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Autore: unfjxable    09/07/2014    1 recensioni
dalla storia:
«Ti ho cercata per così tanto tempo.» Niall mormorò credendo che Avery non l'avesse sentito a causa della musica ma lui si trovava proprio accanto a lei e al suo collo.
«E ora mi hai trovata.» Avery smise di muoversi e rispose Niall a sua volta.
«E non sarà nemmeno facile lasciarti andare.»
«Chi ha mai detto che devi lasciarmi andare?»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aporia.
 

Avery era un po' considerata così, come una strada senza uscita. Entravi nella sua vita e non ne uscivi più, entravi in lei e mai più ne uscivi perchè lei era un po' così ed era strana sotto gli occhi di tutti ma chi la capiva per davvero riusciva a trovare la via d'uscita dalla strada completamente chiusa e circondata da mura.Aporia, strada senza uscita o -come pensavano nella filosofia greca antica- l'impossibilità di dare una risposta ad un problema, dipende dai punti di vista.


Quel giorno il cielo era limpido e splendente e i raggi del sole filtravano dalla finestra, ad Avery non piaceva.
Preferiva una giornata ventilata e piovosa o almeno col cielo ricoperto di nuvole. Avery era considerata un po' come una strada senza uscita o un problema senza risposta, irrisolvibile. Chi la conosceva bene poteva confermare tutto ciò che Avery pensava (e quei pensieri erano tutti accumulati nella sua mente) e lei era uno di quei passaggi che si incontrano nella vita dove non c'è alcuna via d'uscita per avere libertà. Era un po' strana, quella ragazza e lei era a conoscenza di ciò che tutti pensavano e che avrebbero pensato sempre. 
Avery si sedette tra le coperte del suo grande letto e si strofinò gli occhi sporchi di trucco. Tra le coperte bianche spiccava la sua t-shirt nera dei Rolling Stones. Quel giorno ci sarebbe stato un concerto dei Radiohead, erano loro giusto? Si chiese. Il telefono cominciò a squillare e non fu l'unica volta in quella giornata.
«Avery, muoviti. Il bus non ci aspetta e noi dobbiamo raggiungere gli altri.»
La ragazza diede uno sguardo all'orologio, le quattro di pomeriggio.
«Ti raggiungo subito sta' tranquilla, ci andremo a quel concerto.» alzò gli occhi al cielo, ed era felice che l'amica non poteva osservare i suoi gestacci.
Prese dall'armadio una t-shirt, che le aveva regalato Carol, della band e la buttò sul letto disfatto della piccola camera ricoperta da poster di band sconosciute che facevano rock inglese e seguì il bagno con la sua larga t-shirt e una lattina di birra in cui c'era l'ultima goccia che bevve prima di aprire la porta e poi la buttò a terra, completamente vuota.
Fece la doccia più veloce che aveva mai fatto in vita sua ma almeno si sentiva pulita e fresca. Uscì dal bagno e infilò la t-shirt dei Radiohead e prese un indossò uno dei suoi tanti shorts e delle calze rotte, come piacevano a lei.
Gli shorts non si intravedevano per niente siccome la t-shirt era larga e lunga e quindi le piaceva davvero, ringraziò mentalmente l'amica. Si guardò allo specchio e aggiustò il piercing nero al labbro e aggiustò i capelli in modo ordinato che per gli altri era in un disordine e un ammasso di capelli biondi.
Prese una tracolla per metterci soldi e cellulare, se sarebbe servito ad un concerto e uscì dal suo appartamento. La casa di Carol si trovava a soli quattro isolati e non ci volle poi così molto. Avery bussò il campanello e subito Carol si presentò con un sorriso e ben preparata, come se fosse un'idea importante. Anche Avery era entusiasta all'idea del concerto e della musica rock.

«E' ora di andare, andiamo Avery...sorridi!» 
Avery mostrò all'amica uno dei sorrisi più falsi mai fatti e quando Carol passò avanti lei alzò gli occhi al cielo e fece una linguaccia da persona infastidita.
«Chiameremo un taxi, i ragazzi sono già lì.»
«Che bello, non vedo l'ora.» fece la finta entusiasta ma infondo lo era, giusto un pochino.
Il taxi si avvicinò ed entrambe le ragazze salirono dentro.
«Anche voi al concerto?» l'uomo sudato chiese con gentilezza.
«Esattamente, quindi sa dove deve accompagnarci?» Avery domandò senza vergogna.«Esatto.» replicò l'uomo.

