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Autore: gurennohana    09/07/2014    2 recensioni
*Dici spesso di volerti scusare, perché secondo te non hai fatto abbastanza. Ma ti lascio fare, anche se sai che non voglio le tue scuse. E poi mi dici che mi ami. Questa ennesima confessione sembra chiedere perdono per il tuo esserti scusato, perché sai che un tuo 'ti amo' lo accetto sempre. E lo capisci perché sorrido. Sposti la mano per cingermi un fianco, e quando lo raggiungi vedo il tuo sguardo incupirsi. Sono troppo magro, ormai, vero? Non che fossi mai stato con un peso decente, in effetti, ma era semplicemente il mio metabolismo. Chissà se mi trovi ancora attraente. Ora le mie ossa si sentono troppo oltre la pelle sottile, ho ragione?
*Ci rimangono poche settimane, o pochi giorni, ormai.
Lo sai, lo sento. Le hanno detto anche i medici.
Ti amo. Lo sai, lo sento. Di questo i medici non sono a conoscenza, ed è meglio così.
Warnig!SadFic \ Warning!"Death"Fic
Quasi una MinKey
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Key, Minho
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fearless

Perché sono le 3 del mattino e ancora non dormi? Ti ho sentito, sai? Girarti così tante volte tra le lenzuola da farmi venire il mal di mare. Ho fatto finta di dormire, come al solito. Ma forse sotto sotto lo sai. Ho sentito il suono dell'accendino provenire dalla stanza accanto. Hai preso questa brutta abitudine di fumare nel cuore della notte.                                                                                                
Non accendi nessuna luce, e te ne stai lì a fumare, le mani sulla fronte. Vedo il tuo profilo, se ti siedi sul divano. Lo vedo per una frazione di secondo, quando dai un tiro veloce a quella sigaretta, tenendo gli occhi chiusi. E poi sbuffi piano, per non far rumore. Rimani lì, anche questa volta. Metà sigaretta se l'è fumata il vento fresco che entra dalla finestra, ma non te ne accorgi perché ti sei perso in qualche pensiero. Fai così solo di notte, perché al mattino non vedo mai quello sguardo. Ultimamente mi sorridi malinconico, e so che è colpa mia, in un certo senso.
Quanto tempo ci resta? Quanto tempo mi resta?
 
Questa volta ti sei trattenuto quasi per mezz'ora. Quando torni a farti spazio tra le coperte mi avvicino. Goffi movimenti di chi finge di dormire. Sei di spalle, e mi aggrappo a te passando un mio braccio sotto il tuo, tenuto sul fianco. Assecondi i miei movimenti, perché dopo otto anni sei abituato. L'odore pungente del tabacco si mischia a quello del sapone che usi. Che usiamo entrambi, ma su di te ha una consistenza diversa. So che non hai chiuso gli occhi, posso immaginare  il tuo sguardo posarsi lontano. Sono costretto a prendere molti medicinali, e questo mi rovina il sonno notturno. Meglio così però, ho scoperto un altro lato di te.

Tutte le mattine mi porti la colazione a letto. Dici che così ho più energie.                                                    
Sul vassoio comprato all'ikea, ormai un po' rovinato dal tempo e dai graffi, si posa ogni mattina lì dove sei ora tu. Un bicchiere di latte, una tazza di caffè, due fagottini di carta. In uno i biscotti, nell'altro le mie pillole. Sai che odio prenderle, perché ormai mi riempiono lo stomaco più dei biscotti al cacao.
Ma mi dai un bacio, ogni mattina, e questo mi basta.

So perché ogni notte, ormai da sei mesi, ti allontani da me e vai nella stanza accanto. E mi dispiace, e ti amo. Perchè sai che non ci resta molto tempo. Sai che potremo fare l'amore troppo meno spesso, perché sono così debilitato che le gambe mi cedono e non respiro bene.
Mi viene da sorridere perché anche quando prima facevano l'amore, provavo le stesse sensazioni, perché la mia malattia sei sempre stato tu. La mia bellissima malattia.

