un peso costante sulle spalle di un ragazzo di soli diciassette anni, un peso che niente avrebbe potuto cancellare.

Boyd si sentiva responsabile per una marea di cose, per l'alcolismo di sua madre, per la mancanza di soldi, per la scomparsa di sua sorella.

La sua sorellina, il suo ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi ed abbandonarsi ad un sonno pieno di incubi, pieno di dolore, esattamente come la sua vita ad occhi aperti. E c'è da dire che neanche lui Erica l'aveva notata, ma non per cattiveria, ma semplicemente perché il ragazzo era sempre stato troppo preso a cercare di sgrovigliare la sua vita ricca di problemi per notare qualcos'altro o qualcun'altro.

Come avrebbe potuto rifiutare la proposta di Derek? Una proposta che trasudava forza, che trasudava sicurezza, che trasudava la possibilità di andare a lavorare in quel cantiere, quello dove facevano sedici ore filate di lavoro senza mai fermarsi, così da poter avere i soldi per poter mandare la sua mamma in centro di riabilitazione.
Boyd poteva anche solo prendere in considerazione l'idea di rifiutare quell'offerta? No. Ma anche per lui c'erano stati i problemi, nonostante la forza, nonostante tutto quello che la licantropia aveva comportato.

Boyd si era innamorato, o comunque troppo affezionato ad Erica. Una ragazza che gli aveva fatto vedere com'era la vita senza responsabilità, senza madri alcoliste, senza sorelle scomparse.

C'erano solo lui ed Erica, nient'altro. E quando Erica era morta Boyd non aveva avuto la forza di reagire a niente. Così, quando gli alpha l'avevano attaccato non aveva neanche utilizzato tutte le sue forze per contraccambiare l'attacco, perché voleva che finisse tutto, che per lui era stato abbastanza. Vivere anche solo quei pochi mesi con la possibilità di un'altra strada da percorrere era stata la cosa più bella di sempre per Boyd, che era morto felice, senza finalmente più preoccupazioni.

N.D.A: Chiedo scusa per aver inserito in un capitolo due personaggi, ma era l'unico modo per rendere il capitolo più lungo di 30 parole. 
N.D.A²: Ho usato buone dosi di fantastia per questo capitolo, come per il dettaglio della madre alcolista di Boyd. 

My little corner: Buona sera ragazzi, sarò breve, perchè non mi piacciono gli addii lacrimosi e i discorsi tristemente infiniti. Questo è -momentaneamente- l'ultimo capitolo, fin quando non mi riprenderà l'ispirazione, ma potrebbero passare anche anni, sarò sincera. E niente, grazie per essere stati quì con me, grazie per aver letto, recensito, o anche solo sorriso leggendo,per aver anche solo pensato a questa storia, per averla messa nei preferiti/nelle seguite e nelle ricordate. Un grazie speciale va sicuramente alla mia beta RevengeXXX, che ha sopportato il mio isterismo e il mio cattivo rapporto con alcuni verbi italiani. Grazie anche ad Adelaide Bonfamille, che si è presa la briga di recensire ogni capitolo, rendendomi orgogliosa e felice del mio lavoro. Un grazie a tutti, davvero. Ora scappo, in tv c'è 'Quel pazzo Venerdì' ed io lo amo. 
Con un'enorme quantità di affetto,

Lylyt. 

 
  
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