Dopo un po' di tempo arrivarono a destinazione l'uomo augurò alle ragazze un buon divertimento anche se per Avery divertimento non ce ne sarebbe stato affatto.
In lontananza Avery osservò che tra il gruppo una capigliatura bionda mai vista prima spiccava tra gli altri.
«Carol, chi è quel ragazzo biondo?» 
«Ho dimenticato di dirti che avremo un nuovo amico tra di noi. E' irlandese e-» Avery fermò l'amica.
Lei non sopportava gli irlandesi dal principio ma il perchè non c'era. Quel ragazzo sembrava tremendamente affascinante e i tatuaggi e i piercing che ricoprivano quell'angelo lo rendevano ancora più bello di quello che già era.
«Come dicevo, Avery lui è Niall. Niall lei è Avery.»
Niall. Che nome originale, pensò Avery. Quel ragazzo dall'aspetto spaventoso le porse la mano e Avery la strinse lievemente. Sembrava gentile e quell'aspetto non gli si addiceva affatto. Avery sembrò perdersi nei suoi occhi color oceano che non riusciva a decifrare e sembrava essere come in una strada senza uscita, un po' come lei. 
Avery si sarebbe divertita con lui, se solo parlasse un po' di più. Ragazzo bello quanto misterioso ma bello rimaneva comunque. Quell'aspetto sembrava ucciderla completamente e quella maglia che indossava metteva in mostra i suoi bellissimi tatuaggi che le piacevano.
Il biondo le sorrise e l'angolo della bocca di Avery si curvò in un piccolo sorrisetto e di sua spontanea volontà tracciò con un dito i contorni dei suoi tatuaggi. 
«Ti piacciono?» aveva un accento meraviglioso e il tono di voce era basso.
Avery annuì e strinse il suo braccio non appena entrarono nel luogo in cui la band si doveva esibire ed era gremito di gente che bevevano alcol e fumavano in un luogo così stretto.
Tutti erano uniti e Avery era attaccata completamente a Niall e se doveva ammettere...aveva un po' paura di tutta quella gente che si scatenava alla musica rock e che beveva senza paura.
«Sta' tranquilla.» le sussurrò all'orecchio con fare dannatamente sensuale.
«Sono tranquilla, è solo questa dannata puzza di fumo che mi infastidisce.»
«Eppure sembravi una tipa  da fumo.»
«L'apparenza inganna.»
A quell'affermazione il biondo sorrise e mostrò i suoi denti perfetti.
«Sei bella.» «Bella come il verde dei prati si addice al cielo azzurro, anche se suppongo che a te non piaccia il cielo azzurro.»
«Ecco, appunto. E anche il verde dei prati, quindi non sono proprio così bella.»
«Tu credi che il cielo azzurro e il verde dei prati non stia bene insieme perchè non ti piacciono nessuno dei due ma questo lo pensi tu e non io.»

Avery gli mostrò uno dei suoi sorrisi più rari e più veri che avesse mai fatto, era felice della sua compagnia ed era felice per quelle parole da adolescenti alla loro prima cotta e lui che cerca di fare il figo facendo la sua bella figura. Non sembrava un gran spettacolino da vedere ma Avery lo trovava davvero troppo carino il modo in cui ha detto quelle parole.
Avery si era così incantata nell'osservare gli occhi del giovane irlandese che il concerto iniziò e la musica si diffuse. L'odore di birra si fece vicino e tentò Avery a berne un po'.
La bottiglia era stappata e aspettava solo lei e così Avery calò il capo per scolarsi la birra che Carol le aveva passato.