Ora che ne ho una che mi fa star male fino a questo punto ti senti tradito? Perché non sei tu a farmi contorcere dal dolore, perché non sei tu a farmi mancare il respiro, non sei tu a farmi urlare durante la notte. Sei geloso, forse?                                                                                                                                              
Non esserlo, ti prego, perché a malincuore mi ritrovo con l'amante peggiore di tutte. Ma non preoccuparti, andrà via preso. Solo che andrò via anche io.
Otto anni sono stati pochi, vero? Non abbiamo fatto quel viaggio in America, non abbiamo comprato quella piccola villetta in periferia. È stata colpa della mia amante maledetta: ha rubato tutto lei. Ma a te sembra stare bene. Perché dici che comunque nel nostro piccolo appartamento mi tieni più vicino, mi tieni più al sicuro.

Sono le 3.43 ormai. Vedo lampeggiare piano quei tre numeri, oltre la tua testa, fiochi. Perché ti rifiuti di cambiare le batterie?
Pensi che se non vedrai più bene quei segni sul display, vuol dire che piano piano anche il tempo rallenterà?
Ti sento tirare su col naso. È la prima volta che piangi, in questi sei mesi. Non resisto e ti stringo più forte. Mossa sbagliata: la mia maschera è caduta, ora sai che sono sveglio anche io.
Lento ti giri verso di me, per scoprire i miei occhi, socchiusi. È buio, ma le pupille sono dilatate come quelle di un gatto, e riusciamo a guardarci.

Li vedo, sai? Gonfi e lucidi, i tuoi occhi. Ma non li nascondi, perché al buio non si ha vergogna di nulla. Appoggi la fronte sulla mia. Potremmo baciarci, ma sembra tu abbia paura di farmi stancare anche solo ascoltandoti parlare.                                                                                                                                            
Ma questo è il nostro contatto più profondo, perché siamo grandi e sappiamo dimostrarci amore anche senza sfiorarci le labbra.
Fronti a contatto in un bacio complice, le nostre.
 
Mi chiedi scusa, a voce così bassa che la scambierei facilmente con le fronde degli alberi che oltre la nostra finestra si sfiorano appena.
Dici spesso di volerti scusare, perché secondo te non hai fatto abbastanza. Ma ti lascio fare, anche se sai che non voglio le tue scuse. E poi mi dici che mi ami. Questa ennesima confessione sembra chiedere perdono per il tuo esserti scusato, perché sai che un tuo 'ti amo' lo accetto sempre. E lo capisci perché sorrido.

Sposti la mano per cingermi un fianco, e quando lo raggiungi vedo il tuo sguardo incupirsi. Sono troppo magro, ormai, vero? Non che fossi mai stato con un peso decente, in effetti, ma era semplicemente il mio metabolismo. Chissà se mi trovi ancora attraente. Ora le mie ossa si sentono troppo oltre la pelle sottile, ho ragione?
Sembri leggere quelle domande sul mio volto, e per rispondermi infili cauto la mano sotto alla camicia larga del mio pigiama, accarezzando ciò che resta del mio bacino formoso. Non c'è malizia, solo infinita dolcezza. Mi ripeti di nuovo che mi ami, come fosse un complimento. E lo è. Credimi, per me lo è. Perché poter essere il tuo compagno, il tuo amato da quando ero poco più di un adolescente, è qualcosa di indescrivibile.

Dio, se morissi ora sarei sereno. Ma voglio prolungare questa lenta e piacevole morte dei sensi ancora per un po'. Fin quando non vedo le tue palpebre calare lente, e il tuo respiro farsi leggero e costante, finché non annulli i tuoi timori e mi stringi a te. Sono le quattro del mattino, ormai.
Guardo fuori, oltre la finestra, dove una strana alba prematura sembra levarsi silenziosa.
Ci rimangono poche settimane, o pochi giorni, ormai.
Lo sai, lo sento. Le hanno detto anche i medici. 
Ti amo. Lo sai, lo sento. Di questo i medici non sono a conoscenza, ed è meglio così.