«Vuoi?» mostrò la bottiglia a Niall.
«Come puo' un irlandese rifiutare della birra?» le strappò la bottiglia dalle mani e scolò quel poco di birra rimasta.
La musica era altissima e l'atmosfera sembrava eccitante e ,come definiva Avery, rock n'roll. Ci volle un attimo per farle rimettere i piedi a terra e la giovane cominciò ad agitare i fianchi a ritmo di musica, in modo estremamente sensuale e lo sguardo di Niall catturò proprio quel movimento. Niall la definì come un angelo dall'aspetto di un diavolo, uno dei più cattivi e meschini. Molte delle ragazze che conosceva gli avevano detto che sembrava un angelo nonostante l'aspetto brutale da ragazzo cattivo e in quel momento avrebbe davvero che fosse così, avrebbe voluto essere un angelo per portare Avery via dalle grinfie di quel mondo oscuro che la stava rendendo fragile e cupa.
Niall la osservava muoversi beatamente sulle note del rock e sembrava essere un gran spettacolino per lui. I fianchi di Avery ondeggiavano senza pudore e guardò Niall esattamente negli occhi. Lui si sentì come penetrato dalla sua anima e dai suoi occhi così immensi ma che avevano pur sempre una fine.
Niall la osservava, osservava ogni singolo movimento e l'attirava a sè per averla vicina e non perderla di vista. La osservava mentre si muoveva con fare sensuale anche se dal primo momento in cui l'ha vista (o dal primo momento in cui i suoi amici gli hanno parlato di lei) aveva sempre visto e immaginato il suo portamento da angelo che si proteggeva con le sue piccole ali bianche e forti capaci di volare sull'intero mondo per poi fermarsi alla sua meta, che ancora doveva trovare.
Come poteva dimenticare le parole del suo amico quando gli disse che doveva conoscere una nuova ragazza? E Niall era annoiato ma quando la trovò tutto diventò più bello e il suo lato fragile si svelò. Il suo istinto di sbagliava, lei non era una ragazza qualunque. Lei era speciale, lei era magica, lei era una delle creature più belle che Niall avesse mai visto. Era bella da star male e Niall per un momento pensò per davvero di non sentirsi bene.


«Ti ho cercata per così tanto tempo.» Niall mormorò credendo che Avery non l'avesse sentito a causa della musica ma lui si trovava proprio accanto a lei e al suo collo.
«E ora mi hai trovata.» Avery smise di muoversi e rispose Niall a sua volta.
«E non sarà nemmeno facile lasciarti andare.»
«Chi ha mai detto che devi lasciarmi andare?» Avery accarezzò il suo braccio e un po' d'aria fresca girò intorno a loro, siccome era un concerto all'aperto.
Il vento giocava con le punte dei capelli di Avery che tracciava con un dito i contorni dei tatuaggi di Niall, che lo fece a talpunto rabbrividire. Il tocco di Avery stava facendo eccitare Niall che l'aveva desiderata dal primo momento in cui l'ha vista.
Il tocco di Avery scese fino al torace per poi salire al petto e tutto ciò lo fece ancora una volta con fare sensuale e Niall stava impazzendo, lei lo sapeva. 
Niall serrò le labbra cercando di non urlare alla pazza gioia ma era difficile visto che aveva una creatura così bella accanto.

«Succederà, perchè ci stancheremo entrambi.»
«Di cosa ci stancheremo, Niall?» Avery cercò di non guardare i suoi occhi e fissò attentamente il palco e la folla difronte a lei.
«Di amare, Avery. Ci stancheremo di amare perchè è noioso. Ci stancheremo di amare perchè è una cosa che fanno tutti e noi non facciamo ciò che anche gli altri fanno. Ci stancheremo di amare perchè è questa la vita e la vita ha sempre una fine.» Niall accarezzò la spalla della ragazza.
«E chi ha detto che ci ameremo?» nella sua voce c'era acidità ma restava pur sempre tra le braccia di Niall.
«Non essere idiota. Ci si legge negli occhi e io l'ho saputo sin dal primo momento in cui ti ho vista. E il momento non era oggi.» «Facciamo un patto. Restiamo sempre uniti e viviamo felici perchè la vita ci riserva di tutto.»
«Come Bacco e Arianna?» Avery spostò lo sguardo su di lui.
Niall annuì e rispose: «Esatto, come loro.» Avery spostò di nuovo lo sguardo tra la folla.
«Niall, io non ti conosco. Tu non mi conosci. Come faremo tutto ciò?» accarezzò la mano del ragazzo.
«Ci conosciamo abbastanza da sapere che siamo fatti l'uno per l'altro.» «Oh ragazza mia, ci siamo aspettati per tutta la vita e ora siamo qui sul punto di stare addirittura insieme. Staremo così uniti che ci conosceremo abbastanza bene per sapere che potremo farlo.»

Avery non si era mai sentita così amata da un ragazzo così bello come lui. Le sue parole la stavano tentando e non dovrebbe nemmeno accettare quel patto, lei non lo conosceva e mai lo avrebbe conosciuto perchè lo trovava...strambo. Strambo quanto bello, purtroppo. 
La sua mente pensava di non accettare ma la sua bocca mentì.
«Ci sto, Niall.» non voleva fissarlo e non voleva guardare il suo viso pieno di soddisfazione e di felicità.
«Questo è il mio numero -mise nella tasca di Avery un bigliettino- potremo iniziare con facilità. Vedrai che non ci stancheremo di stare insieme, amor mio.»

Quella sera passò con facilità e Avery voleva sentire Niall. Carol non sapeva niente della loro storia, solo loro due.  Nessuno sapeva di loro. Avery sapeva che quel giorno sarebbe proseguito alla grande perchè magari, si amavano davvero. 
«Hey, principessa.» la sua voce era stanca e sembrava essersi appena svegliato.
«Ti ho svegliato?» iniziò a preoccuparsi. Il suo umore stava cambiando.
«Mi son svegliato da solo, tranquilla.» «So dove abiti, passo da te tra un po'.» 
«Fantastico, a presto.»

Non passò molto tempo e Niall arrivò subito da lei. Avery era pronta per uscire con lui e chiuse la porta dietro di sè per poi stringere il torace di Niall tra le sue esili braccia.
«So qualcosa di te, sai?»
«Come hai saputo tante cose su di me?» 
«Siamo nel ventunesimo secolo ed esistono social network e, fortunatamente, gli amici.»
«Andiamo al parco? Voglio farti vedere una cosa.» Avery gli tenne le mani mentre si posizionò avanti a lui.
Entrambi si incamminarono al parco e una volta arrivati a destinazione il ragazzo dall'aspetto apollineo si sedette su uno scivolo e Avery lo raggiunse. 

«Sai, questo era il mio gioco, tra tanti al parco, preferito. Quando ero piccola e ci salivo mi sentivo libera e in cima al mondo e se lo osservo solo ora, vedo solo un piccolo gioco da bambini consumato da tempo.» Avery si posizionò tra le gambe di Niall e guardò il cielo.
«Perchè guardi in alto? Di solito guardiamo il cielo per non piangere.»
«Nel cielo per me c'è una persona importante e non mi è rimasto nulla di lui.» «Ho perso un bracciale che lui mi regalò prima di morire e ci sono stata malissimo per giorni, eppure non ero uscita di casa quando lo persi.» 
«Mi dispiace.»
«In fondo, è per conoscerci.»
«Anch'io ho perso qualcuno di importante, e la colpa è stata solo mia.»
«Cosa? Perchè?»
«Perchè non ero abbastanza ed io ero il problema.» sorrise amaramente.
«Basta parlare di ciò che ci rende tristi. Andiamo in un posto.» 
Avery prese Niall per mano e lo trasportò tra gli alberi fino ad arrivare ad un campo pieno di fiori soprattutto margherite.

«Da bambina venivo qui con mio nonno e facevamo coroncine di fiori, ricordo ancora come si fanno.» strappò alcuni fiori e si sedette sul prato prestando attenzione ai fiori raccolti. Intrecciò i gambi delle margherite e finì la sua coroncina per poi metterla sul capo di Niall.
«Dai ti insegno come farle.» 
Le loro voci facevano eco ed erano quasi un sussurro anche se potevano urlare liberamente ma preferivano così. Preferivano sussurrare il loro amore che gridarlo al mondo.
Quando Niall finì la sua coroncina la poggiò sul capo di Avery che gli sorrise come non aveva mai fatto a nessuno. Niall la osservava mentre sorrideva e col pollice le toccò le labbra dolcemente, sfiorandole quasi.
«Hai delle labbra così belle.» «Ma non voglio sprecarle ora.» e anche Avery era d'accordo.
«Scattiamo una foto?» Avery cacciò il suo cellulare e scattarono insieme una foto.
Non era mai stata così bene con qualcuno e riusciva a sorridere solo con lui al suo fianco. Sorrideva come non mai e gli mostrava uno dei sorrisi più belli in assoluto.