 
Sai che quando arriverà il momento non ci sarà nulla da fare, per questo posso rimanere a casa con te, a baciarci con le fronti, a guardare strane albe premature.
Stringiamoci forte, così non abbiamo più paura, perché se entrasse la Morte in questo momento si commuoverebbe a vederci così uniti.
Stretti come siamo, posso baciarti. Sulle labbra questa volta. Appoggio le mie screpolate sulle tue, morbide come sempre. E rivedo il nostro primo bacio in quella frazione di secondo. E piangerei solo per questo. E avvicinando le mie gambe magre alle tue, facendole intrecciare, rivedo la prima volta che abbiamo fatto l'amore. Perché sei stato la prima volta di tutto, E sono felice e orgoglioso di questo.

Dopo otto anni ci ripensi mai al nostro primo bacio, alla nostra prima volta? Sono sicuro di sì, perché sei una persona malinconica, e in una di queste notti ti ho visto sfogliare un nostro album di foto. Abbiamo raccolto tutto, da quando avevamo 17 e 19 anni, stampando anche le fotografie fatte con il cellulare.
Ti ho visto, qualche notte fa, illuminato dal bagliore rossastro della sigaretta, mentre accarezzavi una di quelle immagini, ed ero curioso di sapere quale fosse. La tua festa di fine liceo? La nostra gita al mare? O  solo una di quelle foto scattate e modificate in maniera simpatica al centro commerciale?

La testa e le gambe iniziano a farmi male, tipico di uno sfogo notturno, ma dormi così beato che stringo i denti per non muovermi, controllando la respirazione prima di affannarmi.
Fortunatamente dura poco, e rimane solo un fischio continuo che mi occupa la testa e le orecchie.

Il tempo è nemico, lo so. Ma morire a 25 anni, ora che mi guardo addietro, non è così terribile. Ho evitato la vecchiaia, anche se sarei stato felice di sperimentarla al tuo fianco. Ho evitato delle liti. Non che non ce ne siano state, ma più si và avanti, più si rischia che il rapporto si incrini. Ho evitato malattie peggiori, forse. O forse no. Perché la mia amante mi vuole portare via troppo in fretta, e si è servita di un uomo col camice per dirmelo. Perché la voce calma nascondeva una nota grottesca, il tuo zampino, mentre mi dicevano 'sette mesi, signor Kim. Sette mesi al massimo, non di più.'' .
Quei sette mesi e non di più stanno quasi finendo.

Piangerai, quando accadrà, vero? Quando abbraccerai il mio corpo sottile. Terrò gli occhi chiusi, e sarà una benedizione, perché non dovrò vedere quando accadrà. Vorrei fosse di notte, dopo che tu mi abbia di nuovo raggiunto a letto, ripetendomi che mi ami. Sarebbe bellissimo, perché non ho bisogno di altro. Per tutti questi anni insieme, a combattere contro le spese dell’affitto, delle bollette, e, da sei mesi a questa parte, per le mie cure.
Dio, quanto ti amo. Sei sempre rimasto al mio fianco, sempre. E sarà la morte più dolce, se sarai con me.

Dovremo sciogliere solo un ultimo abbraccio prima che tutto finisca, ed andrò via. 
Senza timore.

 












Guren's corner. 
Sì, lo so, vi ho promesso di ritornare prima possibile con "la nuova" Escape from LJCorp. 
E mi ero ripromessa anche di terminare un'altra storia che mi stava stuzzicando la mente da un po'. E invece non lo fatto.
*schiva gli schiaffi di Choi* 
E invece, in una notte e mezzo pomeriggio, è nata questa storia. Dico "in una notte" perchè è proprio così, dato che gli orari a cui si fa rifermiento nella storia sono quelli effettivi in cui ho scritto, dal mio cellulare (che faceva un rumore terribile ad ogni tasto che premevo) , nel mio lettino bello. 
Spero che non vi abbia messo troppa angoscia addosso, e spero di vedere qualche recensione alla storia, positiva o negativa che sia. 
Chissà..magari mi spronerà a terminare le storie in cantiere..mh mh.. *minacce velate #1* 
   
 
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