E anche il secondo giorno passò fino ad arrivare poi al terzo e chissà cosa avrebbe rivelato.


Avery era tanto felice perchè forse aveva trovato il suo amore, che aspettava da tempo. Era felice perchè era con lui e non voleva abbandonarlo, sarebbero stati per sempre insieme come avevano promesso. Avery sistemò i fiori in un vaso pieno d'acqua, come le insegnò la nonna che piantava fiori per lei.
Era pronta per affrontare una nuova giornata con il suo amore, anche se non aveva nessuno oltre a lui.

Avery bussò alla porta. Un Niall a petto nudo con una lattina di birra le venne ad aprire la porta. Il respiro di Avery per poco non cessò, quanto era bello.
Quando entrò la casa era un disordine e la tv era accesa mostrando 'pausa' di un videogioco e il joystick era proprio sul divano.

«La casa e l'aspetto di essa non è una delle migliori, scusami.» Niall si grattò la nuca sorridendo.
«C'è un gran disordine però.» ridacchiò Avery stringendo il tessuto della sua t-shirt nera.
«Vieni, finisco il videogioco e usciamo.» la prese per mano e portò sul divano e Avery osservò le dita di Niall muoversi sul joystick.
Passarono dieci minuti e Niall spense tutto e buttò la schiena contro il divano.
«Pronta?» 
Avery annuì.
«Bene, io no.» sorrise Niall, alzandosi. «Vado un attimo di sopra, scendo tra qualche minuto.»

Il ragazzo dall'aspetto apollineo scese le scale sistemando i suoi capelli ribelli con una mano, con l'altra controllò le tasche dei suoi jeans strettissimi.
«Sei così bello.» Avery accarezzò la sua guancia sorridendo cercando di baciarlo ma, ovviamente, senza fargli rendere conto.
«Non ancora, signorina.» Niall sorrise furbamente e Avery si unì a lui.
«Dove andiamo, piccolo?» Avery toccò il suo petto e Niall trattenne una risata.
«Piccolo? Che ti salta in mente?» il ragazzo cercò di trattenersi.
«Volevo sedurti.» disse con una voce seducente che fece impazzire Niall. Avery non era mai stata così felice in vita sua accanto a quel ragazzo tremendamente bello.
«L'hai già fatto.» Niall portò le labbra sul collo della ragazza ma lei si scostò subito.
«Non ancora.» Avery lo imitò e aggiunse: «Signorino.»  scandì bene quella parola e sul suo volto comparì un sorriso soddisfatto.
Niall si abbassò all'altezza delle ginocchia di Avery e la prese sulla spalla mentre lei si dimenava lui chiuse la porta di casa e la poggiò sul sediolino dell'auto.

Il viaggio non durò molto. Avery non sapeva quella strada e nemmeno il posto in cui la stava portando. La strada era difficile e l'auto quasi rimbalzava a causa dei fossi e dopo un po' di tempo arrivarono al luogo che Niall aveva pensato, il lago.
Niall la prese di nuovo in braccio e Avery potè vedere il verde che li circondava.
«Niall, è bellissimo!» il ragazzo la fa scendere con delicatezza e lei si avvicina sempre di più alla riva e ad un tratto il vento inizia a farsi sentire e gioca con i capelli della ragazza mentre Niall si avvicina sempre di più dietro di lei.
«Non lasciarmi mai andare, Niall. Per favore.» gli occhi di Avery cominciavano a splendere sotto i raggi del sole.
Niall si attaccò a lei e le accarezzò i fianchi e quando la ragazza si girò Niall nei suoi occhi vedeva il nulla, tutto sembrava essere trasparente e lei aspettava una risposta.
«Mai. Mai. Mai!» gridò Niall per poi stringerla contro il suo petto.
«Ti amo.» sussurrò Avery nel suo petto e Niall non poteva crederci.
Gli aveva detto quelle due paroline che per lui erano importanti. Gli stava confessando i suoi sentimenti e Niall non se l'aspettava, Niall ci sperava e Niall continuava a sperare e ad un tratto Niall si sentì chiuso in lui, con un nodo alla gola, e intrappolato nella vita di Avery.
«Ti amo anch'io.» era un sussurro lieve, che la sua bocca riuscì a pronunciare.
Niall avvicinò il suo viso a quello di Avery ma tutto ciò che lasciò fu un bacio all'angolo della bocca, eppure Avery sperava in un bacio vero.


«Niall, ti va di passare la notte da me?» Niall era felice di quella proposta e non poteva fare altro che accettare e l'idea di dormire insieme a lei, nello stesso letto, sotto lo stesso tetto e condividire il caldo delle lenzuola con lei lo faceva stare meglio.
«Ordiniamo la pizza e mangiamo come matti sul letto?» Niall propose e Avery annuì senza alcun problema. Niall prese il telefono e chiamò la pizzeria mentre nella sua mente giravano ancora quelle parole che dette da lei erano incredibilmente magiche e surreali. La tua testa sembrava un'opera astratta, magari fatta da un bambino, magari da un adulto. Era come se stesse volando e raggiungere il cielo e questa rappresentazione, come gli spiegavano i genitori, sembrava un po' quando un angelo raggiunge il cielo.
Niall smise di pensare e ordinò due pizze e tornò dalla sua Avery che leggeva tranquillamente un libro sul letto.
«Ehi, piccola.» Niall sussurrò appena.
«Vuoi rimorchiare?» Avery cercò di sedurlo.
«Mi spiace, ma non sei il mio tipo.» Niall rise e Avery fece la finta offesa. Il ragazzo si precipitò su di lei e cominciò a farle il solletico e Avery rideva come non aveva mai riso in vita sua fin quando il campanello suonò ed era troppo strano che fosse il fattorino. Niall si alzò e quando aprì la porta l'amica di Avery, Carol, rimase sbalordita nel vederlo.

«E tu?» lo indicò.
«Vorrei poter dire la stessa cosa.» Niall si mise completamente davanti alla porta, tipo da barriera.
«Puoi farmi entrare?» Carol stava leggermente alzando la voce.
«Avery è impegnata, ciao.» Niall le chiuse la porta in faccia e sentì i passi forti di Carol.
Quando Niall si girò Avery era in piedi distante da lui.
«Mi spiace, ma dovevo.» sorrisero entrambi e Niall corse subito da lei facendola cadere sul divano per poi baciarle l'intera faccia fino ad arrivare alle labbra, ma Niall si fermò e le lasciò un ultimo bacio sulla punta del naso ma fu Avery a trattenerlo su di lei e gli fermò il viso con entrambe le mani.
«Non baciarmi. So io qual è il momento!» e Avery lo lasciò andare.
La porta bussò di nuovo ed era senz altro il fattorino delle pizze. Avery si alzò di scatto visto che stava morendo di fame e non vedeva l'ora di mangiare quella pizza che la tentava tanto.
«Ecco le pizze.» sorrise il ragazzo moro con appena delle lentiggini e sembrava troppo normale per Avery.
Lei si spostò in cucina per prendere dei soldi e quando ritornò il ragazzo si guardava intorno e il suoi sguardo ricadde subito su Avery non appena apparì alla porta.
«Ecco a te i soldi.» Avery sorrise a quel ragazzo che poteva avere all'incirca diciassette anni, non aveva mai sorriso a qualcuno ma da quando era con Niall il suo mondo buio sembrava essersi acceso.
Il ragazzo- che nella mente di Avery prese il nome di 'fattorino sconosciuto di cui non sapevo nemmeno l'esistenza'- le consegnò le pizze dopo che lei lo pagò e Niall si fece avanti e attraversò il corridoio che lo portava alla porta. Si appoggiò al muro accanto ad Avery e guardò il ragazzo così giovane che sembrava quasi spaventato dall'aspetto di Niall.
«Ecco la tua mancia, ragazzo.» Niall gli porse una banconota e il ragazzo ringraziò e dopo quel gesto inaspettato Niall chiuse la porta.

«Hai visto come ti guardava?» Niall sistemò le pizze nella camera da letto e Avery si chiese il perchè.
«Ma andiamo, è solo un ragazzino che avrà diciassette anni. Che vuoi che sia e poi noi non stiamo nemmeno insieme.» 
«Tu credi che non stiamo insieme solo perchè non ti ho baciata?»  Niall sorrise divertito.
«Perchè mangiamo in camera?»  Avery cambiò discorso ma non ci fu una risposta da parte di Niall che si sedette sul letto e accese la tv per poi prendere una fetta di pizza.
«Non volevo dirti quello, non lo pensavo davvero. Scusa.»  Avery quasi lo implorò e lui la guardò e sorrisero entrambi.
Avery si sedette accanto a lui che la accolse tra le sue braccia tatuate.
«Sai, io so tante cose su di te.»  «Non dirmi nulla e non chiederti perchè, te lo dirò io in questo momento. Io ho cercato tanto su di te dopo che Isaac mi ha detto che ti avrei conosciuta. Insieme a lui ho cercato su di te e non arrabbiarti. Grazie a lui e a Daniel so qualcosa sul tuo passato e che prima vivevi a New York poi sei voluta scappare da tuo padre che era un alcolizzato e sei venuta qui a Rochester. Tua mamma si trova in Italia e tu non hai voluto seguirla lì e hai pagato le conseguenze. So dei tuoi studi all'Università di Giurisprudenza e so che ai tempi delle medie eri una delle sfigate che c'erano nei college, che tutti prendevano in giro e perciò sei voluta cambiare partendo dal tuo stile e dalla tua mente. Non ti spiavo ma ho voluto sapere su di te anche se già sapevo che eri una persona fantastica. So che tua madre appartiene ad una famiglia benestante che tu odiavi ma che amavi per la sicurezza che ti dava eppure tutto cambiò ai tempi delle medie. Avery, ti conosco meglio di quanto tu possa conoscerti. Io so cosa c'è nel tuo cuore- Niall indicò il petto di Avery- e nella tua mente- indicò il capo-.» 
«Niall...»  
«Non vuoi più parlarmi.»  Niall fece uno dei sorrisi più falsi che aveva mai fatto in quell'arco di tempo in cui stava con lei.
«Dovrei, ma siccome tu mi conosci meglio di me, sai che non avrò il coraggio di non parlarti più.»  «E dovresti anche sapere che avrò il coraggio di amarti anche se hai fatto tutto questo, ad uno scopo non sadico.»  
«Ti ho detto la verità, Avery. Ora mi serve l'unica cosa che magari di te non so.»  «Vuoi baciarmi?»  
«Sì che voglio baciarti!»  Avery sobbalzò per quella proposta.
«Fallo. Baciami.»  

Le aveva davvero chiesto di baciarlo? Avery non sapeva da dove iniziare nè se era sicura.
La ragazza si avvicinò a Niall lentamente che intanto sorrideva e con un gesto spontaneo Avery toccò quelle labbra così morbide con le sue. Niall la cercava e l'aveva trovata. Avery lo voleva e l'aveva avuto. Niall aveva il bisogno di renderla sua, per sempre. Bagnò con la lingua il labbro di Avery per chiederle accesso alla sua bocca e in un attimo un semplice bacio diventò di più. Gli scatoli delle pizze vennero buttati giù dal letto e Niall si posizionò su di lei mentre aveva il bisogno di averla con lui. Avery intanto stringeva le lenzuola bianche sotto di lei e il suo stomaco era un caos e sembrava esserci passato un tornado. Niall toccò la coscia nuda di lei fino ad arrivare alla caviglia.
Le lenzuola completamente bianche di Avery stavano per subire un totale cambiamento e stavano per odorare di sesso.
Niall si staccò e guardò Avery, sorrisero entrambi e per Niall era una conferma. Le fece scivolare via l'intimo di Avery e poi la osservò mentre serrava gli occhi e stringeva le coperte come se stesse aspettando quel momento e sembrava avere paura e ciò faceva venir voglia a Niall sempre di più.
«Tranquilla piccola Avery.»  dette quelle parole Niall la fece sua e Avery accompagnò quel suo atto con un urlo quasi sussurrato.



Il giorno dopo Avery non sentiva più le gambe ed aveva una sensazione strana. Quella camera odorava di sesso e di Niall.
Avery si guardò intorno ma Niall non c'era e scese velocemente dal letto, camminando lentamente andò in cucina e non era nemmeno lì. Se n'era andato e infatti trovò un foglio bianco poggiato sul tavolo con accanto un vaso con delle rose rosse.
“Non cercarmi, amore mio.” 
E cosa voleva dire? Sì che lo avrebbe cercato anche se le gambe non ci riuscivano. Avery indossò una t-shirt presa a caso dall'armadio e dei jeans strappati. Quando uscì di casa era quasi in lacrime voleva sapere che aveva combinato.
Arrivò fuori casa di Niall dopo una camminata faticosa a passo svelto. Bussò più di tre volte ma nessuno aprì la porta e le luci erano spente, le tende erano aperte e il vicino di casa di Niall si avvicinava alla sua villa.
«Mi scusi, lei è il vicino di Horan? Niall Horan.»  
«Certamente.»  
«Sa dirmi dove è andato? Ha detto di non cercarlo e sono nel panico assoluto.»  
«Certo, gli ho parlato l'altro ieri. E' all'aeroporto, sta andando in Irlanda dalla sua famiglia poichè la sua vacanza qui è finita.»  

Era uno scherzo? Niall se ne stava andando e Avery era in lacrime.
«Vuole che le chiami un taxi per l'aeroporto?»  
«Le sarei grata, grazie.»  iniziò a singhiozzare e si chiese perchè non le aveva detto la verità, perchè la stava facendo soffrire? Lui sapeva che l'avrebbe fatta soffrire? Avery pensò che l'aveva fatto apposto ma non poteva essere.
Voleva andare da lui, doveva assolutamente. Se avrebbe avuto il coraggio gli avrebbe dato una lezione come avrebbe fatto la sua amica Carol, ma lei era diversa e non avrebbe avuto il coraggio.
Dieci minuti e il taxi arrivò che portò immediatamente Avery verso l'aeroporto. Quando entrò non sapeva dove andare ma riconobbe subito quella testa bionda che leggeva un libro.
«Tu!»  urlò a Niall. «Fottuto stronzo, non mi hai detto la verità. Tu non mi hai detto che saresti partito, io ti odio. Sì, ti odio perchè mi stai abbandonando qui, l'unica persona che era riuscita ad amarmi!»  
«Avery, asc-»  
«No! Io non ascolto, non ho nemmeno il coraggio di guardarti in faccia. Sei la persona più schifosa che c'è. Ti odio.»  era completamente in lacrime quella ragazza.
«Avery mi dispiace, devo andare in Irlanda. Mi dispiace. Avery, ti prometto che ci sentiremo e verrò qua da te o tu verrai da me.»  
«No, tu non verrai da me e io non verrò da te. Mi hai capito? Tra noi è finito tutto, sempre se quel tutto c'è stato!»  

Una voce che annunciava il volo per l'Irlanda rimbomò nell'aeroporto e Niall prese le sue valigie per andarsene senza ascoltare Avery.
«Mi terrai sulla coscienza, sappilo Horan.»  a quelle parole Niall sembrò bloccarsi ma continuò a camminare verso la pista.
«Sai, mi hanno detto che sono come una strada senza uscite. Una volta entrato nella mia vita non ne esci più. Complimenti, sei stato l'unico ad uscirne. Complimenti.»  
Niall era dispiaciuto nel vedere Avery correre via fuori da lì e stava rimpiangendo tutto. Una lacrima rigò il suo viso facendolo sembrare così debole.
Ma Avery aveva ragione, era riuscito a trovare la via d'uscita da quella strada senza libertà, senza una porta per andare via, senza un vicolo per andarsene. Niall c'era riuscito ma quanto avrebbe voluto attraversare di nuovo quella strada.



 
spazio autrice:
Non so da dove mi sia uscita questa os ma sono soddisfatta. Ho impiegato alcuni mesi per scriverla e pensare a tutto e ora ci sono riuscita. La ritengo la miglior os che ho scritto e spero che anche voi la pensiate come me.
Ringrazio infinitamente Veins che ha creato il meraviglioso banner per questa os e la ringrazio ancora per aver subito i miei scleri (che ancora sta subendo)  per questo lavoro.






  
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